20 settembre 2005
Distanza abissale di vedute
Giovanni Forgione

 

 

Gianluca Aceto Giovanni Forgione

Caro Giovanni,

leggo i tuoi risentiti chiarimenti, che mi inducono a queste ulteriori precisazioni (“ulteriori” va bene o il termine è offensivo come “ennesimo”?). Lo faccio adottando il tuo metodo. Credo che sia opportuno chiudere qui gli interventi, per evitare di essere ripetitivi e approfittare dello spazio messomi a disposizione.

Caro Gianluca,

il confronto democratico è alla base della convivenza civile; è bello esprimere le proprie opinioni, è bello vederne tante e contrastanti; mi sembra che tu faccia uno sforzo a rispondere alle perplessità che ti ho mosso: perché affermi che sia opportuno chiudere gli interventi? Forse mi sbaglio ma, adesso, percepisco una tua azione di dedicarmi tempo prezioso nel darmi spiegazioni.

Credi opportuno chiudere gli interventi? Non ci penso affatto; ogni volta che sarò stuzzicato reagirò nei modi e nei tempi che desidero.

Prima precisazione: il riferimento era puntualmente a quanto ho letto in queste settimane, mica al fatto di averlo letto su ViviTelese. Perché mi attribuisci esplicitamente una volontà censoria? Non vedo dove sia l’ingerenza che mi attribuisci.

...Scusate se assumo un atteggiamento giudicatorio, ma credo che abbiate commesso un grave errore...

Le tue parole in colore bordeaux sono chiarissime! La volontà censoria c'è tutta: ci dici che l'articolo della Fait non andava pubblicato; la tua ingerenza è invadente e tenta di regolare della gestione del nostro sito e ciò che pubblichiamo. Sarebbe stato molto ma molto diverso se tu avessi affermato semplicemente: quello che scrive la Fait non mi piace.

Li gradite o no gli interventi sul sito? O magari preferite solo comunicati stampa e i complimenti da parte di tutti quelli che possono vedersi pubblicare qualunque cosa?

 

 

 

 

 

 

 

Gli interventi, le opinioni, sono il DNA di ViviTelese e sono più che graditi. Le offese dirette ed esplicite sono meno gradite. Il grassetto qui a lato te lo potevi risparmiare, perché i lettori di ViviTelese sanno discernere cosa è interessante e cosa è più leggero da sfogliare en passant.

E' deprimente però, dopo la affermata e quadriennale attività di  ViviTelese ascoltare ancora: "cosa preferiamo pubblicare", quando è evidente che non siamo un giornale, non siamo una redazione, non siamo un partito, e non operiamo scelte. La piazza virtuale è una bacheca, un bar dove tutti hanno la parola; non mi stancherò mai di ripeterlo.

Mi definisci «politico affermato», ben sapendo che sono soltanto un consigliere di minoranza del comune di Telese Terme. E lo fai per attribuirmi un’inesistente attitudine ad invadere settori che non sono di competenza della politica. Ne deduco che i tuoi attestati di stima nei miei confronti erano soltanto formali: non si può avere una buona considerazione di chi si reputa capace delle ingerenza da te paventate. Politico affermato lo sei per i tuoi trascorsi in ambito provinciale con le battaglie coraggiose fatte a Benevento contro il potere politico "classico" ed anche per il fatto che Telese Terme, è un punto di riferimento di livello nazionale per il partito della Rifondazione Comunista che rappresenti. I miei complimenti sono sinceri anche perché  quando non stimo una persona evito di pronunciarmi. Non vedo affatto il rapporto tra ingerenza e stima; possono coesistere. Esempio: io stimo mio fratello che però a volte entra nella mia stanza e tocca tutte le mie cose.
Sinceramente, caro Giovanni, a me pare «gratuita» e complessivamente forzata la tua argomentazione. Non ho mai detto che le mie posizioni siano al di sopra delle parti. Penso soltanto che il popolo palestinese e quello israeliano abbiano gli stessi diritti: diritto di esistere, diritto di vivere in pace e sicurezza – nonostante gli errori dei propri governanti -, diritto di essere riconosciuti nella propria dignità. Se questo è un delitto mi dichiaro colpevole. Se la tua posizione, come affermi, non è al di sopra delle parti, perché chi pensa diversamente da te non dovrebbe esprimersi pubblicamente? E' questo che non riesco a capire!

Stessi diritti, pace, sicurezza, (è ovvio che tutti sono d'accordo) argomenti in discussione anche in una piccolissima realtà come ViviTelese. Penso con presunzione piena, che nel nostro sito riusciamo a garantirli

Non capisco davvero perché pensi che la mia sia «presunta superiorità». Se usassi il tuo schema potrei ribattere che la presunzione è invece la tua, che pensi che l’unico modo di arricchire il sito sia quello di ribattere, salvo poi rampognare chi lo fa ed esprime posizioni dissenzienti. Il tutto mi sembra abbastanza contraddittorio, quasi surreale. Sarà che sono presuntuoso per davvero… Mi dichiaro colpevole anche di questo. Mi meraviglia ancora, Gianluca, che denigri la discussione ed il confronto democratico necessario proprio per garantire stessi diritti, pace e sicurezza.

Non dimenticare che hai affermato che "gli interventi di Del Deo si commentano da soli" e che non vale la pena rispondergli. Come lo definisci questo tuo atteggiamento?

Ribattere (parola usata da te in maniera negativa) è un modo civile e valido per reagire ad accuse ritenute ingiuste. Perché vietare questo esercizio, perché mettere a tacere l'interlocutore che la pensa diversamente da me?

Sono consapevole che le mie affermazioni sono durissime, nella forma e nella sostanza. E so bene che le persone chiamate in causa – il signor Del Deo  e la signora Fait – si siano potute offendere. Come tu ben sai, simili prese di posizione non sono nel mio costume. Mi dispiace di aver passato il segno e me ne scuso. Ho reputato tuttavia giusto far capire ai lettori cosa si possa provare ad essere giudicati nel modo in cui il signor Del Deo e la signora Fait giudicano i palestinesi e gli arabi nella loro totalità.

Ben vengano tutte le opinioni dure e meno dure;  l'essenziale è riuscire ad esprimersi senza offendere gli altri. E, come già detto, questo è un esercizio molto difficile. Per farmi capire, scusami se, ancora una volta, ti faccio un esempio della politica che non mi piace: in molti dibattiti TV, con partiti contrapposti, i politici usano l'intero tempo a disposizione per parlare male dell'avversario e non per dire cosa di bello si propone.

Constato che tu, caro Giovanni, così attento a rilevare l’inusitata durezza delle mie parole, non ti sia invece accorto di quello che le ha sollecitate.

Forse la dignità di un popolo non è altrettanto importante quanto quella dei singoli.

Io, invece, ho imparato proprio dallo stare dentro il mio partito a sentire ogni torto come se lo subissi in prima persona; ho imparato a discutere democraticamente con chi la pensa in maniera diversa; ho imparato che si può pensarla diversamente senza essere nemici. Esattamente l’opposto – almeno a me sembra - di quanto ritengono il signor Del Deo e la signora Fait.

 

Non è con la stessa moneta che bisogna pagare chi ti fa del male. Una buona azione, una apertura, una gentilezza, fa sciogliere anche il cattivo più incallito. Se alcune affermazioni della Fait o di Del Deo ti hanno sconvolto, perché reagire con l'offesa? La dignità del singolo è importantissima: a ViviTelese abbiamo il mezzo per tutelarla (cancellare le parole offensive rivolte al singolo). Per tutelare la dignità dei popoli penso che siamo un po' troppo piccini per tentare un'azione di successo.

E' proprio per il tuo "sentire" la collettività che ami la politica e che lotti ogni giorno per il gruppo a cui appartieni. Questo sentimento non sei il solo a provarlo.

La politica e i partiti, caro Giovanni, non sempre e necessariamente sono mondezza.

Facendo politica ho imparato l’esercizio della critica e della libertà: saresti sorpreso di constatare come si può rimanere autonomi anche dentro un organismo collettivo, purché lo si voglia e purché si riesca a conservarsi intellettualmente onesti. Si può anche imparare a riconoscere quel limite che secondo te non esiste, a scorgere l’abuso che si nasconde sotto ciò che è talmente abituale da assumere la forma di regola. E, infine, si impara a cercare di porre rimedio a quell’abuso. Di qui la mia indignazione, che non rinnego, perché è ciò che mi ha animato nella mia decisione di scrivervi e porre alla vostra attenzione un altro punto di vista. Se questo è un delitto, mi dichiaro colpevole.

Ci mancherebbe altro! Sarebbe la fine! Esistono uomini politici carismatici che riescono a sviluppare azioni e movimenti molto positivi.

Ti ho fatto l'esempio negativo dell'ingerenza nella gestione di ViviTelese, perché l'azione in sé, da chiunque sia fatta, è negativa comunque. So bene che non sei persona da associare a questa argomentazione negativa della politica.

Quello che affermi "in grassetto", e che dovremmo imparare, su ViviTelese viene esercitato quotidianamente. E' semplice capire tra queste due frasi quali sia da cancellare: 1) Pinco pallino è un deficiente ottuso: 2) Non sono riuscito a far capire a Pinco Pallino quello che volevo dire.

La regola di cui parli, nel nostro regolamento c'è sempre stata e sulle migliaia di interventi presenti in archivio l'azione di controllo è stata sempre operata con successo.

Penso che con queste ripetitive dichiarazioni di colpevolezza tu stia esagerando mettendo in evidenza uno spirito da vittimista. Per quel che mi riguarda l'unica contrarietà che ti ho espresso con vigore è quella di aver pensato di poter far cancellare da ViviTelese l'intervento di una opinionista.

Non ho mai inteso affermare che tu abbia ingiuriato o accusato qualcuno. Se tu hai capito questo evidentemente non sono stato abbastanza chiaro nell’espressione. Ribadisco che le mie argomentazioni erano in risposta a quelle del signor Del Deo e della signora Fait, verso cui – come è mia abitudine -  mi assumo tutta la responsabilità. In certe circostanze c’è chi decide di fare il Ponzio Pilato e chi il partigiano: questione di scelte.

Ti ringrazio per il consiglio sulle modalità da utilizzare per esprimere ciò che penso. Lo terrò presente in futuro.

Mi sono spiegato male. Non ti ho chiesto: "trovami dove io ho offeso qualcuno"; volevo invece intendere: "come è facile per me non offendere nessuno, pur esprimendo il mio punto di vista, potrebbe essere facile anche per gli altri"

Il suggerimento per esprimersi con il sorriso e senza offendere, credo sia a tutto vantaggio di chi lo utilizza; seguilo quando ti pare.

Vediamo un po’: né io né tu possiamo arrogarci il diritto di stabilire se ciò che ha detto la signora Fait siano oscenità. E mi può stare anche bene.

Però tu hai il diritto di affermare che Oriana Fallaci «ha detto una serie di stupidaggini con il favore della grandissima cassa di risonanza de "Il Corriere della Sera"». Il tema era la fecondazione medicalmente assistita.

Ora, o le tue argomentazioni sono contraddittorie, assumono cioè una valenza strumentale e variabile alla bisogna, o a me sfugge qualche passaggio. In tal caso mi piacerebbe sapere quale…

Esatto; come operatore, gestore del sito, webmaster non posso giudicare le opinioni della signora Fait a meno che non ci siano (scusa la ripetizione ma questo è un punto fermo di ViviTelese) offese dirette e personalizzate.

Come opinionista, come autore firmatario e responsabile di quello che scrivo, posso dire quello che mi pare perché sono io in prima persona che mi esprimo. Ricordo bene di aver parlato male delle opinioni della Fallaci. Non penso di averla offesa.

Altro mestiere, è quello di gestore del sito; in pratica incollo alla bacheca nella piazza virtuale le opinioni degli altri; potrei stare un anno senza scrivere alcuna opinione personale e nello stesso anno incollare migliaia di opinioni che non condivido affatto. Non vedo alcuna contraddizione. Non posso indignarmi ogni giorno per ogni opinione che non condivido e che io stesso con le mie mani pubblico e divulgo.

Prendo atto che, secondo il tuo modo di vedere, sarei io a «volere la guerra». Mi sembra paradossale ma se la pensi così non posso farci molto se non dolermene. Non sei tu a volere la guerra. Ho semplicemente affermato che la logica di attaccare dopo aver subito o percepito un attacco, non porta certo alla pace.
Diceva Ludwig Wittgenstein, un grande filosofo del secolo scorso, che «su quello di cui non si può parlare occorre tacere». Il silenzio, talvolta, è un dono che ci facciamo: perché credi che sia sempre e necessariamente portatore di distruzione? Naturalmente – lo preciso per evitare altre incomprensioni – mi riferisco alla scelta di starsene in disparte e non alla censura autoritaria. Questo Wittgenstein può essere grande quanto vuoi ma, secondo il mio modesto pensiero, afferma una grande stupidaggine; oggi si può e si deve parlare di tutto; il silenzio porta solo incomprensioni e rancori. E poi, queste citazioni antiche lasciano il tempo che trovano. Forse nel secolo scorso era valido quello che pensava il filosofo; certo è che le sue convinzioni le ha maturate nell'ambiente in cui ha vissuto, lontano anni luce da internet e dalle telecomunicazioni: il pensiero del filosofo oggi è fuori luogo; oggi avrebbe più valore una citazione di Renato Zero o Massimo Di Cataldo.

Sicuramente ti sembrerò ancora una volta presuntuoso, anche se ti assicuro che cerco di esprimere soltanto ciò che penso. Nello specifico penso che ti sbagli, perché l’incitamento all’odio di razza e di religione, che a mio avviso le parole della Fait contengono, non mi sembra rappresentare propriamente un «esercizio civile della convivenza». Al contrario, quel livore e quella storpiatura della storia non fanno che seminare acredine e, come se non bastasse, rischiano di accreditare il messaggio che i palestinesi siano un popolo di inferiori, tagliagole, assassini, sventratori, stupidi, incapaci in tutto se non nella gestione del terrorismo.

E' strano come sia così facile percepire l'incitamento all'odio nelle parole degli altri e per niente nelle proprie.

Non amo predicare, ma mi rendo conto che lo sto facendo perché stimolato: cerchiamo prima in noi stessi quelle colpe che attribuiamo agli altri. Facciamolo questo esercizio quotidiano, per vivere meglio, io per primo.

Già, è un argomento lontano, mica come i comunicati di “Insieme per Telese” o «la svolta storica di Comuninforma». Talmente lontano che tu non avverti tutto il peso della gravità di quelle parole. Gianluca, non ho sufficienti conoscenze sulla questione Palestinese per poter dialogare con chi vive quella realtà.

Avrò pubblicato su ViviTelese, con le mie mani, circa diecimila interventi, dopo averli letti. Non posso commentarli tutti né tanto meno giudicarli.

I comunicati di "Insieme per Telese" o di "Comuninforma" li ho vissuti, li ho visti nascere; è facile per me commentare quello che ho davanti ai piedi e che presumo di conoscere.

È possibile che il disaccordo di uno che milita in un partito debba da te essere attribuito a subdole e indicibili “logiche”? Toglimi la curiosità: ma dove le vedi queste logiche? Chissà, magari pensi che stia cercando di guadagnare il voto delle masse palestinesi… Se fossi stato un opportunista, caro Giovanni, mi sarei tenuto lontano dalle polemiche. Mi scuserai la franchezza, ma questi tuoi passaggi hanno un certo tenore qualunquistico. Le logiche di partito non le ho inventate io e, penso, che tu e i lettori percepiate il senso di questa espressione.

Nello specifico, mi riferisco alla logica di "fare numero" "portare voti" ad una propria idea contro quella dell'interlocutore.

Un socio fondatore di ViviTelese, Michele Del Vecchio, (mio vicino di casa) mi ha raccontato di essere stato avvicinato da te per portare acqua al tuo mulino contro la mia azione di pubblicare gli interventi della Fait e di Del Deo. Michele mi ha espresso il suo punto di vista che oggi è pari al tuo. Sono grato a Michele per avermelo raccontato; forse avrai fatto la stessa opera di convincimento anche con l'altro socio fondatore, Giuseppe Grimaldi, che però non ha commentato.

Forse sbaglio, ma questa tua azione è un esempio di "logica di partito".

Provo a tracciare un piccolo resoconto del nostro scambio epistolare, uno schema che rappresenta ciò che ho capito della situazione:

  • ViviTelese non è l’ONU, né un parlamento, né un giornale. Per cui non fa la storia, non promulga leggi, non ha una linea editoriale. Non avendo un direttore, poi, non ha responsabilità di sorta;

 

 

 

Esatto

Ogni opinionista è responsabile di quanto scrive e di ciò che applica sulla bacheca virtuale di ViviTelese che non è un giornale, non è un partito, ecc.

  • I miei scritti sono offensivi nei confronti del signor Del Deo e della signora Fait, mentre ciò che scrivono essi sui palestinesi e sugli arabi sono un «esercizio civile della convivenza», che arricchisce il dibattito e non crea danni a nessuno;

Errato

Le poche regole di ViviTelese "puniscono" le offese dirette alle persone, e nello stesso tempo non "giudicano" il presunto reato d'opinione perché materia evanescente e non scientifica.

  • Il signor Del Deo è un collaboratore dello staff di ViviTelese. Ti do la mia parola che non lo sapevo;

Errato

E' un collaboratore come altri, con una propria rubrica, ma non fa parte dello staff decisionale elencato nella pagina "chi siamo".

  • Io non posso definire «oscenità» le parole della signora Fait, tu puoi parlare di «stupidaggini» a proposito della Fallaci;

Errato

Possiamo farlo entrambi, nel ruolo di opinionisti firmatari (e lo abbiamo realmente fatto entrambi). Si parla delle opinioni (oscene o stupide) e non delle persone.

  • Io sarei un «politico affermato» e, perciò stesso, avrei la tendenza ad invadere i campi degli altri e a condizionarne il lavoro;

Errato

Non hai la tendenza ad invadere i campi; l'hai fatto solo con il tentativo di assumere potere decisionale nella gestione di ViviTelese

  • Sarei inoltre un presuntuoso che si ritiene  superiore agli altri.

Si, ho imparato molte cose in questi ultimi giorni…

Buon lavoro a te, allo staff e ai collaboratori.

 

Esatto

Hai affermato che è meglio lasciar perdere quello che dice il signor Del Deo e non vale al pena rispondergli perché si commenta da sé

Lo sfottò finale te lo potevi risparmiare... ma, comunque incasso!

Ciao.

 

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