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16 febbraio 2006
I rifiuti urbani, il pensiero di Minichiello
Nunziante Minichiello

 

 

I RIFIUTI URBANI

Non sono pericolosi neanche quando sono ammonticchiati per le strade e nelle piazze.

Di Nunziante MINICHIELLO

In Campania tiene ancora banco la monnezza, che non riesce a trovare opportuna sistemazione od utile destinazione in una adeguata e certa località, per cui non è fuori luogo temere di trovarcisi dentro da un momento all’altro.

Un grande risultato è stato finora in pratica ottenuto, con soddisfazione di tutti: nessun comune potrà o dovrà definirsi pattumiera di nessuno.

Intanto i rifiuti urbani, come emergenza, sono ancora oggetto di convegni, tavole rotonde e pubblicazioni, le quali in genere cambiano poco o niente. Ma non solo. Molto spesso popolazioni addirittura scendono direttamente in campo per manifestare il loro punto di vista. In tutta questa movimentazione allo stato attuale le comunità vanno registrando costi che faranno sentire il loro peso. E’ la sola certezza, mentre per superare l’emergenza qualcosa bisogna pur farla. Abbandonata l’idea di ritornare agli storici monnezzari e scartando anche l’idea di vedere rifiuti urbani abbandonati un po’ ovunque perché non si riescono a smaltire in qualche modo in loco o perché non si riescono, per una qualsivoglia ragione, a trasferire altrove, si pone dunque il problema di che fare. Si potrebbero realizzare, nel rispetto delle norme ed utilizzando opportunamente le conoscenze, impianti completi per lo studio, la distruzione, la trasformazione e l’utilizzazione dei rifiuti, impianti dimensionati per uno o più comuni ed ubicati ove gli interessati lo riterrebbero opportuno. Ci potrebbe essere anche qualche comunità capace di non lasciarsi impressionare da espressioni suggerite dalla creatività e di vagliare l’opportunità di ospitare, sempre nella massima sicurezza, annegandolo nel verde di viali e giardini tutti da godere, un impianto che assicurerebbe, oltre alla ricerca scientifica e tecnologica, lavoro certo ed alto livello di benessere, con tanti saluti alla disoccupazione, all’emigrazione, al lavoro nero ed anche alla creatività. Si è in grado, come paese industrializzato, di condurre correttamente una non impegnativa combustione o di controllare una modesta trasformazione chimica e quindi di manipolare, senza arrecare danno a niente ed a nessuno, ordinari rifiuti urbani, che non sono pericolosi neanche quando sono ammonticchiati per le strade e nelle piazze, soprattutto se trattati con buona educazione, come vogliono cultura ambientale, cultura urbanistica, cultura industriale, cultura scientifica e cultura tecnologica, che consentono pure di non arrecare torto neanche a chi, rispettoso delle norme, sui rifiuti urbani ora lucra. Dunque, se visti con coscienza e scienza, i rifiuti urbani sono molto meno malefici di quello che se ne dice e se ne pensa o del tutto innocui e sono molto più utili di quanto si possa credere. Tutto questo, ovviamente, può avere qualche senso se non si preferisce rimanere nell’attuale situazione, continuando all’infinito con convegni, tavole rotonde, pubblicazioni, incontri, scontri, fiaccolate e manifestazioni. 

 


Per intervenire: invia@vivitelese.it