I RIFIUTI URBANI
Non sono
pericolosi neanche quando sono ammonticchiati
per le strade e nelle piazze.
Di Nunziante
MINICHIELLO
In Campania tiene
ancora banco la monnezza, che non riesce a
trovare opportuna sistemazione od utile
destinazione in una adeguata e certa località,
per cui non è fuori luogo temere di trovarcisi
dentro da un momento all’altro.
Un grande
risultato è stato finora in pratica ottenuto,
con soddisfazione di tutti: nessun comune potrà
o dovrà definirsi pattumiera di nessuno.
Intanto i rifiuti
urbani, come emergenza, sono ancora oggetto di
convegni, tavole rotonde e pubblicazioni, le
quali in genere cambiano poco o niente. Ma non
solo. Molto spesso popolazioni addirittura
scendono direttamente in campo per manifestare
il loro punto di vista. In tutta questa
movimentazione allo stato attuale le comunità
vanno registrando costi che faranno sentire il
loro peso. E’ la sola certezza, mentre per
superare l’emergenza qualcosa bisogna pur farla.
Abbandonata l’idea di ritornare agli storici
monnezzari e scartando anche l’idea di vedere
rifiuti urbani abbandonati un po’ ovunque perché
non si riescono a smaltire in qualche modo in
loco o perché non si riescono, per una
qualsivoglia ragione, a trasferire altrove, si
pone dunque il problema di che fare. Si
potrebbero realizzare, nel rispetto delle norme
ed utilizzando opportunamente le conoscenze,
impianti completi per lo studio, la distruzione,
la trasformazione e l’utilizzazione dei rifiuti,
impianti dimensionati per uno o più comuni ed
ubicati ove gli interessati lo riterrebbero
opportuno. Ci potrebbe essere anche qualche
comunità capace di non lasciarsi impressionare
da espressioni suggerite dalla creatività e di
vagliare l’opportunità di ospitare, sempre nella
massima sicurezza, annegandolo nel verde di
viali e giardini tutti da godere, un impianto
che assicurerebbe, oltre alla ricerca
scientifica e tecnologica, lavoro certo ed alto
livello di benessere, con tanti saluti alla
disoccupazione, all’emigrazione, al lavoro nero
ed anche alla creatività. Si è in grado, come
paese industrializzato, di condurre
correttamente una non impegnativa combustione o
di controllare una modesta trasformazione
chimica e quindi di manipolare, senza arrecare
danno a niente ed a nessuno, ordinari rifiuti
urbani, che non sono pericolosi neanche quando
sono ammonticchiati per le strade e nelle
piazze, soprattutto se trattati con buona
educazione, come vogliono cultura ambientale,
cultura urbanistica, cultura industriale,
cultura scientifica e cultura tecnologica, che
consentono pure di non arrecare torto neanche a
chi, rispettoso delle norme, sui rifiuti urbani
ora lucra. Dunque, se visti con coscienza e
scienza, i rifiuti urbani sono molto meno
malefici di quello che se ne dice e se ne pensa
o del tutto innocui e sono molto più utili di
quanto si possa credere. Tutto questo,
ovviamente, può avere qualche senso se non si
preferisce rimanere nell’attuale situazione,
continuando all’infinito con convegni, tavole
rotonde, pubblicazioni, incontri, scontri,
fiaccolate e manifestazioni. |