8 settembre 2007
Provincia, rassegna stampa su Il Mattino
Il Mattino -  7 settembre 2007

 

 

Provincia, Nardone ritira le dimissioni

La giunta allarga il comitato tecnico-scientifico ad esperti scelti dai Comuni interessati da quelli limitrofi e dai comitati

GIANNI DE BLASIO Carmine Nardone gioca d’anticipo e spiazza tutti: il presidente ritira le dimissioni in apertura di seduta, ben prima che il consiglio provinciale gli ribadisse la solidarietà e l’invito a completare la consiliatura. Un gesto indubbiamente irrituale (le dimissioni, in genere, si ritirano a conclusione del dibattito), quello del numero uno della Rocca, che evidentemente ha inteso prevenire la presentazione di documenti che lo avrebbero messo in difficoltà. Una crisi dovuta, secondo Nardone, sopratutto alla «febbre elettorale», visto l’approssimarsi delle provinciali. La decisione di revocare il disimpegno è stata motivata dal presidente, oltre che con la sospensione dell’autorizzazione a localizzare gli impianti a biomasse a San Salvatore e Reino, con i due documenti elaborati dai capigruppo del centrosinistra e dai partiti non rappresentati alla Rocca, con le tantissime sollecitazioni a restare pervenutegli da cittadini, tese ad evitare che un’esperienza voluta dal 73,5% degli elettori potesse concludersi prima della scasdenza naturale. Rispetto a quanto in un primo momento concordato in sede di interpartitico, la delibera di ampliamento del Comitato tecnico-scientifico comprendente già esperti dell’Enea, dell’Università e della Fondazione Idis, sarà di competenza della giunta, così come l’altra del 31 luglio, e non del consiglio. Tale comitato ha il compito di verificare la compatibilità complessiva delle due centrali a biomasse. All’interno della maggioranza, ci si interrogava sopratutto sulle mosse dell’Udeur. Ed, infatti, dopo che nel corso della conferenza dei capigruppo Nardone non si era inteso con Borrelli e Creta, alle 12,36 è arrivato Majatico, che ha convocato i due e Rita Angrisani comunicando l’opportunità di votare il documento elaborato dalla maggioranza. Documento che così recita: «I gruppi consiliari del centrosinistra, alla luce del dibattito in corso, nel pieno rispetto degli interessi del territorio e della comunità ed alla stregua dell'ulteriore istruttoria della regione, esprimono solidarietà e fiducia al Presidente Nardone ed all'Amministrazione ribadendo il loro pieno sostegno fino al completamento del mandato amministrativo. Prendono atto con soddisfazione del chiarimento politico intervenuto». Il consiglio, alla fine, pur con distinguo, ha approvato con 18 favorevoli, 2 contrari (De Cianni e Creta) mentre avevano lasciato l’aula i 2 esponenti di Forza Italia e Lombardi; assente Feleppa, che da Londra comunque aveva riaffermato il suo pieno sostegno a Nardone. Crisi archiviata, quindi, ma è prevedibile che i problemi si riaffacceranno nel caso il Comitato tecnico-scientifico allargato (un componente per ognuno dell’impianto di competenza: Comuni di Reino e San Salvatore, Comitati dell'area interessata e Comuni limitrofi) dovesse dare il via libera. In quel caso si dovrebbe tornare in consiglio provinciale per il pronunciamento definitivo.

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Urbano: caso Fragneto da approfondire

Anche la Prefettura ieri è stata investita del caso biomasse. A mezzogiorno una delegazione composta da Lucio Mucciacciaro, sindaco di Fragneto l’Abate; Antonio Verzino, capogruppo di minoranza del Comune di Reino; Piero Mancini, portavoce del comitato ”No Inceneritori” di San Marco dei Cavoti; Nicola Cocchiarella, portavoce del comitato ”No Inceneritore” di Fragneto l’Abate e Angelo Calzone, portavoce del comitato ”Aria Pura di Reino” è stata ricevuta dal Prefetto di Benevento, Giuseppe Urbano.

Sia Mancini che Verzino hanno manifestato i propri timori per l’impatto ambientale delle centrali ipotizzate; Mucciacciaro, dal canto suo, ha rafforzato le argomentazioni contro le scelte operate per i siti utilizzando la stessa cartografia prodotta dalla Provincia. Il termovalorizzatore verrebbe a trovarsi proprio al centro dell’alveo di inondazione previsto nel caso in cui la diga di Campolattaro si dovesse aprire improvvissamente, per cedimenti, frane laterali e così via, con grave rischio per gli operatori dell’impianto e ovviamente per l’ambiente. Il prefetto Urbano ha dichiarato la volontà di approfondire la questione con i tecnici della Provincia.

Mancini, nella nota diramata al termine del vertice in Prefettura, si sofferma anche sulla manifestazione di ieri mattina, spiegando: «Se il corteo ha coinvolto un numero di partecipanti minore del previsto, è perché molti sindaci si sono accontentati dei risultati raggiunti alla Regione nell’ambito della Conferenza dei Servizi, che ha sospeso l'iter autorizzativo per verificare le compatibilità territoriali e ambientali. Si è poi diffusa la errata convinzione che la centrale prevista a San Salvatore Telesino, per motivi, diciamo di opportunità elettorale, (visto che fra pochi mesi si deve rinnovare il Consiglio provinciale) finirà per essere ”cancellata”, mentre solo quella di Reino dovrebbe essere effettivamente costruita». A fronte di una tale ipotesi, «tutti coloro che hanno fatto parte della delegazione che si è recata in Prefettura, qualora ciò corrispondesse al vero, hanno giurato di continuare la lotta. Le zone interne non possono accettare di essere prese in considerazione solo per decisioni negative. Non siamo diversi o inferiori, socialmente e culturalmente - conclude Mancini - dagli abitanti della Valle Telesina». Una cinquantina di cittadini, inoltre, ha seguito lo svolgimento del consiglio provinciale dai Giardini della Rocca tramite teleschermo, alternando fischi ad applausi. A fine seduta, hanno atteso i consiglieri: applauditi Rubano e Gagliardi, anzi, il primo è stato persino baciato da una bionda signora, per gli altri fischi e slogan contro.

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IL NUMERO UNO DELLA ROCCA «Ora il Sannio è attrattivo»

L’energia indispensabile per lo sviluppo

«Non abbiamo venduto quote societarie del MARSEC a Bergamo, anche perché l’avrebbe dovuto decidere il consiglio provinciale». Così ha esordito Nardone nel suo intervento che ha aperto la seduta, avviatasi peraltro con un’ora di ritardo per consentire al centrosinistra di trovare la quadratura del cerchio. Nardone ha ricordato la questione delle ecoballe depositate dal Commissario di Governo nella discarica di Montesarchio; all'epoca si volevano depositare alcuni milioni di tonnellate, la Provincia, insieme ai Comitati e ai cittadini, ne consentì solo 450.000 che oggi stanno per essere vengono risanate dalla Provincia. Quindi, la questione di Toppa Infuocata. Qui la FIBE non ha mai voluto togliere le 60.000 tonnellate ivi depositate. La questione delle ecoballe di Toppa Infuocata e del mancato risanamento è legata soprattutto al costo del loro trasporto. «Queste situazioni di criticità, ha detto Nardone, ci hanno consigliato di approntare il Piano Energetico Ambientale. Nardone ha poi aggiunto: «Non è possibile definire "colonizzatori" gli investitori privati: abbiamo fatto uno sforzo per definirci come territorio attrattivo, sicuro dal punto di vista dell'ordine pubblico e del clima sociale. Il tema che oggi discutiamo è la validità del Piano Energetico, è la validità delle scelte concrete. Queste possono essere contestabili, modificabili e migliorabili, ma è importante che si discuta sul merito delle questioni e mai secondo un pregiudizio ideologico. La Regione Campania ha disposto la sospensione delle autorizzazioni per le biomasse sì da poter verificare le emissioni in atmosfera. «Bene, ha detto Nardone, io non posso non tenere conto di questa volontà: ritengo doveroso, rispetto al rigore istituzionale, ritirare le dimissioni da presidente della Provincia. La Regione dovrà convocare la Conferenza di servizi e dunque le decisioni dovranno essere prese sulla base di un rigoroso rapporto tecnico che proporremo noi dal Sannio: questo ci sembra un modo trasparente di procedere nei confronti di tutti, anche nei confronti di coloro che investono e che non si aspettano un "sì" qualunque". Noi dobbiamo accrescere la nostra capacità competitiva nei confronti delle realtà più avanzate della nostra: se c'è la volontà noi possiamo avanzare in un percorso di recupero di credibilità».

 

 

     

 Valle Telesina


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