Riflessioni delle ultime ore - 11-06-04 - Alessandro Falconieri

 

 

 

 

Riflessioni delle ultime ore.

 

Se non avessi studiato dai preti e non avessi avuto alle spalle famiglie (la mia e quella di colei con cui decidemmo di clonare la specie!) dedite all’esempio di un Vangelo semplice, fatto di concreto modesto impegno verso il prossimo, quello che insomma insegnavano anche al Catechismo, avrei forse ceduto anch’io alle lusinghe delle “mistiche” incazzature di Sua Grazia Pino Unico, Rajà di Telese, portatore di fede propria e armato di Vangelo, preso a prestito da altra confessione e brandito dai pulpiti per estorcere voti di coscienza nella crociata contro l’infedele che insorge.

 

Anch’io, ad esempio, avrei rampognato la “giovane ingegnera”.

 

Suvvia Teresa, Le avrei detto, benedetta figliola,… ma cosa ti salta in mente di metterti in politica, di ardire di portare, oltre a nutrito bagaglio di conoscenze, il contributo di mamma preoccupata! Diventi ingegnera, per giunta con grande impegno di studio (qui si usa diventar prima sindaci!), impari le lingue, ti fai apprezzare fino al punto da farti mandare in giro per l’Italia e per il mondo, poi… cacchia cacchia te ne vieni al Contado senza porti sotto tutela (ma questa almeno è colpa di quello… di papà!!!) e pretendi di portare a passeggio in sicurezza la bimba intorno al lago!

 

Se prima di far frullare la crinita testolina, con quel congegno che ti fa agire in libertà di giudizio, fossi andata a genufletterti al Magnifico che tutto sa, tutto controlla e tutto determina, avresti evitato di far “gargarismi e colluttori” (sic!) mescolata ad  “un’accozzaglia di persone messe insieme” – come Sua Grazia ha definito i tuoi compagni di viaggio –; avresti scoperto che Gianni Liverini, Giuseppe Di Mezza, Michele Selvaggio, Mario D’Occhio, ad esempio, altro non sono che emissari del KGB infiltrati nella nostra comunità con l’intento di approfittare della competizione elettorale per sovvertire l’ordine democratico.

 

Io però ho studiato dai preti ed in nome di una tolleranza, che pratico e non predico, non rampognerò nessuno, anzi giuro che non “guarderò in cagnesco” neppure qualche amico che in questi giorni mi evita come fossi appestato. Tranquilli! non adesco nessuno con lo specchietto del fax per il rimborso di 25,82 euro per il black-out di settembre 2003; non telefono a nessuno per intimargli di votare per questo o per quello; non distribuisco buoni-spesa per soddisfare intime esigenze di combattere l’indigenza (sia perché penso che di questi tempi potrebbe sostanziarsi come reato, sia perché non saprei chi beneficare stante il più alto reddito pro-capite della nostra Comunità).

 

Ed a proposito di questo scoop (il reddito…), la mia famiglia rischia di scompaginarsi: mia moglie non sospetta che io sia diventato un gaudente solo perché è donna estremamente pratica..., i miei figli mi trattano come l’ultimo dei taccagni che mette il danaro in sacchette senza avere la lungimiranza di comprare qualche dozzina di appartamenti in loco e qualche pied à terre a Parigi o Copenaghen.

 

Il piccolino si dispera perché s’è affezionato all’idea dello spyderino da settantamila euro con radiotelefono e guida satellitare. Io ce la metto tutta per fargli capire che, con la mamma, convolammo a sospirate nozze trentuno anni fa con le prime 900.000 lire che raggranellammo in un anno di lavoro, senza inseguire scelte che di certo ci avrebbero persi. Domanda: “Papà, in una recente lettera hai scritto che ti dispiacerebbe accorgerti che qualcuno possa pensare che sei fesso, ma allora tu che sei?”

Gli ho ribadito secco: “Non sono Rajà!”

 

Non ho studiato alla Facoltà di Scienze della Manipolazione di Pubblico Danaro. Quando ho potuto ho dato senza presentare conti, figurarsi poi il minaccioso ricatto, ma soprattutto riconoscendo al prossimo la libertà di coltivare convincimenti diversi dai miei.

 

Poche ore ancora e calerà il silenzio su un vomito di isterismi che non ha risparmiato nulla: invettive, ingiurie e parolacce, condite da un sarcasmo all’altezza del Personaggio.

Mentre urlava stasera la sua ira, quella che ha fatto impazzire i suoi calcoli (…non quelli renali!), il Raja non sapeva che le sorti di un nostro giovane concittadino, ancorché “giovinastro” – come egli lo ha definito con altri –, sono state prese in cura dalle Forze dell’Ordine impegnate ad evitare che un nome ricorrente in questi giorni per ragioni diverse (Ottaviano!!) vada a colorarsi nella nostra zona di più sinistri contorni.

 

Dio non voglia che questo debba ascriversi a scelte fermamente contrastate (altro che cultura del rifiuto della crescita!), sorrette dalla fiera affermazione “Non ho mai fatto grandi alleanze con i poteri forti… io ho fatto alleanze forti con amici… imprenditori…”!

Guardiamoci bene intorno! Opponiamoci all’esproprio della coscienza civile che alberga in ciascuno di noi; operiamo scelte, in qualunque direzione, supportate da analisi di fatti non da suggestioni di mistiche incazzature.

 

Ed in particolare i giovani, “giovinastri” compresi, nel superamento di steccati di ogni natura, si preparino ad assumere il compito gravoso della gestione del futuro.

 

La mia generazione troppe volte è caduta sotto i colpi delle delusioni, ma ha sempre profuso sforzi per alzarsi. In passato si è rialzata per se stessa, oggi intende farlo per voi, per salutarvi in piedi ed in piedi, sia pur con gli evidenti segni del tempo, consegnarvi prima che gli cada dalle mani il testimone della fede che parla d’amore per la propria terra e per la propria gente.

 

Telese merita di essere l’oasi di serenità e civile convivenza che in molti hanno coltivato negli anni e che in tanti hanno ritenuto di godere trasferendovi affetti ed interessi.

Il 14 giugno può essere un giorno nuovo!

 

 Telese Terme, 10/11 giugno 2004                                 Alessandro Falconieri 

 

 


 

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