Anche io l'ho sempre pensata come
Alessandro, fino a quando le persone
che amavo non si sono rivelate loro ignoranti e
vittime, come dice sempre Alessandro, e come
diceva Marx, della società.
E
ne ho sofferto molto. Se sono arrabbiato con
loro è uno sfogo comprensibile. Quello per cui
ho scritto "Il
punto su Telese per ViviTelese", la ragione
vera, è che mi auguro che qualcuno mi aiuti a
salvare amici e amiche. Credo che da grande poi
cercherò di ampliare questo raggio di
solidarietà a tutto il mondo ma per il momento è
Telese dove devo vivere, dove devo CERCARE DI
VIVERE.
E
io non riuscirei senza le persone a cui tengo,
se le persone che ho imparato ad amare, maschi e
femmine che siano, anche in modi diversi, si
abbandonassero a uno stile di vita che non posso
accettare per loro. Non voglio elencare le cose
peggiori che riuscirebbero a fare ragazzi e
ragazze se continuassero per la via intrapresa.
Salvare forse è troppo esagerato come termine,
credo che da grandi avranno tutti grandi
impieghi e una bella vita, ma la salvezza che
intendo io, se si riesce a comprendere, è
un'altra.
Non è l'esteriorità, se posso far capire quello
di cui mi preoccupo. Non stanno così male voglio
dire i ragazzi di Telese, ma su di loro si
potrebbe scrivere un secondo "Elogio alla
pazzia" (Erasmo da Rotterdam), finiranno
semplicemente per diventare come tutte le
persone "normali" di questo mondo: prese dal più
smodato e pazzo desiderio di esteriorità
mascherato da una superficiale saggezza. Mi
preoccupo per loro, ecco tutto. Li capisco ma
non li condivido. Non potrò mai abbandonarli a
se stessi e farò sempre in modo che non sia
l'unico a vedere quanto. |