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giugno 2009 - Intervento di Umberto Di Lorenzo
Mi
prendo giusto cinque minuti per rispondere ad
Elvio Esposito e
precisare un paio di punti, poi la smetto,
giuro, ché non è che posso stare a correre con
un idrante dietro a tutte le code di paglia che
bruciano.
Primo. Io non ho chiamato in causa nessuno in
particolare, mi sono limitato a fare delle
considerazioni di carattere generale. Ho recato
degli esempi, evitando di fare nomi perché non
mi si pensasse a favore di questo o di
quell'altro. Sono considerazioni che nascono da
cose viste con i miei occhi e sentite con le mie
orecchie, a Telese e non, tant'è che se ci fai
caso ho parlato di Telese solo nelle primissime
righe.
Secondo. Nessuno ha detto che i giovani di
Telese siano dei quaqquaraquà (per dirla
alla Sciascia), non ho affermato che qualcuno li
obblighi ad iscriversi ad alcun partito e non ho
insinuato che seguano degli ideali a cui non si
sentono realmente legati. Sopratutto, se pure ho
portato degli esempi (come sopra), non mi pare
di essermi scagliato contro i giovani (tutti,
poi) della Valle Telesina dicendo che siano
delle cattive persone. Semmai li ho esortati ad
avere un atteggiamento nei confronti della
politica diverso da quello che io ho potuto
constatare in giro, a cercare di non cadere in
logiche di partito in cui si trovano, loro
malgrado, invischiati a causa probabilmente
dell'inesperienza. Il tutto secondo una mia
personalissima opinione che tu non hai neppure
contestato, avendo semplicemente stravolto per
intero quanto da me detto per fare un'apologia
di te stesso di cui (davvero) non si sentiva il
bisogno. Da come dici tu sembra che io abbia
espresso totale disistima nei confronti di tutti
i ragazzi della zona, ma chi? Ho criticato,
questo sì, i partiti che provano ad accattivarsi
i giovani con le menzogne, non solo, ad
arrogarsi tutte le iniziative giovanili senza
averne il diritto, e anche questo è un
malcostume che ho potuto constatare
semplicemente guardandomi intorno.
Terzo. Forse hai provato a girare la frittata,
pensando che chi ti legge è fesso. Se non ci hai
provato, semplicemente non ci sei arrivato. Io
non mi permetterei mai di dire che certi lavori
sono meno dignitosi di altri (io?!?), è anzi
lodevole che i giovani in questo periodo nero
cerchino qualsiasi modo per alzare due lire
senza gravare sui genitori. Io ho solo detto, e
purtroppo per chi prova a "manipolare" penso di
essere stato abbastanza chiaro e di non aver
creato possibili fraintendimenti (e se non è
così ditemelo), di aver notato che ci sono dei
giovani candidati (e intendo ovunque, non ho
parlato di te, non ho parlato di Telese, non ho
parlato neppure della Campania) che si basano su
eventuali agganci nel mondo del lavoro per
cercare dei voti, il che è purtroppo una pratica
politica ben nota e consolidata, soltanto mi
sembra che i giovani possano (e, secondo me,
debbano) avere ben altri argomenti per il loro
target elettorale. Sbaglierò..
Ora il punto è: dato che io non ho fatto lo
straccio di un nome proprio per evitare tutto
questo pippotto (e me lo sarei risparmiato
volentieri, fidati), o come dicevo prima c'hai
la coda di paglia, e sono fatti tuoi, oppure al
contrario di quanto sostieni hai proprio
approfittato dell'occasione per farti questa
fantomatica "autopubblicità" (!?), e sono (stra)fatti
tuoi. A questo però si aggiunge che sono io che
sbaglio, che ogni anno ci casco, che penso di
poter esprimere un'opinione con la speranza di
creare un confronto serio, e non che qualcuno si
metta a sbattere i piedi e stringere i pugnetti.
Ma imparerò, prima o poi imparerò..
Insomma, a conti fatti ti sei autodenunciato,
complimenti per il perfetto esempio di
excusatio non petita. E complimenti per il
(notevole) gioco di parole nel titolo.
A risentirci (semmai) dopo le elezioni, ché mi
so' stufato. Fine del pippotto.
--
Umberto Di Lorenzo
3
giugno 2009 - Intervento di Umberto Di Lorenzo
Ci
conto...
Qualcuno aveva
chiesto: non vi sembra una buona idea portare i
giovani nelle liste a Telese? Vorrei subito
dire: no, non mi è sembrata una buona idea. Non
perché credo che i giovani non debbano
partecipare attivamente alla vita, anche
politica, della comunità, tutt'altro. Ma perché
sarebbe bene che i giovani partissero dal basso,
evitando tutta la trafila di logiche di partito,
liste, listarelle, dispettucci, dictat
dall'alto, tradimenti di uomini e di valori.
Citando una delle poche persone che ha mantenuto
la propria dignità personale in questo clima
politico surreale, non possiamo
"cadere
nella trappola del se non ti candidi non puoi
fare politica".
La politica è in quello che ci accade intorno
ogni giorno.
Le facce che vediamo candidate quest'anno a
Telese Terme sono le stesse di cinque anni fa.
Le parole sono già trite e ritrite, i modi sono
identici, non è cambiato niente, viene solo da
chiedersi come possiamo sperare quindi che cambi
qualcosa nei fatti. Prima della scorsa
tornata elettorale telesina (2004) avevo avuto
una lunga diatriba con i giovani di una delle
liste, cose su cui non voglio tornare perché è
il passato ed è stato già abbastanza allora. Ma
resta lo stesso odiosissimo malcostume ad ogni
benedetta tornata elettorale, che sia politica,
amministrativa, europea, c'è sempre la lista, il
partito, il movimento che rivendica la paternità
di ogni buona azione giovanile. "Sono solo i
nostri giovani che portano avanti un impegno
culturale e sociale" e robe del genere. Non c'è
niente che mi faccia arrivare di più il sangue
alla testa.
Quest'anno mi è stato detto che se faccio il
rompiscatole e il polemico e sto sempre a
menarla contro questo o contro quell'altro è
perché "sono invidioso" e "quando mi è stato
proposto di entrare nei giovani dell'Udeur mi
sono tirato indietro, preferendo starmene con le
mani in mano". Ma ci siamo bevuti il cervello?
Io è da anni che mi impegno, o almeno ci provo
(quando più e quando meno, a seconda degli
impegni di sopravvivenza spicciola) in ambito
culturale e sociale senza sentire il bisogno di
fare il tirapiedi di Mastella. E con me tanti
altri giovani che sono sempre rimasti fedeli ai
propri ideali e, sopratutto, indipendenti,
preferendo rimetterci economicamente di tasca
propria se necessario, piuttosto che vendersi e
prestarsi a deplorevoli giochi di partito. E qui
ogni volta c'è chi esprime massimo disprezzo per
il lavoro di questi giovani ribadendo "sono solo
i nostri ragazzi che". Poi, invidioso? Ma io
l'invidia ce la posso avere per chi se ne frega,
chi riesce asceticamente a guardare tutto con
distacco, se ne fossi capace sarebbero anni che
farei nonna papera, tutto il dì torte, feste per
i nipoti e invasare passiflora. E' di
un'incredibile decadenza dei giovani che mi
lamento, non di non poter godere dei fantastici
privilegi di essere iscritto all'Udeur.
Non che sia solo questo, ho assistito a scene
che a raccontarle in giro qualcuno mi
indicherebbe la strada per Sant'Elena. C'è chi è
stato lì a pretendere che le attività del forum
giovanile si interrompessero durante il comizio
di questo o di quell'altro candidato.. Ma dove
sta scritto? Dovrebbe essere il contrario,
sarebbero i candidati a dover interrompere la
loro campagna elettorale di bugie e promesse
buone solo per il clientelismo su cui hanno
basato la propria carriera politica, per andare
ad ascoltare le esigenze dei giovani! Da quando
le attività associative sono soggette
all'attività politica? Diventerebbe fin troppo
facile per i candidati fare ostruzionismo, e ci
manca solo questa, che già..
Ho visto dei giovanissimi candidati (e per
giovanissimi non intendo quarantacinquenni,
parlo di gente tra i venti e i trenta) andare a
chiedere il voto ai coetanei (e fin qui), ma
non, come si potrebbe pensare, con la promessa
di creare spazi giovanili, momenti culturali,
occasioni di aggregazione sociale, progetti di
lavoro giovanile. No, si proponeva invece in
cambio un posto da mazziere in un circolo di
anziani, PR in discoteca, cameriere in un bar,
una roba agghiacciante (ovviamente non per i
posti di lavoro in sé, quanto per il fatto che
vengano usati come merce di scambio da un
giovane candidato), da rabbrividire, perché se
questo clientelismo terra-terra fosse il livello
di tutti i giovani di qua saremmo buoni che
andati. Per fortuna so che non è così.
Ai giovani lancio un appello, e chiudo:
riprendiamoci ciò che è nostro, impegnamoci per
far uscire la nostra terra dalla situazione di
mortificazione culturale in cui versa, non basta
organizzare le gite fuori porta per poter
sostenere di essersi impegnati per la cultura e
il sociale, non basta saper fare il piazzista di
sé stesso per essere un buon candidato per i
giovani. Usciamo da queste logiche di
partituccio da quattro soldi, andiamo a rompere
l'anima ai nostri padri che ci governano,
pretendiamo di essere coinvolti in tutto (tutto)
quello che riguarda la pubblica amministrazione,
e in futuro magari entriamo davvero in politica,
ma partendo dal basso, senza cedere ai ricatti.
E, ripeto (fino allo sfinimento mio e di chi
legge), riprendiamoci la cultura, riabituiamoci
alla bellezza, se tornassimo a conoscere la
bellezza della cultura e dell'arte e a farla
riscoprire a chi si è inaridito a causa di un
mondo sempre più difficile, tutto il resto (il
verde, gli spazi sociali, un maggior criterio
nell'edilizia, la bonifica delle aree dismesse -
ormai discariche a cielo aperto - e tutto ciò
con cui i politicanti di turno si riempiono la
bocca) verrebbe da sé. Ci conto, eh.
Buona, anzi splendida vita.
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