21 ottobre 2009
Flaviano Di Santo scrive ad Aceto
Flaviano Di Santo

 

 

Gentile Gianluca Aceto


Le scrivo in merito all’intervento sull’operazione Telesia e  mi complimento per la chiarezza, lo stile ed i contenuti, di cui certamente non riuscirò ad eguagliarla.

Le scrivo anche da telesino ‘dop’ che non è una ulteriore categoria protetta di cittadini, diversamente da quelli che si definisco di origine controllata ma semplicemente da telesino immigrato dopo tanti altri. Uno degli ultimi, per intenderci,  non risiedo in case altrui e la mia è stata una libera scelta, tuttavia, questa condizione non mi avvantaggia di alcun sgravio fiscale o diritto particolare e per questo, penso di avere nei suoi riguardi di politico professionista, un rapporto da politico-cittadino in cui, lei mi considera un cittadino che attraverso il fisco sostiene il sistema amministrazione ed io, attraverso il sistema elettorale, la delego ad amministrare.

Lei, per continuare a vivere di politica ha bisogno del mio voto ed io, che per vivere devo fare ben altro dalla politica, spero sempre di indirizzare la mia preferenza elettorale a chi possa spendere meglio i ‘miei’ soldi.

Prima di addentrarmi nel merito apro una curiosa parentesi, di cui sarebbe interessante anche una sua opinione di politico, constatare che la sua professione è particolarmente attraente in Italia. Indipendentemente da ideologia, stato sociale o formazione, diventare un politico è un’aspirazione che attira in Italia, più di essere calciatore o velina! Una ragione ci sarà e non penso che sia da individuare nella passione sociale che, francamente, faccio fatica a percepire sia  nella politica stessa che nel vivere comune.

Ma torniamo al suo ruolo di politico ed ai contenuti del suo intervento che sintetizzerei così: vi dispiace per le famiglie degli indagati e le ripercussioni sociali ma  quello che è successo, voi, lo dicevate già in tempi non sospetti ed avete rischiato anche la vita per farlo capire…qui si è speculato alla grande e si farebbe meglio a tacere (se lei sa realmente qualcosa di concreto sulle speculazioni da parte di colleghi lo dica, sarebbe interessante per tutti, non credo ci sia momento più propizio per fare chiarezza, io posso dirle che ho avuto dei sospetti simili ai suoi e senza sbandierarli li ho denunciati al tar, il quale, in contrapposizione a sentenze del tutto analoghe , mi ha dato torto e per questa ragione non posso che rispettare la legge, anche se la giustizia stessa, sembra avere spesso pesi e misure diverse) … c’è bisogno di un’innovazione politica, alle prossime consultazioni vota Aceto.

Lei ha tutte le qualità comunicative di un politico di professione, il suo linguaggio è talmente convincente e persuasivo che se  vendesse congelatori, riuscirebbe a fornire anche gli esquimesi. Con queste stesse parole ( nei concetti ovviamente) Bertinotti, nel suo ultimo appello all’Italia nella direzione di una innovazione politica, infiammò anche me, insieme a tanti altri ‘infreddoliti dal sistema’ che hanno semplicemente capito dopo, di non aver bisogno di un congelatore se si vive già nel disagio del ghiaccio polare.

 Mi perdoni un linguaggio che mi è stato già precedentemente definito ‘schietto e popolare’ (che è sempre meglio di sofisticato ed incomprensibile ) ma mai una politica di sinistra fu tanto…agghiacciante. Convinzione personale ovviamente e di quanti come me hanno tratto la conclusione di aver giocato anche l’ultima carta.

Non ho le sue competenze e convinzioni in ambito politico ma credo si possa riconoscere il fallimento di ogni linea politica adottata, negli ultimi vent’anni in Italia.

 Non provi ad esimersi, non sarebbe corretto. Può solo ammettere, e le è consentito, che la sua formazione di riferimento ha contato ben poco ma avuto la sua grande occasione ed è fallita lo stesso. Cos’ì com’è fallita la presunzione che la D.C. fosse indistruttibile, che tangentopoli ripulisse l’Italia da malfattori, che la sinistra risolvesse i conflitti d’interesse,della giustizia e che Berlusconi, con un milione di nuovi occupati, riuscisse a dare una svolta almeno imprenditoriale a questo paese. Nemmeno quella, ci saremo accontentati di non aumentare il tasso di disoccupazione.

Il teorema degli ultimi vent’anni di politica italiana portano ad una sola conclusione: la corruzione esiste, nasce e vegeta nel sistema dei partiti, non è efficace la magistratura, non è efficace l’alternativa politica e dietro questo mostro a due teste, solo un vuoto cosmico, riempito di politichese che la gente capisce, capisce eccome, solo che ha davanti a se un apparato complesso di rapporti politica-giustizia, praticamente inespugnabile in cui la logica dominante è non mettere mai in primo piano le reali esigenze della gente. Questo mostro finanzia anche il suo partito, poi lei, come dicono in fondo tutti, avrà nobili ragioni e non altro per occuparsi di politica.

L’osservazione che le faccio da cittadino, in quanto gestore ed utilizzatore del mio contributo economico, le dico che quel valore diventato disvalore (ammesso che l’Italia abbia mai vantato un’era sul valore della giustizia largamente condivisa ed osservata,  perché i fenomeni mafia, camorra  e ndrangheta sono molto più vecchi dell’Unità d’Italia e della Costituzione) non germoglia nei ristretti perimetri di un  piccolo comune ma vegeta in un preciso disegno progettato e costruito da questa  politica nel suo complesso di cui lei, suo malgrado, fa parte a pieno titolo. L’assimilazione che ho fatto del politico al commerciante è aderentissima, tranne che in un fattore fondamentale: il commerciante rischia il suo fondoschiena, il politico rischia quello dei suoi elettori.

 Quando dice che l’invincibilità di un sindaco rivela la sua vera natura, credo che consideri chi lo ha votato delle teste di legno ed io, pur non conoscendo molti telesini, non lo condivido. Le porto la testimonianza di miei colleghi napoletani che in un’occasione di lavoro a Telese, hanno descritto la mia neocittadina come una sorta di isola felice (non perfetta ovviamente) rispetto a realtà evidentemente più degradate ma da cui, curiosamente, non emergono quasi mai  fatti  così penalmente rilevanti.

 Vuol dire che la giustizia fa rima con degrado e viceversa? Non credo. Penso che chi esprima il voto in un piccolo comune come Telese, possa ancor meglio che in altre realtà più grandi, rapportare in modo diretto la qualità della propria vita con l’amministratore di turno. Sono convinto che il disagio che tutti proviamo di fronte ad un sistema politico nazionale di palese inefficacia civile, viene vissuto con un istinto primordiale che identifica in una sorta di capo branco, la persona che infonde la maggiore sicurezza alla comunità, che è assimilabile ad una foresta piena di lupi. Non escludo che lei possa essere il prossimo capo branco ma non creda che nella foresta oltre il perimetro telesino, ci siano solo agnellini. Personalmente non ho ancora mai votato a Telese ma sono un genitore di ragazzi che hanno frequentato e frequentano il liceo e vivo con loro i disagi arcinoti della nuova sede. Non discuto di urbanistica, perché non ne ho competenza ma tra l’aspettativa di avere una sede a breve e quella che probabilmente frequenterà mia nipote, francamente non so qual è la migliore e questo ce lo chiarirà il futuro ma sono convinto che se io fossi un imprenditore che avesse voluto aprire una fabbrica di congelatori (non per gli esquimesi ma magari per l’esportazione in Africa) nell’area indicata della nuova sede, avrei certamente lanciato il sospetto che volessi riciclare danaro sporco con un’operazione industriale dubbia e nel posto sbagliato.

Se davvero si utilizzerà un’area sotto vincolo idrogeologico per un’attività pesantemente invasiva come un polo scolastico, non vedo perché non ci si possano costruire poi ospedali, strutture sportive, piuttosto che discoteche, bar, alberghi.

Mi piacerebbe sapere se le proposte della nuova sede hanno il supporto di uno studio urbanistico sostenibile o se il concetto di sostenibilità stessa è un’opzione politica che si usa all’occorrenza perché i disagi dovuti al traffico di quell’area sono spesso segnalati proprio su Vivitelese e la stessa area mi sembra essere proiettata ad allargare l’isola pedonale. Da un lato si condanna  la cementificazione selvaggia e quando si ha l’occasione di poterla contenere riqualificando siti industriali in un riutilizzo d’interesse sociale, s’ammazza Sansone con tutti i filistei e  quel poco di verde che c’è.

 In particolar modo l’Emilia Romagna, che dovrebbe essere un’area vicina alla sua ideologia politica, ma anche nel milanese e nel torinese, esistono pull di architetti incaricati dai comuni, proprio per individuare una riqualificazione di ex siti industriali: economicità, riqualificazione territoriale e meno cemento.

 L’avrei apprezzata se avesse posto la sua linea politica nella direzione del rispetto dei parametri tecnici di costruzione di una scuola e non nel voler essere anche urbanista, a meno che, e questo lo ignoro, non sia questa la sua professione. In questa piccola parentesi si legge tutta la contraddizione della politica contemporanea: chi non sa fare l’amministratore, si faccia da parte senza fare danni su competenze che non si hanno. Invece fare veramente l’amministratore è, purtroppo, faticoso, disappagante…ma prima degli interesse della gente conta prima la strategia di farsi rieleggere.

 E’ questa l’innovazione politica che dobbiamo aspettarci?
Ognuno di noi è stato certamente figlio e molti come me credo, si sono contrapposti alle idee dei nostri genitori definendoli arretrati su posizioni che magari ci consigliavano diversamente. Nella mia esperienza di padre e da poco anche nonno, devo ammettere che molte cose, quando le vivi da dentro assumono colori e tonalità che dall’esterno non appaiono chiaramente visibili. Questo non vuol dire che va scelto con la testa di altri ma certamente, ogni idea se non viene vissuta realmente e completamente, non se ne può misurare la vera portata.

Purtroppo, non credo che attraverso questo mio banale intervento si riesca ad affrontare un tema tanto complesso, che mira ad un’innovazione profonda che non conviene alla politica stessa ma per una volta ai veri soggetti della politica, cioè i contribuenti. Questa ovviamente è una strada che necessita di una spinta popolare che nessuna formazione politica vuole, per cui, se lei vede in altri politici la contrapposizione alle sue idee, io la trovo nell’apparato complessivo di cui fa parte anche lei. Da cittadino la invito a leggere attentamente dei segnali sociali che non definirei semplicemente preoccupanti: quando dei cittadini stessi, come gli operai del depuratore di Cuma, arrivano a compiere il gesto di versare la ‘merda’ sulle spiagge su cui vanno i propri figli, vuol dire che si è alla disperazione, ad uno stato di non ritorno in cui non si può più rimanere a guardare o a giocare la battaglia navale.

In ogni caso, nel rispetto di chi ha dato anche la vita per lasciarmi nella speranza di una democrazia, non rinuncerò mai al mio voto, e dovendo ancora aspettare una nuova e vera classe politica, la mia scelta è di affidarmi perlomeno ai meno ipocriti.

Mi scuserà per le imprecisioni che inevitabilmente ho inserito ma sono molto fiducioso in un sereno confronto di idee in una direzione magari diversa da quella con ‘cittadinanza attiva’ che da un lato invita ad essere un cittadino presente e poi scompare se gli chiedi qualcosa.

Con stima, Flaviano Di Santo

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it