Vignette blasfeme contro Maometto. Una
intelligente, sapiente, crudele macchinazione
politica dai risvolti velenosi.
Nel bel mezzo di un ritrovato equilibrio di
pensiero e di azioni, quando il discorso multi
religioso era approdato, finalmente, al rispetto
reciproco all'altare della pace e della
convivenza tra i popoli, come un fulmine a ciel
sereno le vignette islamiche ci hanno fatto
ripiombare nel terrore, nell'intolleranza,
spezzando quell'equilibrio che mesi di
diplomazia e confronto politico erano riusciti
ad assicurare.
Una intelligente macchinazione contro il nostro
Paese, sottolineiamo noi, e non potrebbe essere
altrimenti. Questa affermazione che ad un primo
impatto potrebbe sembrare forte ed azzardata, ha
invece cognizione di causa, purtroppo, e non
solo perché in Italia è in atto una campagna
elettorale ce contrappone gli urlatori delle
"10,100,1000 Nassirya", con chi ancora stenta a
venire a capo di congiure e congiurette che dal
2001 hanno rappresentato la caratteristica
fondamentale dell'opposizione.
L'odio fondamentalista che hanno innescato le
vignette, però, si è ripercosso stranamente sul
nostro Paese, sulle nostre rappresentanze
diplomatiche in terra islamica, non certo nelle
nazioni dove queste vignette sono state
pubblicate, almeno non come è stato e continua
ad essere per noi.
A prescindere dall'atteggiamento molto poco
intelligente del ministro Calderoni che si è
sbottonato con gioia la camicia per mostrare un
lembo, e sottolineo lembo, di una t-shirt dove
probabilmente erano riportate le vignette,
l'atteggiamento integralista contro l'Italia
appare avere ben altre finalità rispetto alla
rabbia di essere stati fatti oggetto di satira
religiosa.
Una spropositata reazione violenta, crudele ed
ostile nei confronti delle varie rappresentanze
diplomatiche tricolori, come anche religiose, ci
porta a considerare le singole circostanze
figlie di un unico proposito: completare l'opera
di screditamento del governo agli occhi
internazionali, ma soprattutto agli occhi del
popolo italiano che il 9 aprile prossimo si
recherà alle urne per decidere se dare fiducia
al comunismo moderato o rifondato, o continuare
a sperare che il Paese possa cambiare nelle mani
di Berlusconi.
Le vignette di qui tanto si parla, (e se ne
continuerà a parlare, fidatevi) pubblicate in
Danimarca, se da una parte sono servite da
pretesto per riproporre questa specie di guerra
santa contro l'occidente, dall'altra parte hanno
funto da 'la' per le sinistre italiane impegnate
più che mai nell'opera di demonizzazione del
premier uscente, compresa la posizione assunta
da Calderoni e dalla Lega, di cui l'Unione a
sinistra era ben consapevole.
Mezzo millennio fa qualcuno dettò le regole di
un mondo che si sarebbe chiamato moderno,
affermando a gran voce che "il fine giustifica i
mezzi". Oggi più che mai siamo schiavi di quella
regola tanto da aver permesso, dopo millenni di
eccidi, di incomprensioni e di fraintendimenti
che l'homo homini lupus continui a divampare e a
mietere morte e distruzione all'altare del
fanatismo globale.
http://rosariolavorgna.splinder.com
|