Intervento riferito a: Perché Liverini?

 

 

11 settembre 2004
Gianni Liverini, risposta a Ilario Franco
Giovanni Liverini

 

 

Caro Ilario,

ho letto il tuo intervento del 30 agosto 2004 su ViviTelese, apprezzandone il senso civico di persona matura e saggia. Ed è proprio quel senso civico che a Telese bisogna recuperare, quale precondizione per riportare la politica locale in un ambito di normalità.

In un ambito ove le forze politiche si aggregano secondo una visione socio-economico-culturale che li rende affini e conseguentemente vanno, quindi, a misurarsi e a scontrarsi periodicamente negli appuntamenti elettorali.

Il tentativo politico di trasversalità, che in me esprimeva la sintesi non priva di responsabilità, è evidente che ha trovato, nei “puristi” o in quelli che “non amano sporcarsi le mani”, facili argomenti di critica e di distacco dal progetto politico proposto.

Sul conto di costoro, pur senza voler dare giudizi, credo che pesa una grave responsabilità nei confronti di una comunità che voleva finalmente voltar pagina, perché stanca e afflitta da soprusi e da angherie. Per di più, io credo che tutti i candidati della mia lista meritino un plauso ed un riconoscimento incondizionati e senza riserve.

Essi hanno dimostrato di avere la capacità rivoluzionaria di sfondare gli steccati ideologici (purtroppo ancora esistenti), sospinti da un pathos e da una forte idealità di ripristinare nella propria comunità le regole di una convivenza rispettosa e serena, ispirata a irrinunciabili principi che mettono al centro delle cose la persona con i propri bisogni ed i propri disagi. E ci si è uniti intorno a queste idee, pur nelle diversità politiche.

E non meritano forse rispetto e stima tanto quelli dell’area della sinistra, quanto quelli dell’area di destra che vicendevolmente hanno dovuto ed hanno saputo convivere, spesso sacrificando un po’ del proprio credo politico per pervenire ad un risultato condiviso e utile alla comunità?

La risposta al riguardo credo che sia univoca ed è stata data dall’entusiasmo della gente e dal forte consenso elettorale ottenuti. Credo che nonostante l’esito numerico sfavorevole, noi abbiamo vinto una battaglia sia prima delle elezioni sia dopo le elezioni.

Prima delle elezioni, perché abbiamo avuto la straordinaria capacità di sancire un’alleanza tra persone che amano le sfide e guardano al futuro con ottimismo.  Un futuro nel quale abbiamo creduto e crediamo sia possibile affermare una nuova visione del governo del nostro paese, in grado di perseguire l’equità sociale e di innalzare la qualità della vita di tutti i cittadini.

Non un governo, quindi, che guarda solo agli interessi di gruppi corporativi, ma un governo amico di tutti, che sia in grado di farsi carico anche delle esigenze dei più deboli. Dopo le elezioni, perché abbiamo riscontrato che l’entusiasmo che ci ha accompagnato durante la campagna elettorale non è venuto meno ora.

Sarà anche presuntuoso ma sembra, anche adesso a distanza di mesi, di aver vinto. I 2008 nostri elettori non ci hanno abbandonato. Abbiamo acceso una speranza nel cuore della gente. Abbiamo dato vigore e stimoli alla passione civica e politica di tanti che vivevano nella rassegnazione di un destino immodificabile.

Abbiamo catturato l’attenzione e l’interesse di molti giovani della nostra comunità. Credo, in sintesi, che abbiamo messo in moto un circuito virtuoso e autentico, che avrà un peso decisivo nei processi di cambiamento per il nostro paese.

E purtroppo siamo stati visti con sospetto anche da molti altri, che, forse, per difendere qualche piccolo interesse personale o per irragionevoli rancori, non hanno condiviso il progetto politico avendo ravvisato in esso una odiosa, inaccettabile incoerenza politica, da sanzionare dando il proprio consenso alla lista antagonista.

Ma tant’è; anche questo conta in politica. Approfitto di questa occasione per ringraziare tutti i candidati della mia lista. Esprimo loro tutta la mia stima, la mia amicizia, il mio affetto. Ognuno di loro ha dato il meglio di sé: correttezza, onestà, lealtà, determinazione, convinzione, competenza, sentimenti di profondo amore per Telese.

Spero che tutti rimarranno affascinati da questa esperienza, nell’auspicio di restare uniti anche nel futuro. Ma se non dovesse essere così, se qualcuno riterrà più giusto allontanarsi da questa strada che insieme abbiamo tracciato, mi auguro che, quantomeno, questa significativa ed esaltante avventura, per le belle cose prodotte, non venga dimenticata come un qualcosa che è accaduto per caso.

Spero, al contrario, che essa sia entrata a far parte del nostro patrimonio ideale ed etico, di cui sentirsi fieri ed orgogliosi. Credo, peraltro, che questa esperienza ci ha reso, più forti e più combattivi per contrastare e per opporci a tutte le arroganze e a tutte le violenze da qualunque parte esse possano profilarsi.

Ora, quindi, è tempo di guardare concretamente alle cose da fare. Io e gli altri amici eletti nel gruppo di minoranza siamo convinti che ci aspetta un duro lavoro di opposizione. Preferiremmo un dialogo costruttivo con la maggioranza. Purtroppo i segnali che arrivano vanno in tutt’altra direzione. Vengono calpestati i pur minimi diritti della minoranza.

Ci sembra che la maggioranza voglia interpretare il proprio ruolo in senso privatistico, considerando la minoranza come un gruppo di persone fastidiose e pretestuose, sempre pronte ad intralciare i loro piani ed i loro programmi. Ebbene, anche se appare banale, credo che non possa sfuggire il fatto che la rappresentanza politica è di pari dignità per tutti i consiglieri.

Cambiano solo le funzioni: c’è chi decide; c’è chi controlla. Voler annullare quest’ultima funzione perché si ha la maggioranza, credo proprio che non rientri tra i principi democratici del nostro ordinamento giuridico. La volontà della maggioranza determinerà il nostro tipo di opposizione.

Se essa deciderà che sia giusto che ai processi di sviluppo e di cambiamento partecipi in maniera attiva, propositiva e concordata anche la metà dei cittadini che noi rappresentiamo, diciamo fin d’ora che siamo pronti a misurarci ed a condividere le scelte importanti per Telese.

Se essa, invece, deciderà che le scelte per il futuro della nostra cittadina riguardano solo chi ha vinto e pertanto le decisioni ci verranno notificate in consiglio comunale con una maggioranza di tipo bulgaro, allora è evidente che il nostro agire sarà improntato necessariamente ad altri criteri. In noi, c’è la chiarezza delle idee, la competenza, la caparbietà e la forza per condurre una opposizione seria, responsabile e nell’interesse dei cittadini, fino a quando questa maggioranza eserciterà il proprio mandato.

Non so se sia vera la notizia, giuntami da qualche giorno, che prima o poi ci stancheremo ed ognuno di noi abbandonerà il campo. Ciò non accadrà, perché la nostra vita l’abbiamo improntata al senso di responsabilità e alla dignità.

Questi valori li abbiamo sempre difesi e continueremo a difenderli a qualsiasi prezzo. Non saranno poi ne i sorrisi ne la strette di mano a influenzare il nostro atteggiamento politico.

I suddetti convenevoli attengono ad un altro piano. Fanno parte della buona educazione alla quale sicuramente non ci sottraiamo, perché non sapremmo fare diversamente stante in noi il forte radicamento di tali elementari e fondamentali principi.

Telese Terme 11 settembre 2004

Con affetto

Giovanni Liverini

 

    

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