Il terrorismo, le guerre e l’integralismo
nascono da atteggiamenti come il tuo, amico
Del Deo.
Vorrei lasciare da parte le ragioni storiche
del perché di Gaza, del perché degli
insediamenti, del perché delle reazioni
orribili del gruppo di Hamas o del perché
degli stermini come quelli di Sabra e
Chatila.
Ciò perché quando si ripercorre la storia
bisogna leggerne tutte le pagine e non solo
quelle che fanno piacere ai nostri ideali.
Bisogna avere necessariamente una concezione
materialistica della storia.
C’è un fatto: gli insediamenti nella
striscia di Gaza, cioè colonie ebraiche
circondate dall’esercito in un territorio
cui la politica internazionale mai ha
riconosciuto come israeliano, erano la
continua causa di scontri, attentati,
spargimenti di sangue innocente nonché
l’alibi principale delle fazioni
terroristiche mediorientali.
Venendo meno queste colonie, pur senza
riconoscere ancora su quei territori la
sovranità palestinese, viene a mancare uno
dei cardini sui quali poggia l’assurdo
fanatismo antisemita.
Non sono queste le motivazioni che hanno
indotto il governo israeliano a rimuovere le
colonie, non è un atto vicino alla mentalità
del premier Sharon (io penso che ci siano
altre ragioni in questo ritiro), il quale ha
sempre ricambiato con gli interessi l’odio
antisemita, accompagnandolo con spedizioni
punitive nei mercatini popolari e lanciando
missili nella mischia.
Quello che sta avvenendo in medio oriente è
un piccolo passo verso la pace, ispirato
dalle negoziazioni internazionali: è la
vittoria della politica.
Il riconoscere che fare un passo indietro
può significare la salvezza di molte vite
innocenti è un qualcosa di sacro ed è da
auspicare che di questi passi ce ne siano
molti altri ancora, da tutte le parti.
Non è una mia invenzione il fatto reale che
il proliferare del terrorismo nasce dagli
atteggiamenti prepotenti, dalle invasioni o
dai bombardamenti a tappeto sulla povera
gente. Agitando il feticcio del terrorismo
si movimenta l’industria delle armi, si
raccoglie petrolio, ma si sparge anche il
seme dell’odio.
Prendi, amico mio, questo importante,
storico momento come quello che realmente è:
un atto di pace.
Poi le coltivazioni e le serre si potranno
fare altrove e le occasioni di integrazione
fra popoli si saranno certamente in futuro;
la storia ci ha insegnato che possono cadere
muri e cortine di ferro, ma senza la pace
non può cadere nessun muro.
Fraternamente,
Guglielmo Caiazza