E' la sconsiderata
gestione degli allevamenti intensivi
alla base dell'epidemia,
il pericolo non viene dagli uccelli
selvatici.
In un articolo pubblicato recentemente
dall'Independent, si avanza
autorevolmente un'inquietante ipotesi:
alla base dell'epidemia dell' influenza
aviaria ci sarebbero proprio gli
allevamenti intensivi di pollame.
La FAO è in possesso di studi
dell'Università di Bangor (Galles) e
Giessen (Germania) in cui si sottolinea
come le morie causate dall'influenza
fra gli uccelli acquatici sono avvenute
in Cina, Romania e Croazia in
corrispondenza di località dove si
concentrano stagni di allevamento di
pesci. In questi impianti si utilizza,
come fertilizzante delle acque, la
pollina, cioè il guano prodotto dagli
allevamenti intensivi di polli.
Anche la moria di oche selvatiche
avvenuta nel maggio scorso nella Cina
centrale, a cui si riconduce l'attuale
diffusione del virus tra gli stormi
migratori, è avvenuta in una località (Qinghai)
dove proprio la FAO sovvenziona un
grande progetto di itticoltura
industriale integrata che
prevede l'utilizzo degli escrementi dei
polli per accrescere la produttività
degli stagni di pesca.
Il lago di Qinghai infatti, oltre ad
essere un luogo dove si concentrano
allevamenti di polli e di pesci, è
famoso per la nidificazione di
moltissimi uccelli acquatici, che di
conseguenza hanno risentito per primi
dell'epidemia di influenza.
L'equazione quindi è la seguente: gli
allevamenti intensivi di polli, luoghi
ideali per la diffusione di massa
dell'influenza aviaria a causa del
sovraffollamento di individui della
stessa specie e della stessa età,
producono tonnellate di escrementi
infetti che vengono riversati negli
stagni di pesca; gli uccelli selvatici,
che vivono negli stessi ambienti, si
infettano, ma sono le vittime secondarie
e devono quindi essere difesi dai
contagi provenienti dagli allevamenti,
al contrario di quanto attualmente si
sostiene.
I recenti focolai in Nigeria hanno
colpito infatti le zone con la maggiore
densità di allevamenti industriali di
polli; nel resto dell'Africa non si sono
registrate morie di uccelli selvatici
nelle aree in cui questi maggiormente si
concentrano.
E' bene anche sottolineare che la Cina
esporta in Europa e probabilmente in
tutto il mondo ingenti quantità di
pollina come fertilizzante, anche
prettamente agricolo: chi ci assicura
che non rappresenti un gigantesco
serbatoio per il virus, che come
sappiamo rimane vivo negli escrementi
per molte settimane….
Tratto da:
http://news.independent.co.uk/
Commento NdR: ….e magari le
multinazionali dei farmaci e vaccini lo
sapevano molto prima …infatti esse
hanno fornito le indicazioni ai
laboratori di tutto il mondo per la
ricerca del “virus”…..da loro indicato
come causa (inventata) dell’influenza
aviaria….. e cosi’ si sono venduti
farmaci e vaccini per gli umani e per
gli animali di allevamento, solo per
l’ingordigia di quei produttori di
farmaci, onde preparare le epidemie dei
prossimi anni, per l’indebolimento dei
sistemi immunitari di umani ed animali
ottenuto con i vaccini ed i farmaci che
i "polli" hanno ingerito... !
Vedi anche
http://www.mednat.org/vaccini/influenza_aviaria2.htm
dr. G. Paolo Vanoli (I2VGP) -
Giornalista, Pubblicista, Consulente)
www.abc-transportsweb.net +
www.mednat.org