Drammatica attualità, incendio di sterpaglie - 18-07-04 - Sandro Forlani

 

 

Questa mattina è tornata di drammatica attualità il problema dell’incendio delle sterpaglie.

L’autostrada del Sole,nei pressi di Roma, è stata ieri teatro di un incidente gravissimo con la morte di almeno 6 persone e con il ferimento di altre 40, a causa dell’incendio di sterpaglie.

Lemma sterpaglia

Sillabazione/Fonetica [ster-pà-glia]

Definizione s. f. groviglio di sterpi; terreno coperto di sterpi

E’ chiaro che il termine sterpaglia va riferito,se ne vogliamo parlare in termini corretti,nel senso di un groviglio di sterpi o terreno ricoperti di sterpi in modo incontrollato,e il cui incendio,spontaneo ed incontrollato o appiccato deliberatamente e colpevolmente, che è a sua volta causa di gravi pericoli,fumi ed altri incendi,che la legge classifica come reato, non solo provocandolo, ma nel mantenere in vita le sterpaglie con una mancata pulizia dei fondi di propria competenza..

Sono cresciuto in un ambiente circondato dal verde,e penso ancora adesso che bruciare in modo controllato i residui della pulizia dei giardini, dando prima il tempo agli stessi di perdere l’umidità e bruciandoli in giornate di alta pressione, in assenza di venti forti, quando i fumi si disperdono rapidamente, con la competenza necessaria a controllare il falò, non sia un reato.

(mi si dimostri il contrario)

E’ anche vero che i tempi sono cambiati e le moderne tecniche di compostaggio, casalingo ed industriale,suggeriscono il ricorso a questi sistemi per smaltire e riciclare i materiali prodotti dalle opere di pulizia.

In ambiente casalingo è possibile ricorrere a sistemi di compostaggio artigianale con appositi attrezzi, ed il ricorso al compostaggio casalingo viene premiato, in molti comuni che fanno la raccolta differenziata,con uno sconto fino al 40% della bolletta per la raccolta rifiuti.

Anche i comuni dovrebbero prevedere punti di raccolta del materiale risultante dalla pulizia di orti e giardini, in modo che la pulizia degli stessi non diventi un tormentone: se pulisco e brucio quello che raccolgo (attenzione,non sono sterpaglie, le sterpaglie sono un qualcosa di abbandonato ed incontrollato) irrito chi non ha questa necessità, se pulisco non c’è un punto di raccolta, se non pulisco incorro nel reato di lasciare proliferare le sterpaglie, ed a meno di non abitare in zone più fortunate, non trovo in vendita le attrezzature per il compostaggio. Dunque la soluzione, come al solito, è di cercare e trovare le soluzioni fra i cittadini e le Amministrazioni, insieme con Legambiente e le altre istituzioni competenti.

Anche il servizio di Giuseppe Grimaldi di ieri, pur se animato dalle migliori intenzioni, mi lascia qualche perplessità: se la pulizia è necessaria, lo chiedono tutti, e non c’è la possibilità di smaltire diversamente le erbacce tagliate, con personale esperto capace di evitare il propagarsi dell’incendio, (magari più concentrato nel evitare di bruciare anche tubi di plastica presenti) quale altra potrebbe essere la soluzione praticabile ?

Ribadisco, quando nelle varie ordinanze si proibisce, giustamente, l’incendio delle sterpaglie, si intende “dar fuoco” senza nessuna raccolta o concentrazione lontano da possibili pericoli, alle sterpaglie stesse, con la conseguente impossibilità successiva di controllare in modo efficiente, il quasi certo propagarsi dello stesso.

Piuttosto, mi angoscia maggiormente la presenza di quel tubo di plastica che si intravede :serve veramente a compensare livelli troppo alti fra il torrente ed il canale o serve a scaricare altri liquidi ?

Qui sotto un primo esempio di soluzione alternativa alla semplice bruciatura dei residui delle pulizie dei giardini ed orti, dove possono finire anche le sterpaglie strappate dai fondi invasi dalla loro pericolosa presenza.


Dai rifiuti al concime

Molfino Margherita

Fonte: Giardino Fiorito

Vietato bruciare le sterpaglie... proibito deporle nei cassonetti per la spazzatura... l'introduzione di severe normative comunali sulla raccolta differenziata dei rifiuti suggerisce di ricorrere direttamente al compostaggio per lo smaltimento di foglie, ramaglie, erba tagliata. Questa pratica, oltre a consentire il rispetto delle ordinanze pubbliche, permette di ottenere un concime naturale da distribuire su prati e aiuole per restituire loro quella preziosa sostanza organica, ricca di elementi nutritivi, che era stata assorbita dalle radici.

La triturazione Per diventare utile compost i rifiuti di origine vegetale devono innanzitutto i essere macinati molto finemente, soltanto con materiale ben sbriciolato infatti i microrganismi possono procedere alla degradazione dei tessuti vegetali. Tale operazione avviene per mezzo di bio-trituratori, macchine poco ingombranti, in grado di triturare le sterpaglie fino ad ottenere la base per un buon compost.

Il mercato ne propone una vasta gamma; i modelli più piccoli sono indicati per giardini di modeste dimensioni, dove non vi siano grossi rami da eliminare. Altre macchine, più grandi, hanno due imboccature separate per sterpaglie leggere e rami di maggior diametro. A livello professionale, poi, ecco le grandi cippatrici capaci di ingoiare interi tronchi. Cuore di qualsiasi biotrituratore è l'apparato di taglio, costituito da un numero di lame variabile a seconda della potenza del modello. Una macchina di tipo medio può avere sei lame, di cui quattro di pre-triturazione e di alimentazione che convogliano il materiale alle due lame principali, bifacciali e dotate di alette di scarico per evitare rischi di intasamento.

I modelli più grandi sono invece dotati di gruppo di triturazione a martelli, che sminuzza anche materiali duri, compreso eventuale pietrisco. Queste macchine sono in genere completate da un dimensionatore del macinato che permette di ottenere materiale più o meno fine per mezzo di crivelli o barre poste in basso, presso il punto di uscita del macinato. La maggior parte dei biotrituratori, anche piccoli, è carrellata, ovvero montata su ruote che ne facilitano lo spostamento. Alcuni modelli sono anche ripiegabili e possono comodamente essere trasportati nel bagagliaio dell'auto. Quanto alla sicurezza, la regola vuole che infilando un braccio nell'imbuto di carico non si possa toccare il gruppo di taglio (prova da farsi ovvia mente a macchina spenta). Altri dispositivi impediscono il funzionamento del motore se sono aperti gli accessi alle parti interne. Questi sono indispensabili per pulizia, controllo e sostituzione delle lame, che si logorano ben più delle restanti parti della macchina.

Un ultimo fattore da tener presente nella scelta e' il funzionamento elettrico o a benzina. Il primo è senza dubbio meno inquinante, ma presuppone la possibilità di raggiungere una presa di corrente. Il secondo rende il biotrituratore completamente autonomo ed è. pertanto in uso nei modelli più grandi ed in quelli professionali.

Il compostaggio Il materiale triturato deve essere lasciato riposare per tre-quattro mesi affinché possa avvenire quel processo, biologico di decomposizione aerobica che lo trasformerà in un fertile terricciato. La miscelazione di parti vegetali macinate fini e di altre più grossolane rende il compost in maturazione più poroso e quindi impedisce la formazione di sacche di umidità che potrebbero provocare l'insorgere di processi di,putrefazione e conseguenti cattivi odori. Un buon compost non puzza né lascia percolare liquidi. Una volta preparato il materiale, l'attività dei microrganismi può essere stimolata mediante l'inoculo di prodotti adatti poi procede da sola; occorre soltanto rivoltare il mucchio di quando in quando e mantenerlo leggermente umido.

In giardino il compostaggio avviene in appositi silos da collocare in un angolo possibilmente appartato. Ve ne sono in materiale plastico e in legno verniciato per renderlo inattaccabile dalle muffe. I silos devono consentire un buon arieggiamento all'interno, essere quindi forati o costituiti da assi che si possono sfilare. Questo accorgimento risulta assai comodo per prelevare il compost pronto, umidificare i residui vegetali in compostazione e mescolare per arieggiare il cumulo. Più semplice è coprire il mucchio con un telo apposito, impermeabile all'acqua piovana, ma sufficientemente poroso da permettere gli scambi gassosi fra ossigeno, necessario all'attività microbica, ed anidride carbonica prodotta dal processo biologico in atto. Sotto il telo il materiale vegetale mantiene un grado di umidità ottimale, quella desiderata dal giardiniere. Non viene inondato dalla pioggia né asciugato dal sole. Il compost così ottenuto trova diversi impieghi in giardino. Sparso a piccole dosi sui prati ne migliora il terreno, arricchendolo di humus e di elementi nutritivi. Può inoltre essere interrato nelle aiuole al momento della lavorazione del suolo, prima della messa a dimora di bulbi e piantine.

Inoltre questo materiale può sostituire parzialmente la torba ed i terricci «universali» nei rinvasi. Esperienze avvenute presso l'istituto agrario di S. Michele all'Adige (TN) hanno dimostrato come le più comuni specie fiorite, quali gerani, fucsia, Impatiens, si sviluppino meglio in una miscela torba/compost in parti uguali. e la presenza di quest'ultimo è però superiore al 50%, l'effetto positivo tende a diminuire. Meglio quindi non esagerare e, caso mai, risparmiare compost mettendone un po' meno della metà. I due substrati vanno ovviamente ben mescolati prima di essere posti nel vaso e non stratificati nel contenitore. Il compost non utilizzato può essere conservato per qualche tempo in sacchi di carta o plastica. Non per molti anni, però: quando invecchia troppo il fertile humus si mineralizza e diventa una terra morta, come la torba.

Il compost esiste perché in esso vivono i microrganismi che l'hanno creato dagli scarti vegetali; vive perché la natura vuole che ogni materiale organico rientri in un ciclo che si perpetua negli anni. Praticare il compostaggio in un angolo del giardino significa inserirsi in questo perenne rinnovarsi della vita, invece di ridurla in cenere in un gran fuoco.

 


 

Giovanni Forgione - 18-07-04

 

Grazie Sandro per le informazioni che regali ai lettori di ViviTelese. Non entro nel merito del compostaggio perché non sono un esperto. Voglio solo sottolineare una strana coincidenza.

 

Oggi è il diciotto luglio, giorno del terzo compleanno di ViviTelese (a proposito grazie a tua figlia per il disegno) e proprio il 18 luglio del 2001 nasceva ViviTelese animato da tante motivazioni tuttora vive.

 

La molla che però ha dato l'input definitivo è stata quella dell'accensione di sterpaglie. Allora abitavo al centro di Viale Minieri in una mansarda ad un altezza di 10 metri dal suolo. Per me, era un incubo il risveglio mattutino di ogni giorno d'estate. Ti ripropongo il primo articolo su ViviTelese: Un antico e innocente malcostume 

 

In sintesi, dormendo con le finestre aperte, mi trovavo ogni mattina alle 6 con la casa invasa da grandi nubi tossiche, provenienti dall'accensione di sterpaglie da parte dei contadini o dei cittadini con giardino o degli operai della forestale.

 

Sono spesso in Francia e quando parlo di questo argomento, i miei parenti restano a bocca aperta. In Europa è proibita qualsiasi accensione incontrollata e non autorizzata. Ma noi siamo in Italia, siamo in Campania, siamo a Telese Terme.

 


 

 

Per intervenire: invia@vivitelese.it