intervento riferito a: Moriello: "Cosa vogliamo fare per Telese?"

 

 

15 novembre 2009
Telese, Di Santo scrive a Moriello
Flaviano Di Santo
 
 

Caro Gianni Moriello
Ho dovuto rileggerti più volte per comprenderti, francamente. Non ho ancora avuto le lezioni a domicilio che mi hanno promesso e sono ancora in difficoltà sulle politiche sociali.

Complessivamente, non mi sento molto distante da quello che dici ma concedimi di riferiti qual è la domanda che mi sono fatto subito…ma anche dopo qualche giorno: cosa c’entra questo discorso col tuo partito o altri in generale?

Questo sistema di partiti è fallito già vent’anni fa…un suo remake non ha prodotto alcun risultato tangibile, per quanto tutti (i politici) continuano a farci credere che funziona . Non è così.

Non è nemmeno una questione di destra, di centro o di sinistra. Abbiamo verificato tutte le combinazioni possibili, in ambito nazionale e regionale. L’Italia è rimasta indietro. Nel sud, peggio ancora. Nei comuni, non ne parliamo, il problema non è Telese Terme.

Nella tua introduzione esiste anche la risposta, secondo me, alle ragioni che lo determinano.
Parli con un certo orgoglio dei padri fondatori di Telese, tra cui la tua famiglia, e questo è un fatto innegabile. Parli sommessamente  della cultura chiusa degli immigrati, che non hanno un’idea chiara dello stare insieme…Bah! non condivido affatto, è offensivo, e potrei dimostrarti che spesso, sono proprio i vecchi telesini ad avvantaggiarsi degli immigrati e non viceversa , chiudendosi culturalmente (all’occorrenza).

La mia opinione personale, è che lo sviluppo di questa cittadina sia dovuto proprio al contrario di quello che provi a dire: che gli immigrati siano venuti con una mente aperta, provando a mettere in pratica idee che nelle loro comunità di origine sono ostacolate esattamente da quella cultura chiusa che a Telese non vorrebbero trovare, e che forse non c’era… ma si è creata, purtroppo.

E’ l’incapacità di rinnovarsi riconoscendo gli errori il nostro grande nemico.
Personalmente ritengo che lo stallo generale a cui ti riferisci non possa essere risolto nell’ambito di un singolo comune, siano anch’essi giovani, ma in sinergie e programmazioni che vanno al di la delle singole identità comunali. Telesia potrebbe essere la grande opportunità che esiste all’orizzonte, purché la politica faccia la politica e lasciare ad urbanisti, economisti ed esperti sociali, di fare il loro lavoro. Non è poi così difficile, purché si eviti di parlare di campanilismo e di partiti.

In ogni caso apprezzo il coraggio dell’autocritica e la sensibilità sociale…ma cerca di capire che esiste un grosso numero di persone che comincia a pronunciare dei ‘verbi’ molto milanesi verso la politica: lavoro, guadagno, pago, pretendo.

 Questa gente si comporta già bene da parecchi anni e non è mai arrivata al quarto punto.
La categoria alla quale ti annoveri , purtroppo, conosce bene solo il terzo…i comportamenti della politica saranno fondamentali davvero!

 Flaviano Di Santo

 

 

     

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