Intervento riferito a:  Riflessione sulla riflessione di Rosario

Cerreto, Agriart: una stupida polemica

 

 

30 settembre 2004
Cerreto, risposta al prof. Franco Gismondi
Rosario Lavorgna

 

 

Egregio Franco, innanzitutto faccio ammenda dell’errore commesso, cosa che mi ha portato a cambiare la dizione da “presbiopia” ad “acuta miopia”. Ti ringrazio di avermi fatto notare l’errore, anche perché parlare di indotto creato ed averne perso le tracce è cosa assai discordante, specie se quell’indotto di cui si parla non è stato fruibile dall’intera collettività. Ti ringrazio anche di essere intervenuto in questo mio modestissimo approfondimento che non ha alcuna velleità di critica globale, ma si limita ad osservare le cose da esterno, da Laurentino, cioè ‘Cacanuzzo’ fiero e amante della propria realtà con tutti i limiti e tutti i problemi annessi e connessi.

 

Se pensi che le mie parole siano state dettate da sirene soggiogatrici, sei fuori strada, si vede che non mi conosci affatto. Quello che sono, quello che faccio e quello che penso lo devo solo ed esclusivamente agli insegnamenti di un personaggio famoso, importante, brillante, presto dimenticato dalla società: Michele Lavorgna, mio padre, il mio unico maestro di vita e di professione che il buon Dio ha voluto strapparmi 17 anni or sono. Non mi sento di indicare altri maestri, o “sirene” come le chiami tu che forgino o stiano forgiando le parole che escono dalle mie labbra e dalla mia penna.

 

Ritornando alla riflessione su Agriart, nella speranza di essere stato chiaro e nell’aver sgombrato il terreno da facili deduzioni in ordine all’appartenenza politica o ideologica, passo a commentare brevemente (meriterebbe una più lunga analisi) la tua riflessione. A Cerreto Sannita, ribadisco, la ragion politica ha perso completamente il lume, tanto da contrapporre persino le idee di sviluppo che non hanno nulla a che vedere con la faida politica e la contrapposizione ideologica. Ma di questo evidentemente nessuno se ne rendo conto. Non è mai bene né male ciò che fa l’uno o ciò che fa l’altro se il tutto è condito di insuperabile astio personale che conduce a pubblicare riflessioni su giornaletti con vocazione da gossip che ignorano l’uno per esaltare l’altro a seconda del vento e delle circostanze.

 

A questo proposito voglio sottolinearti una mia riflessione fatta qualche settimana fa ad Amalfi nell’ambito di un convegno di categoria sulla comunicazione istituzionale regolata dalla legge 150/2000. In quell’occasione, invitato ad argomentare dal presidente dell’ordine regionale su “Politica, Enti locali e Comunicazione”, ho avuto modo di far riflettere i tanti amministratori presenti nel parterre sul senso della ragion politica e della ragion partitica in seno a tante scelte di carattere amministrativo e sociale.

 

L’esempio portato al vasto pubblico, in una maniera delicatamente celata, è stato proprio la bella città sannita di fondazione, dove il rancore, l’odio viscerale in alcuni casi e la mera ragion politica ha diviso persino le strade, e in questo caso i due corsi principali; omologando esercizi commerciali, bar e luoghi di ritrovo. Non parlando delle occhiate in cagnesco e delle viltà verbali che durante l’ultima tornata elettorale hanno colpito anche il sottoscritto.

 

A questo punto mi sono chiesto, rivolgendo la domanda anche ai tanti rappresentanti di categoria presenti al convegno, quale potrebbe essere la comunicazione istituzionale che deriverebbe da una circostanza sociale tanto penosa e inflessibile. La società cerretese, come quella dell’intera valle telesina ha a disposizione ben due quotidiani locali, dei quali l’uno si occupa quasi esclusivamente di vendere più copie possibili, l’altro cerca di fare una cernita quotidiana degli eventi da sottoporre all’opinione pubblica perché troppo grosso e importante per occuparsi di vendere giornali.

 

Il motus trainandi di quella che io chiamo politichetta da bar e l’arcinota area editoriale dei Riceviamo e Pubblichiamo, sezione destinata solo ed esclusivamente, a quanto sembra, ai personaggi di gradimento . In questa sezione l’uso della mitragliatrice pesante è d’obbligo, come è d’obbligo, o almeno dovrebbe esserlo per legge, il diritto di replica cercando di sostituire la mitragliatrice all’obice. Tutto ciò, se da una parte può far sorridere il popolo e far riflettere sugli “attributi” dell’uno e dell’altro, dall’altro canto disorienta la società in merito ad una faida tribale (perché sinceramente non trovo altro termine per definirla) che invece di unire disgiunge, che invece di portare sviluppo, crea solo contrapposizioni anche familiari o se si vuole di clan. Puoi dirmi tu il contrario? Se per te è diverso provamelo!

 

L’informazione che conosco io, e quella che mi hanno insegnato a fare si poggia sulla realtà, sulla documentata circostanza, su quel feeling personale e professionale che unisce una società e chi deve esportarla all’opinione pubblica. Mi spiace aver dovuto ricevere da te una risposta corredata da delibere di Giunta Municipale perché è proprio su questo che si adagia la contrapposizione più forte e di parte sull’operato di uno o dell’altro.

 

Non è in questo modo, presentando dall’una e dall’altra parte conti di sviluppo ed azioni amministrative dirette a zonzo che si giunge ad una concreta realizzazione civile, sociale ed economica. Non è “bacchettando” l’uno o l’altro politico locale, come svilendo e vilipendiando l’immagine di politici nazionali che si giunge a quella sinergia di sforzi e di intenti affinché non solo Cerreto, ma l’intera valle possa godere di ciò che gli spetta di diritto.

 

Ma è evidente che il sottoscritto pecchi di un idealismo demodè, non abituato a considerare gli ingranaggi che giacciono al fondo di ogni azione amministrativa, come quelli che portano centinai di cittadini ad apporre firme per ribellarsi ad un qualcosa che nemmeno conoscono, o di cui hanno ricevuto un indottrinamento parziale. Concludo ringraziandoti per la stima e l’onestà intellettuale che mi attribuisci e salutandoti cordialmente.

 

Rosario Lavorgna

 

San Lorenzello, 30.9.2004

 

    

Altri interventi sullo stesso tema


Per intervenire: invia@vivitelese.it