intervento riferito a: Giovani a Telese, ritorniamo al futuro

 

 

3 aprile 2005
Vorrei salvare amici e amiche
Federico Di Mezza

 

 

Anche io l'ho sempre pensata come Alessandro, fino a quando le persone che amavo non si sono rivelate loro ignoranti e vittime, come dice sempre Alessandro, e come diceva Marx, della società.

E ne ho sofferto molto. Se sono arrabbiato con loro è uno sfogo comprensibile. Quello per cui ho scritto "Il punto su Telese per ViviTelese", la ragione vera, è che mi auguro che qualcuno mi aiuti a salvare amici e amiche. Credo che da grande poi cercherò di ampliare questo raggio di solidarietà a tutto il mondo ma per il momento è Telese dove devo vivere, dove devo CERCARE DI VIVERE.

E io non riuscirei senza le persone a cui tengo, se le persone che ho imparato ad amare, maschi e femmine che siano, anche in modi diversi, si abbandonassero a uno stile di vita che non posso accettare per loro. Non voglio elencare le cose peggiori che riuscirebbero a fare ragazzi e ragazze se continuassero per la via intrapresa. Salvare forse è troppo esagerato come termine, credo che da grandi avranno tutti grandi impieghi e una bella vita, ma la salvezza che intendo io, se si riesce a comprendere, è un'altra.

Non è l'esteriorità, se posso far capire quello di cui mi preoccupo. Non stanno così male voglio dire i ragazzi di Telese, ma su di loro si potrebbe scrivere un secondo "Elogio alla pazzia" (Erasmo da Rotterdam), finiranno semplicemente per diventare come tutte le persone "normali" di questo mondo: prese dal più smodato e pazzo desiderio di esteriorità mascherato da una superficiale saggezza. Mi preoccupo per loro, ecco tutto. Li capisco ma non li condivido. Non potrò mai abbandonarli a se stessi e farò sempre in modo che non sia l'unico a vedere quanto.

 

    

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