San Salvatore Telesino, 13
dicembre 2008.
Ciao Vincenzo,
sono davvero felice che Tu
stia bene.
E mi fa piacere, con
l’occasione di questa doverosa risposta al Tuo
intervento, chiarire alcune vicende strettamente
correlate con le questioni da te sollevate.
E’ vero, sono stato nel
direttivo dei D.S. di San Salvatore Telesino per
un po’ di tempo, e segretario di sezione per un
ulteriore periodo (l’ultimo segretario, anzi,
fino allo scioglimento del partito).
Inoltre sono stato impegnato
per molto tempo a sostenere le battaglie della
sinistra, spesso anche quella che Tu oggi chiami
“estrema” (prima il P.C.I., poi il P.D.S. e i
D.S. o Rifondazione Comunista).
L’ho fatto, e spero di poterlo
fare ancora, con profonda convinzione, solo
perché quelle idee erano più vicine al mio
“sentire” rispetto a quelle della destra o,
prima, della D.C., e non per interessi
personali.
Invece non sono mai stato
candidato, nonostante le tante sollecitazioni
che ho avuto, e non ho mai ricoperto cariche
istituzionali, né ho avuto responsabilità
amministrative. Ho sostenuto però, in passato,
Tue candidature, in quanto convinto delle Tue
capacità e delle Tue buone intenzioni.
Ancora oggi sono convinto di
aver fatto, allora, una scelta giusta.
Sono anche certo che la Tua
stima nei miei confronti non può essere venuta
meno: fosti Tu a volermi nel direttivo.
Solo dopo le Tue dimissioni da
assessore, su sollecitazione di molte persone,
accettai di impegnarmi direttamente, senza più
delegare. Volevo mettere a disposizione della
comunità le mie competenze, e cercare di
lavorare, con gli strumenti della politica, per
concretizzare le mie idee, come quelle, per
esempio, sulla necessità di una maggiore
partecipazione democratica, di un maggior
coinvolgimento della società civile nella
politica, di una maggiore attenzione verso le
tematiche ambientali.
In quel periodo ho scritto
molte pagine su questi e altri argomenti
(articoli, comunicati, lettere, …), che sono a
Tua disposizione, se vorrai leggerli, per
contestualizzare le mie parole senza fermarti a
pochi concetti estrapolati da un più complesso
discorso (non pubblicherò invece, come Tu
chiedi, documenti ufficiali che sono agli atti
della “conferenza dei servizi”, che sono stati
estratti con normali istanze di accesso agli
atti ai sensi della normativa vigente e che
sono, da tempo, di pubblico dominio).
In
particolare, come potrai ricordare e verificare,
come segretario dei D.S., ma anche prima, ho
sempre cercato di proporre agli elettori una
alternativa “di sinistra”, ancorché inserita in
un “contenitore” di centro-sinistra. Come è
noto, questo obiettivo, che peraltro era
largamente condiviso dagli iscritti, e che
vedeva apparentemente d’accordo anche gli altri
partiti di centro-sinistra, non fu raggiunto; di
questo mi assunsi personalmente la
responsabilità, anche se tutte le scelte e le
iniziative della sezione in quel periodo furono
partecipate, condivise e, infine,
democraticamente decise a maggioranza.
Anche la decisione più grave,
quella che ci portò a non schierarci apertamente
con nessuna della due liste in competizione,
nelle ultime amministrative, fu assunta a
maggioranza in sezione (anche se con dolorosi
dissensi e prese di distanza), e fu condivisa
con i vertici provinciali del partito. Né si
ritenne opportuno proporre una terza lista, solo
di sinistra, che avrebbe avuto il solo risultato
di favorire uno dei due contendenti. Peraltro,
come ribadii in più occasioni, non mi
interessava un ruolo individuale non inserito in
un gruppo in grado di incidere concretamente
sull’azione amministrativa.
Oggi, alla luce degli
avvenimenti successivi, sono personalmente
convinto che fu una scelta giusta quella di non
accostare la sigla dei D.S. a quelle di F.I. e/o
A.N., ben rappresentate nelle due liste (sia pur
civiche, ma entrambe troppo disomogenee
politicamente) che si contesero il governo del
paese nel 2007.
Ho anche
creduto nel progetto del P.D. e, altro errore,
anche su questo mi sono dovuto ricredere: oggi
sono deluso, e fortemente indignato, per il
comportamento di chi, nel P.D. ha responsabilità
direttive o
amministrative, da
Veltroni a Bassolino, e fino ai responsabili
provinciali.
Insomma, anche nell’impegno
politico, e anche all’interno del partito, ho
sempre cercato di ragionare con la mia testa, di
rispettare tutti e di non insultare nessuno.
Ho rispettato anche i Tuoi
silenzi quando hai ritenuto di non venire a
spiegare in sezione, e a chi Ti aveva sostenuto,
le ragioni delle Tue dimissioni. Ed ho
rispettato i Tuoi silenzi quando altri ti hanno
accusato, e a volte insultato, e assieme a Te
tutto il partito, per questa faccenda della
centrale, ed era legittimo attendersi una Tua
presa di posizione, se non altro per dovere
proprio verso il partito che Ti aveva sostenuto.
A questo punto, sono quasi
onorato che Tu abbia scelto me, come bersaglio,
per rompere il Tuo isolamento.
Ma veniamo al dunque.
E’ vero anche che parlasti ai
componenti del direttivo, nel 2004 credo, o
forse all’inizio del 2005, di un progetto di
centrale a biomasse da realizzare nella “zona
industriale” di San Salvatore Telesino; ma
ricorderai anche che in quell’occasione Ti
espressi immediatamente le mie personali
perplessità in merito (per inciso, dicesti anche
della possibilità che io me ne potessi occupare
professionalmente e, ricorderai, anche su questo
risposi negativamente).
In ogni caso non fornisti
nessun dettaglio e non mostrasti alcuna
documentazione. Poi non ne hai più parlato,
almeno non con me.
Solo nel
2006, dopo che Emilio Bove aveva parlato
dell’impianto nel suo periodico informativo,
cercai di assumere altre notizie (nel frattempo
ero stato eletto segretario). Ma su quello
specifico progetto non riuscii ad avere alcuna
informazione da parte dei referenti provinciali,
e solo da un amico di Caivano, anche lui
ingegnere e
anche lui nei D.S.,
riuscii ad avere copia della relazione relativa
ad un impianto che, mi disse, doveva essere
simile a quello di San Salvatore. Mi disse anche
che i D.S. appoggiavano decisamente questo tipi
di centrali.
In effetti, ancora oggi, la
regione governata da Bassolino incentiva e
finanzia generosamente questi impianti
nell’ambito di quelli per lo sfruttamento delle
fonti rinnovabili.
Insomma, questo progetto
sembrava inserirsi effettivamente in una
strategia complessiva di interventi per la
sostituzione dei combustibili fossili.
Così, senza approfondire
oltre, firmai anche un documento favorevole
all’impianto.
E sbagliai! Perché non mi ero
documentato abbastanza, perché non avevo nessun
documento specificamente relativo all’impianto
in questione, e perché mi ero fidato troppo di
quello che altri mi avevano detto. Fui dunque,
io anche, un ingenuo, nel pensare che il partito
non potesse che sostenere progetti giusti!
Questo però l’ho capito solo
in seguito, subito dopo lo svolgimento delle
elezioni amministrative a San Salvatore, quando
un funzionario della regione, anche lui “vicino”
ai D.S., e al quale avevo chiesto notizie,
finalmente, ritenne giusto informare il
segretario dei D.S. di San Salvatore Telesino
che l’autorizzazione per quell’impianto non era
stata chiesta come impianto per la produzione di
energia da biomasse, ma come inceneritore di
rifiuti. E disse chiaramente che era stato il
Presidente della provincia Nardone a volere
così!
Casualmente, dopo pochi giorni (siamo già a
giugno del 2007), ad un’iniziativa della
federazione provinciale, mi fu presentato
Giovanni Zarro, col quale ebbi una sgradevole
discussione proprio sulla centrale-inceneritore.
Zarro sostenne con decisione e con chiarezza che
l’impianto sarebbe stato sicuramente realizzato,
nonostante l’intervenuta contrarietà del
sindaco, perché il Presidente della Provincia
Nardone
era
deciso ad autorizzarlo, e perché sia i D.S. che
la Margherita di Benevento erano d’accordo.
Lo stesso Presidente Nardone
ha detto più volte di essere assolutamente
favorevole all’impianto, e lo ha difeso con una
chiarezza ed una veemenza incredibili. Bisogna
riconoscere che è stato assolutamente coerente,
anche a costo di pagare politicamente questo suo
accanimento.
Per conto mio, come segretario
dei D.S. di San Salvatore Telesino, non potevo
ovviamente accettare che il partito potesse
sostenere quel progetto a dispetto delle
popolazioni coinvolte, e conseguentemente, mi
attivai per rappresentare ai vertici provinciali
la contrarietà mia e degli iscritti di San
Salvatore rispetto all’impianto e, soprattutto,
rispetto alle modalità con le quali lo si voleva
imporre.
Nel frattempo la notizia era
stata divulgata, finalmente, dal sindaco di San
Salvatore in un consiglio comunale agli inizi di
luglio del 2007, quindi dopo la conferenza dei
servizi del giugno 2007.
Grazie
anche della grande mobilitazione che vi fu
contro l’impianto (io stesso mi ero adoperato
per la raccolta delle firme), insieme agli amici
di Amorosi, ottenemmo che la federazione di
Benevento, in vista anche delle ormai prossime
elezioni (nel frattempo anche i rapporti con il
Presidente Nardone si erano definitivamente
deteriorati), si esprimesse pubblicamente a
sfavore della centrale: uscirono articoli di
giornale con una dura presa di posizione di
Rossano Insogna, fu affisso in tutti i paesi un
manifesto e, in
consiglio
provinciale, anche i consiglieri D.S. si
espressero contro il progetto appoggiato da
Nardone.
Questo mi è stato possibile
fare, e l’ho fatto. Ma ho ammesso anche le mie
responsabilità politiche, le ho pagate di
persona, e tuttavia, pur avendo messo a
disposizione della sezione il mio incarico, ho
continuato a lavorare fino allo scioglimento dei
D.S. e alla conseguente decadenza dell’incarico
stesso. A quel punto ho rinunziato ad ogni
impegno nel partito, ma non all’impegno civico:
credo che l’associazionismo, l’ambientalismo, i
comitati, le imprese del commercio equo e
solidale, più dei partiti, possano essere un
campo di impegno per proporre un nuovo modo di
fare politica: più partecipazione, più
attenzione alle esigenze della collettività, più
cura dei beni comuni e dell’ambiente, meno
compromessi e personalismi, più etica, sociale e
politica.
Mi scuso con tutti per essermi
dilungato sulle mie vicende personali, ma era
necessario per contestualizzare le risposte alle
Tue domande (strettamente correlate ai fatti che
sono accaduti in Tua assenza, soprattutto
all’interno del partito). Spero che le troverai
esaurienti.
1)
Non volevo affatto fare
disinformazione, né piccola né grande, e non
pensavo certo a Te nello scrivere, ma,
semplicemente, intendevo far sapere
all’Architetto Visalli, il cui ultimo intervento
mi aveva indignato, che non potevo accettare
lezioni, per suo tramite, dalla società VOCEM.
Scrivendo di getto, ho espresso idee ed opinioni
coerenti con quanto avevo sempre detto e scritto
in precedenza, senza lanciare accuse personali,
ma solo opinioni, e credo che le opinioni di
ognuno debbano sempre essere rispettate.
2)
Non so se la mia
“lettera-articolo” possa essere considerata
“inquietante”, a me non sembra affatto: la mia
era solo una lettera (il titolo, che è proprio
di un articolo, non è stato messo da me) e non
avevo altro modo di farla giungere a Visalli se
non attraverso Vivitelese, che Lui segue con
interessata fedeltà.
A parte il titolo, che era
effettivamente un po’ fuorviante, con
l’occasione, devo ringraziare VIVITELESE per il
servizio che rende alla nostra comunità,
consentendo a Tutti di esprimere le proprie
idee.
3)
In un passaggio ho parlato
di pressioni della società per “promuovere” i
propri interessi presso politici locali. Facevo
riferimento, in particolare, ad un fatto
specifico:
il 16 maggio 2005 la
VOCEM-ABM inviò una nota al Presidente Nardone
pregandolo di “armonizzare ed integrare” il
progetto VOCEM all’interno dei piani provinciali
di smaltimento dei rifiuti e di produzione di
energia; da tale lettera si poteva evincere
chiaramente che la ditta voleva bruciare CDR nel
termovalorizzatore. Testualmente vi si legge: «l’impianto
VOCEM, come attualmente dimensionato e
progettato, potrebbe essere alimentato
integrando il materiale organico a matrice
vegetale con il quantitativo di Cdr prodotto in
provincia di Benevento».
Risulta anche che, qualche giorno dopo, la
ABM-VOCEM Ti abbia informato confidenzialmente
di tale iniziativa, ed in particolare di aver
sollecitato una modifica della pianificazione
provinciale in materia di energia.
Si tratta di circostanze e documenti, questi ed
altri, già più volte citati, e commentati, da
altri prima di me, senza che nessuno li abbia
mai smentiti.
Anche recentemente, in una pubblica assemblea ad
Amorosi (che non a caso avevo richiamato
rivolgendomi a Visalli, in quanto presente in
quell’occasione), questi ed altri documenti sono
stati nuovamente citati, e in parte letti in
sala, parlandone chiaramente come di fatti
penalmente rilevanti, senza che nessuno abbia
ritenuto di chiedere chiarimenti in merito. Io,
personalmente, non credo che si trattasse di
azioni penalmente rilevanti, ma erano senz’altro
scorrette ed inopportune: infatti le ho definite
pressioni
indebite (se
avessi prove di fatti illeciti, li denuncerei
immediatamente alle Autorità Competenti, così
come ho sempre fatto nell’ambito del mio
lavoro).
In ogni caso si trattava, oggettivamente, di
tentativi di condizionamento di amministratori
pubblici e politici affinché si potessero “armonizzare”
i piani provinciali al loro progetto. Non credi
che siano i progetti, invece, che devono
armonizzarsi agli strumenti di pianificazione e
che, semmai, se ne debba parlare con i tecnici,
e non con i politici?
4)
Per quanto riguarda, appunto, l’Ufficio Tecnico
di San Salvatore Telesino, il Dirigente ha
riferito più volte di non aver mai formalmente
ricevuto il progetto VOCEM per il rilascio delle
autorizzazioni di competenza dell’ufficio stesso
fino al luglio del 2007; ciò sembra confermato
anche da una Sua comunicazione al sindaco del
23.07.2007, con la quale rappresentava di non
poter esprimere un parere urbanistico in quanto
gli elaborati trasmessi il 19.07.2007 erano
carenti. Al momento, sulla base anche della
conoscenza delle norme, soprattutto quelle sul
pubblico impiego e sul governo degli enti
locali, non ho motivi per dubitare delle parole
di un collega. D’altra parte anche in una
lettera alla VOCEM del 28.11.2005 si parla di
incontri fra i tecnici della VOCEM e i
consiglieri comunali, e si rappresentava che il
progetto doveva poi essere valutato dai tecnici
del comune, e quindi portato in consiglio
comunale, aperto alla cittadinanza …
A me non risulta che tutto ciò sia avvenuto. Ma
forse mi sbaglio. C’è qualcuno che può chiarire
davvero che cosa è successo? Io non ho altri
elementi.
In particolare, a me non è proprio mai venuto in
mente che qualcuno possa aver “cambiato
le carte del gioco e del progetto”.
Risulta senz’altro che la VOCEM abbia, ad un
certo punto, cambiato il suo progetto iniziale,
e abbia cominciato a parlare di CDR, come detto
sopra, e sembra che sia Tu che il sindaco
abbiate, solo a quel punto , contestato il
procedimento. Ma non so chi deteneva, in quel
momento, quel progetto presso il comune, e non
posso proprio dare un contributo: io ho potuto
visionare solo i documenti che gli Enti
interessati hanno rilasciato a seguito di
istanze ai sensi delle norme sull’accesso agli
atti. Non so cosa Tu abbia voluto dire, e non
capisco perché dovrei adoperarmi io per fare
ulteriori verifiche, né, tantomeno, per
integrare gli atti amministrativi in Tuo
possesso, se non, eventualmente, dopo che li
avrai resi noti a tutti. In ogni caso non credo
che il comune sia abitato da fantasmini!
5)
Non voglio affatto fare il “censore”, tantomeno
“severo”, dei politici: siamo tutti, o dovremmo
essere tutti, politici, nel senso di
interessarci della cosa pubblica, e,
soprattutto, i politici non sono tutti uguali.
Rivendico solo il diritto di discutere, e
criticare, se del caso, l’azione politica di chi
ha deciso, decide e deciderà in futuro, per mio
conto, anche, delle cose del mio paese, della
mia provincia, della mia regione, e così via
fino al pianeta, insomma del territorio in cui
vivo.
Un’ultimissima cosa: ho atteso un po’ per
risponderTi, pensando, sinceramente, che Tu
avresti smentito di essere l’autore di questa
cosa (ma, ancora una volta, mi sbagliavo).
Vorrei ora fare io una domanda a Te: a chi giova
tutto ciò?
Pierluigi
Santillo
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