Bocciato alla Provincia, defenestrato al
Comune
Perche?
Il
Sindaco afferma
in un suo manifesto che è stato
“defenestrato al Comune da un gioco di
aritmetica
politica ma non
per volontà del popolo”. E’ vero perché il
popolo si esprimerà a primavera, ma un
assaggio di quello che il popolo pensa di
lui lo ha avuto già il 14 aprile, quando i
consensi per lui sono passati dai 1582 voti
delle comunali agli 869 delle elezioni per la Provincia. Tra le comunali e le provinciali ha
perduto ben 713 voti per volontà del popolo!
L’analisi di questo crollo sicuramente dal
sindaco è stata fatta anche se non è stata
resa nota; la ripeterà a primavera con i
dati aggiornati!
La verità è che il sindaco non è stato
defenestrato da un gioco di aritmetica
politica ma dalle dimissioni di tre
assessori che non vedevano più in lui un
punto di riferimento affidabile, nonché da
altri elementi della maggioranza che, pur
condividendo l’analisi della grave crisi
politico-amministrativa, hanno preferito
tacere. E’ stato defenestrato dai componenti
di una macchina amministrativa comunale
perfetta fina o al 30 agosto 2001 e poi
completamente distrutta nella sua armonia e
nello spirito di collaborazione tra gli
uffici.
E’ stato defenestrato
da una situazione finanziaria del comune in
uno stato di grave crisi e ai limiti del
dissesto economico, crisi di cui il
principale responsabile è il sindaco, anche
assessore al bilancio, delega da lui
gelosamente conservata
per sei anni.
Il sindaco ha imparato
a ripetere negli ultimi tempi che c’è
sofferenza per mancanza di liquidità a causa
dei diminuiti o ritardati trasferimenti di
fondi da parte dello Stato ma non dice, lui
assessore al bilancio da sei anni, perché si
è passati da una florida situazione
economica esistente nel 2001 a quella disastrosa di oggi.
Allora qualche motivo glielo ricordiamo noi:
a)
Mancata volontà di perseguire gli evasori
delle tasse comunali ben noti ma anche
intoccabili per cui si è creata nel paese
una casta autorizzata a non pagare;
b)
Noncuranza verso un
rilevante patrimonio comunale ereditato il
30 agosto 2001, patrimonio lasciato per anni
in uno stato di abbandono. Ne è
testimonianza visibile la struttura del
mercato coperto che con poche migliaia di
euro sei anni fa poteva essere completata e
poteva essere data in fitto e fruttare al
Comune ben ventimila euro all’anno con un
incasso
a
tutt’oggi di €
120.000. Quella struttura è stata lasciata
in uno stato di totale abbandono, nonostante
le sollecitazioni continue di tutta la
maggioranza, perché lui voleva prima farla
sede di una clinica ginecologica, poi sede
di un tribunale distrettuale. E mentre
andava dietro ai suoi fantasmi il Comune ha
perso un reddito sicuro per sei anni.
c)
Le spese schizzate in alto per contenziosi
accesisi da tutte le parti, spese iscritte
nelle ultime variazioni di bilancio per
30.000 Euro ma questi sono solo quelli da
pagare immediatamente.
In tutta la tempesta che lo sta travolgendo
da aprile il sindaco ha conservato intatta
una sola qualità quella di non dire la
verità.
Non dice la verità quando afferma che le
elezioni di primavera costeranno alla
comunità di San Salvatore Telesino € 30.000,
perche esse, se fatte contestualmente con
quelle europee, graveranno per legge solo
per 1/3 sul Comune e 2/3 sullo Stato.
Diffonde notizie inesatte sulla retribuzione
del Commissario, facendo così sciacallaggio
politico per carpire la buona fede del
cittadino meno informato.
Non dice la verità quando promette di
costruire una sala per riunioni in Contrada
Cese San Manno, presso la piazzetta ancora
incompleta, perché fino ad un mese fa ha
sostenuto che la cosa non era assolutamente
possibile. Si tratta chiaramente di una
promessa elettorale fondata sul nulla ma
lanciata al momento giusto perché gli
ingenui abbocchino.
Non dice la verità quando afferma che il
gruppo Udeur voleva l’Ufficio di Piano per
mettere le mani sul Piano Regolatore,
un’altra storia infinita che va avanti da
anni perché i tasselli da mettere insieme
sono tanti e tutti devono essere collocati
al posto giusto. Eppure l’unica operazione
trasparente che dovrebbe fare il sindaco e
che non fa, è quella di andare nelle
contrade e fare riunioni in paese per
ascoltare problemi, bisogni e suggerimenti
dalla gente, ma non certamente sullo stile
della riunione-farsa fatta a gennaio nella
sala conferenze.
Intanto continua a travisare la logica della
proposta dell’Ufficio di Piano, da lui
accolta nella seduta consiliare del 24
giugno e che per il gruppo Udeur era una
proposta avanzata nella consapevolezza che
le incombenze derivanti dall’elaborazione di
progettazioni impegnative complesse non
potevano essere sopportate da un Ufficio
tecnico oberato da pratiche quotidiane e dai
tanti contenziosi creatisi contro
l’Amministrazione.
Non dice la verità quando afferma che con il
commissariamento non si potrà accedere ai
fondi di cui all’Agenda POR 2007-2013 perché
tale possibilità permane intatta in quanto
essa scaturisce dal disporre o meno di
idonei progetti.
Il vero grave problema del Sindaco è uno
solo: ha amministrato per cinque anni senza
essere disturbato da nessuno della
maggioranza , senza dover dar conto a
nessuno e nel frattempo non si accorgeva che
anche i suoi voluti silenzi diventavano
eloquenti e che qualcuno cresceva e
cominciava a capire. Ha iniziato la seconda
legislatura con l’intenzione di continuare
sempre in barba alla trasparenza e alla
collegialità, ma questa volta non gli è
stato consentito!!
Per capire meglio il contenuto di questo
manifesto bisogna tener conto di un
particolare importante: Il sindaco ha la
delega ai tributi, al personale, al
contenzioso e ai lavori pubblici.
Infine consigliamo al
sindaco di essere più cauto nell’uso dei
termini, altrimenti qualcuno si
ritorce
contro di lui.
Il camaleonte, per esempio, è un animale che
si mimetizza secondo l’ambiente in cui si
trova cambiando continuamente colore,
proprio ciò che ha fatto il sindaco,
mastelliano della prima ora e passato
improvvisamente ad altro schieramento nelle
ultime elezioni provinciali.
Altri termini utilizzati nel suo manifesto /
testamento politico non meritano commento
perché nel nostro gruppo non ci sono persone
senza spina dorsale o non galantuomini. E
purtroppo per lui lo abbiamo dimostrato!
Approcciarsi ai gravi problemi del paese con
una certa terminologia è solamente
fuorviante ed è una metodologia che non fa
parte della nostra cultura. Noi intendiamo
partecipare al dibattito politico
privilegiando dialettiche forti ma sempre
con correttezza. Ed è con questo intento che
rivolgiamo un appello alle forze politiche
esistenti nel paese e a tutti coloro che
intendono dare il loro contributo
all’elaborazione di un valido progetto per
il futuro della nostra comunità.
Il Gruppo Consiliare “Popolari-Udeur”
Pasquale Izzo
Pietro Riccio
Leucio Mazzarella
Emilio Rapuano
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