Intervento riferito a: Biomasse, Visalli: alcune osservazioni

 

 

18 ottobre 2007
Inceneritore, Visalli non mi convince affatto
Vittorio Pagliarulo

 

 

Visalli non convince - parte seconda

 

Egr.Sig. Visalli,

 

se veramente è  sua intenzione convincermi  di quello che va dicendo deve farmi la cortesia, almeno per quanto riguarda me, di parlare – e in questo caso scrivere – “come l’ha fatta mamma".

 

Le spiego meglio e mi scuso per la rudezza di espressione rispetto a quanto asserisce con le sue “alcune osservazioni”. Per me due più due fa sempre quattro e in questo caso non vale neppure la regola per la quale “cambiando l’ordine degli addenti, la somma non cambia”.

 

Sono veramente arrabbiato  e sconcertato, Architetto. Piuttosto che da professionista lei, in questo ultimo suo interevento – mi perdoni – parla e scrive  da politico che si esprime in politichese: arzigogola, svicola, scambia ad arte, come suol dirsi “asso per figura” al solo scopo di mischiare le carte e confondere idee e concetti, entrambi rientranti nella regola certa di prima, che lei trascura, per la quale due più due fa sempre e solamente quattro.

 

Anche se siamo più vicini del Bergamasco (la lingua batte dove il dente duole) al corno d’Africa, architetto, non siamo catalogabili come individui da terzo mondo: di industrializzazione ed economia di mercato ho grande rispetto, così come della legittimità del profitto che dal binomio di prima ne scaturisce. “L’indisponibilità a sopportare la  propria parte del  carico necessario per l’esistenza di una società moderna ed industrializzata”, invece, egr. architetto, passa attraverso la mancata certezza da parte di noialtri che ciò che l’inceneritore di San Salvatore Telesino brucerà  non ha niente da spartire con l’immondizia.

 

Ma allora, architetto, questi materiali innocui  per la salute quando bruciano li abbiamo solo in Campania?

 

Suppongo che anche nel NordEst  si producano  materiali catalogabili come li ha codificati nel suo intervento precedente. E allora? Non le sembra che l’economia di mercato finisca per andare a ramengo allorquando ci si sposta di mille chilometri per produrre ciò che si potrebbe ottenere tranquillamente in casa propria?

 

Piuttosto lo sa dove lei si è tradito?

 

Quando seraficamente ha dichiarato (lo ripeto)  che noi  siamo indisponibili a sopportare la propria parte del carico necessario per l’esistenza di una società moderna ed industrializzata!

 

Lei ha inteso dire:<< Volete anche voi contribuire al progresso assumendo  la vostra razione di biossido di carbonio e quant’altro, in quanto l’energia elettrica, prodotta altrove, arriva anche da voi?>>

 

Come dire: se vi piace accendere la luce, il televisore, far funzionare l’impianto di riscaldamento, la lavatrice e tutto il resto, dovete collaborare anche voi assumendo la razione di veleni che vi tocca.

 

Sono perfettamente d’accordo con lei.

 

Le dico di più: nella rubrica  mattutina sulla terza rete della Rai, “Il Caffe” di questa mattina (17 ottobre), intervistato dal direttore del tg3, lo diceva anche il Presidente dell’ENEA che ipotizzava, nel tempo, una sorta di autonomia regionale o addirittura provinciale per quanto riguarda la produzione di energia da fonti alternative come il vento il sole o le vituperate – in quanto assumono significati diversi a seconda del pulpito dal quale se ne parla – biomasse.

 

Ebbene, architetto, ci si consenta di bruciare in casa nostra le nostre “biomasse” – e lei sa bene cosa intendo io per biomasse e per sito di allocazione dell’inceneritore – come  le dicevo qualche intervento scorso.

 

Non avremmo da recriminare con alcuno in quanto distruggiamo quanto abbiamo prodotto, con la certezza che accendendo la luce o il televisore e così via non abbiamo da ringraziare nessuno o inveire contro chicchessia.

 

Personalmente, quindi, resto in forma inamovibile dell’idea che provincia per provincia tutti  debbano grattarsi le proprie rogne, in casa propria.


°°°°°°°°

Da qualche giorno, sui cieli d’America, circola il prototipo di un’automobile del valore di 4 milioni di dollari che gli americani saranno prontissimi a produrre su vasta scala perché loro, purché si tratti di progresso, innovazione, nuove tecnologie scommettono tutto pur di essere i primi, in tutto.

 

Per fortuna, sig. Visalli, ne io ne lei (suppongo)  avremo il piacere di viaggiare sui cieli della Valle Telesina con tale mostro; prima perché nessuno dei due, credo (almeno per me) disponga di quella cifra astronomica e poi, fatto più importante, non siamo americani e abbiamo molto più rispetto di loro (parlo certamente per me ma, suppongo, anche per lei) dell’ambiente che già insozziamo da terra verso il cielo; figurarsi concentrare fra due fuochi  come una focaccia farcita i poveri cristi che si ritrovano a vivere in mezzo.

 

Se l’immagina lei milioni di automobili da guardare alzando la testa al cielo?

 

Con cordialità

 

Vittorio Pagliarulo

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it