9 settembre 2004
E se domani…
Alessandro Falconieri

 

 

La consapevolezza dei miei limiti mi ha consigliato di attendere il raffreddamento della passione che hanno scatenato in me tre pregevolissimi scritti apparsi su ViviTelese in questi ultimi giorni:

 

Anticomunisti e antifascisti” di Ezio Esposito,

Grazie, Ezio Esposito” di Sandro Forlani e

Perché Liverini?” di Ilario Franco.

 

I sentimenti che mi legano ad Ezio da oltre trentadue anni li ho racchiusi in uno scrigno che custodisco gelosamente, per cui non dirò del sasso che ha lanciato in piccionaia che, per la discussione e qualche curiosità che ha suscitato, si è rivelato un macigno.

 

Mi piace invece rendere doveroso omaggio a Sandro ed Ilario per la encomiabile onestà intellettuale che li ha spinti con umiltà a riconsiderare l’esperienza di impegno civile consumata nel 1995. Lo dico senza lo stupido trionfalismo di chi semplicisticamente azzarda a concludere “potevate pensarci prima!”. Lo dico con la serenità di chi, a distanza di circa dieci anni, misura con soddisfazione il livello di crescita della responsabilità civica nelle coscienze della propria comunità.

 

E’ di certo un significativo passo avanti verificare, con l’aiuto di semplici calcoli aritmetici, che nella sostanza dei fatti le alchimie basate su distinguo ed intrugli più o meno ideologici, contribuirono al successo di un “metodo” amministrativo praticamente bocciato da circa due terzi del paese. Resta il rimpianto di un’occasione mancata e resta il ricordo dei processi intentati nei confronti dei traditori. In verità a noi (Ezio ed io) restano anche i postumi di una dilatazione gastrica causata dal gran ridere per un processo voluto nientepopodimeno che da Gianfranco Fini su sollecitazione di un manipolo di più o meno coscienti mentecatti. La vita è comunque continuata. Noi abbiamo continuato il nostro percorso di coerenza, errori non sconfessati compresi.

 

Restano gli elementi di valutazione forniti con puntuale informazione attraverso dieci anni di colonne di “SEGNALI” ed una copiosa produzione di manifesti e volantini, che sotto molti aspetti hanno anticipato le argomentazioni che oggi si materializzano in inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Restano le defezioni di amministratori che nel tempo, e con senso di responsabilità hanno potuto verificare che quanto si sosteneva con preoccupazione non era frutto di banale antagonismo politico, come qualcuno ha cercato sempre di far credere con suadenti argomentazioni per lo più organizzate intorno al nulla, ma concreti segnali di allarme affinché Telese non avesse a divenire crocevia di malaffare. E restano, ahimé, quei patrimoni che non sempre possono essere ascritti come proventi di onesto e qualificato lavoro! Resta comunque la fiducia nella consapevolezza che bisogna essere sempre più numerosi a fare muro contro la logica del facile arricchimento a danno della collettività.

 

I primi concreti sintomi della presa d’atto del mutar dei tempi si sono manifestati proprio nei comportamenti assunti nella recente competizione elettorale da chi vedeva a giusta ragione incombente la fine. Mai come in questa occasione il pericolo di debacle è stato ritenuto tanto incombente da stimolare misure cautelari senza freni:

  • acquisto di voti (certamente 121: dico centoventuno!),

  • migrazioni di massa, a pochi giorni dalle votazioni, di nuclei familiari ben consolidati altrove,

  • buoni-spesa elargiti con arrogante sicurezza da comitati elettorali,

  • telefoni cellulari attivati nel pomeriggio del 13 giugno per avere dall’interno dei seggi i nominativi di chi ancora non avesse votato (vero 328004…. o 36027….?).

 

Mi domando dove siano ora anagraficamente quei nuclei familiari, o parte di essi, che sono calati a Telese solo per deporre una scheda nell’urna senza peraltro abbandonare per una sola notte l’abituale talamo? Chi ha fatto gli accertamenti di rito? Sono state effettuate correttamente le operazioni di legge per la cancellazione dalle liste elettorali di provenienza? Sono stati ritirati, come prescrive la legge, i certificati (rectius: le tessere) elettorali rilasciate dai Comuni di provenienza?

 

Come può accadere che allo stesso numero civico della stessa strada in abitazione monofamiliare siano risultati più elettori senza vincoli tra loro? Come mai qualche domanda di acquisizione di residenza a Telese presentata anche prima del “ratto delle Sabine” non è stata evasa nei tempi utili all’iscrizione nelle liste elettorali? Naturalmente sono domande tipiche di componente di “accozzaglia” di … “depressi e repressi” e che di certo non meritano risposte da chi “gestisce e amministra come meglio non si potrebbe fare” (…gli affari propri, naturalmente!).

 

C’è però qualcosa di nuovo oggi nell’aria … cambia la mentalità del cittadino e cambiano gli scenari operativi. Da un lato il cittadino osserva con occhio maggiormente critico, dall’altro, a leggere qualche relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), si scopre che Telese non è rinomata solo per cure termali! Coraggio, basta aprire un po’ più gli occhi e… se domani e sottolineo il se…

 

8 settembre 2004 ore 23,55 Alessandro Falconieri

 

    

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