Ho
appena letto lo sfogo che il signor
Sandro Raiola ha
spedito alla redazione del Sannio e che pare non
sia stata pubblicata e che invece è stata presa
in considerazione da ViviTelese, come sempre
attenta ad ogni voce libera e desiderosa di
esporre civili pensieri.
Da
una prima lettura, vengo naturalmente colpito
dal sentimento di nostalgia, di malinconia e di
accorato ricordo che pervade lo sfogo del signor
Raiola. Nello stesso tempo sento di nutrire il
massimo rispetto e la massima considerazione nei
confronti di una persona matura, più matura
certamente di me, ex emigrante, sicuramente
grande ed onesto lavoratore, che ha portato,
come tanti altri italiani, lo spirito e la gioia
di essere italiani, meridionali e campani, prima
in Australia e poi nel Nord Italia. Detto
doverosamente tutto ciò non posso però esimermi
dal fare alcune considerazioni su quanto lui
dice nel suo sfogo.
Pensare di star fuori per lavoro tanto tempo ed
in tanti luoghi diversi, per poi tornare e
pretendere di ritrovare la stessa Telese di 30 o
40 anni fa è, caro signor Raiola, pura chimera
e, se permette, anche un po' presunzione. Il
tempo passa per tutti, per gli uomini, anche per
Lei signor Raiola, e per le cose; cambiano i
paesi, le città, le nazioni, il mondo in
generale e non mi dica che non se ne è accorto.
Non è cambiata Telese, è cambiata la Campania,
l'Italia, L'Europa ed il mondo intero. Non dico
cambiato tutto in meglio o in peggio, sarà la
storia a dirlo, ma sicuramente, e per fortuna
aggiungo io, tutto è cambiato e tutto
inevitabilmente ancora cambierà. Altrimenti tra
l'altro io e lei non potremmo dialogare a
distanza nel villaggio globale così come ora
stiamo facendo. Non è pensabile, anche se
sentimentalmente comprensibile, che lei, persona
intelligente, se devo giudicare dalla forma
della sua scrittura, possa ancora oggi
rimpiangere le donne che scopavano le strade di
Telese o i tre spazzini con il carrettino, o
ancora il treno a vapore che che arrivava alle
terme o quanti altri nostalgici ricordi Lei ha
menzionato.
Probabilmente potremmo più facilmente discutere
dell'abbandono del lago, della gestione del
parco termale, del troppo cemento che insidia
gli angoli del paese. Tuttavia penso che Lei
sappia che su questi argomenti da molti anni
ormai, almeno 24, da quanto io abito a Telese,
la dialettica politica e sociale è viva e
quotidianamente accesa, anche se non sempre si
hanno poi risultati concreti.
La
vita corre signor Raiola, i progetti come la
fliera termale che Lei tanto critica, fanno
parte del divenire sociale, politico e culturale
di una società, che Le piaccia o meno, in
espansione.
E
se Le dico che in questi 24 anni di mia vita a
Telese ho visto anche volatilizzarsi, per
mancanza di progettualità (grave vero?),
anche ben 25 miliardi delle vecchie lire del
famoso Progetto Lago? A questo punto devo
ritenere che Lei abbia benedetto la mancanza di
progettualità?
Io
invece sono stato molto contrariato dalla
impossibilità di poter utilizzare quei fondi che
avrebbero ancor dato la possibilità a questa
cittadina di consolidarsi ancora di più come
polo di attrazione all'interno di questa
provincia, che di poli di attrazione non ne ha
poi tanti. Ed ho usato il termine di "cittadina"
e non di paese, o peggio ancora di frazione di
Solopaca; termine che veniva usato ancora fino a
non molto tempo fa, e sicuramente era usato
quando Lei è partito per l'Australia, signor
Raiola. Vede quanta strada ha percorso in questi
anni Telese Terme?
Una annotazione sulla festa dell'Udeur: sul
piano politico anche a me potrebbe non fare
piacere una manifestazione del genere a Telese
Terme, soprattutto se serve a glorificare
l'operato di un politico di zona, osannato o
criticato in base all'appartenenza politica.
Tuttavia è indubbio che ospitare da otto anni
una kermesse politica di questa portata per una
settimana, è comunque una imperdibile occasione
per fare un pieno di cultura politica, sociale,
storica, giornalistica ed amministrativa, che
viene messa a disposizione in primis a tutti i
cittadini di Telese. Poi ognuno potrà fare le
considerazioni politiche proprie che meglio
crede, per fortuna.
Voglio concludere con un ultima annotazione, un
po' maligna se crede, e per questo Le chiedo
scusa anticipatamente. La parte finale del suo
sfogo assomiglia troppo a tanti luoghi comuni,
triti e ritriti, che hanno riempito i dibattiti
politico-amministrativi degli ultimi anni a
Telese Terme, per cui non vorrei che il suo
sfogo, nostalgico e sentimentale, sia stato ad
un certo punto preso in affitto da chi
strumentalmente ha inteso perpetuare le solite
polemiche, senza apparire pubblicamente
sfruttando l'impatto emozionale causato dai
ricordi di un ex emigrante. Ma forse ora mi
lascio prendere la mano da paranoie senza
costrutto. La ringrazio signor Raiola e La
saluto con tutto il rispetto che un nostalgico
telesino merita.
Enzo Tripodi
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