Comitati Civici di San Salvatore Telesino e
Guardia Sanframondi contro la costruzione di
un’Inceneritore a San Salvatore Telesino
|
Di fronte ad aziende tanto potenti da
indurre amministratori e politici ad obbedire ai
loro ordini
e favorire i loro affari,
dobbiamo
confidare solo
sulle iniziative della
magistratura? |
San Salvatore
Telesino 15.05.2009
Malgrado ciò che avevamo
scritto solo un giorno fa
(in fondo a questa pagina), questo recente
articolo da Bergamo, di seguito allegato, cambia
nuovamente lo scenario sulla possibile
costruzione dell’Inceneritore a San Salvatore
Telesino. Avevamo appena tirato un debole
sospiro di sollievo ed ecco che arriva la
notizia dell’intervento di Letta alla regione
per sbloccare le procedure e avviarne la
costruzione.
Il
governo interviene direttamente per permettere
la costruzione di una centrale, un Inceneritore,
contro cui i cittadini hanno firmato, contro cui
si sono schierati i comitati, i consigli
comunali, il consiglio provinciale e tanti
politici.
Non si può assistere in modo inattivo a questa
nuova iniziativa pro centrale di personaggi come
Bertolaso e Letta che nulla conoscono della
nostra realtà territoriale né conoscono le
strade che un simile progetto ha percorso senza
tenere in alcun conto la VOLONTA' POPOLARE.
Sono stati scomodati questi potenti personaggi
politici, entrambi sottosegretari del governo
Berlusconi, per dare un colpetto all’iter
procedurale, bloccato da proteste e irregolarità
varie.
Che c’entrano Bertolaso e la protezione civile
con un inceneritore di rifiuti speciali? I
rifiuti speciali non dovrebbero essere
l’immondizia che si accumula sulle strade e crea
un emergenza di cui si occupa la protezione
civile. O forse parliamo proprio di questi altri
rifiuti? Vogliono derogare anche a questo? Se
interviene Bertolaso, commissario straordinario
all’emergenza Rifiuti in Campania, allora stiamo
parlando proprio di Rifiuti Tal Quali?
Bertolaso non ha già abbastanza problemi di cui
occuparsi, ed in cui fare i danni che sta
facendo con l’appoggio del capo del governo?
L’inceneritore a San Salvatore Telesino è stato
voluto da Giuseppe Creta, dalla Giunta e
dall’intero ex consiglio comunale, comprendente
anche le liste di opposizione con capogruppo
Fabio Romano ed Emilio Bove.
Le
prossime elezioni amministrative vedono come
candidati gli stessi personaggi politici che
hanno imposto al popolo questo Inceneritore.
Ora è facile dire di essere contrari. Come
esprimeranno la contrarietà? Vogliamo sapere
cosa intendono fare per opporsi, e se sono in
grado di farlo. La maggior parte di loro è del
PDL, e i politici dell’UDEUR non si sono
dimessi quando il loro partito è confluito nel
PDL. Il governo attuale, lo stesso che sta
premendo per l’inceneritore, è PDL.
Quello che ci preoccupa ulteriormente è la
comunanza d’intenti del centro-sinistra al
governo della nostra regione e del governo di
centro destra sulla questione rifiuti e sugli
impianti per la produzione di energia. Sulla
pelle dei cittadini e dei territori. Ciò che
conta è l’affare, non la salvaguardia dei
diritti e della democrazia. Si intraprendono,
come al solito, iniziative decisive per il
futuro di un territorio senza tenere in nessuna
considerazione la volontà dei suoi abitanti. Ci
chiediamo cosa faranno ora i politici locali
appartenenti ai partiti della maggioranza di
governo.
In passato hanno tuonato contro la mala
politica e la corruzione del centro-sinistra
colpevole della politica di rapina e distruzione
del nostro territorio. Hanno tuonato contro
l’inceneritore. Interverranno ora contro questa
mossa del loro governo? E i politici di
centro-sinistra, anche essi dichiaratisi
contrari?
Ci auguriamo che faranno pressioni sui
loro rappresentanti al governo della regione per
impedire che essi trovino, ancora una volta, il
pretesto per imporci questo, e altri impianti
nocivi, nascondendosi dietro la volontà del
governo.
Di fronte ad aziende tanto potenti da
indurre amministratori e politici ad obbedire ai
loro ordini e favorire i loro affari, dobbiamo
confidare solo sulle iniziative della
magistratura?
Ultime Notizie da
Bergamo
http://www.bergamonews.it/politica/articolo.php?id=10723
Politica
Il
progetto - E'
intervenuto Gianni Letta, sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, nonché uomo ombra di
Berlusconi, per dare una smossa al progetto,
incagliato da tempo, di realizzazione della
centrale a biomasse a San Salvatore Telesino, in
provincia di Benevento, operazione curata da
Vocem, società controlla da ABM, a sua volta
facente capo alla Provincia di Bergamo).
Centrale a biomasse, Letta dà una mano alla
Provincia
E'
intervenuto nientemeno che Gianni Letta,
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
nonché uomo ombra di Berlusconi, per dare una
smossa al progetto, incagliato da tempo, di
realizzazione della centrale a biomasse a
San Salvatore Telesino, in
provincia di Benevento,
operazione curata da Vocem,
società controlla da ABM, a sua
volta facente capo alla Provincia di Bergamo).
Guido Bertolaso, nella sua
veste di commissario per l'emergenza rifiuti in
Campania, ha scritto una lettera ufficiale al
presidente dell'Amministrazione provinciale
orobica, Valerio Bettoni, per
informarlo che il sottosegretario Letta è
intervenuto sul presidente della Regione
Campania Antonio Bassolino per
sbloccare l'iter, ottenendo il via libera.
"Il
nostro impegno e la nostra serietà hanno pagato"
commenta ora soddisfatto Bettoni. "Sta arrivando
a compimento il disegno che avevamo tracciato
all'inizio della nostra esperienza alla guida
della Provincia e che era mirato a procurare al
nostro territorio energia a costi
più convenienti di quelli che ci vengono
praticati". Il via libera è politico, mentre sul
piano procedurale la strada potrebbe non essere
ancora conclusa.
In linea di principio, ora
occorre riconvocare la Conferenza dei servizi
per deliberare l'ok al progetto. Ma qui c'è il
pericolo di andare a cozzare di nuovo contro
l'ostilità, più o meno marcata degli enti
locali. A partire da quella della Provincia di
Benevento. "Sono problemi loro" taglia corto Bettoni, anche se forse saranno problemi anche
per chi vuole portare concretamente a casa
l'intervento. Il presidente di Vocem,
Giorgio Berta, è fiducioso: "C'è un via
libera politico, è vero, ma la lettera della
presidenza del Consiglio dice molto di più.
Questa è la svolta che aspettavamo da anni".
Giovedì 14 Maggio 2009
|
San Salvatore Telesino 14.05.2009
Tangenti e Centrali:
addio Campania
?
San Salvatore Telesino e Pignataro.
A
Pignataro è partita una grossa inchiesta
denominata "Biopower" relativa
alla costruzione di una centrale a biomassa.
Essa descrive un copione per molti versi simile
a quello che ha coinvolto nei mesi scorsi a
Napoli Alfredo Romeo. Due imprenditori, Renzo
Bracciali e Gianpiero Tombolillo, entrambi
romani, sono accusati di aver elargito mazzette
e promesse a politici e funzionari pubblici per
ottenere appalti e vantaggi anche personali.
Avvisi di garanzia
sono stati consegnati a diverse persone tra cui
l'assessore alle attività produttive della
Regione Campania Andrea Cozzolino.
Tutto gira intorno
a un contributo di 6,8 milioni di euro della
Regione per la costruzione della centrale di
Pignataro, contributo che, alla fine, non è
stato incassato, visto che la Biopower ha poi
ottenuto un finanziamento della Unipol Merchant
Bank. Bracciali e Tombolillo, oltre alle loro
tre società, la Biopower spa, la Natural Energy
srl e la Energethic srl, ne hanno anche una a
San Marino, attraverso la quale confluivano
centinaia di migliaia di euro da conti in
Svizzera per finanziare il sistema di
corruzione. Per ottenere il finanziamento
regionale i due si appoggiavano a Vincenzo
Guerriero, un dirigente della Regione, e Fulvio
Scia, funzionario: quest'ultimo, in particolare,
per 50.000 euro l'anno, rivelava a Tombolillo
informazioni utili per orientare le sue
strategie imprenditoriali. Un ex consulente
della Regione, Eugenio Di Santo, si occupava
invece di facilitare i rapporti politici con
l'assessore Cozzolino, ricevendo in cambio
140.000 euro.
La corruzione
riguardava anche amministratori locali
casertani, a cominciare da Francesco Capobianco,
ex assessore alla provincia di Caserta e attuale
consigliere comunale cittadino del Pd, che, in
cambio di un "pacchetto" di posti di lavoro
nella centrale, aveva convinto tra l'altro, un
consigliere comunale di Pignataro Maggiore a non
sostenere le proteste della popolazione contro
la centrale.
http://altocasertano.wordpress.com/2009/04/28/pignataro-maggiorece-successo-per-le-proteste-popolari-conferma-per-le-denunce-dellopposizione-e-le-inchieste-dei-cronisti-anticamorra/
www.comunedipignataro.it/modules.php?name=News&file=article&sid=9518
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/notizie/cronaca/2009/28-aprile-2009/carte-false-23-arresti-guardia-finanza-1501301879931.shtml
San Salvatore Telesino
Il caso Pignataro
ha molto in comune con San Salvatore Telesino,
a parte la diversa autorizzazione: a Pignataro,
come a Reino, è stata fatta richiesta di
bruciare biomasse vegetali; a San Salvatore
Telesino l’autorizzazione riguarda rifiuti
speciali. Poco importa: noi siamo convinti che,
in entrambi i casi, la frenetica corsa alle
autorizzazioni per bruciare biomasse nasconda
sempre il desiderio di fare affari e bruciare
rifiuti. In ogni caso, per noi, tecnicamente la
differenza è inesistente, sono tutti
inceneritori. La regione, comunque, non possiede
quantitativi di biomasse sufficienti a
giustificare questi impianti. Solo il famoso
ingegnere Tombolillo e il dottor Di Santo, ora
al centro delle indagini, avevano redatto uno
studio da cui emergeva una quantità strabiliante
di biomasse che aveva convinto i nostri politici
di fare un …affare.
Il
fatto che siano coinvolti sempre gli stessi
personaggi conferma le nostre preoccupazioni per
il giro di affari e corruzione legato al
business dell’energia tante volte denunciato e
che, finalmente, nonostante le poche notizie
lasciate trapelare sui mezzi di comunicazione,
comincia a trapelare.
http://wpop11.libero.it/.pdf
Abbiamo sempre
denunciato le irregolarità dell’impianto
previsto per San Salvatore, la mancanza di
trasparenza, l’intreccio di corruzione e mala
politica, il ruolo di imprenditori del sud e del
nord ,della Provincia di Benevento e della
Provincia di Bergamo, che ha sempre parlato
esplicitamente dell’inceneritore di San
Salvatore come di un affare a proprio esclusivo
beneficio.
In un articolo di
Repubblica di venerdi 8 maggio, vengono
intervistati Roberto Pessina, (ex senatore PDL
), presidente dell’ABM, la società bergamasca
interessata alla costruzione dell’impianto A San
Salvatore T. e l’ingegnere Ardizzone sempre
dell’ ABM –Vocem.
L’articolo di
Repubblica si riallaccia all’inchiesta sulla
simile centrale a biomassa in costruzione a
Pignataro, collegata, a sua volta, a quella di
Reino.
“L’esistenza di soluzioni poco trasparenti
allontana un imprenditore corretto o pubblico”,
dicono, e la situazione viene definita
insostenibile dai due signori dell’ABM. Essi
sostengono che al SUD non si possono realizzare
progetti importanti come le centrali
dell’energia perché si deve scendere a
compromessi politici, “attraversare passaggi
sotterranei”, pagare tangenti, avere a che fare
con politici inaffidabili, come il sindaco di
San Salvatore Telesino, Creta, che aveva fatto
“PONTI D’ORO” ma poi si ritrae, non c’è più. Se
i dirigenti dell’ABM sono così corretti e
trasparenti, come mai non hanno denunciato prima
il sistema di corruzione in cui si sono “
malauguratamente “ imbattuti? Quali sono i ponti
d’oro fatti da Creta?
D’altra parte, ai
signori della Vocem, chiediamo, ancora una
volta, come mai anche loro si sono dimostrati
non trasparenti proprio come i soggetti politici
di loro riferimento , ora tanto criticati.
Avrebbero potuto organizzare un bel convegno
pubblico, 4 anni fa, e presentare il progetto ai
cittadini del sindaco Creta, lasciare a
disposizione il progetto e collaborare
apertamente con tutti per studiarne le
caratteristiche e chiederne le autorizzazioni.
A noi sembra che i
“ ponti d’oro di Creta “ siano stati agevolati
anche dalla meschinità, i sotterfugi e l’assenza
di trasparenza di imprenditori e politici del
Nord che si sono comportati da perfetti
colonizzatori e sfruttatori.
E’ da notare,
però, che lo stesso Pessina, lo scorso marzo,
affermava di volersi liberare dell’intera ABM e
uscire dal campo dell’energia perché “Riteniamo
che attualmente nel complesso mondo dell’energia
servano delle dimensioni assolutamente fuori
della nostra portata: i margini di redditività
si stanno riducendo sempre di più a medio
termine, l’attività di vendita sarà vantaggiosa
solo per i grandi gruppi. La concorrenza si sta
facendo davvero spietata”
http://rassegnabg.dialogicnet.com/pub/pdf/06-03-2009.pdf?aL0kQVtc
L’unica cosa che
ci sembra poter dedurre dal poco che riusciamo a
sapere è che ci sia l’ammissione di un possibile
fallimento. Ci chiediamo, però, qual sia la
verità e su cosa essi mentano: il mercato della
produzione dell’energia non è più competitivo, o
il loro fallimento al SUD è colpa della
situazione politica meridionale e di come LORO
ne hanno approfittato? Nonostante le professioni
di serietà, competenza ed onestà, non hanno
certamente mostrato di gestire in modo chiaro e
professionale i loro affari. Ci auguriamo,
comunque, che il loro sia davvero un addio…
Di seguito
l’articolo apparso su Repubblica
http://www.napolionline.org/index.php?option=com_content&task=view&id=19458
Tangenti e
centrali, addio Campania
|
Scritto da Antonio Corbo
da la Repubblica Napoli,
08-05-2009 06:28 |
L´energia è il nuovo business
dell´economia italiana. Un giro
di centinaia di milioni nella
sola Campania. Ma il presidente
di un´azienda pubblica boccia la
regione con un paio di immagini.
Poco dopo, mitiga: «Ostacoli
imprevedibili». Come superarli?
È una denuncia la seconda
immagine di Vittorio Pessina,
presidente di una holding, la
Abm di Bergamo: «Attraversare
passaggi sotterranei». Spiega
ancora meglio: «L´esistenza di
soluzioni poco trasparenti
allontana un imprenditore
corretto o pubblico. Il Nord
sarà sempre più lontano da
questo piccolo cabotaggio».
Campania o Sud? «In Puglia
abbiamo un impianto eolico a
Troia, è filato tutto liscio».
L´inchiesta della Procura di
Santa Maria Capua Vetere fa
scoprire un giro di tangenti
("finti ostacoli" e "passaggi
sotterranei") distribuite da
Biopower per la centrale a
biomasse di Pignataro Maggiore.
Dopo i 23 arresti, sono emerse
storie di ordinario sabotaggio
come questa, rivelata da
"Repubblica" e confermata dal
presidente di "Azienda
bergamasca multiservizi Spa",
interamente partecipata dalla
Provincia di Bergamo. «Abbiamo
iniziato gli investimenti per
realizzare la centrale a
biomasse di San Salvatore
Telesino. Costo stimato in oltre
50 milioni di euro. Da quattro
anni aspettiamo una risposta,
positiva o negativa. Paradossale
la serie di rinvii che ci
vengono imposti». Il progetto
"Vocem" ottenne 12 milioni di
fondi europei, ora scaduti per
le lentezze burocratiche.
Pessina, ex senatore, Pdl, ha
interessato "Italia decide",
associazione trasversale che
riunisce i vertici finanziari
per accelerare strutture o
impianti bloccati.
"Vocem" nasce a Caserta nel
2000, unisce le prime sillabe di
Vozza e Cementifici. La
Multiservizi della Provincia di
Bergamo nel 2004 acquista il 90
per cento, lasciando il 10 a
Giuseppe Vozza.
Nel 2005 chiede
l´autorizzazione, nel 2006
ottiene il primo decreto "Via"
(Valutazione impatto
ambientale). Il secondo a fine
2008. Racconta Claudio Ardizzone,
direttore generale: «Giuseppe
Creta, sindaco di San Salvatore,
fa ponti d´oro. Poi si ritrae:
non è il momento, dice. Non c´è
più. Il progetto è
inspiegabilmente congelato da
quattro anni. La Conferenza dei
servizi, con 19 enti convocati,
si è riunita in ben 12 sedute
istruttorie. Quasi tutti
favorevoli, ma continue le
dilazioni». Regione ed enti
tecnici giudicano corretto il
piano. Qui Ardizzone sorride:
«Siamo però fermi, bloccati,
capisce?» e il presidente
Pessina riprende: «Il Nord
arretra dinanzi a scenari così
poco trasparenti. Chiediamo solo
una decisione. Tutto sembra
inspiegabile: siamo azienda
pubblica, investiamo 50 milioni,
la Regione giudica corretto il
progetto, c´è credibilità sulla
sicurezza ambientale, è un
vantaggio per la Campania. Ma
siamo fermi». La Abm ha già
scritto il 27 marzo alla
Regione, ad Antonio Bassolino.
Copia a Berlusconi, Bertolaso,
ministeri interessati e
prefettura di Benevento. Ha
ricusato il rup (responsabile
unico del procedimento) per
«violazione dei principi di
imparzialità e buon andamento
della pubblica amministrazione».
Lo
stesso legale, Diego Piselli, di
nuovo interessa il 31 marzo il
governo. La Procura di Santa
Maria intanto acquisisce le
prime notizie: entra
nell´inchiesta che da Pignataro
Maggiore si è già estesa a
Sparanise e ad altre centrali,
Reino e San Bartolomeo in Galdo.
Inchiesta che incrocia quella di
Salerno, probabile un contatto
tra il procuratore Corrado Lembo
e il nuovo capo di Salerno,
Franco Roberti, ricorderete il
suo impegno a Napoli anche sulla
pubblica amministrazione.
L´ampiezza imprevista delle
indagini costringe poi il
generale Vito Bardi a schierare
sulle centrali anche la
Tributaria di Napoli che agisce
su largo raggio. Si è occupata
già dei suoli di Sparanise.
«Gli ostacoli ci sono», conferma
Luciano Morelli, ingegnere,
responsabile di Energia per
Confindustria Campania. «La
demagogia di comunità locali e
politica non aiuta le imprese.
Sono stupefatto di quanto leggo
sull´inchiesta. La centrale di
Pignataro per tecnologie e
sicurezza è un modello. Non
meritava di essere umiliata da
un giro di bustarelle. Cattiva
burocrazia e la politica che non
sa veicolare le buone
iniziative». La corsa alle
centrali conferma il business.
Quella a biomasse offre un
doppio vantaggio: vende
separatamente energia e i
"certificati verdi", necessari
ai gestori come Terna e pagati a
caro prezzo. Devono aggiungere
alla produzione una quota da
"fonti alternative rinnovabili"
(in codice: Fer). Fotovoltaiche,
eoliche, solaretermiche, biogas
e biomasse che sfruttano il
legno. Operano già tante. A
Napoli la Levante di Tirreno
Power, con 288 mgw. Teverola e
Sparanise dal 2007, gas
naturale. In progetto Salerno,
Orta di Atella con possibile
trasferimento a Presenzano, Nola
e Flumeri. Oltre a quelle già
note di Pignataro, San Salvatore
Telesino, Reino, San Bartolomeo
in Galdo. Resistono gli
"ostacoli finti"? La sola Enel
ha ora in Italia 5 miliardi di
euro da investire. «Già
cantierabili», precisano. Ma
sono bloccati. Quanti di questi
in Campania?
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