17 dicembre 2007
Cerreto, il perché di una proposta nuova
Lorenzo Morone

 

 

BRETELLA, GALLERIA PARAMASSI E PAESAGGIO: IL PERCHE’ DI UNA PROPOSTA NUOVA.

 

Uno dei posti più incantevoli della nostra zona, e non solo, è sicuramente la gola delle Lavelle. Un luogo suggestivo, dove l'azione erosiva dell'acqua per milioni di anni ha generato un tipico, caratteristico alveo scavato in roccia, all'interno di una valle montana. Il Titerno è stato l’architetto e l’esecutore di detta meraviglia, col suo impetuoso cammino giovanile che va dalle sorgenti sul monte Pesco Rosito, nella Fonte Lagno di Ferro, al fiume Volturno che raggiunge, ormai stanco, dopo 27 km. Leggendario il suo lavorio, leggendario il suo nome. La più suggestiva ipotesi è infatti legata alla II guerra Punica (216 a.C.), che in queste gole vide impegnato il generale romano Quinto Fabio Massimo contro i Sanniti ed il loro alleato Annibale. Durante una di queste battaglie morì Tito, figlio del generale. Temendo i profanatori di tombe, nottetempo, Fabio Massimo fece deviare il corso del fiume, vi seppellì il cadavere del figlio e poi fece riportare il corso d’acqua nel suo letto naturale. Rivolse poi al figlio l’estremo saluto con la frase:” Titus Aeternus! (Tito, qui sarai in eterno!”). Da qui il nome Titerno.

    Lungo il suo corso si incontrano splendide pagine naturali (forre-marmitte dei giganti-stratigrafie) arricchite da brani storico-archeologici (Ponte del Mulino, dalla struttura tipicamente Etrusca, Ponte di Annibale, dalle nobili origini Romane), di archeologia industriale (mulini ad acqua), geologici (la Grotta dei briganti, ricca di stalattiti e stalagmiti)  e soprattutto Paleontologici. Ciro, appunto, il più famoso cucciolo di Dinosauro esistente, che fa bella mostra di sé presso il  Paleo-Lab di Pietraroja, costituendo l’autentico valore aggiunto di una zona che già vale tanto per le altre ricchezze possedute. Tali gioielli sono stati conservati nei secoli grazie soprattutto all’attaccamento dei Cusanesi al loro territorio, difeso anche con i denti, e alla asperità della via che li collegava con la Campania Felix, oggi inFELIX, visto che è diventata la pattumiera d’Italia.  Ma torniamo alle forre.

Per ovviare ai problemi della pericolosità del percorso di accesso alla valle, da sempre soggetto a caduta di sassi e massi, fu realizzata, nell’ambito dei lavori per la bretella, la galleria che, lunga circa un Km, attraverso Monte Cigno collega Cerreto alla Valle di Cusano. Purtroppo la galleria sbuca proprio là dove non dovrebbe sbucare. Il fatto stesso che oggi la strada è chiusa al traffico per caduta massi, dimostra…che il problema non è stato risolto. Orbene, nella riunione congiunta dei Consigli Comunali di Cusano, Cerreto e Pietraroja, allargata ai Consiglieri provinciali Rubano e Gagliardi, al rappresentante della Comunità Montana geom. La Porta e ai comitati civici di Cerreto e Cusano, rappresentati dal sottoscritto e dalla determinatissima Presidentessa Dott.ssa Di Biase, sono venute fuori tante ipotesi, come sempre succede quando il malato è restio ad ogni cura. Poiché ciò che è fatto capo ha, è inutile tornare sempre sul passato ed è meglio pensare al futuro. Di qui le considerazioni che ho posto all’attenzione di una attenta, spontanea e partecipata assemblea. La sponsorizzatissima galleria paramassi, che dovrebbe andare dalla cava all’imbocco della galleria è, a mio parere, una ipotesi bella e sicura. Ma ci sono due problemi da valutare con attenzione: il primo sarebbe legato alla vecchia contrarietà della Soprintendenza a tale soluzione.

Ma il Piano Paesaggistico in vigore, all’art. 25, in modo inequivocabile, così recita: “… è consentita, in deroga alle norme di zona in cui le stesse ricadono, la realizzazione …della bretella di collegamento tra le superstrade Benevento-Campobasso e Benevento-Caianello, diramazione per Cusano Mutri”.  Penso che la galleria paramassi, se progettata bene, senza auree colate di cemento, renderebbe sicuro il percorso, al 100%, ed arricchirebbe il paesaggio, come tutte le architetture “pensate”.

Il secondo problema è il fondato rischio di tempi lunghi e strada inesorabilmente chiusa. E’ assurdo pensare che durante i lavori per la costruzione della galleria paramassi la strada resti aperta. I rischi (e le responsabilità) sarebbero troppo alti. E’ logico pensare, invece, che la valle di Cusano rischierebbe, durante i lunghi e delicati lavori, un lungo, lunghissimo isolamento.

La soluzione ambientalmente compatibile, sicura al 100%, scevra da incognite, penso sia o il recupero del vecchio tracciato della bretella che, partendo dal Pastorello, baipassi a valle Cerreto, o il miglioramento e messa in sicurezza dell’attuale tracciato. Ma solo fino alla cava. Qui, ove ha inizio il tratto pericoloso, veramente pericoloso!, si dovrebbe ri-pensare ad una galleria che, parallela alla strada attuale, si colleghi a quella esistente. Magari, ogni tanto, si potrebbe lasciare una “finestra” aperta sul paesaggio. Una volta messa in sicurezza con reti od altro la china del monte Cigno, e sarebbe questione di qualche mese, i lavori per l’apertura della galleria potrebbero svolgersi con tranquillità non interessando la strada. Anche gli eventuali inghippi burocratici sempre in agguato quando si tratta di opere pubbliche, una sospensione dei lavori, un ipotetico, ma possibile, fallimento o contenzioso con la Ditta esecutrice, non ci danneggerebbero più di tanto. Infatti si allontanerebbero i tempi di consegna, ma non lascerebbero la strada chiusa. Una cosa è sequestrare il cantiere della galleria che segue un suo percorso, una cosa sarebbe sequestrare il cantiere della paramassi obbligatoriamente aperto lungo la strada. La curatela fallimentare non consentirebbe mai l’accesso fino alla risoluzione del problema. Cioè per anni. Pensateci, Voi che potete. Pensateci, amici di Cusano. Pensiamoci tutti. Sappiamo bene come va la storia delle opere pubbliche. La decennale vicenda dell’Istituto Carafa è nota a tutti. Non è pessimismo, è pane quotidiano. La bellezza della Valle e la sua comoda e sicura accessibilità sono valori che danno ricchezza anche a noi cerretesi e vanno salvaguardati e tramandati. Ma questo lo dico a me stesso. Voi lo avete capito da sempre.

 

Arch. Lorenzo Morone

Presidente del Comitato Cerretese per la riapertura della strada.

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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