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28 febbraio 2006
Aviaria, colpa degli allevamenti intensivi
Giovanni Paolo Vanoli

 

 

E' la sconsiderata gestione degli allevamenti intensivi

alla base dell'epidemia, il pericolo non viene dagli uccelli selvatici.


In un articolo pubblicato recentemente dall'Independent, si avanza autorevolmente un'inquietante ipotesi: alla base dell'epidemia dell' influenza aviaria ci sarebbero proprio gli allevamenti intensivi di pollame.
La FAO è in possesso di studi dell'Università di Bangor (Galles) e Giessen (Germania) in cui si sottolinea come le morie causate dall'influenza  fra gli uccelli acquatici sono avvenute in Cina, Romania e Croazia in corrispondenza di località dove si concentrano stagni di allevamento di
pesci. In questi impianti si utilizza, come fertilizzante delle acque, la pollina, cioè il guano prodotto dagli allevamenti intensivi di polli.
Anche la moria di oche selvatiche avvenuta nel maggio scorso nella Cina centrale, a cui si riconduce l'attuale diffusione del virus tra gli stormi migratori, è avvenuta in una località (Qinghai) dove proprio la FAO sovvenziona un grande progetto di itticoltura industriale integrata che
prevede l'utilizzo degli escrementi dei polli per accrescere la produttività degli stagni di pesca.
Il lago di Qinghai infatti, oltre ad essere un luogo dove si concentrano allevamenti di polli e di pesci, è famoso per la nidificazione di moltissimi uccelli acquatici, che di conseguenza hanno risentito per primi dell'epidemia di influenza.

L'equazione quindi è la seguente: gli allevamenti intensivi di polli, luoghi ideali per la diffusione di massa dell'influenza aviaria a causa del sovraffollamento di individui della stessa specie e della stessa età, producono tonnellate di escrementi infetti che vengono riversati negli stagni di pesca; gli uccelli selvatici, che vivono negli stessi ambienti, si infettano, ma sono le vittime secondarie e devono quindi essere difesi dai contagi provenienti dagli allevamenti, al contrario di quanto attualmente si sostiene.

I recenti focolai in Nigeria hanno colpito infatti le zone  con la maggiore densità di allevamenti industriali di polli; nel resto dell'Africa non si sono registrate morie di uccelli selvatici nelle aree in cui questi maggiormente si concentrano.

E' bene anche sottolineare che la Cina esporta in Europa e probabilmente in tutto il mondo ingenti quantità di pollina come fertilizzante, anche prettamente agricolo: chi ci assicura che non rappresenti un gigantesco serbatoio per il virus, che come sappiamo rimane vivo negli escrementi per molte settimane….
Tratto da: http://news.independent.co.uk/


Commento NdR: ….e magari le multinazionali dei farmaci e vaccini lo sapevano molto prima …infatti  esse hanno fornito le indicazioni  ai laboratori di tutto il mondo per la ricerca del “virus”…..da loro indicato come causa (inventata) dell’influenza aviaria….. e cosi’ si sono venduti farmaci e vaccini per gli umani e per gli animali di allevamento, solo per l’ingordigia di quei produttori di farmaci, onde preparare le epidemie dei prossimi anni, per l’indebolimento dei sistemi immunitari di umani ed animali ottenuto con i vaccini ed i farmaci che i "polli" hanno ingerito... !

Vedi anche http://www.mednat.org/vaccini/influenza_aviaria2.htm

 

 

 

 dr. G. Paolo Vanoli (I2VGP) - Giornalista, Pubblicista, Consulente)
www.abc-transportsweb.net  + www.mednat.org 

 

 


Per intervenire: invia@vivitelese.it