29 gennaio 2008
Aceto replica alle perplessità di Del Deo
Gianluca Aceto

 

 

 

Caro Fulvio,

riguardo alle tue osservazioni dico quanto segue:

 

1.      La repressione non basta di certo: però potrebbe agire da deterrente in posti dove i livelli di civiltà sono ancora lontani dal necessario. Ad esempio, sappi che abbiamo impiegato tre mesi per rimuovere i rifiuti (soprattutto ingombranti) dalle piazzole della fondovalle Isclero, a causa delle elaborate procedure di caratterizzazione e autorizzazione allo smaltimento. Attualmente sono stati depositati alcuni sacchetti di rsu ma non ho visto ingombranti. Forse l’effetto deterrenza un po’ ha funzionato, anche se da solo non basta e sarà sicuramente inutile se intanto non si realizza il nuovo sistema;

 

2.      l’eliminazione del cassonetto è SEMPRE un fatto positivo, anche se il comune facesse lavare periodicamente i contenitori stradali (cosa peraltro prevista in tutti i contratti di appalto della raccolta di rifiuti solidi urbani e sovente inattuata). Le statistiche dimostrano che la raccolta porta a porta è lo strumento più efficace per aumentare quantità e qualità della raccolta differenziata. Il cassonetto stradale non dà gli stessi effetti. Faccio notare l’aspetto qualitativo, che è strettamente legato alla possibilità di verificare la pratica del singolo nucleo familiare, e quest’ultima risulta fortemente incoraggiata se dalla buona differenziazione venisse fuori qualche beneficio economico;

 

3.      vengo pertanto al punto della tariffa integrata ambientale (TIA), che prima o poi dovrà sostituire la tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU)[1]. Quest’ultima è profondamente ingiusta, perché è commisurata esclusivamente alla superficie dell’abitazione (o di altri tipi di locali), indipendentemente dalla reale produzione di immondizia. La TIA può invece tener conto di altre variabili: valore catastale dell’immobile, numero di componenti effettivi del nucleo familiare, modalità della differenziazione (verifica qualitativa e quantitativa). In altri termini, la TIA ha una proiezione in avanti, e mira a ridurre progressivamente la quantità di rifiuti da portare in discarica o incenerire, promuovendo invece riuso e riciclo dei prodotti. Per raggiungere questo risultato, può funzionare il principio che chi meglio agisce più se ne avvantaggia, poiché paga meno di chi si disinteressa e getta tutto in maniera indifferenziata. Anche la parte pubblica se ne avvantaggia: se nei primi due anni il porta a porta costa più che la raccolta stradale, successivamente il rapporto si inverte, poiché il comune conferirà sempre meno in discarica e ricaverà sempre più dalle frazioni merceologiche remunerative, tanto più riciclabili quanto meglio differenziate. Tutto questo richiede: raccolta porta a porta, pesatura e registrazione delle diverse frazioni differenziate (e naturalmente del residuo indifferenziato, unica parte da conferire in discarica e quindi da pagare), identificazione e rintracciabilità del singolo sacchetto, onde disincentivare eventuali furbetti che volessero celare l’indifferenziato tra le frazioni nobili. Non è il mondo dei sogni, ma nemmeno si può pensare di farlo in tre mesi;

 

4.      sai bene che decenni di martellamenti pubblicitari ci hanno reso un Paese innamorato dell’acqua in bottiglia. Bisogna cominciare a promuovere il consumo dell’acqua di rubinetto, a cominciare dalle giovani generazioni. Stesso discorso vale per la riduzione degli imballaggi. Anche a questo stiamo lavorando, partendo da una considerazione banale ma imprescindibile: allo stato attuale non puoi imporre nulla agli esercizi commerciali, ma bisogna inventarsi forme di coinvolgimento e di incentivazione (cosa non facile in tempi di crisi economica…);

 

5.      neanche io credo alle cose fino a che non le vedo realizzate, ma per realizzarle bisogna averle in mente; poi trasformarle in progetti qualificati; poi  occorre confrontare i progetti con le istituzioni e i cittadini, ed eventualmente modificarli; poi vanno seguiti bene, perché anche le idee migliori necessitano di gambe su cui camminare, cioè di soldi; infine – se tutto il resto è andato bene – bisogna che la realizzazione degli interventi coincida con i progetti, sennò si rischia l’eterogenesi dei fini e, con essa, figure barbine. Insomma, stiamo parlando di piccoli miracoli, e sai bene che con il paranormale io non ho un gran rapporto. Figurati se mi faccio prendere dall’illusione. Però qualche anno di esperienza alle spalle pure ce l’ho, a sufficienza per dire che un passo dopo l’altro si può raggiungere un traguardo;

 

6.      lo stesso discorso vale per la centrale a biomasse. Per fortuna nel nostro Paese esiste ancora il principio della separazione dei poteri, per cui il giudizio spetterà al tribunale amministrativo. In base alle risultanze si deciderà quale altra azione (eventualmente) intraprendere. Per inciso: il ricorso è stato depositato lo scorso 11 gennaio, ed è ovvio che ancora non se ne possa sapere nulla. Rimango dell’avviso che un voto unanime esprima una posizione molto forte: solo pochi mesi fa le condizioni della Provincia non sarebbero state così agevoli, per tutti noi. Non si tratta di una semplice speranza, ma di un fatto. Poi potrebbe essere insufficiente (chi lo può escludere?), ma intanto è così. Quali altre amministrazioni presenteranno ricorso?

 

 

  Ti abbraccio.

Gianluca

 



[1] Si veda a tal proposito il decreto legislativo n. 152/2006, art. 328. L’applicazione di tale previsione è stata rinviata di anno in anno.

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it