Quando leggo l’opinione Altrui mi sforzo di
“leggerla” anche dal punto di vista di chi la
esprime e la comunica agli altri. Posso
condividerla o no, capirla o no, e, se non la
capisco,rileggerla.
Se
questa è un’opinione che non condivido non la
rileggo ma se non la capisco la rileggo tante
volte quante sono necessarie per capirla ( od
almeno credere di averla capita……) per poi
condividerla o meno.
Onestamente non sono mai riuscito a capire :
-chi dice : hai perso un’occasione per stare
zitto.
-chi usa il cartello :non disturbare il
manovratore.
-chi afferma : l’amministrazione ignorava
ufficialmente.
-chi insegna che il popolino non deve sapere
perché non capisce.
-chi scrive : so che ti faccio pena,ma ti
ringrazio per avermi riconosciuto la mia onestà
intellettuale.
-
il Sindaco, quando dice : posso querelare chi
diffama Telese ?
-il siciliano che a domanda risponde : mafia ?
Non esiste.
-il campano che a domanda risponde : camorra ?
Non esiste.
-chi taccia la società civile di “cretineria” le
commissioni anti-mafia come “cavolate” inutili e
“stupide”.
-chi è contento di vivere in una Telese novella
“Secondigliano all’ora di punta”.
-i
proclami del tipo : Cittadini,potete dormire
sonni tranquilli,abbiamo la Caserma dei
Carabinieri, il Commissariato di Polizia,la
Caserma delle Fiamme Gialle,la Vigilanza
Notturna,i Vigili Urbani, gli Omini delle
Strisce Blu,i Vigili del Fuoco, il 118, anzi no,
il 118 non c’è, con tutto questo Ben di Dio, le
vostre notti sotto il Monte saranno tranquille
ed asciutte……………come se tutte queste dighe dove
si spara ogni giorno non fossero presenti …………
-chi non capisce i puntini puntini.
-chi si oppone al concetto di legalità
strettamente legato a quello di Comunità.
-chi confonde la legittima opposizione con
puerili e congegnate macchinazioni anti
sviluppo.
-
chi mischia la propaganda Berlusconiana delle
grandi opere e delle grandi promesse con la vita
Politica Sannita senza rendersi conto di
criticare se stesso.
-
chi chiama “affabile” questa nostra “democrazia”
-
chi inserisce provocatori neurodeliri del tipo
“il campo magnetico che si genera in questo
scontro vertiginoso tra ioni permette la
gravitazione convulsa di tutto ciò che si trova
tra le due polarità ; in questo caso il popolo,
gli italiani,sempre più confusi, sempre più
nefasti,sempre meno inclini a comprendere,sempre
meno orgogliosi,sempre meno sovrani,sempre più
vuoti” in contesti vuoti e velleitari.
Sinceramente , mi ero un po’ fatto schiacciare
dal felice periodo lavorativo e da impegnative
contingenze familiari, dimenticando un poco
troppo l’indirizzo invia@vivitelese.it.
E’
bastata una tranquilla domenica senza impegni
extradomiciliari e la drammatica testimonianza,
ancora una volta, di
Guglielmo Caiazza per scuotermi e invitarmi
a scrivere due righe liberatorie a ViviTelese.
Certo, anch’io “tengo famiglia” numerosa per
giunta, ma il lucido affresco fatto da Guglielmo
con il timore di poter rivivere un tragico
periodo già vissuto, deve scuotere, oltre la mia
già abbastanza scossa, anche le coscienze,buone
coscienze sicuramente,addormentate
nell’illusione che ciò che è capitato ad altri
non potrà mai capitare a se stesso.
Non possono bastare le rassicurazioni di rito di
chi invece ,da buon padre di famiglia, dovrebbe
non dormire la notte per cercare di difendere la
sua Famiglia, come la sua Comunità.Anche questo
è “un già visto” .
La
testimonianza di Guglielmo Caiazza e quella di
un uomo “che ha già dato” perché credo che sia
sia spostato dal suo Paese “dalle parti della
famigerata Secondigliano” non certo per sfuggire
“ ai pasteni di mele ed all’odore di uva
nell’aria” spaventato dalle “porche di mele
annurche”. Perciò vera ed istruttiva.
Il
raccapricciante pensiero del primo tempo del
film della sua vita deve aiutare noi, attori
della nostra vita, a rinunciare consapevolmente
ad essere ingaggiati dal triste regista che ha
pensato, già diversi anni fa, alla Valle
Telesina come ad una nuova,ideale
“ambientazione” per i suoi “colossal”.
Nonostante che si voglia negare l’evidente
incombere dei rischi di
coinvolgimento,irresponsabilmente, ma forse non
ciecamente.
Anche “se” e soprattutto “perché” teniamo
famiglia.
Sandro Forlani, emigrant. |