14 gennaio 2008
Inceneritore: Santillo replica a Cicchiello
Pierluigi Santillo

 

 

San Salvatore Telesino, 13 dicembre 2008.

Ciao Vincenzo,

sono davvero felice che Tu stia bene.

E mi fa piacere, con l’occasione di questa doverosa risposta al Tuo intervento, chiarire alcune vicende strettamente correlate con le questioni da te sollevate.

E’ vero, sono stato nel direttivo dei D.S. di San Salvatore Telesino per un po’ di tempo, e segretario di sezione per un ulteriore periodo (l’ultimo segretario, anzi, fino allo scioglimento del partito).

Inoltre sono stato impegnato per molto tempo a sostenere le battaglie della sinistra, spesso anche quella che Tu oggi chiami “estrema” (prima il P.C.I., poi il P.D.S. e i D.S. o Rifondazione Comunista).

L’ho fatto, e spero di poterlo fare ancora, con profonda convinzione, solo perché quelle idee erano più vicine al mio “sentire” rispetto a quelle della destra o, prima, della D.C., e non per interessi personali.

Invece non sono mai stato candidato, nonostante le tante sollecitazioni che ho avuto, e non ho mai ricoperto cariche istituzionali, né ho avuto responsabilità amministrative. Ho sostenuto però, in passato, Tue candidature, in quanto convinto delle Tue capacità e delle Tue buone intenzioni.

Ancora oggi sono convinto di aver fatto, allora, una scelta giusta.

Sono anche certo che la Tua stima nei miei confronti non può essere venuta meno: fosti Tu a volermi nel direttivo.

Solo dopo le Tue dimissioni da assessore, su sollecitazione di molte persone, accettai di impegnarmi direttamente, senza più delegare. Volevo mettere a disposizione della comunità le mie competenze, e cercare di lavorare, con gli strumenti della politica, per concretizzare le mie idee, come quelle, per esempio, sulla necessità di una maggiore partecipazione democratica, di un maggior coinvolgimento della società civile nella politica, di una maggiore attenzione verso le tematiche ambientali.

In quel periodo ho scritto molte pagine su questi e altri argomenti (articoli, comunicati, lettere, …), che sono a Tua disposizione, se vorrai leggerli, per contestualizzare le mie parole senza fermarti a pochi concetti estrapolati da un più complesso discorso (non pubblicherò invece, come Tu chiedi, documenti ufficiali che sono agli atti della “conferenza dei servizi”, che sono stati estratti con normali istanze di accesso agli atti ai sensi della normativa vigente e che sono, da tempo, di pubblico dominio).

 In particolare, come potrai ricordare e verificare, come segretario dei D.S., ma anche prima, ho sempre cercato di proporre agli elettori una alternativa “di sinistra”, ancorché inserita in un “contenitore” di centro-sinistra. Come è noto, questo obiettivo, che peraltro era largamente condiviso dagli iscritti, e che vedeva apparentemente d’accordo anche gli altri partiti di centro-sinistra, non fu raggiunto; di questo mi assunsi personalmente la responsabilità, anche se tutte le scelte e le iniziative della sezione in quel periodo furono partecipate, condivise e, infine, democraticamente decise a maggioranza.

Anche la decisione più grave, quella che ci portò a non schierarci apertamente con nessuna della due liste in competizione, nelle ultime amministrative, fu assunta a maggioranza in sezione (anche se con dolorosi dissensi e prese di distanza), e fu condivisa con i vertici provinciali del partito. Né si ritenne opportuno proporre una terza lista, solo di sinistra, che avrebbe avuto il solo risultato di favorire uno dei due contendenti. Peraltro, come ribadii in più occasioni, non mi interessava un ruolo individuale non inserito in un gruppo in grado di incidere concretamente sull’azione amministrativa.

Oggi, alla luce degli avvenimenti successivi, sono personalmente convinto che fu una scelta giusta quella di non accostare la sigla dei D.S. a quelle di F.I. e/o A.N., ben rappresentate nelle due liste (sia pur civiche, ma entrambe troppo disomogenee politicamente) che si contesero il governo del paese nel 2007.

Ho anche creduto nel progetto del P.D. e, altro errore, anche su questo mi sono dovuto ricredere: oggi sono deluso, e fortemente indignato, per il comportamento di chi, nel P.D. ha responsabilità direttive o  amministrative, da Veltroni a Bassolino, e fino ai responsabili provinciali.

Insomma, anche nell’impegno politico, e anche all’interno del partito, ho sempre cercato di ragionare con la mia testa, di rispettare tutti e di non insultare nessuno.

Ho rispettato anche i Tuoi silenzi quando hai ritenuto di non venire a spiegare in sezione, e a chi Ti aveva sostenuto, le ragioni delle Tue dimissioni. Ed ho rispettato i Tuoi silenzi quando altri ti hanno accusato, e a volte insultato, e assieme a Te tutto il partito, per questa faccenda della centrale, ed era legittimo attendersi una Tua presa di posizione, se non altro per dovere proprio verso il partito che Ti aveva sostenuto.

A questo punto, sono quasi onorato che Tu abbia scelto me, come bersaglio, per rompere il Tuo isolamento.

Ma veniamo al dunque.

E’ vero anche che parlasti ai componenti del direttivo, nel 2004 credo, o forse all’inizio del 2005, di un progetto di centrale a biomasse da realizzare nella “zona industriale” di San Salvatore Telesino; ma ricorderai anche che in quell’occasione Ti espressi immediatamente le mie personali perplessità in merito (per inciso, dicesti anche della possibilità che io me ne potessi occupare professionalmente e, ricorderai, anche su questo risposi negativamente).

In ogni caso non fornisti nessun dettaglio e non mostrasti alcuna documentazione. Poi non ne hai più parlato, almeno non con me.

Solo nel 2006, dopo che Emilio Bove aveva parlato dell’impianto nel suo periodico informativo, cercai di assumere altre notizie (nel frattempo ero stato eletto segretario). Ma su quello specifico progetto non riuscii ad avere alcuna informazione da parte dei referenti provinciali, e solo da un amico di Caivano, anche lui ingegnere e  anche lui nei D.S., riuscii ad avere copia della relazione relativa ad un impianto che, mi disse, doveva essere simile a quello di San Salvatore. Mi disse anche che i D.S. appoggiavano decisamente questo tipi di centrali.

In effetti, ancora oggi, la regione governata da Bassolino incentiva e finanzia generosamente questi impianti nell’ambito di quelli per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili.

Insomma, questo progetto sembrava inserirsi effettivamente in una strategia complessiva di interventi per la sostituzione dei combustibili fossili.

Così, senza approfondire oltre, firmai anche un documento favorevole all’impianto.

E sbagliai! Perché non mi ero documentato abbastanza, perché non avevo nessun documento specificamente relativo all’impianto in questione, e perché mi ero fidato troppo di quello che altri mi avevano detto. Fui dunque, io anche, un ingenuo, nel pensare che il partito non potesse che sostenere progetti giusti!

Questo però l’ho capito solo in seguito, subito dopo lo svolgimento delle elezioni amministrative a San Salvatore, quando un funzionario della regione, anche lui “vicino” ai D.S., e al quale avevo chiesto notizie, finalmente, ritenne giusto informare il segretario dei D.S. di San Salvatore Telesino che l’autorizzazione per quell’impianto non era stata chiesta come impianto per la produzione di energia da biomasse, ma come inceneritore di rifiuti. E disse chiaramente che era stato il Presidente della provincia Nardone a volere così!

Casualmente, dopo pochi giorni (siamo già a giugno del 2007), ad un’iniziativa della federazione provinciale, mi fu presentato Giovanni Zarro, col quale ebbi una sgradevole discussione proprio sulla centrale-inceneritore. Zarro sostenne con decisione e con chiarezza che l’impianto sarebbe stato sicuramente realizzato, nonostante l’intervenuta contrarietà del sindaco, perché il Presidente della Provincia Nardone  era deciso ad autorizzarlo, e perché sia i D.S. che la Margherita di Benevento erano d’accordo.

Lo stesso Presidente Nardone ha detto più volte di essere assolutamente favorevole all’impianto, e lo ha difeso con una chiarezza ed una veemenza incredibili. Bisogna riconoscere che è stato assolutamente coerente, anche a costo di pagare politicamente questo suo accanimento.

Per conto mio, come segretario dei D.S. di San Salvatore Telesino, non potevo ovviamente accettare che il partito potesse sostenere quel progetto a dispetto delle popolazioni coinvolte, e conseguentemente, mi attivai per rappresentare ai vertici provinciali la contrarietà mia e degli iscritti di San Salvatore rispetto all’impianto e, soprattutto, rispetto alle modalità con le quali lo si voleva imporre.

Nel frattempo la notizia era stata divulgata, finalmente, dal sindaco di San Salvatore in un consiglio comunale agli inizi di luglio del 2007, quindi dopo la conferenza dei servizi del giugno 2007.

Grazie anche della grande mobilitazione che vi fu contro l’impianto (io stesso mi ero adoperato per la raccolta delle firme), insieme agli amici di Amorosi, ottenemmo che la federazione di Benevento, in vista anche delle ormai prossime elezioni (nel frattempo anche i rapporti con il Presidente Nardone si erano definitivamente deteriorati), si esprimesse pubblicamente a sfavore della centrale: uscirono articoli di giornale con una dura presa di posizione di Rossano Insogna, fu affisso in tutti i paesi un manifesto e, in  consiglio provinciale, anche i consiglieri D.S. si espressero contro il progetto appoggiato da Nardone.

Questo mi è stato possibile fare, e l’ho fatto. Ma ho ammesso anche le mie responsabilità politiche, le ho pagate di persona, e tuttavia, pur avendo messo a disposizione della sezione il mio incarico, ho continuato a lavorare fino allo scioglimento dei D.S. e alla conseguente decadenza dell’incarico stesso. A quel punto ho rinunziato ad ogni impegno nel partito, ma non all’impegno civico: credo che l’associazionismo, l’ambientalismo, i comitati, le imprese del commercio equo e solidale, più dei partiti, possano essere un campo di impegno per proporre un nuovo modo di fare politica: più partecipazione, più attenzione alle esigenze della collettività, più cura dei beni comuni e dell’ambiente, meno compromessi e personalismi, più etica, sociale e politica.

Mi scuso con tutti per essermi dilungato sulle mie vicende personali, ma era necessario per contestualizzare le risposte alle Tue domande (strettamente correlate ai fatti che sono accaduti in Tua assenza, soprattutto all’interno del partito). Spero che le troverai esaurienti.

1)      Non volevo affatto fare disinformazione, né piccola né grande, e non pensavo certo a Te nello scrivere, ma, semplicemente, intendevo far sapere all’Architetto Visalli, il cui ultimo intervento mi aveva indignato, che non potevo accettare lezioni, per suo tramite, dalla società VOCEM. Scrivendo di getto, ho espresso idee ed opinioni coerenti con quanto avevo sempre detto e scritto in precedenza, senza lanciare accuse personali, ma solo opinioni, e credo che le opinioni di ognuno debbano sempre essere rispettate.

2)      Non so se la mia “lettera-articolo” possa essere considerata “inquietante”, a me non sembra affatto: la mia era solo una lettera (il titolo, che è proprio di un articolo, non è stato messo da me) e non avevo altro modo di farla giungere a Visalli se non attraverso Vivitelese, che Lui segue con interessata fedeltà.

A parte il titolo, che era effettivamente un po’ fuorviante, con l’occasione, devo ringraziare VIVITELESE per il servizio che rende alla nostra comunità, consentendo a Tutti di esprimere le proprie idee.

3)      In un passaggio ho parlato di pressioni della società per “promuovere” i propri interessi presso politici locali. Facevo riferimento, in particolare, ad un fatto specifico:   il 16 maggio 2005 la VOCEM-ABM inviò una nota al Presidente Nardone pregandolo di “armonizzare ed integrare” il progetto VOCEM all’interno dei piani provinciali di smaltimento dei rifiuti e di produzione di energia; da tale lettera si poteva evincere chiaramente che la ditta voleva bruciare CDR nel termovalorizzatore. Testualmente vi si legge: «l’impianto VOCEM, come attualmente dimensionato e progettato, potrebbe essere alimentato integrando il materiale organico a matrice vegetale con il quantitativo di Cdr prodotto in provincia di Benevento». Risulta anche che, qualche giorno dopo, la ABM-VOCEM Ti abbia informato confidenzialmente di tale iniziativa, ed in particolare di aver sollecitato una modifica della pianificazione provinciale in materia di energia.

Si tratta di circostanze e documenti, questi ed altri, già più volte citati, e commentati, da altri prima di me, senza che nessuno li abbia mai smentiti.

Anche recentemente, in una pubblica assemblea ad Amorosi (che non a caso avevo richiamato rivolgendomi a Visalli, in quanto presente in quell’occasione), questi ed altri documenti sono stati nuovamente citati, e in parte letti in sala, parlandone chiaramente come di fatti penalmente rilevanti, senza che nessuno abbia ritenuto di chiedere chiarimenti in merito. Io, personalmente, non credo che si trattasse di azioni penalmente rilevanti, ma erano senz’altro scorrette ed inopportune: infatti le ho definite pressioni indebite (se avessi prove di fatti illeciti, li denuncerei immediatamente alle Autorità Competenti, così come ho sempre fatto nell’ambito del mio lavoro).

In ogni caso si trattava, oggettivamente, di tentativi di condizionamento di amministratori pubblici e politici affinché si potessero “armonizzare” i piani provinciali al loro progetto. Non credi che siano i progetti, invece, che devono armonizzarsi agli strumenti di pianificazione e che, semmai, se ne debba parlare con i tecnici, e non con i politici?

4)      Per quanto riguarda, appunto, l’Ufficio Tecnico di San Salvatore Telesino, il Dirigente ha riferito più volte di non aver mai formalmente ricevuto il progetto VOCEM per il rilascio delle autorizzazioni di competenza dell’ufficio stesso fino al luglio del 2007; ciò sembra confermato anche da una Sua comunicazione al sindaco del 23.07.2007, con la quale rappresentava di non poter esprimere un parere urbanistico in quanto gli elaborati trasmessi il 19.07.2007 erano carenti. Al momento, sulla base anche della conoscenza delle norme, soprattutto quelle sul pubblico impiego e sul governo degli enti locali, non ho motivi per dubitare delle parole di un collega. D’altra parte anche in una lettera alla VOCEM del 28.11.2005 si parla di incontri fra i tecnici della VOCEM e i consiglieri comunali, e si rappresentava che il progetto doveva poi essere valutato dai tecnici del comune, e quindi portato in consiglio comunale, aperto alla cittadinanza …

A me non risulta che tutto ciò sia avvenuto. Ma forse mi sbaglio. C’è qualcuno che può chiarire davvero che cosa è successo? Io non ho altri elementi.

In particolare, a me non è proprio mai venuto in mente che qualcuno possa aver “cambiato le carte del gioco e del progetto”.

Risulta senz’altro che la VOCEM abbia, ad un certo punto, cambiato il suo progetto iniziale, e abbia cominciato a parlare di CDR, come detto sopra, e sembra che sia Tu che il sindaco abbiate, solo a quel punto , contestato il procedimento. Ma non so chi deteneva, in quel momento, quel progetto presso il comune, e non posso proprio dare un contributo: io ho potuto visionare solo i documenti che gli Enti interessati hanno rilasciato a seguito di istanze ai sensi delle norme sull’accesso agli atti. Non so cosa Tu abbia voluto dire, e non capisco perché dovrei adoperarmi io per fare ulteriori verifiche, né, tantomeno, per integrare gli atti amministrativi in Tuo possesso, se non, eventualmente, dopo che li avrai resi noti a tutti. In ogni caso non credo che il comune sia abitato da fantasmini!

5)      Non voglio affatto fare il “censore”, tantomeno “severo”, dei politici: siamo tutti, o dovremmo essere tutti, politici, nel senso di interessarci della cosa pubblica, e, soprattutto, i politici non sono tutti uguali. Rivendico solo il diritto di discutere, e criticare, se del caso, l’azione politica di chi ha deciso, decide e deciderà in futuro, per mio conto, anche, delle cose del mio paese, della mia provincia, della mia regione, e così via fino al pianeta, insomma del territorio in cui vivo.

Un’ultimissima cosa: ho atteso un po’ per risponderTi, pensando, sinceramente, che Tu avresti smentito di essere l’autore di questa cosa (ma, ancora una volta, mi sbagliavo). Vorrei ora fare io una domanda a Te: a chi giova tutto ciò?

 Pierluigi Santillo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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