2 ottobre 2005
Blitz di Striscia a Cervinara
Giuseppe Sangiovanni

 

 

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Giovedì 29 settembre Fabio e Mingo inviati del tg satirico di Ricci, hanno registrato il servizio

 BLITZ DI STRISCIA PER LA BARACCOPOLI DI CERVINARA

Il sindaco intervistato promette davanti alle telecamere : “Nel giro di un mese e mezzo tutto risolto”

 

 

Cervinara- Per la baraccopoli di Rotondi, ieri è arrivata Striscia la Notizia, l’incalzante difensore civico mediatico, richiesto a furor di popolo da tutta la penisola.

L’incredibile caso, segnalato dal freelance Giuseppe Sangiovanni, alla redazione del tg satirico più seguito del Bel Paese, è approdato nel mirino delle telecamere di Canale 5.

Inviati da Mediaset - il simpaticissimo duo, Fabio e Mingo, che con tutta la banda di Ricci, pratica un giornalismo di servizio, che mira a sensibilizzare enti ed istituzioni, spesso alla finestra- scovando a ritmo frenetico lo sterminato esercito di maghi e guaritori. Un tg di servizio, che cerca di dare voce ai più deboli- con un giornalismo ricco di denunce, inchieste su sperperi di danaro pubblico, condotte e trattate con il sorriso sulle labbra.

La troupe del programma è  piombata  nelle fatiscenti baracche, ieri mattina alle 10,30. Uno “spettacolo” che ha colpito  profondamente tecnici ed inviati del tg satirico- che  mai avevano visto nulla del genere.

Venerazione scontata  per i due “santi”(ndr. Fabio e Mingo)- assaliti completamente da una dozzina di famiglie disperate. Gente in tripudio per l’improvviso blitz. Persone convinte che il servizio possa procurare finalmente il miracolo. Una casa degna,  per umani- attesa dal 1980. Un quarto di secolo vissuto nell’orrore, tra l’amianto, ratti, rettili, sotto il cocente  sole e al freddo per venticinque lunghissimi anni.

Troupe accerchiata, acclamata e osannata a gran voce: tutti “orgogliosi” di mostrare alle telecamere di Ricci- le proprie “suite” da quarto mondo.

Invisibili, figli di nessuno da un quarto di secolo. Dalla sera del 23 novembre del 1980.

Nulla è cambiato da queste parti- dopo il forte sisma che sconvolse nel 1980 la Campania e Basilicata

Terremotati a vita!

In quella serata nebbiosa, un violentissimo terremoto rase al suolo paesi interi, cancellando per sempre intere generazioni. Oltre duemila, i morti(l’Irpinia pagò un alto tributo in vite umane). Centinaia di migliaia i feriti, rimasti senza casa, ospitati in container messi a disposizione dalla protezione civile. Doveva essere solo una situazione di ripiego, per far fronte all’emergenza. Così non è stato.

Una tragedia finita nel dimenticatoio per tanto, troppo tempo.

Dopo venticinque anni, ci sono ancora tantissime persone che continuano a “vivere”, peggio delle bestie  in quelle casette di emergenza. E’ il caso della baraccopoli di Cervinara,  che continua a rappresentare una inaudita vergogna nazionale.

Un’odissea infinita, di sacrifici, di stenti, di promesse non mantenute: vissuta da adulti, invecchiati  e morti nelle stamberghe, e dai bambini, cresciuti nel freddo gelido dell’inverno, e l’insopportabile afa d’agosto.

Di case vere(ad un passo dalle favelas)- fatte di mattoni e cemento, ne sono state costruite. Non per questi figli di nessuno, persone senza diritti, calpestati dall’indifferenza- caduti sotto le pagine del tempo.

Vittime di promesse, protocolli, errori, negligenze, fallimenti e del mostro burocrazia, iperattivo nel bel paese.

INFERNO LUNGO 25 ANNI

“Per lo stato siamo invisibili da venticinque anni- siamo stufi- spiegano in coro- tantissime volte i media si  sono occupati della nostra situazione, ma nulla è cambiato, non abbiamo avuto risultati, siamo ancora qui- costretti a vivere peggio delle bestie- riprendete e  fotografate queste topaie dentro e fuori- siamo stanchi  vogliamo vivere da esseri umani- ripetono come automi- ai due inviati e giornalisti presenti.   

Gli fa eco  Francesco De Ponte, 76 anni- stanco, malato e vedovo da qualche mese(sua moglie ha portato con sé il desiderio di abitare nei nuovissimi  appartamenti)- che dice: “ lo stato italiano si è dimenticato di noi, viviamo come bestie, i cani e animali di affezione vivono assai meglio di noi: c’è stata la corsa per far entrare l’Italia in Europa, ma quelli lì lo sanno che da un quarto di secolo ci hanno fatto diventare bestie. Io sono malato e sicuramente non riuscirò ad entrare nelle nuove case ammirate per anni. Altro che Europa, il quarto mondo è qui.

Da brividi gli interni di questi  monumenti all’inciviltà, che hanno segnato la vita di persone private della dignità umana, costrette a scontrarsi con tantissime emergenze, tra le prime di carattere sanitario. Con l’Asl  spettatore beato.

Persone che cercano con poca fortuna di  tamponare le abbondanti infiltrazioni d’acqua durante l’inverno: tappezzando il soffitto con le pagine dei quotidiani. Persone costrette a fare la guerra con i topi, che girano numerosi tra i coinquilini umani, trattati peggio delle bestie dalla società civile.

Un vero dramma per queste famiglie, uomini, donne, anziani- profughi nella loro “amata” patria.

Lasciate vivere nel più assoluto degrado, abbandonate a se stesse: annientate dall’indifferenza e dal mostro burocrazia- che ha negato finora vere e bellissime case costruite dall’IACP(Istitituto Autonomo Case Popolari)- posizionate a pochi passi dalle favelas irpine.  Appartamenti completati(manca qualche allaccio), destinati a queste famiglie- non assegnati finora per motivi incomprensibili. Ancora nelle mani del mostro burocrazia! Alloggi nuovi di zecca, guardati, ammirati, desiderati da queste persone che pur in preda alla disperazione, sono rimasti nelle stamberghe, aspettando civilmente l’assegnazione.

Promesse, solo promesse. Ai primi di marzo il presidente dell’IACP, Vanni Chieffo- dichiarava alla stampa: “ Dopo Pasqua, in primavera- queste persone potranno andare a vivere nelle nuove case, lasciandosi alle spalle anni di sofferenza”. L’ennesima promessa non mantenuta! Il sindaco incalzato dal duo di Striscia- ha promesso davanti alle telecamere- che nel giro di 45 giorni- tutto sarà risolto. Potenza del tubo catodico!

Promessa legata al dito dagli inviati  nel  servizio in onda su Canale 5  nelle prossime settimane.

Cercare di  sensibilizzare, poi risolvere i problemi con i giornali, la radio, un tg satirico- è una sconfitta per tutti: per la società, per le istituzioni e per lo stesso pianeta comunicazione.

                             

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