26 giugno 2008
Arrivederci, Adrian
Nuccio Franco

 

Intervento riferito a :Telese basket bilancio fine anno

 

Giovedì 19 giugno, arriva a casa nostra, il tempo di un fugace saluto, un abbraccio e poi via all’aeroporto.Un aereo lo aspetta per riportarlo, dopo due anni, al di là dell’Oceano, finalmente a casa, dai suoi cari. E’ teso per il lungo viaggio da affrontare ma, come sempre, sorride contagioso.Si allontana in macchina con Francesco e Pasquale, inevitabile un groppo in gola mentre lo vediamo allontanarsi.Ci mostra la V con le dita, in segno di vittoria.

 

E’ strano come la vita, a volte, ti sorprenda.

Ti sorprende quando meno te lo aspetti, soprattutto quando ti ha reso diffidente con le sue stravaganze, anche rispetto a persone e circostanze nelle quali riponevi un’assoluta fiducia.

 

Ti coglie alla sprovvista, offrendoti l’opportunità di incontrare sulla tua strada persone eccezionali, per le quali amicizia, onestà e trasparenza intellettuale sono valori senza i quali una vita non è degna di essere vissuta.

 

Principi universali,assoluti, senza distinzioni……rari.

La vita ti stupisce quando ti dimostra che si può dare senza chiedere, urlare senza alzare la voce, dire senza parlare,fare senza ostentare con assoluto trasporto e lealtà.

 

Arriva una sera di fine estate, in punta di piedi,dinoccolato, saluta tutti con educazione, sorride, si schernisce affabile. Impossibile non notarlo.

Si avvicina,con discrezione, insieme ad Ernesto che si allontana….“piacere, Adrian”.Restiamo interdetti di fronte a quel ragazzo così alto!!Cosa poteva fare nella vita??Giocare a basket! “Piacere Nuccio,piacere Eliana, beviamo qualcosa??”. “A proposito,Adrian,ma Ernesto dov’è???” “Poi te spiego….”.

 

Argentino di Buenos Aires, 26 anni,198 centimetri, tifoso del Boca, un’istituzione più che una squadra di calcio,e del Platense, di cui suo padre Esteban è Vice Presidente.

Amante del cappuccino ma, soprattutto, gran talento cestistico ed una passione immensa per la palla a spicchi.E’ subito empatia……

 

Lo vediamo giocare per la prima volta e azzardiamo un paragone sicuramente impegnativo “sembra Fucka, l’airone….”, pensiamo…..Quando gioca gli occhi gli brillano, si muove con leggerezza,fa cose semplici, i compagni lo ammirano tirare da tre e ciaffffff, buca sempre la retina che per lui non ha segreti.

 

Finisce la partita, è confuso da tanto affetto e calore,da quello striscione che recita “Forray, welcome to paradise”,dalla bandiera argentina ben in vista che certamente lo rassicura, gli richiama alla mente la sua terra,la sua patria. Lo aspettiamo all’ingresso dello spogliatoio e gli stringiamo la mano, sotto lo sguardo di tante ragazze che lo guardano ammirate, “el buscador”.

 

Passano i mesi, allenamenti, partite,sudore, viviamo un sogno,il primo, la vittoria del campionato ed il passaggio in promozione. Il secondo svanisce sul più bello, a Maddaloni.

 

Un anno vissuto intensamente, dove si è fatto conoscere per quello che è,un ragazzo perbene, leader dentro e fuori dal campo, una persona speciale! Maturo, capace di avere e trasmettere quella fiducia alla vigilia dei momenti sportivi più importanti quando forse è il primo a temere, tipica dei grandi. Trasparente e speciale.

 

Si, Adrian è una persona speciale perché è (una persona) normalissima solo che crede, sempre e comunque, in quel che fa, in quello che dice, in come si comporta.

La persona speciale è quella che si mette in gioco, consapevole dei propri limiti ma che è sempre la stessa anche quando le situazioni non lo vorrebbero; la persona speciale è quella che se anche non te lo dice, ti vuol bene, c’è quando ne hai bisogno, con la quale è piacevole ridere, scherzare.

 

Abbiamo imparato a conoscerlo giorno dopo giorno, quando ci chiamava per informarci del risultato, quando mi prendeva in giro dicendomi che dormivo sempre e che ero sempre stanco, quando lo scorgevamo in macchina con il caro Ernesto che per lui è stato come un fratello e che adesso, fermandosi nel vicolo a guardare casa sua, senza i panni stesi ad asciugare, nonostante l’aria da duro si intristisce non poco.

Ne percepisce nitidamente l’assenza e si sente un po’ più solo, nonostante i tanti amici.

E le emozioni vissute al Palalottomatica, insieme, o in spiaggia ad Ostia a sentire il mare dopo una grande abbuffata e con Mauro che parlava in romanesco e lui capiva e rideva.

 

Ci sono uomini che per sentirsi grandi devono far sentire piccoli gli altri uomini...ma l'uomo veramente grande è quello che fa sentire alla grande tutti gli altri...!!Lo hai fatto, fino in fondo e te ne siamo riconoscenti, tutti.

 

Caro Adrian, qualsiasi cosa tu decida di fare nella tua vita, ciò che ti auguriamo è di essere felice e solare come sei sempre stato e che la vita possa riservarti ciò che più desideri e meriti. L’auspicio è quello di poterti rivedere il prossimo anno di nuovo con la canotta biancoblu addosso – quella che mi hai regalato prima di partire rendendomi felice come un ragazzino - pronto a regalarci altre emozioni. E se così non dovesse essere, ascolta il tuo cuore e segui i tuoi sogni. E corri Adrian, corri come hai sempre fatto, non cambiare mai….. Il ricordo che hai lasciato, te lo assicuriamo, è unico e qui sarai sempre a casa perché ormai nuestra casa es tu casa,sei e sarai uno di noi!! Grazie, grazie di cuore e hasta siempre, Adrian.

 

Nuccio e Eliana

 

 

 

     

Turismo, Enogastronomia, Arte, Spettacolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it