Leggo dal SANNIO Quotidiano, riportato sul
nostro sito, in data 11.12 u.s., della maretta
in casa Comunale (Maggioranza in
balìa delle rivalità) circa pretese
e aspettative di portatori di voti,
opportunamente agganciati, per evitare di
perdere le elezioni amministrative di sei mesi
scorsi.
I
nodi vengono al pettine?
L'amico Antonio Pucella - che, per la verità, ha
cominciato a scalpitare sin dalla legislatura
precedente, sempre per promesse non mantenute -
ha cominciato a puntare i piedi (e io aggiungo
che fa bene ad alzare la voce al fine di
rompere, in modo definitivo, il malcostume che
alberga in qualcuno che si è sempre crogiolato
nella politica ambigua e compromissoria che
tanto promette e niente mantiene) affinché fosse
tutelato il presumibile patto di assegnargli
l'assessorato che, ancora una volta, lo ha
convinto a aderire alla lista Capasso, meglio
conosciuta come la lista dell'ex Sindaco,
attuale Assessore ai Lavori Pubblici. (Chiedo
venia per la cattiveria, che riconosco gratuita,
all'amico Gennaro Capasso)
Quattro lustri fa, nella prima amministrazione
D'Occhio, fu sottoscritto un patto per effetto
del quale la carica di Sindaco doveva essere
spartita. Due anni e mezzo a ciascuno, tra il
medesimo D'Occhio, promettente e Michele
Selvaggio, beneficiario: ebbene, anche in quel
caso, nonostante fosse tutto scritto e
sottoscritto (per inciso, il Partito della ex
D.C., dall'insediamento della nuova
Amministrazione, presieduta dall'Ingegnere,
poteva benissimo chiudere i battenti, in quanto
non fu messo a corrente di quanto si era
pattuito segretamente; chi vi scrive può parlare
a ragion veduta in quanto era vice segretario
reggente della sezione comunale D.C) le promesse
non furono mantenute.
L'amico Michele Selvaggio, per assumere
l'incarico pattuito, fu costretto, con il suo
gruppo, a sfiduciare il Ras.
Tornando ai giorni nostri, evidentemente per
acchetare gli animi si è proposto di affidare ad
Antonio Pucella la delega al verde pubblico,
stralciata dai Lavori Pubblici, laddove una sequoia, con il suo possente apparato
radicale, difficilmente si lascerà spiantare.
Provo a mettermi nei panni dell'amico Antonio
che dice al Nostro: visto che sei destinato ad
assumere la Presidenza del Consorzio Idrotermale
(meno male che a S.Salvatore Telesino, al
riguardo, si scalpita!), ti dimetti dalla carica
d'assessore ai Lavori Pubblici e ne subentro io
(come promesso?).
Svesto subito quei panni perché sono scomodi e
li ripasso al suo legittimo proprietario,
Antonio Pucella, con l'auspicio che questa volta
non si lasci abbindolare con promesse che
potrebbero ricadere nella prossima legislatura.
Ti
stimo caro Antonio; abbiamo parlato spesso, io e
te, di cose che riguardano l'amministrazione di
questo paese e puoi testimoniare che ho sempre
compreso le tue lagnanze e le turbolenze che
hanno contraddistinto gli eventi negativi nei
quali spesso ti sei imbattuto
nell'Amministrazione passata. E' arrivato il
momento di mettere veramente i piedi a terra.
Anche con Michele Martucci abbiamo parlato
molto; l'ultima volta a pochi giorni dalla
presentazione delle liste. E sono convinto che
almeno qualcosa di tutto quello che gli ho detto
circa i comportamenti di chi (abitualmente si
dice nel bene e nel male, ma per quanto mi
riguarda, il primo aggettivo è carente) ha
governato per un ventennio questo paese, ha
avuto modo di verificarlo sul campo.
Anche al Dottore dico: Michele, punta i piedi
per cancellare, una volta per tutte, il
malcostume per far emergere finalmente la
trasparenza che deve rifulgere quando si
amministra il bene comune.
Al
dott. Capasso (giovane preparato e di sani
principi, con la sola colpa di non essere stato
abbastanza risoluto da declinare l'invito
pressante ad assumere la candidatura) una
domanda la voglio rivolgere: Gennaro, sei
pentito? E se lo sei perché non scrivi la parola
fine al teatrino poco edificante che ti si è
parato di fronte, tuo malgrado?
I
piedi per terra li voglio mettere anch'io per
l'esperienza acquisita sul campo della politica
che ha contraddistinto questo paese da venti
anni ai giorni odierni.
Invito gli amici della mia parte e anche della
parte avversaria (perchè no!) a scendere dal ponte: tranquilli tutti; cadaveri, di sotto,
non ne vedrete passare!
Chi è avvezzo a navigare nella procella, sempre,
figurarsi se non riesce a porre riparo alle
marette!
Vittorio Pagliarulo |