Ieri i primi interrogatori delle persone
arrestate mercoledì. Si sono avvalsi della
facoltà di non rispondere, tra gli altri, Rosa
Del Prete, moglie di Esposito, e Giuseppe
Coletta.
Primi interrogatori, ieri, per alcune delle
trentuno persone arrestate nell'ambito del maxi
blitz diretto dalla Dda e condotto dai
carabinieri contro il clan dei solpachesi.
Dinanzi al GIP del tribunale di Napoli, Giovanna
Ceppaluni, che aveva firmato le ordinanze di
custodia (ventisei in carcere, altre cinque ai 'domiciliari')
su richiesta del pm Alfonso D'Avino, sono
comparsi Rosa Del Prete (avvocato Ettore
Marcarelli), 44 anni, di Solopaca, moglie di
Francesco Esposito, e Giuseppe Coletta (avvocato
Antonio Barbieri), 54 anni, un vigile urbano di
Castelvenere, che si sono avvalsi della facoltà
di non rispondere.
La stessa scelta, motivata dalla necessità di
consentire ai legali di esaminare la voluminosa
ordinanza, è stata fatta anche da Luigi Sacco
(avvocati Giuseppe Maturo e Marcarelli), 56
anni, di Melizzano, e Vincenzo Formato (avvocato
Antonio Frattolillo), 36 anni, di Guardia
Sanframondi;
Hanno invece risposto alle domande Vincenzo Izzo
(avvocato Fabio Massimo Romano), 44 anni, di San
Salvatore Telesino, e Antonio Ferrara (avvocato
Maturo), 40 anni, di San Salvatore Telesino, che
hanno entrambi respinto gli addebiti. Per
Ferrara c'è stata anche l'udienza di convalida,
con il GIP Simonetta Rotili, per i 150 grammi di
hashish che erano stati rinvenuti, al momento
della perquisizione, nella sua abitazione.
Ascoltato anche Robert Fargnoli (avvocato
D'Anna), 32 anni, di Piedimonte Matese. Oggi si
prosegue con l'interrogatorio di altri indagati.
Le accuse contestate, a vario titolo:
associazione per delinquere di stampo
camorristico e semplice, estorsione, furto,
danneggiamento, spaccio di droga, riciclaggio,
rivelazione di segreti d'ufficio.
Un'inchiesta, quella dei carabinieri del Reparto
operativo provinciale e del Nucleo operativo
della compagnia di Cerreto Sannita, nata dalla
riunione di due indagini ('Grande Fratello' e
Casa Bianca', i nomi in codice) avviate alla
fine del 2002. Un'attività supportata da
intercettazioni ambientali e telefoniche, poi
corroborata dalle dichiarazioni di Francesco
Perna, braccio destro del capo, Francesco
Esposito, che a settembre dello scorso anno ha
scelto di collaborare con la giustizia.
Un contributo, il suo – senza dimenticare quello
offerto da un'altra persona -, che avrebbe
consentito di ricostruire una serie di vicende,
a partire dall'88, delle quali i militari erano
già a conoscenza, e di aprire ulteriori fronti
investigativi. Un dato, quest'ultimo, che sembra
dunque promettere altri sviluppi. Inquietante lo
scenario tratteggiato dagli investigatori, fatto
di estorsioni imposte su larga scale alle
imprese e di rapporti stretti con altre
organizzazioni che operano nella nostra
provincia ed in quella di Napoli.
Ma anche di furti e di 'cavalli di ritorno'. C'è
questo ed altro nelle seicento pagine
dell'ordinanza di custodia cautelare: attenzione
puntata sulla nascita del clan, la sua
struttura, le modalità operative. Un racconto
che si snoda in modo articolato e sembra
promettere altri sviluppi. |