Comitati Civici di San Salvatore Telesino e
Guardia Sanframondi contro la costruzione di
un’Inceneritore a San Salvatore Telesino
DI
CHE PARLA L’ABM-VOCEM?
Malgrado la mielosa descrizione
dell’inceneritore da parte dell’Ing. Ardizzone
per conto della ABM-Vocem, l’oggetto della
Conferenza dei Servizi da discutere il 23 luglio
2009 è il seguente:
Dunque, si tratta di un INCENERITORE DI RIFIUTI.
C’eravamo impegnati a pubblicare la lettera di
convocazione della C.d.S. del 23 luglio della
Regione Campania. Ci scusiamo per il ritardo ma,
pur avendola ricevuta il 2 luglio, solo adesso
riusciamo ad inviarla a ViviTelese.
CDS
del 23 luglio 2009 |
convocazione 1 |
convocazione 2 |
Dalla
lettura delle 2 note si evince soprattutto che:
·
Il
progetto presentato originariamente a Regione,
Provincia e Comuni nel 2005 è stato
definitivamente archiviato;
·
Il
nuovo progetto discusso nella commissione
“Ambiente” della Regione a luglio 2008 ha
ricevuto il parere favorevole di V.I.A. (a
proposito, ricordiamo la tragicomica cronaca di
tale seduta di cui si rese protagonista uno dei
componenti della commissione? Era fine
luglio, dovevo andare al mare, faceva caldo, ero
distratto…!!).
·
I
nuovi comuni coinvolti, anche della provincia di
Caserta, hanno ricevuto il nuovo progetto solo
la settimana scorsa: come possono far pervenire
una relazione entro il 20 luglio ?
Naturalmente, è comunque chiaro ormai a tutti
che l’impatto dell’impianto ABM-Vocem riguarderà
un territorio molto più vasto di quello dei 3
comuni coinvolti nella precedente fase del
procedimento autorizzativo.
Nell’intervento del “Consigliere
di Amministrazione” dell’ABM-Vocem, l’ing. Mauro
Ardizzone, pubblicato da Vivitelese, invece,
sentiamo parlare ancora una volta del
finanziamento di 12.5 mln euro messi a
disposizione dalla legge 488, malgrado i termini
di ottenimento del finanziamento fossero scaduti
a dicembre 2008, non avendo la Vocem dato inizio
ai lavori (e anche sulla possibilità di
concessione di tale finanziamento, vista la
legge, sono sempre stati espressi dei dubbi). In
effetti, pur non avendone copia, avevamo avuto
modo di leggere la lettera in cui, nel novembre
del 2008, l’ex assessore alle attività
produttive della Regione Campania, ora
euro-parlamentare, Andrea Cozzolino, su
sollecitazione della Vo.Cem., scriveva al
ministro Scajola affinché intercedesse per far
recuperare alla Vo.Cem. stessa tale
finanziamento, di fatto ormai perso. Non è che
quella sollecitazione ha sortito effetti e non
se ne sa nulla? E meno
male che le pratiche di questa azienda dovevano
essere tutte trasparenti !!!
Come facilmente avevamo previsto, la Vocem,
questa volta rappresentata dall’ing. Ardizzone,
ha avviato una campagna di imbonimento nei
confronti dei cittadini, con la quale cercherà
di convincerci che l’impianto ci porterà
occupazione, guadagni, prosperità e benessere,
senza nessuna conseguenza per la nostra salute.
Anzi, durante il consiglio comunale di S.
Salvatore Telesino dell’8 luglio e
dedicato all’inceneritore, il capogruppo di
minoranza ha sventolato un opuscolo che
pubblicizzava una iniziativa pubblica della
Vocem per “familiarizzare” con i cittadini, in
cui insisteranno nel voler esaltare tutti i
vantaggi del loro progetto e nel minimizzare i
timori per l’impatto su salute ed ambiente.
Parleremo del consiglio comunale a San Salvatore
Telesino dell’8 luglio 2009 in un’altra
occasione: ora ci interessa altro.
Ci
interessa capire se abboccheremo ai “Venditori
di fumo” .
Sapremo lottare contro le loro false magie?
Saremo capaci di lottare coerentemente contro
quella che potrebbe diventare la causa di sicuri
danni alla nostra salute?
La
stessa Vocem dichiara nel progetto l’emissione
di inquinanti di vario tipo e riconosce che
potrebbero avere effetti significativi
sull’ambiente, pur sostenendo che non sarebbero
superati i limiti di legge di ogni inquinante.
Dimentica però le possibili conseguenze
dell’azione combinata di più inquinanti, non
parla di nano polveri, peraltro non filtrabili e
monitorabili; non dice che le nano particelle
entrano nelle cellule di tutti gli esseri
viventi e …; non evidenzia che la diossina
entra con immediatezza nella catena alimentare,
e che ce la ritroveremmo nel nostro cibo e nelle
nostre cellule (non esistono limiti ammessi di
diossina, è vietata e basta, in quanto si tratta
di una sostanza che si deposita nei tessuti
senza mai essere smaltita).
L’economia della nostra zona vogliamo che sia
basata su attività imprenditoriali sicure,
meglio se legate all’agricoltura, e al turismo
rurale (la nostra vera vocazione), e alle sicure
risorse del nostro territorio: ortaggi di
qualità, vinalia, il virno, il latte, finalmente
anche alla spina, l’acqua fresca e trasparente,
il Rio Grassano, i puri, le Terme di Telese.
La
filiera corta che noi vorremmo sviluppare
è quella della vendita diretta da parte dei
produttori locali, magari mediante i gruppi di
acquisto solidale, basati sulla costruzione di
un rapporto di fiducia, e sul recupero del
rispetto della natura, dell’ambiente e delle
persone.
Il
fine è cambiare un sistema insostenibile di
sfruttamento delle risorse, che crea
inquinamento, distruzione, ingiustizia.
Un
inceneritore è il simbolo dell’assurdità di un
modello di sviluppo che in nome del profitto di
pochi sacrifica il bene comune ed il futuro di
tutti.
LORO sono bravi, hanno competenze specifiche nel
loro campo, e si possono dedicare
professionalmente al loro obiettivo (perseguire
il massimo profitto da un a azione
imprenditoriale).
NOI facciamo altro, non siamo professionisti
come LORO e, potendo dedicare alla difesa del
nostro territorio solo il tempo libero, siamo
certamente in una posizione di svantaggio.
E
anche gli amministratori e i politici locali, lo
sappiamo, hanno tante altre cose a cui pensare,
oltre che a questo ormai famigerato impianto di
cui i cittadini non vorrebbero più sentir
parlare.
Ma
questo è il momento forse decisivo, e questa
faccenda deve avere priorità su tutto.
D’altra parte, abbiamo potuto vedere che
approfondendo le questioni sia tecniche che
legali, e anche quelle economiche, che
riguardano il procedimento Vocem, vengono fuori
tanti punti di caduta, e si materializzano dubbi
che non trovano mai una soluzione soddisfacente.
In
realtà, le nostre argomentazioni “CONTRO”
l’impianto sono più forti di quelle della Vocem
“A FAVORE” dello stesso.
Tuttavia LORO hanno più mezzi di noi, hanno
“risorse da investire”, possono pagare
profumatamente fior di professionisti, possono
“interloquire” direttamente con politici di ogni
livello e di ogni schieramento che, spesso, li
ascoltano, immaginiamo anche ammaliati dalle
loro belle parole, e poi non si preoccupano di
sottoporre a dovuta verifica quanto gli è stato
così bene illustrato.
D’altra parte, è ciò che è successo anche qui:
anche i nostri amministratori, nel 2004 furono
destinatari delle “attenzioni” della Vocem che,
negli incontri che ora sappiamo fin da allora
furono fatti, illustrò il progetto,
naturalmente, valorizzandolo al massimo.
Nel concludere questo intervento, riteniamo
giusto rivolgere un appello a TUTTI, cittadini e
politici. Non dobbiamo limitarci ad opporci alla
Vocem e al loro brutto progetto, ma dobbiamo
imparare da questa storia, dobbiamo avviare un
percorso di condivisione fra cittadini,
associazioni, imprese da un lato, e i politici e
gli amministratori dall’altro, affinché si
lavori anche, giorno per giorno, per modificare
insieme i nostri comportamenti quotidiani, il
modo di fare impresa, e le scelte politiche,
guardando al futuro e non all’interesse
immediato.
Impegniamoci davvero sulla raccolta
differenziata, avviamo il passaggio dalla tassa
alla tariffa premiando i comportamenti virtuosi,
e penalizzando quelli contrari all’obiettivo di
ridurre i rifiuti e i costi del servizio,
privilegiamo l’economia e le imprese locali,
concretizziamo le possibilità che ci sono per il
risparmio energetico e le vere energie
rinnovabili.
Sfidiamo anche la Vocem: venissero ad installare
pannelli fotovoltaici e impianti di minieolico,
e non un inceneritore. Risparmierebbero risorse,
otterrebbero maggiori benefici, e avrebbero la
nostra collaborazione.
Ma
non proponiamo loro un inceneritore “ più
piccolo” o di “costruirlo un po’ più in là”. Un
inceneritore resta tale ovunque, prendiamoci
però la responsabilità di trovare le risposte
alla produzione di energia da ‘altre fonti
rinnovabili’ e allo smaltimento dei rifiuti.
Intanto, se davvero vogliono realizzare un
impianto a biomasse, ritirino la domanda fatta
ai sensi dell’articolo 208 del D.Lgs. 152/2006
(che parla di smaltimento rifiuti, non ci
stancheremo mai di ripeterlo) e la ripresentino
ai sensi del D.Lgs 387/2003 (autorizzazione
unica per impianti di produzione di energia da
fonti rinnovabili, nel rispetto dell’ambiente,
del paesaggio e del patrimonio
storico-artistico), naturalmente non prima di
averla discussa con le istituzioni interessate e
con i cittadini.
San Salvatore Telesino, 10.07.2009
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