3 settembre 2006
Telese, risposta al signor Raiola
Vincenzo Tripodi

 

 

Ho appena letto lo sfogo che il signor Sandro Raiola ha spedito alla redazione del Sannio e che pare non sia stata pubblicata e che invece è stata presa in considerazione da ViviTelese, come sempre attenta ad ogni voce libera e desiderosa di esporre civili pensieri.

 

Da una prima lettura, vengo naturalmente colpito dal sentimento di nostalgia, di malinconia e di accorato ricordo che pervade lo sfogo del signor Raiola. Nello stesso tempo sento di nutrire il massimo rispetto e la massima considerazione nei confronti di una persona matura, più matura certamente di me, ex emigrante, sicuramente grande ed onesto lavoratore, che ha portato, come tanti altri italiani, lo spirito e la gioia di essere italiani, meridionali e campani, prima in Australia e poi nel Nord Italia. Detto doverosamente tutto ciò non posso però esimermi dal fare alcune considerazioni su quanto lui dice nel suo sfogo.


Pensare di star fuori per lavoro tanto tempo ed in tanti luoghi diversi, per poi tornare e pretendere di ritrovare la stessa Telese di 30 o 40 anni fa è, caro signor Raiola, pura chimera e, se permette, anche un po' presunzione. Il tempo passa per tutti, per gli uomini, anche per Lei signor Raiola, e per le cose; cambiano i paesi, le città, le nazioni, il mondo in generale e non mi dica che non se ne è accorto.


Non è cambiata Telese, è cambiata la Campania, l'Italia, L'Europa ed il mondo intero. Non dico cambiato tutto in meglio o in peggio, sarà la storia a dirlo, ma sicuramente, e per fortuna aggiungo io, tutto è cambiato e tutto inevitabilmente ancora cambierà. Altrimenti tra l'altro io e lei non potremmo dialogare a distanza nel villaggio globale così come ora stiamo facendo. Non è pensabile, anche se sentimentalmente comprensibile, che lei, persona intelligente, se devo giudicare dalla forma della sua scrittura, possa ancora oggi rimpiangere le donne che scopavano le strade di Telese o i tre spazzini con il carrettino, o ancora il treno a vapore che che arrivava alle terme o quanti altri nostalgici ricordi Lei ha menzionato.


Probabilmente potremmo più facilmente discutere dell'abbandono del lago, della gestione del parco termale, del troppo cemento che insidia gli angoli del paese. Tuttavia penso che Lei sappia che su questi argomenti da molti anni ormai, almeno 24, da quanto io abito a Telese, la dialettica politica e sociale è viva e quotidianamente accesa, anche se non sempre si hanno poi risultati concreti.

 

La vita corre signor Raiola, i progetti come la fliera termale che Lei tanto critica, fanno parte del divenire sociale, politico e culturale di una società, che Le piaccia o meno, in espansione.

 

E se Le dico che in questi 24 anni di mia vita a Telese ho visto anche volatilizzarsi, per mancanza di progettualità  (grave vero?), anche ben 25 miliardi delle vecchie lire del famoso Progetto Lago? A questo punto devo ritenere che Lei abbia benedetto la mancanza di progettualità?

 

Io invece sono stato molto contrariato dalla impossibilità di poter utilizzare quei fondi che avrebbero ancor dato la possibilità a questa cittadina di consolidarsi ancora di più come polo di attrazione all'interno di questa provincia, che di poli di attrazione non ne ha poi tanti. Ed ho usato il termine di "cittadina" e non di paese, o peggio ancora di frazione di Solopaca; termine che veniva usato ancora fino a non molto tempo fa, e sicuramente era usato quando Lei è partito per l'Australia, signor Raiola. Vede quanta strada ha percorso in questi anni Telese Terme?

 

Una annotazione sulla festa dell'Udeur: sul piano politico anche a me potrebbe non fare piacere una manifestazione del genere a Telese Terme, soprattutto se serve a glorificare l'operato di un politico di zona, osannato o criticato in base all'appartenenza politica. Tuttavia è indubbio che ospitare da otto anni una kermesse politica di questa portata per una settimana, è comunque una imperdibile occasione per fare un pieno di cultura politica, sociale, storica, giornalistica ed amministrativa, che viene messa a disposizione in primis a tutti i cittadini di Telese. Poi ognuno potrà fare le considerazioni politiche proprie che meglio crede, per fortuna.


Voglio concludere con un ultima annotazione, un po' maligna se crede, e per questo Le chiedo scusa anticipatamente. La parte finale del suo sfogo assomiglia troppo a tanti luoghi comuni, triti e ritriti, che hanno riempito i dibattiti politico-amministrativi degli ultimi anni a Telese Terme, per cui non vorrei che il suo sfogo, nostalgico e sentimentale, sia stato ad un certo punto preso in affitto da chi strumentalmente ha inteso perpetuare le solite polemiche, senza apparire pubblicamente sfruttando l'impatto emozionale causato dai ricordi di un ex emigrante. Ma forse ora mi lascio prendere la mano da paranoie senza costrutto. La ringrazio signor Raiola e La saluto con tutto il rispetto che un nostalgico telesino merita.

Enzo Tripodi
 

 

 

     

 Valle Telesina


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