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"È stato un tempo
il mondo giovane e forte,
odorante
di sangue fertile,
rigoglioso
di lotte, moltitudini,
splendeva
pretendeva molto... "
All'artTelesia festival dei cortometraggi, nella
sezione indipendenti, ha vinto un filmato che
ricordava la storia di Fausto e Iaio due ragazzi
morti nel 1978 a Milano.
La morte di questi ragazzi è rimasta uno dei
tanti misteri italiani legati agli assasinii
politici e dopo anni di indagini non si è mai
arrivati ad una vera versione dei fatti che
facesse emergere le vere responsabilità, anche
se la tesi più accreditata e che Fausto e Iaio
fossero stati uccisi da una spedizione neo
fascista venuta da Roma a Milano, tra cui
c'erano anche degli esponenti del famoso gruppo
della Magliana più volte entrati nella scena
politica italiana come braccio armato
dell'eversione di stato.
Iaio in realtà si chiamava Lorenzo Iannucci
partito con la sua famiglia ad otto anni per
Milano dove suo padre era emigrato per lavoro
e dopo tanti anni per uno strano caso del
destino proprio un cortometraggio che lo vede
come protagonista vince in quello stesso paese
che gli aveva dato i natali. Il regista Osvaldo
Verri, presente a Telese nei giorni della
manifestazione, era all'oscuro di questa
circostanza, che ha portato a Telese anche la
sorella di Iaio, Maria che da anni in varie
occasioni porta avanti attività che ricordino la
figura di Fausto e Iaio per tenere viva la
memoria storica di un fatto rimasto impunito
ma ancora presente nelle coscienze di tanti che
hanno conosciuto questi ragazzi così
tragicamente scomparsi.
Il corto dal titolo "Che idea nascere di marzo"
è visibile collegandosi al sito Arcoiris.web o
cercando Osvaldo Verri in Internet.
La storia di Iaio è anche la storia della sua
famiglia che come tante famiglie telesine sono
state costrette ad emigrare da un sud povero e
chiuso intorno a meccanismi di potere che non
lasciavano e non lasciano spazio alla dignità
delle persone, quella dignità che si ottiene
solo con il lavoro che rende liberi. Una
emigrazione che negli
anni ha portato via tante famiglie di cui si è
persa la memoria, lasciando spesso il peggio
della feccia umana quella che non acquisterà mai
la libertà rincorrendo politicanti da strapazzo
che mischiano le loro miserie con quelle altrui
in un gorgo di mutuo scambio in cui vittime e
carnefici si confondono rigenerando senza sosta
questa umanità piccola piccola che abita le
nostre lande.
Credo che per una strana sorte, il destino abbia
voluto ricordare Iaio riconducendolo alla sua
terra natia dove il suo ricordo avrebbe dovuto
(e spero che l'abbia), smosso le coscienze
intorno alla figura di un ragazzo che si è
trovato non per sua volontà in una storia
sbagliata anche elevandolo a simbolo di quei
tanti che sono partiti da queste terre non per
propria volontà e alle quali tanto dobbiamo e
tanto si deve almeno sforzandoci di restare
liberi e non servi del potere per costruire un
mondo da dove nessuno più debba partire se non
lo vuole.
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