Proprio ieri ho letto con piacere l’articolo di
Lucio Garofalo ‘l’economia della paura’ e su
quanto si usi l’allarmismo come strumento
persuasivo… oggi leggo un altro articolo sui
rifiuti in Campania (Cutillo-Mucci-Zanotelli) ,
a suo modo, comunque allarmante. Per essere così
usato, l’allarmismo dev’essere davvero un’arma
potente.
Per quanto
continuo a leggere di questi argomenti ci sono
due curiosità che da mesi mi rimangono
inappagate.
1.
Qual
è la proposta, se esiste, degli attivisti
ecologisti, sulla gestione delle eco balle
prodotte e di quelle che si continueranno a
produrre anche attivando efficaci trattamenti di
differenziata e siti di compostaggio?
2.
E’
possibile che, in un paese di poeti, santi,
navigatori e (aggiungo io) liberi
imprenditori, non ci sia nessuno che riesca a
capire l’affare di questo settore? Esistono
tecnologie moderne ( largamente ecocompatibili)
come la gassificazione, la depolimerizzazione
delle plastiche, depurazione acqua domestica e
non meno importante la produzione di energia
elettrica con motori magnetici (energy by motion),
che sarebbero in grado da sole di dare un’ampia
risposta alle numerose ed interconnesse
problematiche in materia di rifiuti e produzione
di energia.
Perché per una volta non cerchiamo di
svincolarci dagli ‘allarmismi’ di ogni genere e
proviamo a capire che il problema dei rifiuti
non è affatto un problema, è una risorsa. Anche
preziosa e perché no, remunerativa.
A presto Flaviano
Di Santo
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