5
giugno 2009 - Intervento di Luciano Frittelli
Adesso basta (per davvero)
Credo che ormai la querelle sulla posizione di
Aceto nella prossima tornata elettorale abbia
raggiunto ormai livelli parossistici, quindi
voglio solo aggiungere poche considerazioni,
prima di rispettare con qualche ora di anticipo
la pausa di riflessione.
Dice Gianluca Aceto: "Il veto contro la mia
candidatura è maturato esattamente tra lunedì 4
e giovedì 7 maggio".
Ora Gianluca Aceto sa perfettamente come la
penso, ed ho anche riportato questo mio pensiero
in altro intervento, ma per completezza di
informazione però bisognerebbe ricordare anche
che la sera di sabato 2 maggio era stato sancito
un accordo con Liverini che, da galantuomo, si
era accontentato di una stretta di mano e di un
brindisi (e infatti ho detto spesso a Giovanni
Liverini di essere una persona troppo per bene).
Quindi il passaggio in cui Aceto dice: "Ho
spiegato dal palco che avevo dato la mia
disponibilità alla candidatura con Liverini,
specificando tuttavia che erano in corso
contatti provinciali per verificare le
condizioni di un accordo con Capasso" è
temporalmente successivo, e quindi non lo si può
portare ad esempio di correttezza.
Quanto detto mette anche in discussione il
passaggio in cui Alfonso Grillo dice:
"Siamo impegnati a sostenere la lista civica di
Capasso con convinzione e lealtà inossidabile",
ma forse gli accordi con Capasso sono stati
scritti e sottoscritti.
L'importante è sempre, comunque, avere le idee
ben chiare e infatti Emilio Tazza dice:
"Nell'assemblea
prevalsero due posizioni:
- Appoggio esterno alla lista Liverini
(posizione sostenuta da Gianluca Aceto);
- Presentazione di una lista di partito
(posizione sostenuta dall'assemblea).
Io
ero presente come elettore del Partito
Democratico e sostenni la necessità di
convogliare Rifondazione Comunista nella lista
Liverini.
Le
mie argomentazioni, dopo non pochi sforzi,
spostarono il baricentro della discussione sull'opportunità
di aderire alla lista Liverini. "
Fallita la prima posizione prevalente che si fa?
Si opta per la seconda, che pure mi sembra di
capire avesse un certo peso?
Ma
no, esiste sempre la terza via, quella che in
un'assemblea (a quanto dice Tazza) non era stata
neanche presa in considerazione, e che
improvvisamente diventa la via per la salvezza.
Ma
Emilio Tazza dice anche dell'altro:
"Nell'occasione
fu concordata la candidatura di Gianluca Aceto
in lista e ci lasciammo con l'intesa di
risentirci la mattina successiva (Giovedi 7
Maggio) condividendo con Liverini la necessità
di subordinare la decisione finale all'approvazione
del suo gruppo"
Ora se è stata condivisa una necessità mi sembra
quantomeno indelicato accusare Liverini per il
mancato raggiungimento (per la seconda volta) di
un accordo.
E
con questo chiudo, per quanto mi riguarda,
l'argomento.
Risposta a
Giuseppe Votto
di
Luciano Frittelli
- 31 maggio
2009
Credo sia opportuno precisare alcune cose:
-
Non mi pare sia mia abitudine nascondermi
dietro ad una email, o qualsiasi altro
supporto, in quanto tutto quello che dico è
sempre firmato con nome e cognome;
-
Come ho già spiegato ad altri amici, il mio
utilizzo di ViviTelese è fatto solo per
esprimere la mia opinione su ciò che leggo
su ViviTelese stesso, quindi utilizzando lo
stesso strumento e rivolgendomi allo stesso
uditorio che altri hanno scelto di
utilizzare; se invece c’è qualcosa che mi si
vuol dire in privato non c’è problema, il
mio numero di telefono è sull’elenco;
-
Non ho bisogno di fare strumentalizzazioni
politiche perché, come ho già detto in altro
intervento, io non sono candidato ma solo un
elettore, e come tale sono io che cerco di
capire chi e quando strumentalizza
politicamente determinate situazioni,
riservandomi ovviamente il diritto di
sbagliare;
-
Il fatto che la centralina di contrada Piana
abbia pochi numeri non è edificante, visto
che le amministrazioni fin qui succedutesi
(compresa quindi quella del sindaco uscente)
continuano a consentire costruzioni a tutto
spiano senza prevedere PRIMA le necessarie
infrastrutture; e posso capire che, se non
mi preoccupo di fogne, strade, illuminazione
ecc., figuriamoci se mi posso preoccupare di
una centralina telefonica;
-
Sul fatto che non hai la sfera di cristallo
sono d’accordo, ed ero sicuro che se tu lo
avessi saputo prima ti saresti mosso per
tempo; infatti io mi chiedevo come mai tu
non fossi venuto a conoscenza prima di un
problema ben noto anche a chi non abita in
contrada Piana, e non svolge il tuo tipo di
lavoro, quindi non c’era nulla da
indovinare;
-
Ho riletto il mio intervento incriminato, e
non ho trovato la parola spot; ma se anche
l’avessi utilizzata non ci sarebbe nulla di
male, perché ho già detto che un candidato
ha il diritto di fare propaganda, non
capisco perché avverto la netta sensazione
che molti candidati abbiano quasi vergogna a
fare campagna elettorale; come elettore io
voglio ascoltare invece tanta campagna
elettorale, perché solo così posso cercare
di capire chi tenta di mistificare (e prima
di essere equivocato, preciso che questo
non è un riferimento personale ad alcuno, ma
solo un concetto di tipo generale);
-
Voglio concludere riaffermando con forza il
mio pieno diritto ad utilizzare un
preziosissimo strumento come ViviTelese, nel
pieno rispetto del suo regolamento, visto
che da più parti mi sono arrivate critiche
per quello che ho scritto, ma soprattutto
per il fatto di averlo scritto su
ViviTelese; e allora ripeto ancora una volta
che io non faccio campagna elettorale,
perché non spetta a me farla, ma se ci sono
opinioni espresse in piazza (in questo caso
virtuale) sulle quali non sono d’accordo, io
esprimerò il mio dissenso nella stessa
piazza, e non pretendo che chi non è
d’accordo con me taccia per sempre.
Io
non sono un candidato
di
Luciano Frittelli
- 29 maggio
2009
Ho letto con vivo
interesse il curriculum di Gino Di Vico, e credo
che nessuno abbia mai messo in dubbio le sue
approfondite conoscenze culturali,
antropologiche, sociologiche e quant’altro,
Ecco quella che
possiamo senz’altro definire una “intelligenza
superiore”, non certo la mia che deve
accontentarsi di una striminzita laurea in
ingegneria, peraltro con il poco commendevole
voto di 108/110, ma chi si accontenta gode.
Il fatto è che,
però, Gino Di Vico è, che lo voglia o no,
candidato alle prossime elezioni amministrative,
e forse il cittadino vorrebbe ascoltare da lui
qualcosa sui programmi elettorali, rimandando ad
altri momenti disquisizioni folcloriche senza
dubbio interessanti, ma che forse troverebbero
certamente maggiore attenzione tra qualche
settimana, a urne chiuse.
E’ vero, i nomi
di insigni studiosi da lui menzionati forse ai
più non dicono molto, ma in questo momento il
nome di Gennaro Capasso, suo capolista, dice
tanto a molti, e non solo perché molti lo hanno
scritto sulle pagine di Vivitelese, ma
soprattutto perché basta ascoltare con
attenzione i comizi dello stesso Capasso, per
rendersene conto.
Io non sono un
candidato, e posso permettermi di non fare
propaganda, che non è mai fine a se stessa come
si evince leggendo la definizione che ne da
Wikipedia (che non sarà la Treccani, ma può
essere considerata una fonte con una buona dose
di attendibilità):
“La propaganda
è un tipo di messaggio mirato a influenzare le
opinioni o il comportamento delle persone.
Spesso, invece di fornire informazioni
imparziali la propaganda è deliberatamente
mistificatoria o fa uso di fallacità che,
sebbene talvolta possano risultare convincenti,
non necessariamente si rivelano valide.”
Quindi da un
candidato è lecito aspettarsi discorsi di
propaganda, magari non deliberatamente
mistificatoria, per conoscere le sue opinioni in
merito a quanto ci si dovrà aspettare da lui una
volta eletto.
Una
cittadina di Telese pone
una serie di interrogativi
su cosa, secondo lei, sarebbe opportuno per la
Telese che tutti dicono di volere, e per un
candidato sarebbe doveroso, e certamente non
disdicevole, parlare di queste cose.
“Programma
elettorale” non è una parolaccia, bensì il
contratto che il candidato sottoscrive con i
cittadini, e che lo impegna in caso di elezioni,
è il metro con il quale sarà misurata l’azione
amministrativa da parte di chi lo ha eletto, ma
anche da chi non ha contribuito alla sua
elezione, quindi i candidati non abbiano timore
di esternare i propri programmi, perché è
esattamente quello che noi elettori vogliamo
sentire, ovviamente con la nostra capacità di
discernimento per capire se quello che stiamo
ascoltando è “propaganda fine a se stessa”.
Ho letto anche
l’intervento di Pino Votto, e qui sono stato
molto meravigliato dal fatto che, pur lavorando
nel settore, è venuto a conoscenza delle carenze
del servizio telefonico e dell’ADSL in zona
Piana solo grazie alla soffiata del suo amico
Antonio, visto che la cosa era risaputa anche da
tanti che non abitano in quella zona. E’ stato
un vero peccato, perché sono sicuro che se lo
avesse saputo prima, come forse avrebbe potuto
grazie alla sua posizione professionale, avrebbe
certamente utilizzato la stessa influenza messa
in atto negli ultimi tempi e avrebbe risolto il
problema molto prima.
Un'occasione persa
di Luciano Frittelli - 23 maggio
2009
Generalmente quando vedo o sento qualcosa che
turba la mia mente sono portato a reagire
d’istinto, e interloquire al momento, quando le
circostanze me lo consentono; purtroppo questa
volta ho dovuto frenare la mia irruenza per
motivi, per così dire, tecnici.
L’altra sera, 20 maggio, ho visto e sentito
qualcosa che ha profondamente turbato i miei
pensieri, perché alle ore 21,00 mi sono
sintonizzato sull’emittente ELLETV che aveva
promesso di trasmettere un confronto in diretta
tra i candidati alla carica di sindaco di Telese
Terme.
Ero contento e piacevolmente fiducioso di poter
assistere ad un evento mediatico che ormai
raramente viene concesso agli elettori, anche a
livello nazionale, in quanto ritenevo di poter
ascoltare e confrontare le diverse posizioni su
singoli temi, almeno i più importanti,
riguardanti il futuro prossimo della nostra
città: e invece?
Invece nulla di tutto questo, e sono rimasto
totalmente deluso dal taglio dato alla
trasmissione perché mi sarei aspettato, da parte
del moderatore, domande stringenti rivolte in
parallelo ai tre candidati, per conoscere i
rispettivi punti vista su ogni singolo problema.
In realtà il candidato Liverini ha tentato più
di una volta di parlare di programmi, ha anche
tentato più di una volta di accennare ai
contenuti del suo programma, ma questi tentativi
non sono stati raccolti, a mio avviso, dal
moderatore che ha invece lasciato ampio spazio
all’antagonismo che ha caratterizzato la
convivenza politica dei due candidati Capasso e
D’occhio nella legislatura che volge al termine.
Capasso ha detto che il patto con gli elettori
sottoscritto cinque anni fa è stato pienamente
soddisfatto, e che le divergenze sono
sopravvenute sulle cose nuove da fare; bene, a
parte la discussione che si potrebbe aprire sul
passato, mi sarebbe piaciuto sapere quali sono
queste cose nuove, e quali saranno le rispettive
posizioni su queste cose nuove, mi sarebbe
piaciuto capire le motivazioni che hanno spinto
il sindaco Capasso ad utilizzare le sue
prerogative nei confronti di Alessandro
Grimaldi, ed evitare di farne lo stesso uso nei
confronti di Pino D’Occhio, ma queste cose non
sono emerse dalla discussione.
Qualche ascoltatore (più fortunato?) ha provato
a fare qualche domanda scomoda, che è stata
prontamente filtrata dal moderatore, a qualcuno
non è stata concessa la parola perchè voleva
rimanere anonimo, ma quelli che sono intervenuti
hanno fornito al massimo il nome di battesimo
(sperando che fosse quello corretto), e quindi
sono rimasti poco più che anonimi, a qualche
domanda il moderatore ha pensato bene di
rispondere in prima persona, citando l’esempio
della moglie che viene a passeggiare
piacevolmente e tranquillamente a Telese.
Ora convengo che Telese non è Napoli, e se io
sono venuto qui, sedici anni fa, con la mia
famiglia, non è perché me l’avesse ordinato il
medico, ma per mia libera scelta, e sono
convinto che a Telese certi episodi possono
essere ancora considerati marginali; ma è anche
vero che quando c’è sviluppo, il pericolo che
certi fenomeni, e non solo gli scippi, aumentino
di pari passo con lo sviluppo è reale, e non si
può quindi nascondere la testa sotto la sabbia
dicendo che va tutto bene visto che anche il
procuratore capo di Benevento, dr. Maddalena, ha
espresso preoccupazione in alcune interviste
affermando:
-
“Benevento isola felice? Un eufemismo”
-
“Benevento non è più un luogo di transito,
ma una piazza di spaccio”
e non mi sembra che Telese sia così isolata da
Benevento.
Vorrei concludere facendo due considerazioni:
-
pur ringraziando doverosamente ELLETV, e
tutto lo staff, per il lavoro svolto
nell’offrire un evento che mi auguro possa
ripetersi in futuro, ritengo quella
dell’altra sera un’occasione persa;
-
la trasmissione è comunque servita ad
evidenziare, a mio avviso, quello che
Liverini ha chiamato “mostro politico a due
teste”, che potrebbe assumere sembianze
fisiche in caso di vittoria di Capasso o
D’Occhio.
Cari concittadini, vigilate, riflettete e votate
per il futuro della città, nostro e soprattutto
dei nostri figli.
Evviva la dialettica
di Luciano Frittelli - 23
maggio 2009
Sono contento che si possano esprimere opinioni
ed assumere posizioni politiche senza che per
questo si debba essere accusati di essere una
intelligenza superiore, come mi è
accaduto oggi pomeriggio da parte di
omissis, e quindi ringrazio l’amico
Emilio Tazza che si rende disponibile ad un
confronto di idee che non necessariamente devono
coincidere.
Devo però precisare che io non ho parlato di “giochetti
politici di scarso rilievo” e quando Emilio
Tazza dice “ho dovuto prendere atto, con
profondo rammarico, che un uomo di sinistra ha
dovuto subire il diktat della destra per
escludere l’allargamento a sinistra della sua
lista” devo ricordargli che la candidatura
di Gianluca Aceto non solo non era stata
rifiutata, ma era stato addirittura “raggiunto
un accordo che Aceto ha disatteso, anche se per
motivi forse indipendenti dalla sua volontà, e
che comunque poco avevano a che fare con
problematiche locali”; tale accordo è
saltato per motivi non certamente imputabili a
Giovanni Liverini o a qualcuno dei suoi
candidati, e sono questi i giochi politici, non
certamente di poco conto, cui facevo
riferimento.
Il fatto che la situazione poteva essere
riconsiderata è certamente vero, ma è
altrettanto vero che non si può semplicemente
dire “ci sono, non ci sono, ci sono ancora”, e
quindi certi passi andrebbero valutati a fondo
prima di compierli.
Altro punto che merita una doverosa precisazione
è “Chi vince fa cappotto e prende tutto:
governerà il comune, gestirà il partito di
appartenenza, avrà diritto di prelazione su
future candidature”.
Questa mi sembra una filosofia che era
certamente valida quando i partiti avevano una
struttura fortemente gerarchica, mentre oggi nei
partiti è forte la richiesta di dialettica; è
ovvio che i numeri hanno pur sempre un
significato, ma se si vuole gestire un partito
occorre anche trovare le motivazioni giuste per
unire, e i numeri da soli non bastano, a meno
che non si voglia gestire una parte del partito.
Voglio infine far notare che le mie
esercitazioni lessicali si rivolgono a tutti e
tre i candidati a sindaco, come si può ben
vedere leggendo il mio intervento precedente, e
come si dovrebbe evincere chiaramente dal titolo
dell’intervento stesso.
Concludo, caro Emilio, con la speranza di
incontrarti al più presto per offrirti un caffè,
in quanto credo che io e te possiamo
tranquillamente discutere dal vivo, e non solo
via internet.
Perché NON bisogna votare Capasso e D'Occhio
di Luciano Frittelli - 19
maggio 2009
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