26 ottobre 2004

Comandati, tutti dentro col sub-emendamento

da Il Corriere del Mezzogiorno Napoli  - 25 ottobre 2004

 

 

Consiglio regionale, pronto il documento per assumere personale delle società-traghetto

Comandati, tutti dentro col sub-emendamento

 

di ANGELA FRENDA

 

Martedì si riapre il dibattito in consiglio regionale sul bilancio. E torna, anche se in questi giorni in molti hanno cercato di mettere la sordina, il tema dei comandati in Regione. Unici a battere ì piedi, gli esponenti di Rifondazione Comunista: è di ieri la notizia che il segretario regionale, Vito Nocera, ha chiesto un ritiro immediato della norma, e ha annunciato un'interrogazione parlamentare su questa vicenda. Che invece torna sotto la veste di «Grande Inciucio».

 

La vicenda, oramai, è purtroppo nota. Alcuni capigruppo, sia di maggioranza sia di opposizione, hanno preparato più di un emendamento al collegato in bilancio per consentire l'inserimento nella pianta organica del consiglio regionale di 187 persone comandate da enti pubblici e da società miste (le cosiddette società-traghetto). Si tratta, in molti casi, di soggetti che provengono appunto da enti non pubblici, e che dunque per essere assunti non hanno dovuto essere sottoposti ad alcun concorso.

 

Ma c'è di più. Molte di queste persone, a leggere le date di assunzione, sembrano essere state fatte transitare appositamente da queste società miste, per poi poter essere distaccate anche solo dopo pochi giorni nel consiglio regionale, presso gruppi e segreterie di commissione. Ora, dopo la denuncia lanciata dal Corriere del Mezzogiorno qualche settimana fa, la cosa sembrava essere stata accantonata. Ma così non è. In realtà la faccenda sembra essere stata fatta uscire dalla porta e rientrare dalla finestra.

 

Il documento sul quale tutti si stanno accapigliando in queste ore, e continueranno a farlo, si chiama: sub-emendamento numero 154, e porta la data delle ottobre 2004. È firmato da cinque, consiglieri regionali, tra cui Alfonso Perrone (Democrazia federalista campana); Antonio Milo (Forza Italia) e Antonio Simeone (Sdi).

 

La lettura di questo testo è davvero illuminante. Perché nella sua semplicità, senza mai soffermarsi — neppure per un momento — sul rispetto delle regole e delle leggi vigenti, mette nero su bianco i desiderata dei gruppi politici. Cioè, prima di tutto, far assumere in consiglio regionale tutto «il personale di comando e/o di distacco e in costanza di servizio alla data di pubblicazione della presente legge presso il consiglio regionale, la giunta regionale e gli Enti con bilancio a carico della Regione Campania, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato alle dipendenze di Amministrazioni pubbliche, nonché il personale dipendente delle società di cui al secondo comma dell'articolo 46 L.R. 15/2002 (società miste)».

 

Si tratterebbe di una tornata di assunzioni che non a caso verrebbero consentite fino alla data di pubblicazione (parola che ha cancellato quella, preesistente, di «approvazione») della legge. Come a dire che nel frattempo si potrebbe continuare a comandare qualche altra persona, tanto per non stare con le mani in mano.

 

Il documento però non si accontenta di questo. E prescrive che «l'immissione nel ruolo del consiglio regionale dì detto personale è aggiuntivo a quelle in organico e pertanto determina l'automatica modifica dell'attuale dotazione organica del personale del consiglio regionale». Traduzione: i comandati non devono essere integrati solo nei posti lasciati liberi in organico, ma devo no essere assunti a prescindere. Modificando, ampliando la pianta organica. Come a dire che non importa di quante persone necessiti la pubblica amministrazione, di quante persone necessita la Regione. Queste persone entrano e basta. Senza troppe discussioni. Al massimo, tanto, si allarga la pianta organica. Infine, l'ultimo «trascurabile aspetto» i costi. Subito risolto dai firma tari del sub-emendamento, che in calce scrivono sinteticamente: «L'onere finanziario relativo allo stipendio tabellare e salario accessorio graverà sul l'intervento del bilancio di previsioni 2005». Insomma, i costi di questa operazione li pagheranno, come spesso accade, i cittadini.

 

 

 

    

Altri interventi sullo stesso tema


Per intervenire: invia@vivitelese.it