Intervento riferito a: Biomasse, Visalli: a S.Salvatore niente rifiuti

 

 

13 ottobre 2007
Inceneritore, "interessi" solo la VoCem-ABM
Maria Pia Cutillo

 

 

Comitato Civico

 contro la costruzione

dell'INCENERITORE

a San Salvatore Telesino e a Reino

 

 

San Salvatore Telesino 12 ottobre 2007

 

Commenti all’Arch. Visalli

Caro Giovanni Forgione,

hai fatto bene, ovviamente, a pubblicare anche tutte le risposte che l’architetto Visalli, in modo cosi tecnico e adeguato dà ad ognuno di noi nei vari interventi, ma le sue note sono troppo di parte essendo, lui, cosi direttamente interessato alla realizzazione dell’inceneritore.

 

Siamo tutti motivati, credo, dalla forte opposizione alle Centrali di cui si parla tanto da alcuni mesi, qui, nella Valle Telesina, ma forse è il caso di cominciare ad allargare questo discorso a quella che è da tempo la disastrosa situazione della Campania e, perché no, di tutta l’Italia.

 

Notiamo che lì dove si devono costruire Inceneritori, Centrali a Biomasse, Centrali di Cogenerazione, Termovalorizzatori, Centrali a Biogas, Dissociatori Molecolari etc. esiste un denominatore comune: le popolazioni non sono mai coinvolte PRIMA che un impianto sia ormai ad uno stadio di progettazione ed autorizzazioni avanzate per cui gli accordi tra l’azienda costruttrice e i politici sono condotti in sordina e senza la necessaria pubblicità.

 

Stranamente i vantaggi sono molto limitati mentre gli impatti ambientali, sanitari e socio-economici sono incompatibili con i desideri e le aspettative di  una qualità della vita normali, soprattutto per chi come noi vive in provincia rinunciando ai vantaggi oggettivi della vita in città come la maggiore offerta di lavoro, i mezzi di trasporto, i servizi che notoriamente sono assenti in provincia. Apprezziamo di contro la mancanza di traffico congestionato, la vista delle montagne, rinunciando anche ad una industrializzazione che pur avrebbe portato con sé un tenore di vita più alto. Adesso l'inquinamento si produce in città ma si scarica sulle campagne. Questo si chiama "delocalizzazione democratica degli agenti inquinanti". Ma il contesto è lo stesso: corruzione, commissariamento dei poteri democratici, (vedi come è passata in sordina l’approvazione dell’ATO rifiuti e di come i sindaci della Provincia di Benevento e tutti gli amministratori NON ci  hanno chiamato a discuterne!), istituto della "concessione" (FIBE-Acerra) in regime emergenziale che diventano altrettante strade per tutelare l'arricchimento privato contro il benessere collettivo.

 

Siamo un popolo di medievali e di oscurantisti probabilmente, ma non vogliamo pagare il conto di un ambiente completamente distrutto da idee fintamente progressiste che ci prospettano continui black out e ci rinfacciano di consumare troppa energia ma non ci propongono mai, di fatto, quelle alternative di bioetica, sviluppo sostenibile, energie alternative, raccolta differenziata porta a porta, riciclo, trattamento a freddo e riduzione a monte dei rifiuti.

 

Anche in questi giorni in cui la costituzione di un nuovo partito, rubando le prime pagine dei giornali e riproponendo vecchie facce (ma non per questo sconosciute) i vari Rutelli, Veltroni, Zarro e Bassolino, dimenticando che solo un mese fa hanno insultato e disprezzato i cittadini e i Comitati troppo ignoranti per capire l’illuminato Nardone, riparlano di ambiente pulito e partecipazione del popolo alle decisioni politiche bla bla bla (per le primarie e basta…ovviamente!) Resta, invece, la volontà politica in generale di non voler attuare un piano rifiuti concordato con le comunità, capace di creare nuova occupazione per la difesa della salute, dei territori e dei beni comuni di cui pur si parla tanto nelle campagne elettorali di ogni tempo!

 

Sapete bene che anche sul problema dell’acqua come bene comune siamo stati noi Comitati a raccogliere le firme per la proposta di una legge più giusta della precedente poiché crediamo che la difesa dei beni comuni riguardi la qualità e la possibilità stessa della vita: un modo per affermare ancora una volta che un altro mondo è possibile. Ed anche in quel caso non abbiamo ricevuto grande aiuto dai partiti politici mentre la maggior parte delle Amministrazioni ha venduto l’acqua a società private come l’ACEA o la Gesesa.

 

Ma passiamo all’architetto Visalli. Come Comitato abbiamo “conosciuto” la prima volta l’architetto Alessandro Archimede Visalli leggendo la dichiarazione giurata fatta il 22 luglio 2005 per le operazioni affidategli dalla società VOCEM S.R.L. relativo ad un «… impianto di trattamento rifiuti speciali ed altri materiali assimilabili a fonti rinnovabili…»: i rifiuti speciali sono ben catalogati in internet.

 

In seguito, all’Audizione regionale del 5 settembre 2007, l’ABM era rappresentata proprio dall’ing. Ardizzone e dall’architetto Visalli. Noi non sapevamo che ci sarebbero stati né abbiamo capito la ragione della loro presenza in quella sede, (invitati da chi e perché ci chiediamo), e giustamente, come dice Visalli nella risposta al sindaco Creta, abbiamo loro impedito di parlare.

 

L’audizione era stata organizzata per i Comitati, non per sentire le ovvie ragioni di una Società interessata alla costruzione di un Inceneritore. Con l’architetto abbiamo parlato privatamente di alcune specifiche del progetto ( i Codici C.E.R.)  e dei particolari riguardanti alcuni degli incontri tra la ABM/Vocem con l’Amministrazione di San Salvatore Telesino negli anni passati.

 

Ha ragione l’architetto Visalli quando ci accusa di aver detto una inesattezza nell’articolo L’Inganno degli Inganni nella parte in cui si afferma che la Vocem nel tempo avesse cambiato idea sulla autorizzazione da richiedere. Ė vero, le autorizzazioni, sono state richieste per bruciare rifiuti fin dall’inizio. Ma un cambiamento ( nel passaggio da VOCEM ad ABM ) c’era stato: il 6 luglio 2005 in un Consiglio di amministrazione dove si discuteva della documentazione integrativa richiesta dalla Banca Europrogetti e Finanza s.p.a. che si occupa del finanziamento  si parlò anche dell’esigenza di modificare la ragione sociale della VOCEM che inizialmente era “Attività di produzione e distribuzione di energia elettrica, di vapore ed acqua calda“ in : “…è necessario integrare l’oggetto sociale di VOCEM S.R.L .prevedendo la possibilità di costruire e gestire impianti tecnologici per lo stoccaggio, il trattamento, la distribuzione e lo smaltimento definitivo dei rifiuti.” Tutto normale, certo, ma la Vocem assume una personalità giuridica diversa, la sua ragione sociale passa da produzione energetica a incenerimento rifiuti. Ed è questo il problema della Campania:  i Rifiuti non la produzione di Energia.

 

Solo un mese prima, il 16 maggio 2005, la lettera al presidente Nardone da parte dell’amministratore delegato Bruna Valli e la mail all’assessore di San Salvatore Telesino, dimostravano l’interesse della società a bruciare CDR e quindi a insistere su una migliore integrazione della centrale in un piano energetico che non prevedeva tali tipologie di impianti.

 

Un Inceneritore di rifiuti o di Biomasse hanno una sola esigenza: se vogliono produrre energia devono mantenere una temperatura altissima, anzi per produrre meno diossina (ma più nano-particelle ) arrivano a 1200 gradi.  Pensate davvero che per 24 ore al giorno si riesca a mantenere questa temperatura con gli scarti di noccioline? L’architetto Visalli offende l’intelligenza di tutti se pensa di trovare in 30/50 Km di raggio il quantitativo di cui abbisogna la centrale. Comunque noi siamo ansiosi di conoscere nei dettagli la lista delle ditte ( la filiera ) che approvvigioneranno la centrale: i mobilifici, i produttori di paglia e gli imprenditori telesini che , come è scritto in tutti i documenti della ditta, “… è programmato per ritirare 1/3 di biomasse vergini appositamente prodotte (da qualche agricoltore e imprenditore telesino, non certo dai bergamaschi)…”, per finire con i produttori di pomodori che dovranno prima essere disseccati,come tanti altri prodotti umidi,  rilasciando il percolato che colerà nella vasca di percolato cosi ben disegnata.

Siamo ansiosi di saper dove stiperanno i materiali che non bruciano come residui di alluminio e altri metalli,  o  il terzo circa della spazzatura bruciata , che si trasforma in ceneri altamente tossiche da smaltire in discariche speciali , discariche che nel progetto non sono indicate. O quali sono le scorie,  che non sono elencate nel progetto , e cosa ne avverrà.

 

D’altra parte bisogna ammettere che gli studi condotti sulle filiere di Biomasse in Campania sono piuttosto strumentali (come quello dell’ing. Tombolillo dell’Energetic di Reino a cui dedicheremo un altro articolo) ma il punto per noi è un altro: con tutte le Centrali/Inceneritori che la Campania ha già finanziato nel 2006 (di “Biomasse “per circa 60 MW + tutte le altre di reflui diversi e Oli industriali, + le Discariche), non basterebbero nemmeno le produzioni inventate da questo tipo di studi accreditati solo da chi è interessato ad aprire le Centrali.

 

Lega Ambiente parla addirittura di creare  prima la filiera in collaborazione con i contadini della zona. Si parla dunque, anche,  di stravolgere un’agricoltura di per sé necessaria e fiorente, di sostituire viti, olivi, ortaggi di qualità con paglia ed altre Biomasse per alimentare le tanto amate ( da Legambiente )  Centrali. Perché?

 

Il legno da costruzione e demolizione dei pannelli di truciolato che fanno parte dei codici C.E.R richiesti dalla VOCEM viene trattato con sostanze che emettono di per sé  notevoli quantità di diossine durante la combustione. La Centrale  a Biomasse di Bando di Argenta (Fe) è stata chiusa dai carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) per questo motivo. Per quanto riguarda invece la carta e il cartone (altro Codice C.E.R.)  ci chiediamo semplicemente come mai la carta risultante dalla raccolta differenziata, che pur stenta tanto a decollare in Campania, venga bruciata in centrali come quella di San Salvatore Telesino o Reino invece di essere riciclata?

 

Bisognerebbe a questo punto discutere di una filiera di approvvigionamento (che non esiste) per TUTTE le Centrali da costruire in Campania e di escludere le Regioni confinanti dato che anche in quelle Regioni sono previste Centrali simili.

E, per finire, ciò che dice l’arch. Visalli a proposito della democrazia nella sua risposta al dott. Marfella è un commento fuori luogo. Un politico, pur avendo ricevuto un mandato, non può abusarne; il fatto che i cittadini votino non significa che deleghino i propri politici a realizzare solo ciò che vogliono senza mai più consultarli. Purtroppo così è accaduto spesso nella nostra storia e ne abbiamo pagato le dure conseguenze e i movimenti definiti non a caso di antipolitica sono l’espressione chiarissima che questi abusi di potere non sono più tollerati in silenzio.

 

Se l’arch. Visalli si sente rappresentato politicamente ne siamo felici per lui, ma il suo sentire non è per forza condivisibile da tutti: suo padre ha fatto benissimo a curare la propria malattia a Milano senza interpellare i parenti, giocava solo con la sua pelle non con quella di tanti altri cittadini. «Se  i politici …si dovessero piegare sempre alla volontà dei Comitati, Lei capisce saremmo in una ben preoccupante direzione. Da almeno due millenni il tema -chiaramente controverso- è quello del rischio dei demagoghi, o -se preferisce- della emotività». Definire emotiva l’opposizione alla centrale è a dir poco una metafora. Questo commento fatto dall’ingegnere del progetto ha poco valore in questo contesto mi pare.

Ringraziamo invece l’architetto per la sua precisazione sulle Vere Centrali a  Biomasse e sulla possibilità di spacciare per tali altri rifiuti, siamo perfettamente d’accordo ed è per gli stessi motivi che ci opponiamo alla realizzazione di tali centrali. Quando si parla di scarti dell’agricoltura, soprattutto, penso sempre alla plastica delle serre e a tutto il polistirolo dei contenitori delle piantine seminate…mica alla paglia, che va notoriamente a ruba.

 

Non vogliamo assolutamente essere polemici con una Società che ovviamente persegue il proprio fine commerciale ma a volte nelle risposte dell’architetto Visalli sembra esserci una certa nota di sprezzo per quelle che sono le giuste preoccupazioni di cittadini contrari a questo tipo di impianti perché, come lui stesso ammette, hanno Sempre  un impatto ambientale, perché non vediamo la volontà politica di trovare delle ottime alternative a tali centrali per risolvere un problema grave come quello dei rifiuti, perché non siamo stati interpellati fin dall’inizio nelle scelte in proposito.

 

Per questi motivi in sede regionale non accettavamo la presenza della ABM-Vocem, una ditta vale l’altra, non vogliamo discuterne con loro ma l’architetto ha deciso di essere presente in tutte le discussioni on line sull’argomento quindi anche da parte nostra i chiarimenti sono un obbligo verso chi legge.

Grazie ancora Giovanni per la tua imparzialità.

 

Comitato civico San Salvatore Telesino

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 Valle Telesina


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