Qualcuno ricorda Fred Buongusto? Cantava,
facendo sognare. “Una rotonda sul mare…”.
Più prosaicamente io sogno una “Rotonda”…al
Pastorello.
La rotonda o rotatoria o
rondò alla francese
è un sistema pensato per una più razionale
organizzazione del traffico in prossimità degli
incroci e porta ad una significativa diminuzione
degli incidenti.
Questa tipologia stradale venne realizzata per
la prima volta a Parigi agli inizi del XX
secolo, ma non ebbe un gran sviluppo in Europa
fino al secondo dopoguerra.
L’introduzione del principio della priorità
all’anello centrale, che obbliga i veicoli in
avvicinamento a rallentare e a cedere il passo
ai veicoli che già occupano la rotonda stradale,
ha contribuito all’affermarsi e al diffondersi
di questa tipologia in tutti i paesi europei,
ora anche in Italia.
Osservando infatti il panorama viabilistico
odierno, si può sempre di più notare come gli
incroci stradali di qualunque grado e tipo,
dotati o non di semafori, sia in ambito urbano
che extraurbano, siano progressivamente
sostituiti dalle rotonde stradali che assicurano
un maggiore smaltimento del traffico veicolare e
procurano altri numerosi effetti positivi.
Il primo comune italiano
ad adottare la rotonda alla francese è stato
quello di
Lecco, nel
1989, mentre a
Cattolica, grazie all'uso delle rotatorie, in un
anno si è passato da 1800 a 300 incidenti
stradali. Caso unico in Italia la Provincia di
Treviso, che investendo 500 milioni di euro nel
"Progetto Rotatorie" è riuscita ad inaugurare
più di 250 nuove rotatorie dimezzando dal 1997
al 2006 il numero dei decessi.
Oggi finalmente anche nel resto dell’ Italia
gli svincoli stradali sono sostituiti da
“Rotonde”, di ogni grandezza. Molte di queste
sono state l’occasione per realizzare macchie di
verde, arricchite spesso da “monumenti”, dei
veri totem dedicati alle tipicità della zona, al
fine di propagandarle.
La nostra rotonda apre al turista le porte del
Parco del Matese, attraverso Cerreto e San
Lorenzello, e pur non avendo molto spazio a
disposizione potrebbe-dovrebbe essere fortemente
caratterizzata dall’uso della ceramica, per dare
subito un segnale forte e chiaro del “confine”
che si sta varcando: una zona a forte vocazione
turistica ricca di natura, arte ed artigianato.
Sembra però che questo orientamento ormai
generalizzato non troverà posto nei lavori che
si stanno realizzando in località Pastorello.
L’idea, partita da una proposta della Pro Loco,
si sta realizzando da parte della Provincia con
scelte progettuali che, sembra, prevedano uno
svincolo semaforizzato. Pur nel rispetto delle
scelte effettuate, penso che sarebbe opportuno
trovare una soluzione che consenta di evitare i
semafori, di realizzare una rotonda che possa
contenere anche i simboli della zona nella quale
si accede e che renda meno pericoloso la
percorrenza ai pedoni realizzando un marciapiedi
lungo la curva dal lato delle case. Lo spazio è
poco? fidando nella bontà dei tecnici
progettisti, sono certo che una soluzione ci
sarà evitando così anche il malcontento che
serpeggia, non a torto, tra gli abitanti
dell’affollato Rione A.Moro. Oltretutto l'Italia
si è recentemente allineata alla norma acquisita
dalla Comunità Europea e l'istituzione
obbligatoria dei cosiddetti P.U.T, cioè i "Piani
Urbani del Traffico", con i quali i Comuni sono
chiamati a realizzare una migliore gestione
delle condizioni della viabilità all'interno dei
centri abitati, obbliga ad un ripensamento delle
scelte fatte, qualora ritenute non idonee. Cosa
ne pensano i Comuni di Cerreto e San Lorenzello?
Arch. Lorenzo Morone
Rotonda
realizzata in poche ore a Prato (Foto di
repertorio di Giovanni Forgione)
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