11 ottobre 2004
Comunicare è vivere
Sandro Forlani

 

 

Quando leggo l’opinione Altrui mi sforzo di “leggerla” anche dal punto di vista di chi la esprime e la comunica agli altri. Posso condividerla o no, capirla o no, e, se non la capisco,rileggerla.

Se questa è un’opinione che non condivido non la rileggo ma se non la capisco la rileggo tante volte quante sono necessarie per capirla ( od almeno credere di averla capita……) per poi condividerla o meno.

Onestamente non sono mai riuscito a capire :

-chi dice : hai perso un’occasione per stare zitto.

-chi usa il cartello :non disturbare il manovratore.

-chi afferma : l’amministrazione ignorava ufficialmente.

-chi insegna che il popolino non deve sapere perché non capisce.

-chi scrive : so che ti faccio pena,ma ti ringrazio per avermi riconosciuto la mia onestà intellettuale.

- il Sindaco, quando dice : posso querelare chi diffama Telese ?

-il siciliano che a domanda risponde : mafia ? Non esiste.

-il campano che a domanda risponde : camorra ? Non esiste.

-chi taccia la società civile di “cretineria” le commissioni anti-mafia come “cavolate” inutili e “stupide”.

-chi è contento di vivere in una Telese novella “Secondigliano all’ora di punta”.

-i proclami del tipo : Cittadini,potete dormire sonni tranquilli,abbiamo la Caserma dei Carabinieri, il Commissariato di Polizia,la Caserma delle Fiamme Gialle,la Vigilanza Notturna,i Vigili Urbani, gli Omini delle Strisce Blu,i Vigili del Fuoco, il 118, anzi no, il 118 non c’è, con tutto questo Ben di Dio, le vostre notti sotto il Monte saranno tranquille ed asciutte……………come se tutte queste dighe dove si spara ogni giorno non fossero presenti …………

-chi non capisce i puntini puntini.

-chi si oppone al concetto di legalità strettamente legato a quello di Comunità.

-chi confonde la legittima opposizione con puerili e congegnate macchinazioni anti sviluppo.

- chi mischia la propaganda Berlusconiana delle grandi opere e delle grandi promesse con la vita Politica Sannita senza rendersi conto di criticare se stesso.

- chi chiama “affabile” questa nostra “democrazia”

- chi inserisce provocatori neurodeliri del tipo “il campo magnetico che si genera in questo scontro vertiginoso tra ioni permette la gravitazione convulsa di tutto ciò che si trova tra le due polarità ; in questo caso il popolo, gli italiani,sempre più confusi, sempre più nefasti,sempre meno inclini a comprendere,sempre meno orgogliosi,sempre meno sovrani,sempre più vuoti” in contesti vuoti e velleitari.

Sinceramente , mi ero un po’ fatto schiacciare dal felice periodo lavorativo e da impegnative contingenze familiari, dimenticando un poco troppo l’indirizzo invia@vivitelese.it.

E’ bastata una tranquilla domenica senza impegni extradomiciliari e la drammatica testimonianza, ancora una volta, di Guglielmo Caiazza per scuotermi e invitarmi a scrivere due righe liberatorie a ViviTelese.

Certo, anch’io “tengo famiglia” numerosa per giunta, ma il lucido affresco fatto da Guglielmo con il timore di poter rivivere un tragico periodo già vissuto, deve scuotere, oltre la mia già abbastanza scossa, anche le coscienze,buone coscienze sicuramente,addormentate nell’illusione che ciò che è capitato ad altri non potrà mai capitare a se stesso.

Non possono bastare le rassicurazioni di rito di chi invece ,da buon padre di famiglia, dovrebbe non dormire la notte per cercare di difendere la sua Famiglia, come la sua Comunità.Anche questo è “un già visto” .

La testimonianza di Guglielmo Caiazza e quella di un uomo “che ha già dato” perché credo che sia sia spostato dal suo Paese “dalle parti della famigerata Secondigliano” non certo per sfuggire “ ai pasteni di mele ed all’odore di uva nell’aria” spaventato dalle “porche di mele annurche”. Perciò vera ed istruttiva.

Il raccapricciante pensiero del primo tempo del film della sua vita deve aiutare noi, attori della nostra vita, a rinunciare consapevolmente ad essere ingaggiati dal triste regista che ha pensato, già diversi anni fa, alla Valle Telesina come ad una nuova,ideale “ambientazione” per i suoi “colossal”.

Nonostante che si voglia negare l’evidente incombere dei rischi di coinvolgimento,irresponsabilmente, ma forse non ciecamente.

Anche “se” e soprattutto “perché” teniamo famiglia.

Sandro Forlani, emigrant.

 

    

Altri interventi sullo stesso tema


Per intervenire: invia@vivitelese.it