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22 febbraio 2006
Vignette blasfeme contro Maometto
Rosario Lavorgna

 

 

Vignette blasfeme contro Maometto. Una intelligente, sapiente, crudele macchinazione politica dai risvolti velenosi.

Nel bel mezzo di un ritrovato equilibrio di pensiero e di azioni, quando il discorso multi religioso era approdato, finalmente, al rispetto reciproco all'altare della pace e della convivenza tra i popoli, come un fulmine a ciel sereno le vignette islamiche ci hanno fatto ripiombare nel terrore, nell'intolleranza, spezzando quell'equilibrio che mesi di diplomazia e confronto politico erano riusciti ad assicurare.


Una intelligente macchinazione contro il nostro Paese, sottolineiamo noi, e non potrebbe essere altrimenti. Questa affermazione che ad un primo impatto potrebbe sembrare forte ed azzardata, ha invece cognizione di causa, purtroppo, e non solo perché in Italia è in atto una campagna elettorale ce contrappone gli urlatori delle "10,100,1000 Nassirya", con chi ancora stenta a venire a capo di congiure e congiurette  che dal 2001 hanno rappresentato la caratteristica fondamentale dell'opposizione.


L'odio fondamentalista che hanno innescato le vignette, però, si è ripercosso stranamente sul nostro Paese, sulle nostre rappresentanze diplomatiche in terra islamica, non certo nelle nazioni dove queste vignette sono state pubblicate, almeno non come è stato e continua ad essere per noi.
A prescindere dall'atteggiamento molto poco intelligente del ministro Calderoni che si è sbottonato con gioia la camicia per mostrare un lembo, e sottolineo lembo, di una t-shirt dove probabilmente erano riportate le vignette, l'atteggiamento integralista contro l'Italia appare avere ben altre finalità rispetto alla rabbia di essere stati fatti oggetto di satira religiosa. 
Una spropositata reazione violenta, crudele ed ostile nei confronti delle varie rappresentanze diplomatiche tricolori, come anche religiose, ci porta a considerare le singole circostanze figlie di un unico proposito: completare l'opera di screditamento del governo agli occhi internazionali, ma soprattutto agli occhi del popolo italiano che il 9 aprile prossimo si recherà alle urne per decidere se dare fiducia al comunismo moderato o rifondato, o continuare a sperare che il Paese possa cambiare nelle mani di Berlusconi.


Le vignette di qui tanto si parla, (e se ne continuerà a parlare, fidatevi) pubblicate in Danimarca, se da una parte sono servite da pretesto per riproporre questa specie di guerra santa contro l'occidente, dall'altra parte hanno funto da 'la' per le sinistre italiane impegnate più che mai nell'opera di demonizzazione del premier uscente, compresa la posizione assunta da Calderoni e dalla Lega, di cui l'Unione a sinistra era ben consapevole.
Mezzo millennio fa qualcuno dettò le regole di un mondo che si sarebbe chiamato moderno, affermando a gran voce che "il fine giustifica i mezzi". Oggi più che mai siamo schiavi di quella regola tanto da aver permesso, dopo millenni di eccidi, di incomprensioni e di fraintendimenti che l'homo homini lupus continui a divampare e a mietere morte e distruzione all'altare del fanatismo globale.

http://rosariolavorgna.splinder.com
 

 

 


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