Intervento riferito a: Inceneritore, sconcertanti immondizia e politici

 

 

12 ottobre 2007
Biomasse, Visalli: a S.Salvatore niente rifiuti
Alessandro Visalli

 

 

Prendo lo spunto dall'ottimo e grazioso intervento del dott. Vittorio Pagliarulo, che mi spiace di non avere il piacere di conoscere, per provare a dire, che l'impianto di produzione energia elettrica (sicuramente utile al Paese ed allo sviluppo economico) di San Salvatore Telesino non ha niente a che fare con "l'immondizia".

Quindi neppure con la programmazione pubblica di settore, giustamente evocata nell'ultima parte dell'intervento.

Se fosse un impianto di smaltimento rifiuti urbani a mezzo valorizzazione energetica (o, se preferite ed è sicuramente più corretto, a "recupero energetico"), allora non fa una piega dire che vanno programmati nell'ambito di "studi particolareggiati di settore" (che si chiamano Piani Rifiuti) finalizzati a scegliere la migliore localizzazione possibile. Più precisamente nell'ambito di Piani Regionali che indichino bacini e dimensionamenti e Piani Provinciali che indichino le localizzazioni. E' a questo punto ovvio e giusto che un impianto programmato per il ritiro dei rifiuti urbani, come tali sottoposti alla privativa pubblica, abbia un bacino di conferimento riferito ad un ambito ottimale (quindi alla provincia).

Mi permetterei solo di segnalare che mettere un impianto a tecnologia complessa (che ha bisogno di infrastrutture tecniche e viabilistiche) "sul pizzo di una montagna" e far arrivare lì file di camion da "il più possibile lontano" (dato che i rifiuti urbani hanno la cattiva abitudine di essere prodotti nelle città) avrebbe qualche controindicazione anche in merito alla qualità dell'aria (e sulla tasca dei cittadini).

Comunque questo non è il tema.

Comprendo, veramente, che il nodo è tecnicamente complicato da capire, ma l'impianto di San Salvatore Telesino produce energia valorizzando solo legna e materiali cellulosici. Non immondizia.

Ciò che è stato chiesto (una sola volta e mai modificato) è solo:

  • gli scarti dei tessuti vegetali prodotti dalla agricoltura (e silvicoltura) (02 01 03, 02 01 07, 02 01 99)
  • gli scarti della produzione delle conserve alimentari (buccette, gusci, ...) (02 03 04, 02 03 99)
  • gli scarti della lavorazione di legno (03 01 01, 03 01 05)
  • gli scarti della produzione di carta (03 03 01)
  • gli scarti della selezione di carta e cartone (903 03 07, 03 03 08)
  • gli imballaggi in carta e cartone ed in legno (15 01 03, 15 01 01)
  • il legno da costruzione e demolizione e da impianti di selezione (17 02 01, 19 12 07)
  • carta e cartone e legna da raccolta differenziata (20 01 01, 20 01 38)
  • rifiuti biodegradabili di parchi e giardini (20 02 01).

Solo per questi è stata decretata la compatibilità ambientale.

 

Ora, secondo la legge (D. Lgs. 152/06) prendere questi materiali, bruciarli in modo controllato e produrne energia si chiama "incenerimento". Il Codice attività è D10.

Chi vuole fare ciò deve usare questa terminologia (a meno di fare la "387", ma questo è un altro discorso).

"Incenerimento" è anche quello che fa un camino. Di per sè non significa molto. Si tratta di verificare le condizioni operative e la dimensione in rapporto alla capacità di ricezione ambientale e quindi alle concentrazioni attese di prodotti potenzialmente inquinanti. Credo che il dottore sia un medico e quindi sa benissimo che la concentrazione è decisiva per poter decidere se un qualsiasi elemento chimico o particella fisica ha la potenzialità di danneggiare la salute e l'ambiente o no. Qualunque cosa, anche l'acqua pura con sale, può uccidere nelle opportune quanità o non far niente in altre.

Si tratta di decisioni che hanno numerose e articolate implicazioni tecniche. Come del resto quasi tutte. E' per consentire una gestione razionale della nostra vita che non tutte le decisione vengono prese nello stesso modo da tutti, ma ci sono le procedure e le organizzazioni specializzate (credo sia quello che voleva dire il Ministro). Un meccanismo decisionale nel quale per decidere la cura di un malato (poniamo di tumore come un mio stretto parente) si fa un referendum anzichè andare al San Raffaele di Milano non mi sembra ottimale (sicuramente per il poveretto).

Per quanto attiene al cortese invito alla Provincia di Bergamo a non spendere i suoi soldi a Benevento, credo che potrebbe essere accettato. Ma come campano, scusate, non capisco però perchè.

Atteso, come è, che non è un impianto per la "monnezza" (per la quale vige il principio che ognuno gestisca la sua) ma un normale investimento industriale, credevo che gli investimenti da altre regioni e nazioni fossero desiderati per la crescita dell'economia e dell'occupazione. Evidentemente mi sbaglio. Scusate.

 

grazie per la pazienza.

Alessandro Visalli 

 

 

     

 Valle Telesina


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