Intervento riferito a: Telese, lettera aperta a Gianluca Aceto

 

 

3 agosto 2008
Telese, Aceto: cosa si può fare per il lago
Gianluca Aceto

 

 

Caro Guglielmo,

 

il tuo intervento giunge puntuale ad aprire un dibattito serio. Ho preso infatti qualche giorno di tempo, prima di risponderti, proprio per essere quanto più chiaro e preciso possibile.

Lo stato del lago l’hai descritto bene tu, e non occorre aggiungere altro. Che si può fare? Occorre agire in una duplice direzione:

 

  1. impattare in tempi ragionevoli il problema della pulizia e del mantenimento dell’area spondale in condizioni dignitose;

  2. pensare ed elaborare proposte strutturali che diano finalmente al lago il ruolo che esso merita.

Riguardo al primo punto, lunedì 30 giugno ho effettuato un sopralluogo insieme al responsabile del servizio forestazione della provincia di Benevento, dottor Antonio Castelluccio, e all’assessore comunale Tonino Pucella: credo sia infatti indispensabile agire a prescindere dalle contrapposizioni politiche, che pure rimangono sullo sfondo e talvolta rischiano di generare confusioni. Il destino ha voluto, infatti, che il sottoscritto sia consigliere comunale di opposizione a Telese, e nel contempo si ritrovi il sindaco Capasso all’opposizione in Consiglio provinciale. È uno strano caso, soprattutto in vista delle elezioni comunali.

 

Tuttavia il lago è un bene comune, e sento il dovere politico e morale di fare tutto quanto in mio potere per migliorarne lo stato.

Mi aiutano e confortano, in queste valutazioni, quelli che da un po’ di tempo vado chiamando semi di democrazia: cittadine e cittadini comuni, delle più diverse estrazioni e condizioni sociali, si danno da fare per migliorare la vivibilità della nostra Telese. Lo fanno scrivendo sui siti web o sui giornali, oppure animando fondazioni ed associazioni culturali e di volontariato, o magari fondando comitati civici che promuovono il verde pubblico e le aree attrezzate per i bambini. Spesso la parte pubblica denigra tali tentativi, in particolare quando le iniziative sociali, dal basso, nascono senza il cappello politico dell’amministratore di turno.

 

Il sopralluogo di cui prima dicevo nasce proprio da questi sussulti: un gruppo di cittadini, in particolare di donne e mamme, da oltre un anno sta provando a far capire l’importanza del verde pubblico. Ultimamente ha avanzato la proposta di autogestire, sperimentalmente, un’area pubblica da risanare e manutenere con il proprio lavoro volontario. Se il progetto andasse bene, la sperimentazione potrebbe essere allargata e potenziata. In questo schema, gli operai forestali della Provincia sarebbero coordinati all’interno di un’azione più ampia, tesa a migliorare i servizi essenziali e ad utilizzare al meglio le poche risorse finanziarie disponibili.

 

Il lago, allora, potrebbe essere la seconda tappa della sperimentazione. Se le cittadine e i cittadini rispondessero, insieme alla Provincia, al Comune, alle associazioni ambientaliste, a coloro interessati ai beni pubblici e al vivere civile, potremmo fare di necessità virtù: sto pensando ad un’incisiva azione tra istituzioni e società civile, che abbia l’area del lago come proprio terreno di incontro. Penso anche che pochi spiccioli di cui posso attualmente disporre come assessore provinciale possano essere utilizzati per comprare il legno necessario a costruire panchine e un minimo di attrezzature di accoglienza. La costruzione materiale di tali attrezzature sarebbe affidata a volontari, gente che per lavoro fa l’operaio idraulico forestale o il vivaista, e che nel tempo libero continua questa opera e fa del proprio lavoro una passione.

 

Analogamente, si potrebbero prevedere interventi di piantumazione selettiva dell’area spondale; il programma di interventi, così come le essenze arboree, possono essere messe a disposizione dalla Provincia.

Insomma, nella prima fase, i pochi soldi devono essere compensati dal volontariato e dalla fantasia.

 

La scorsa settimana ho incontrato due volte il Sindaco Capasso, il consigliere Giovanni Tommaselli e la segretaria comunale, dottoressa Nicolina Columbro, per elaborare il progetto di massima e prevedere tutte le forme di tutela e garanzia per la parti in causa. Vanno insomma formalizzati diritti e doveri di amministrazioni pubbliche e cittadini, così che siano chiare responsabilità e competenze di ciascuno.

Credo che a breve potremo licenziare la bozza di intesa a cui stiamo lavorando, dopo averla discussa con il comitato civico.

 

In questo quadro di interventi urgenti, vanno attivate forme di coordinamento delle forze dell’ordine per aumentare il grado di vigilanza dell’area lacuale, da sempre bersaglio privilegiato e comodo dei vandali. Anche in questo caso, non possiamo certe chiedere agli operatori di polizia di presidiare per ventiquattro ore al giorno un bene pubblico che dovrebbe essere tutelato da tutti.

 

Possiamo però realisticamente prevedere qualche sopralluogo in più, ad orari coordinati tra di loro in modo da evitare sovrapposizioni e scoperture troppo lunghe, di polizia provinciale, polizia comunale, polizia dello Stato, carabinieri, corpo forestale. In tal modo non si eviterebbe il rischio vandali, ma si darebbe l’idea che il lago non è terra di nessuno. Anticipo pubblicamente queste intenzioni senza prima averne discusso con le forze dell’ordine, cosa di cui mi scuso. Ritengo tuttavia utile parlare anche di questo in tale circostanza.

Come è facile vedere, si tratta di piccole misure, funzionali alla riappropriazione di un bene comune in tempi ragionevoli.

 

Occorre poi passare ad un’azione di tipo strutturale, che necessariamente passa per tempi più lunghi. Per elaborare una proposta progettuale all’altezza della situazione, dobbiamo guardare al quadro complessivo. Il lago di Telese, insieme a quasi tutto il territorio urbano cittadino, è classificato dal Piano territoriale  di coordinamento provinciale (PTCP) come zona di protezione del corridoio ecologico Valle Telesina, che unisce i massicci del Matese e del Taburno, che sono parchi regionali e SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Come se non bastasse, altro SIC è quello del Volturno-Calore Beneventano: la confluenza tra i due importanti corsi d’acqua è a pochi chilometri dal lago, in territorio di Amorosi e Melizzano. Tra la confluenza e il lago troviamo il torrente Grassano, una delle sorgenti più importanti (mi dicono gli esperti) del Centro Sud, e il dedalo di sorgenti e ruscelli che fanno di Telese la città dell’acqua: è il concetto che cerco di affermare da almeno quattro anni, stupendomi come mai nessun amministratore, in passato come oggi, non abbia pensato né pensi alla valorizzazione di questa immensa risorsa invece di agevolare il sacco urbanistico e territoriale che è noto ormai in tutta la provincia.

 

Nelle zone di protezione di corridoi ecologici le prescrizioni del PTCP sono chiare. L’articolo 127 delle norme di attuazione, punto 2.5,  prevede che i piani urbanistici comunali devono contenere «il divieto di nuova edificazione turistica ad elevato impatto e consumo rilevante di suolo  […]. In particolare le previsioni urbanistiche e territoriali dovranno: riqualificare il turismo naturalistico e storico-culturale, nonché quello enogastronomico, evitando la diffusione di nuovi insediamenti nelle aree dei siti di importanza comunitaria n. 33 “Valle Telesina” […] e n. 14 “Media Valle del Fiume Volturno” […], nel corridoio ecologico delle sorgenti di Grassano e di Monte Acero […] e del sistema fluviale del fiume Calore e dell’area del Lago di Telese». Per ulteriori annotazioni rimando all’intero disposto del medesimo articolo 127.

 

Insomma: gli strumenti urbanistici ci sono e sembrano validi: il problema è che vengono ignorati. Né i lavori di riqualificazione fatti dalla Provincia un po’ di anni fa sono serviti a molto. Anzi: le modalità di svolgimento e gli esiti finali hanno determinato un capovolgimento della pur valida idea iniziale, che voleva rendere il lago un’oasi ambientale, concetto un po’ diverso da quello di “tangenziale”, più pertinente allo stato reale delle cose.

 

Qualcosa però si muove. Siamo ad un buon punto per l’istituzione del parco fluviale del Medio Volturno, soprattutto grazie ai Comuni casertani e alla Provincia di Caserta, insieme alla quale lavoriamo alacremente anche per la valorizzazione di un altro corso d’acqua, stavolta artificiale ma non meno affascinante: l’acquedotto Carolino, capolavoro vanvitelliano che alimenta la Reggia di Caserta. Ora dobbiamo coinvolgere anche i comuni beneventani interessati al futuro parco, che potrebbe rappresentare il viatico per il parco gemello del Basso Calore, che passa ad un tiro di schioppo dal lago di Telese e riceve le adamantine acque del Grassano. La costruzione, speriamo entro un paio di anni, del depuratore di Benevento città, insieme al coordinamento con la Provincia di Avellino e con la Regione Puglia del presidente Vendola, dovrebbe rappresentare un’altra tappa importante del risanamento ambientale dei principali corsi d’acqua e la loro valorizzazione turistica.

 

A dirla in breve, sto parlando di un progetto complessivo sulle vie dell’acqua nella nostra provincia. In questi mesi, infatti, mi pare di aver individuato due priorità assolute per la nostra provincia: i rifiuti e le acque superficiali. Sul primo tema, abbiamo appena approvato le linee guida per il nuovo piano provinciale, frutto di un lavoro sfiancante che però incomincia a disegnare gli assetti futuri di un territorio che, all’interno di un quadro di solidarietà con le altre realtà campane, vuole tuttavia caratterizzarsi come modello virtuoso sulla linea riduzione-raccolta differenziata-riuso-riciclo. L’obiettivo (molto ambizioso) è il 40% di raccolta differenziata entro il 31/12/2009. Il prossimo autunno sarà cruciale per l’attuazione degli strumenti operativi di realizzazione della strategia.

 

Sul tema delle acque la partita mi pare ancora più difficile, sia perché il Piano regionale di tutela non sembra appostare risorse adeguate per la nostra provincia, sia perché le competenze divise tra una pletora di soggetti (province, regioni, comuni, Arpac, Autorità di Bacino, ecc.) obbligano a grandi sforzi di coordinamento, non sempre condivisi da tutti gli attori. Si tenga anche conto che il settore ambiente della provincia di Benevento è sottodimensionato e privo di alcune figure professionali indispensabili, e che non ha a disposizione nemmeno una persona per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua e per la difesa del suolo, compiti che sono invece indefettibili e strategici per ogni discorso serio in campo ambientale. Si capisce allora che l’impresa è titanica.

 

Non bisogna tuttavia scoraggiarsi. Martedì 29 luglio ho effettuato un altro sopralluogo, questa volta insieme alla struttura tecnica dell’assessorato provinciale e a due ingegneri dell’assessorato regionale all’ambiente, a cui ho avuto modo di mostrare l’area così come si presenta oggi, ridotta ad una circumvallazione ad uso di ogni utenza veicolare, compresi camion e pullman, e a ricettacolo di immondizia. Mercoledì prossimo, salvo imprevisti, saremo noi a Napoli a discutere alcune proposte progettuali, nella speranza di riuscire a realizzarle nei prossimi anni. Su questo, tuttavia, non credo sia il caso di sbilanciarsi fino a quando non ci saranno precisi percorsi e garanzie. Posso solo dire che il mio impegno sarà totale.

 

Come potrai valutare, caro Guglielmo, non mancano né le idee né la voglia di realizzarle. Tanto le prime quanto la seconda, poi, saranno più efficaci se si alimenteranno dello spirito e delle proposte che vengono dalle cittadine e dai cittadini, un po’ come hai voluto fare tu con la tua opportuna sollecitazione. Chi mi conosce sa che le mie non sono mere declamazioni ma parole convinte. Spero che la riorganizzazione del sito web della provincia, attualmente poco funzionale, rappresenti un ulteriore strumento di comunicazione attiva tra i cittadini e le istituzioni, anche perché stiamo per lanciare la costituzione di una banca dati dei e per i soggetti che si occupano di ambiente (associazioni, enti ed istituzioni, università, singoli ricercatori), i quali saranno chiamati ad una giornata di discussione ed elaborazione programmatica da tenersi entro la metà di ottobre.

 

Insomma, seppure in pillole, mi hai dato modo di esporre alcune idee per un programma di consiliatura, che prevede già tante altre e qualificate iniziative, cui pure stiamo lavorando. Quest’anno il sottoscritto, probabilmente, non prenderà nemmeno la pausa ferragostana, perché mi è indispensabile studiare e approfondire la programmazione europea e i fondi strutturali, elementi esiziali per realizzare – spero in parte consistente – il programma esposto. Alla fine tracceremo il bilancio, e vedremo se il lago di Telese, come io spero davvero, rientrerà tra le cose buone.

 

Un caro abbraccio e buone vacanze a te.

 

Gianluca Aceto

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it