I punti di vista:

Antonio Giaquinto

Giuseppe Grimaldi

Vittorio Vallone

Ezio Esposito

Giovanni Forgione

Guglielmo Caiazza

 

 

8 giugno 2005
L'insoddisfazione dei cittadini-utenti
Giovanni Forgione

 

 

In merito alla discussione sul lavoro del giornalista, promossa da Giuseppe Grimaldi e da Antonio Giaquinto, successivamente arricchita da autorevoli firme, esprimo il mio personale punto di vista, attraverso l'ausilio dello schema qui sotto.

 
Analisi teorica Situazione specifica
Ogni mestiere ha una propria ragione d'essere al servizio della comunità; ogni lavoratore migliora, nel corso della vita, la propria professionalità svolgendo al meglio la propria missione. Sono insegnante ed "esercito" da circa 30 anni. Ho molto ancora da imparare anche se ritengo abbastanza ricco il bagaglio di esperienze nella scuola a contatto con gli studenti-utenti. Per tutti i mestieri, anche per quello di giornalista, non esistono metodi infallibili e sempre validi. Esperienze ed evoluzione professionale vanno di pari passo.
La necessaria passione che anima i "sacrifici piacevoli" di chi svolge il proprio lavoro, riesce a far superare i tanti ostacoli che si incontrano nell'esercizio della professione, Il percorso lavorativo dell'insegnante, del giornalista o di qualsiasi altro lavoro è ricco di insidie, di errori, di invidie, di cambi di rotta. C'è chi, in ambito gerarchico, riesce a far valere le proprie ragioni e c'è chi si accontenta di eseguire passivamente le direttive. Tra queste due posizioni-limite, ne esistono tante altre intermedie.
Ogni professionista costruisce durante l'esistenza, il proprio metodo, unico ed insindacabile. Le "regole d'arte" lo arricchiscono in base alle esperienze lavorative. Le scelte di Antonio Giaquinto, addetto stampa del Comune, sono sue e difficilmente qualcuno può convincerlo che sta sbagliando. Le sue decisioni rappresentano il giusto compromesso tra cosa vorrebbe fare e cosa può fare. Lo stesso si può affermare per Vecchiarelli con Il Sannio quotidiano, Vallone con Il Mattino ed io con ViviTelese. Ognuno dei citati si esprime con modalità personali, frutto delle proprie convinzioni.
Nessuno può dire ad un altro come deve lavorare. I suggerimenti che riceviamo da colleghi o dagli utenti del nostro servizio, possono influire ma in definitiva è difficile modificare le nostre convinzioni. Dire ad Antonio Giaquinto dovresti fare l'addetto stampa in "questo modo" è sbagliato. Solo lui può decidere come farlo, nella sua condizione specifica. Anche per te, lettore, la tua situazione lavorativa è, probabilmente, la migliore possibile. Sarebbe difficile per chiunque accettare ingerenze dall'esterno.
Dati oggettivi di risultati non soddisfacenti però, possono sconvolgere, e non poco, le nostre convinzioni acquisite. Di conseguenza, il professionista si trova davanti al bivio di adeguarsi alle esigenze dell'utenza o cambiare mestiere. Ho continuamente dovuto rivedere quelle che sembravano prassi consolidate nel mio lavoro, per adeguarmi alle nuove esigenze dell'utenza. Le convinzioni di trenta anni le ho modificate moltissime volte. Se le convinzioni di Antonio Giaquinto non producono un risultato soddisfacente per il cittadino utente, o si adegua alle nuove esigenze o lascia il posto a chi potrebbe servire meglio la cittadinanza.

Le leggi dell'Auditel televisivo rappresentano l'esasperazione massima del concetto "utente soddisfatto". Un programma TV (frutto di lavoro operato da professionisti convinti di fare bene il proprio mestiere), anche se studiato nei minimi particolari, viene "abbattuto" se non produce ascolti.

Il lavoro dell'addetto stampa (come quello del giornalista in genere) è di pubblicizzare un comunicato, di divulgarlo, raggiungendo il numero maggiore di lettori con ogni mezzo consentito.

Se Antonio Giaquinto ha rinunciato a divulgare i comunicati municipali attraverso il mezzo popolare di ViviTelese, ha rinunciato alla maggioranza dei suoi potenziali utenti. Mille lettori al giorno su ViviTelese, rappresentano per Giaquinto il target fondamentale del suo lavoro.

Lo stesso addetto stampa del Comune di Benevento, Billy Nuzzolillo, utilizza la nostra vetrina di ViviTelese per divulgare tutti i comunicati stampa del proprio ufficio, raggiungendo così un numero ancor maggiore di utenti in ambito provinciale.

Per il giornalista Giaquinto "evitare di essere letto" va contro la missione della sua vita, va contro l'etica del giornalista. E' come se io facessi l'insegnante sperando di incontrare il minor numero possibile di studenti e per trasmettere il meno possibile i miei insegnamenti. Nel mio caso, il dirigente scolastico, i genitori, gli studenti mi spedirebbero a casa perché insegnante inefficiente.

In questi giorni difficili per l'introduzione delle nuove strisce blu a Telese, tutto è affidato alle "sorprese". Residenti, commercianti, visitatori, aspettano notizie, regole, informazioni su come saranno gestiti gli spazi a pagamento. Non ci sono comunicati stampa, non c'è informazione. Il cittadino non sa, non conosce. L'addetto stampa se non entra in azione in questi momenti in cui l'informazione è vitale...

 

 

    

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Per intervenire: invia@vivitelese.it