Il
Resto del Carlino ha voluto dedicare al telesino
Aldo Maturo impegnando due intere pagine di giovedì 4 gennaio 2007, nell'ambito dei
Testimoni del '900 che hanno dato lustro alla
città di Pesaro.
Aldo Maturo, un telesino illustre
In
carcere senza privarsi di umanità
Gli anni di piombo a Fossombrone con brigatisti
e malavitosi
tra dovere e paura
di
LUIGI LUMINATI
Incontrandolo, Aldo Maturo dà subito l’idea del
rigoroso servitore dello Stato, dell’alto
burocrate capace, però, di non estraniarsi dalla
realtà quotidiana e di non diventare,
esclusivamente, l’espressione di una casta
auto-referenziale, come spesso accade, in
Italia. L’essere nato in Campania, terra in cui
l’approdo al settore pubblico è spesso naturale,
non spiega, comunque, perché, agli albori degli
anni Settanta, il giovane laureato scelse, tra
il concorso per direttore di carcere e quello
per dirigente di prefettura, dopo aver superato
brillantemente le prove in entrambi, la strada
più difficile, complessa e per certi versi
dolente.
Aldo Maturo la spiega così: «Ero affascinato da
un mondo a me sconosciuto. Ma anche dalle
materie che avevo studiato per il concorso. Mi
sembrava di poter scoprire un mondo diverso da
quello che avevo conosciuto fino a quel
momento». E così avvenne. La partecipazione ai
corsi della Scuola superiore della pubblica
amministrazione nella Reggia di Caserta, il
rodaggio a Rebibbia come vice-direttore furono
altre spinte positive. «Il carcere romano era,
all’epoca all’avanguardia, venivano delegazioni
straniere a visitarlo. Spesso toccava a me
accompagnarle e spiegare l’organizzazione
Segue….
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