Comitato Civico
contro la costruzione
dell'INCENERITORE
a San Salvatore Telesino e a Reino
San Salvatore Telesino 12 ottobre
2007
Commenti all’Arch. Visalli
Caro Giovanni Forgione,
hai fatto bene, ovviamente, a
pubblicare anche tutte le risposte che
l’architetto Visalli, in modo cosi tecnico e
adeguato dà ad ognuno di noi nei vari
interventi, ma le sue note sono troppo di parte
essendo, lui, cosi direttamente interessato alla
realizzazione dell’inceneritore.
Siamo tutti motivati, credo,
dalla forte opposizione alle Centrali di cui si
parla tanto da alcuni mesi, qui, nella Valle
Telesina, ma forse è il caso di cominciare ad
allargare questo discorso a quella che è da
tempo la disastrosa situazione della Campania e,
perché no, di tutta l’Italia.
Notiamo che lì dove si devono
costruire Inceneritori, Centrali a Biomasse,
Centrali di Cogenerazione, Termovalorizzatori,
Centrali a Biogas, Dissociatori Molecolari etc.
esiste un denominatore comune: le popolazioni
non sono mai coinvolte PRIMA che un impianto sia
ormai ad uno stadio di progettazione ed
autorizzazioni avanzate per cui gli accordi tra
l’azienda costruttrice e i politici sono
condotti in sordina e senza la necessaria
pubblicità.
Stranamente i vantaggi sono molto
limitati mentre gli impatti ambientali, sanitari
e socio-economici sono incompatibili con i
desideri e le aspettative di una qualità della
vita normali, soprattutto per chi come noi vive
in provincia rinunciando ai vantaggi oggettivi
della vita in città come la maggiore offerta di
lavoro, i mezzi di trasporto, i servizi che
notoriamente sono assenti in provincia.
Apprezziamo di contro la mancanza di traffico
congestionato, la vista delle montagne,
rinunciando anche ad una industrializzazione che
pur avrebbe portato con sé un tenore di vita più
alto. Adesso l'inquinamento si produce in città
ma si scarica sulle campagne. Questo si chiama
"delocalizzazione democratica degli agenti
inquinanti". Ma il contesto è lo stesso:
corruzione, commissariamento dei poteri
democratici, (vedi come è passata in sordina
l’approvazione dell’ATO rifiuti e di come i
sindaci della Provincia di Benevento e tutti gli
amministratori NON ci hanno chiamato a
discuterne!), istituto della "concessione" (FIBE-Acerra)
in regime emergenziale che diventano altrettante
strade per tutelare l'arricchimento privato
contro il benessere collettivo.
Siamo un popolo di medievali e di
oscurantisti probabilmente, ma non vogliamo
pagare il conto di un ambiente completamente
distrutto da idee fintamente progressiste che ci
prospettano continui black out e ci rinfacciano
di consumare troppa energia ma non ci propongono
mai, di fatto, quelle alternative di bioetica,
sviluppo sostenibile, energie alternative,
raccolta differenziata porta a porta, riciclo,
trattamento a freddo e riduzione a monte dei
rifiuti.
Anche in questi giorni in cui la
costituzione di un nuovo partito, rubando le
prime pagine dei giornali e riproponendo vecchie
facce (ma non per questo sconosciute) i vari
Rutelli, Veltroni, Zarro e Bassolino,
dimenticando che solo un mese fa hanno insultato
e disprezzato i cittadini e i Comitati troppo
ignoranti per capire l’illuminato Nardone,
riparlano di ambiente pulito e partecipazione
del popolo alle decisioni politiche bla bla bla
(per le primarie e basta…ovviamente!) Resta,
invece, la volontà politica in generale di non
voler attuare
un piano rifiuti concordato con le comunità,
capace di creare nuova occupazione per la difesa
della salute, dei territori e dei beni comuni di
cui pur si parla tanto nelle campagne elettorali
di ogni tempo!
Sapete bene che anche sul
problema dell’acqua come bene comune siamo stati
noi Comitati a raccogliere le firme per la
proposta di una legge più giusta della
precedente poiché crediamo che la difesa dei
beni comuni riguardi la qualità e la possibilità
stessa della vita: un modo per affermare ancora
una volta che un altro mondo è possibile. Ed
anche in quel caso non abbiamo ricevuto grande
aiuto dai partiti politici mentre la maggior
parte delle Amministrazioni ha venduto l’acqua a
società private come l’ACEA o la Gesesa.
Ma passiamo all’architetto
Visalli. Come Comitato abbiamo “conosciuto” la
prima volta l’architetto Alessandro Archimede
Visalli leggendo la dichiarazione giurata fatta
il 22 luglio 2005 per le operazioni affidategli
dalla società VOCEM S.R.L. relativo ad un «…
impianto di trattamento rifiuti speciali ed
altri materiali assimilabili a fonti
rinnovabili…»: i rifiuti speciali sono ben
catalogati in
internet.
In seguito, all’Audizione
regionale del 5 settembre 2007, l’ABM era
rappresentata proprio dall’ing. Ardizzone e
dall’architetto Visalli. Noi non sapevamo che ci
sarebbero stati né abbiamo capito la ragione
della loro presenza in quella sede, (invitati da
chi e perché ci chiediamo), e giustamente, come
dice Visalli nella risposta al sindaco Creta,
abbiamo loro impedito di parlare.
L’audizione era stata organizzata
per i Comitati, non per sentire le ovvie ragioni
di una Società interessata alla costruzione di
un Inceneritore. Con l’architetto abbiamo
parlato privatamente di alcune specifiche del
progetto ( i Codici C.E.R.) e dei particolari
riguardanti alcuni degli incontri tra la ABM/Vocem
con l’Amministrazione di San Salvatore Telesino
negli anni passati.
Ha ragione l’architetto Visalli
quando ci accusa di aver detto una inesattezza
nell’articolo L’Inganno degli Inganni nella
parte in cui si afferma che la Vocem nel tempo
avesse cambiato idea sulla autorizzazione da
richiedere. Ė vero, le autorizzazioni, sono
state richieste per bruciare rifiuti fin
dall’inizio. Ma un cambiamento ( nel passaggio
da VOCEM ad ABM ) c’era stato: il 6 luglio 2005
in un Consiglio di amministrazione dove si
discuteva della documentazione integrativa
richiesta dalla Banca Europrogetti e Finanza
s.p.a. che si occupa del finanziamento si parlò
anche dell’esigenza di modificare la ragione
sociale della VOCEM che inizialmente era
“Attività di produzione e distribuzione di
energia elettrica, di vapore ed acqua calda“ in
: “…è necessario integrare l’oggetto sociale di
VOCEM S.R.L .prevedendo la possibilità di
costruire e gestire impianti tecnologici per lo
stoccaggio, il trattamento, la distribuzione e
lo smaltimento definitivo dei rifiuti.” Tutto
normale, certo, ma la Vocem assume una
personalità giuridica diversa, la sua ragione
sociale passa da produzione energetica a
incenerimento rifiuti. Ed è questo il problema
della Campania: i Rifiuti non la produzione di
Energia.
Solo un mese prima, il 16 maggio
2005, la lettera al presidente Nardone da parte
dell’amministratore delegato Bruna Valli e la
mail all’assessore di San Salvatore Telesino,
dimostravano l’interesse della società a
bruciare CDR e quindi a insistere su una
migliore integrazione della centrale in un piano
energetico che non prevedeva tali tipologie di
impianti.
Un Inceneritore di rifiuti o di
Biomasse hanno una sola esigenza: se vogliono
produrre energia devono mantenere una
temperatura altissima, anzi per produrre meno
diossina (ma più nano-particelle ) arrivano a
1200 gradi. Pensate davvero che per 24 ore al
giorno si riesca a mantenere questa temperatura
con gli scarti di noccioline? L’architetto
Visalli offende l’intelligenza di tutti se pensa
di trovare in 30/50 Km di raggio il quantitativo
di cui abbisogna la centrale. Comunque noi siamo
ansiosi di conoscere nei dettagli la lista delle
ditte ( la filiera ) che approvvigioneranno la
centrale: i mobilifici, i produttori di paglia e
gli imprenditori telesini che , come è scritto
in tutti i documenti della ditta, “… è
programmato per ritirare 1/3 di biomasse vergini
appositamente prodotte (da qualche agricoltore e
imprenditore telesino, non certo dai
bergamaschi)…”, per finire con i produttori di
pomodori che dovranno prima essere
disseccati,come tanti altri prodotti umidi,
rilasciando il percolato che colerà nella vasca
di percolato cosi ben disegnata.
Siamo ansiosi di saper dove
stiperanno i materiali che non bruciano come
residui di alluminio e altri metalli, o il
terzo circa della spazzatura bruciata , che si
trasforma in ceneri altamente tossiche da
smaltire in discariche speciali , discariche che
nel progetto non sono indicate. O quali sono le
scorie, che non sono elencate nel progetto , e
cosa ne avverrà.
D’altra parte bisogna ammettere
che gli studi condotti sulle filiere di Biomasse
in Campania sono piuttosto strumentali (come
quello dell’ing. Tombolillo dell’Energetic di
Reino a cui dedicheremo un altro articolo) ma il
punto per noi è un altro: con tutte le
Centrali/Inceneritori che la Campania ha già
finanziato nel 2006 (di “Biomasse “per circa 60
MW + tutte le altre di reflui diversi e Oli
industriali, + le Discariche), non basterebbero
nemmeno le produzioni inventate da questo tipo
di studi accreditati solo da chi è interessato
ad aprire le Centrali.
Lega Ambiente parla addirittura
di creare prima la filiera in collaborazione
con i contadini della zona. Si parla dunque,
anche, di stravolgere un’agricoltura di per sé
necessaria e fiorente, di sostituire viti,
olivi, ortaggi di qualità con paglia ed altre
Biomasse per alimentare le tanto amate ( da
Legambiente ) Centrali. Perché?
Il legno da costruzione e
demolizione dei pannelli di truciolato che fanno
parte dei codici C.E.R richiesti dalla VOCEM
viene trattato con sostanze che emettono di per
sé notevoli quantità di diossine durante la
combustione. La Centrale a Biomasse di Bando di
Argenta (Fe) è stata chiusa dai carabinieri del
NOE (Nucleo Operativo Ecologico) per questo
motivo. Per quanto riguarda invece la carta e il
cartone (altro Codice C.E.R.) ci chiediamo
semplicemente come mai la carta risultante dalla
raccolta differenziata, che pur stenta tanto a
decollare in Campania, venga bruciata in
centrali come quella di San Salvatore Telesino o
Reino invece di essere riciclata?
Bisognerebbe a questo punto
discutere di una filiera di approvvigionamento
(che non esiste) per TUTTE le Centrali da
costruire in Campania e di escludere le Regioni
confinanti dato che anche in quelle Regioni sono
previste Centrali simili.
E, per finire, ciò che dice
l’arch. Visalli a proposito della democrazia
nella sua risposta al dott. Marfella è un
commento fuori luogo. Un politico, pur avendo
ricevuto un mandato, non può abusarne; il fatto
che i cittadini votino non significa che
deleghino i propri politici a realizzare solo
ciò che vogliono senza mai più consultarli.
Purtroppo così è accaduto spesso nella nostra
storia e ne abbiamo pagato le dure conseguenze e
i movimenti definiti non a caso di antipolitica
sono l’espressione chiarissima che questi abusi
di potere non sono più tollerati in silenzio.
Se l’arch. Visalli si sente
rappresentato politicamente ne siamo felici per
lui, ma il suo sentire non è per forza
condivisibile da tutti: suo padre ha fatto
benissimo a curare la propria malattia a Milano
senza interpellare i parenti, giocava solo con
la sua pelle non con quella di tanti altri
cittadini. «Se i politici …si dovessero piegare
sempre alla volontà dei Comitati, Lei capisce
saremmo in una ben preoccupante direzione. Da
almeno due millenni il tema -chiaramente
controverso- è quello del rischio dei demagoghi,
o -se preferisce- della emotività». Definire
emotiva l’opposizione alla centrale è a dir poco
una metafora. Questo commento fatto
dall’ingegnere del progetto ha poco valore in
questo contesto mi pare.
Ringraziamo invece l’architetto
per la sua precisazione sulle Vere Centrali a
Biomasse e sulla possibilità di spacciare per
tali altri rifiuti, siamo perfettamente
d’accordo ed è per gli stessi motivi che ci
opponiamo alla realizzazione di tali centrali.
Quando si parla di scarti dell’agricoltura,
soprattutto, penso sempre alla plastica delle
serre e a tutto il polistirolo dei contenitori
delle piantine seminate…mica alla paglia, che va
notoriamente a ruba.
Non vogliamo assolutamente essere
polemici con una Società che ovviamente persegue
il proprio fine commerciale ma a volte nelle
risposte dell’architetto Visalli sembra esserci
una certa nota di sprezzo per quelle che sono le
giuste preoccupazioni di cittadini contrari a
questo tipo di impianti perché, come lui stesso
ammette, hanno Sempre un impatto ambientale,
perché non vediamo la volontà politica di
trovare delle ottime alternative a tali centrali
per risolvere un problema grave come quello dei
rifiuti, perché non siamo stati interpellati fin
dall’inizio nelle scelte in proposito.
Per questi motivi in sede
regionale non accettavamo la presenza della
ABM-Vocem, una ditta vale l’altra, non vogliamo
discuterne con loro ma l’architetto ha deciso di
essere presente in tutte le discussioni on line
sull’argomento quindi anche da parte nostra i
chiarimenti sono un obbligo verso chi legge.
Grazie ancora Giovanni per la tua
imparzialità.
Comitato civico
San Salvatore Telesino
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