Servizio precedente >>>
Cervinara, terremotati a
vita
Giovedì 29 settembre Fabio e Mingo inviati del
tg satirico di Ricci, hanno registrato il
servizio
BLITZ DI STRISCIA PER LA BARACCOPOLI DI
CERVINARA
Il sindaco
intervistato promette davanti alle telecamere :
“Nel giro di un mese e mezzo tutto risolto”
Cervinara-
Per la baraccopoli di Rotondi, ieri è arrivata
Striscia la Notizia, l’incalzante difensore
civico mediatico, richiesto a furor di popolo da
tutta la penisola.
L’incredibile
caso, segnalato dal freelance Giuseppe
Sangiovanni, alla redazione del tg satirico più
seguito del Bel Paese, è approdato nel mirino
delle telecamere di Canale 5.
Inviati da
Mediaset - il simpaticissimo duo, Fabio e Mingo,
che con tutta la banda di Ricci, pratica un
giornalismo di servizio, che mira a
sensibilizzare enti ed istituzioni, spesso alla
finestra- scovando a ritmo frenetico lo
sterminato esercito di maghi e guaritori. Un tg
di servizio, che cerca di dare voce ai più
deboli- con un giornalismo ricco di denunce,
inchieste su sperperi di danaro pubblico,
condotte e trattate con il sorriso sulle labbra.
La troupe
del programma è piombata nelle fatiscenti
baracche, ieri mattina alle 10,30. Uno
“spettacolo” che ha colpito profondamente
tecnici ed inviati del tg satirico- che mai
avevano visto nulla del genere.
Venerazione
scontata per i due “santi”(ndr. Fabio e Mingo)-
assaliti completamente da una dozzina di
famiglie disperate. Gente in tripudio per
l’improvviso blitz. Persone convinte che il
servizio possa procurare finalmente il miracolo.
Una casa degna, per umani- attesa dal 1980. Un
quarto di secolo vissuto nell’orrore, tra
l’amianto, ratti, rettili, sotto il cocente
sole e al freddo per venticinque lunghissimi
anni.
Troupe accerchiata, acclamata e osannata a gran voce: tutti “orgogliosi”
di mostrare alle telecamere di Ricci- le proprie
“suite” da quarto mondo.
Invisibili, figli di nessuno da un quarto di secolo. Dalla sera del 23
novembre del 1980.
Nulla è cambiato
da queste parti- dopo il forte sisma che
sconvolse nel 1980 la Campania e Basilicata
Terremotati a
vita!
In quella serata
nebbiosa, un violentissimo terremoto rase al
suolo paesi interi, cancellando per sempre
intere generazioni. Oltre duemila, i morti(l’Irpinia
pagò un alto tributo in vite umane). Centinaia
di migliaia i feriti, rimasti senza casa,
ospitati in container messi a disposizione dalla
protezione civile. Doveva essere solo una
situazione di ripiego, per far fronte
all’emergenza. Così non è stato.
Una tragedia
finita nel dimenticatoio per tanto, troppo
tempo.
Dopo venticinque
anni, ci sono ancora tantissime persone che
continuano a “vivere”, peggio delle bestie in
quelle casette di emergenza. E’ il caso della
baraccopoli di Cervinara, che continua a
rappresentare una inaudita vergogna nazionale.
Un’odissea
infinita, di sacrifici, di stenti, di promesse
non mantenute: vissuta da adulti, invecchiati e
morti nelle stamberghe, e dai bambini, cresciuti
nel freddo gelido dell’inverno, e
l’insopportabile afa d’agosto.
Di case vere(ad
un passo dalle favelas)- fatte di mattoni e
cemento, ne sono state costruite. Non per questi
figli di nessuno, persone senza diritti,
calpestati dall’indifferenza- caduti sotto le
pagine del tempo.
Vittime di
promesse, protocolli, errori, negligenze,
fallimenti e del mostro burocrazia, iperattivo
nel bel paese.
INFERNO LUNGO 25
ANNI
“Per lo stato
siamo invisibili da venticinque anni- siamo
stufi-
spiegano in coro-
tantissime volte i media si sono occupati della
nostra situazione, ma nulla è cambiato, non
abbiamo avuto risultati, siamo ancora qui-
costretti a vivere peggio delle bestie-
riprendete e fotografate queste topaie dentro e
fuori- siamo stanchi vogliamo vivere da esseri
umani- ripetono come automi- ai due inviati e
giornalisti presenti.
Gli fa eco
Francesco De Ponte, 76 anni- stanco, malato e
vedovo da qualche mese(sua moglie ha portato con
sé il desiderio di abitare nei nuovissimi
appartamenti)- che dice: “ lo stato italiano
si è dimenticato di noi, viviamo come bestie, i
cani e animali di affezione vivono assai meglio
di noi: c’è stata la corsa per far entrare
l’Italia in Europa, ma quelli lì lo sanno che da
un quarto di secolo ci hanno fatto diventare
bestie. Io sono malato e sicuramente non
riuscirò ad entrare nelle nuove case ammirate
per anni. Altro che Europa, il quarto mondo è
qui.
Da brividi gli
interni di questi monumenti all’inciviltà, che
hanno segnato la vita di persone private della
dignità umana, costrette a scontrarsi con
tantissime emergenze, tra le prime di carattere
sanitario. Con l’Asl spettatore beato.
Persone che
cercano con poca fortuna di tamponare le
abbondanti infiltrazioni d’acqua durante
l’inverno: tappezzando il soffitto con le pagine
dei quotidiani. Persone costrette a fare la
guerra con i topi, che girano numerosi tra i
coinquilini umani, trattati peggio delle bestie
dalla società civile.
Un vero dramma
per queste famiglie, uomini, donne, anziani-
profughi nella loro “amata” patria.
Lasciate vivere
nel più assoluto degrado, abbandonate a se
stesse: annientate dall’indifferenza e dal
mostro burocrazia- che ha negato finora vere e
bellissime case costruite dall’IACP(Istitituto
Autonomo Case Popolari)- posizionate a pochi
passi dalle favelas irpine. Appartamenti
completati(manca qualche allaccio), destinati a
queste famiglie- non assegnati finora per motivi
incomprensibili. Ancora nelle mani del mostro
burocrazia! Alloggi nuovi di zecca, guardati,
ammirati, desiderati da queste persone che pur
in preda alla disperazione, sono rimasti nelle
stamberghe, aspettando civilmente
l’assegnazione.
Promesse, solo
promesse. Ai primi di marzo il presidente dell’IACP,
Vanni Chieffo- dichiarava alla stampa: “ Dopo
Pasqua, in primavera- queste persone potranno
andare a vivere nelle nuove case, lasciandosi
alle spalle anni di sofferenza”. L’ennesima
promessa non mantenuta! Il sindaco incalzato dal
duo di Striscia- ha promesso davanti alle
telecamere- che nel giro di 45 giorni- tutto
sarà risolto. Potenza del tubo catodico!
Promessa legata
al dito dagli inviati nel servizio in onda su
Canale 5 nelle prossime settimane.
Cercare di
sensibilizzare, poi risolvere i problemi con i
giornali, la radio, un tg satirico- è una
sconfitta per tutti: per la società, per le
istituzioni e per lo stesso pianeta
comunicazione.
|