I cristalli dell’orologio sull’Opel
spiccavano fra le varie luci del
cruscotto : ore 5,22.
Chi mi conosce sa quale buon auspicio
abbia potuto trarre da questa
circostanza,visto che,in verità,
l’appuntamento con mio cognato era per
le 5,30 antimeridiane.
La precisione mia, unita a quella di mio
cognato Enzo ,ci hanno fatto partire
otto minuti prima ; questo particolare
l’ho fatto subito notare a mio cognato,
visto che Santa Rita ( 22 / 5 ) ci
accompagnava,sarebbe andato tutto bene.
Alle otto in punto,dopo aver ritirato
il gettone d’ingresso,,la sbarra del
parcheggio ICOT di Latina ci
accoglieva,insieme ad una bella giornata
di sole.
Arrivare al terzo piano,VI
Divisione,era stato più semplice del
previsto : ricordo bene adesso quasi
incredulo,la necessità di trovare subito
una delle poche sedie disponibili nella
sala d’attesa.
Non potevo stare in piedi per più di
cinque minuti ; incredulo perché oggi,
25 giugno, a distanza di 19 giorni,
posso stare in piedi per un paio di
ore,nonostante abbia ancora l’anca
destra afflitta dalla coxoartrosi
deformante………
Se ancora non dormo la notte per più
di sei ore,lo devo unicamente al clima
ospedaliero fatto da tiratardi annoiati
intorno ad un mazzo di carte,di vicini
di letto fumatori e pieni di tosse,di
campanelli di soccorso suonati magari
solo per svuotare pappagalli,e dal
sordido ma insistente rumore degli
innumerevoli macchinari necessari al
funzionamento del centro
ortopedico,oltre che alle migliaia di
zanzare fasciste dell’agro Pontino……
Il primo trattamento medico è stato
il classico prelievo di sangue fatto da
una sprucida e corpulenta
infermiera,indolentemente volta al suo
compito minimo,e per questo già sudata
ed imprecante alle otto del mattino.
Prima di me un ottantenne aveva avuto la
sbadataggine di far cadere per terra
Tre-dico tre goccioloni del suo stanco
siero,(non aveva pressato abbastanza
bene l’ovatta) suscitando lamentevoli
sbuffi e rimproveri seccati della
bianco-vestita.
“Cominciamo bene” è stato il mio
primo pensiero, anche se tutto sommato,a
parte l’avventura squisitamente
chirurgica che è stata di livello
eccellente,il trattamento ricevuto è
stato discreto.
Il giovedì nove,compleanno della mia
Martina,alle sette, Modesto,(uno dei tre
infermieri insieme a Pino ed Andrea) mi
preparava alla discesa in camera
operatoria.
Una specie di veste bianca,unita alla
calza elastica anti-trombosi sulla gamba
dx ed il catetere,(incubo nel mio
immaginario,ma santo
accessorio,fastidioso nemmeno più di
tanto..) sarebbero stati il mio spartano
abbigliamento nelle 48 ore successive,
fino all’uscita dalla sala di
rianimazione.
Mentre il portantino mi spingeva
sulla lettiga comicamente ondeggiante
per il corridoio del terzo piano
prima,nel lugubre ascensore per lettighe
poi e per il tortuoso percorso verso la
sala operatoria infine,ero il primo a
meravigliarmi della estrema calma e
serenità che mi salivano da dentro lo
stomaco digiuno,fino ad arrivare indenni
alla mia mente.
Un piccolo attimo di impressionante
incertezza mi pervadeva solo
all’ingresso vero e proprio nell’area
sterile della sala operatoria :
questo non avveniva tramite una normale
porta,ma venivo sollevato di peso da
quattro portantini,un po’ preoccupati
dal fardello nelle loro mani,ma ignari
del mio peso di sei mesi fa, attraverso
un’apertura di circa due metri di
larghezza per ottanta cm di altezza,una
specie di portellone di un gigantesco
forno.(O almeno così mi era parso……)
Dall’altra parte di questa specie di
boccaporto mi aspettava una nuova
barella,evidentemente sterile
anch’essa.Nei medici ed infermieri era
il classico colore verde del loro
abbigliamento a colpirmi,quasi come in
un film,in tono con tutte le
attrezzature anche loro verdi e
luminosissime.
L’anestesista,una bionda gentilissima
ed attentissima,insieme ad un’amorevole
infermiera,mi introducevano nel
misterioso ed un po’ preoccupante mondo
dell’anestesia,che cominciava con una
leggerissima puntura nella spina dorsale
e finiva nello sguardo tranquillo e
rassicurante del chirurgo ancora
mascherato,che mi riaccoglieva del mondo
dei “lucidi” dicendomi : Forlani,tutto a
posto, l’intervento è riuscito
perfettamente.(Non mi sono pentito di
aver chiesto un sedativo in abbinamento
all’anestesia lombare,perciò ho “dormito
nelle due ore dell’intervento……)
La visita dei miei famigliari e di
Maria Teresa, mi portavano notizie
fresche dall’universo internet.Anche se
in questi venti giorni ho imparato a
vivere senza Vivitelese,campaniameteo e
meteogs, il primo pensiero, appena sono
tornato a casa (questo pomeriggio alle
sedici), è stato per tutti gli amici
forumisti di questi tre Forum.
Ringrazio perciò tutti quelli che mi
sono stati vicini, in qualunque modo,e
dò loro una brutta notizia :
Sono tornato !!!!!!!!!!!!Sandro.
PS vi prego di perdonarmi se per un
pò di tempo non sarò tempestivo nelle
risposte,perchè adesso devo camminare il
più possibile e stare seduto mi costa
molta fatica............
stranezze della vita,maestre di
vita..........
Habemus scudettus...