8 giugno 2005
Scambi di vedute tra Del Deo e Pagliarulo
Giovanni Forgione

 

 

In questi giorni due graditi ritorni (Del Deo e Pagliarulo) mi hanno fatto ritornare indietro nel tempo a quando, entrambi, furono autori di interventi secondo una logica di "botta e risposta". E' vero, mi trovai di fronte a problemi più grandi di me perché non ero (e non sono) un uomo di legge: non riuscivo a capire dove finisse l'opinione personale e dove cominciasse l'offesa all'altro. In verità, nemmeno adesso per me risulta facile.

E' vero che ogni autore, apponendo data e firma su di un intervento, diventa responsabile dei contenuti. E' anche vero che prima di pubblicare, sia io che altri dello staff ci pronunciamo sulla effettiva correttezza di certe espressioni e, nel caso di presenza di parole offensive, l'autore viene invitato a modificarne il contenuto.

ViviTelese è nato dall'idea di quattro amici al bar e non da un summit di superesperti di comunicazione. In modo rapido, la professionalità dei gestori del sito è dovuta migliorare per "necessità".

Il regolamento per inserire gli interventi, su ViviTelese, si è evoluto e potrebbe ancora evolversi ulteriormente. Per la grande onestà intellettuale di ViviTelese, abbiamo sempre reso noto ai lettori, nella massima trasparenza la linea editoriale del sito (non so se i giornali locali hanno un regolamento simile e se lo hanno reso pubblico). Fatto sta che il nostro regolamento, essenziale, volutamente leggero, può essere attaccato con estrema facilità.

L'interpretazione di frasi "forse offensive" potrebbe aprire dibattiti senza fine. Quando a fine anno 2002, lo scambio di vedute fra Nicola e Fulvio cominciò ad inasprirsi, dovetti assumere il ruolo di arbitro prendendo decisioni che non piacquero a nessuno dei due. Ancora oggi entrambi mi accusano di "due errori a testa". Almeno, negli errori sono stato equo.

Come la prova televisiva per il calcio, dopo due anni uso la "prova del tempo", perché credo che a distanza di tempo risulti più sereno accettare le accuse a proprio carico. Questi gli errori di cui sono accusato.

Secondo Nicola

  • ho tenuto per molti giorni in prima pagina gli inviti faziosi di Del Deo (o chi per lui), decidendo di concludere la diatriba senza pubblicare la mia risposta

  • ho fornito incautamente il mio indirizzo e-mail al personaggio sinistro.

Secondo Fulvio

  • ho pubblicato gli insulti di Pagliarulo a suo indirizzo, poiché mi sono lasciato convincere dalle sue "ragioni", e quegli insulti mi sono sembrati ben motivati;
  • mi sono rifiutato di pubblicare qualunque suo intervento di qualsiasi genere, dall'aggressione verbale antisemita di Pagliarulo in poi.
     

E' probabile che questi quattro errori siano realmente stati commessi da me, anche se sono convinto del contrario; se però dovessi motivare la mia innocenza sarei costretto a ricordare tutta la passione e la sofferenza vissuta due anni fa e, sicuramente riaccenderei la miccia. E' mia ferma intenzione smorzare i toni ed evitare il ripetersi di qualunque polemica.

Per chiarire ai lettori quali contenuti hanno animato gli scambi di idee tra Fulvio Del Deo e Nicola Pagliarulo, ecco un riepilogo delle puntate precedenti. In questa pagina interventi presenti tuttora nell'archivio di ViviTelese e pubblicati dal 7 al 12 dicembre 2002. Prego vivamente sia i lettori che Nicola e Fulvio di astenersi da ulteriori commenti.

 
   2005
G. Forgione    Lettera aperta a Fulvio Del Deo
   F. Del Deo    La pazienza è la virtù dei forti
G. Forgione    Del Deo riparte alla carica
   F. Del Deo    Le mie critiche a ViviTelese
   F. Del Deo    Invito alla correttezza e alla trasparenza
N.Pagliarulo    Una denuncia merita risposta

 

Per chi fosse interessato a tutti gli interventi (su ViviTelese) riferiti ai due autori  può cliccare sui nomi:

Fulvio Del Deo

Nicola Pagliarulo


 

Confessioni di un malandrino - 07-12-02 - Nicola Pagliarulo

(ho cominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte)

Oggi sarò serio, lo prometto. Lo richiedono l’informazione e la disinformazione. Il rispetto che dobbiamo ad un popolo martoriato. La diabolica attitudine di distorcere e offuscare la storia. L’incapacità di assumerci la responsabilità del nostro immobilismo, contro la sfrontatezza di riportare cronache faziose, consideranti gli effetti e mai le cause.

Voglio anche premettere che nell’articolo di ieri, come in quello relativo all’11 settembre, ho avvertito l’esigenza di ridistribuire equamente quelle che sono le responsabilità comuni. Non per prendere la parte di questo o quello (ogni fondamentalismo, ogni rappresaglia, ogni sfruttamento, ogni prevaricazione, ogni guerra, vanno condannati) ma per uscire dal coro pilotato dell’informazione…per non gridare “al lupo, al lupo!”, distogliendo l’attenzione da altrettanti, colpevoli, sanguinari.

Crociate e Jihad, si diceva…ad onor del vero dovremmo sempre giudicarci prima di sentenziare.

I “crociati” che “liberarono” Gerusalemme dagli “infedeli islamici”, saccheggiarono tutto quanto gli capitasse (anche città cristiane), spinti dall’odio e dal desiderio di sopraffazione. Non importa che lo scopo “religioso”, alla fine di due secoli di lotte, non venne perseguito…le mire espansionistiche, della rinascente civiltà occidentale, si rispecchiavano più nel desiderio di conquista che in quella croce tatuata in petto. C’è da ricordare che fu l’effetto sorpresa ad accompagnare la prima crociata:

Il popolo islamico era abituato agli stranieri e, dunque, tollerante. Ciò che li rese sprovveduti, fu il fanatismo religioso col quale si esaltavano i crociati nella loro missione di morte.

Non c’è male con le analogie, vero? E’ un 11 settembre al contrario, con vittime sacrificali inconsapevoli dell’odio altrui. Il fondamentalismo cristiano, prima di quello islamico ed altrettanto colpevole.

Ho letto anche di kamikaze. Torniamo indietro anche qui. Non hanno cominciato né i fondamentalisti (di qualsiasi religione, come abbiamo visto), né i giapponesi. Il primo di cui si sappia è il console Decio Mure, un romano. Un “eroe” che, nel 295 a.C., attuò il sacrificio nella battaglia di Sentino, per fuorviare la coalizione di Etruschi, Galli e Sanniti.

A seguire, nel I secolo d.C., tracce di kamikaze riguardano proprio il popolo ebraico. Durante la rivolta in Palestina, la setta ebraica degli Zeloti, si sacrificò con attacchi suicidi contro i legionari e, pur di non cadere in schiavitù, i sopravvissuti alla battaglia si uccisero con le loro mani, piuttosto che arrendersi alle truppe romane. Altri “eroi”, dunque, come gli Spartani che morirono alle Termopoli, suicidandosi perché il loro codice d’onore non prevedeva ritirata e prigionia. Che dire, poi, dei suicidi Celti e Longobardi, che decidevano di morire gli uni, completamente drogati ed ubriachi, nudi e dipinti di blu, gli altri, nel nome del dio Wotan…poi ci sono i “berseker”, vichinghi votati alla morte in onore di Odino ed ancora, Sioux, Cheyenne, Pietro Micca ed i più di 4.000 giapponesi…i bonzi buddisti e Jan Palach…i palestinesi.                                                       

Credo sia riduttivo considerare tutti folli ed esaltati, valutarne l’effetto sanguinario…certo, possono essere delle componenti, ma dell’effetto. Alla base, la causa, è pregna di disperazione…si sceglie la morte solo quando non s’intravvedono altre vie per difendere un principio superiore. Roba d’altri tempi, come abbiamo ampiamente visto, per il nostro opulento sistema…ma non per chi possiede e cerca di difendere solo il proprio principio, la terra, la gente, la dignità. Dobbiamo capire che questi concetti svenduti per un barile di petrolio d’annata, tre etti di diamanti veraci e 250 grammi di oro fresco, sono ciò che abbiamo lasciato a questa gente, dopo aver organizzato il banchetto al quale non li abbiamo invitati (però gli abbiamo fatto portare le pietanze…). Per tutti i colonizzatori, “distratti e sentenziosi”, ricordo ed auspico la più naturale forma di suicidio: l’apoptosi. Il suicidio cellulare per cui il nucleo si disgrega e i cromosomi si annientano, fagocitati da altre cellule, senz’altro fondamentaliste…

Dostoevskij diceva che l’amore, astratto, dell’umanità, è quasi sempre egoismo…Ariel Sharon.

Colui che, col suo pragmatismo dispotico, ha lasciato esterrefatto persino Moshe Dayan; che “generosamente” avrebbe concesso (non restituito?), ad uno popolo palestinese smilitarizzato, meno della metà della Cisgiordania; che mai avrebbe restituito le alture del Golan a Damasco; che detta legge e terrore a Gaza; che va a braccetto con Bush, talvolta congettando strategie che tengano conto del gradimento mondiale, altre infischiandosene (Libano, Siria…); che, se potesse, sterminerebbe tutto e tutti, Egitto e Arabia comprese…costui, o chi per lui, sarebbe vittima dei kamikaze palestinesi?

Di coloro che continuano a morire nel rapporto di 10 a 1? Delle pietre dei ragazzini, che lasciano seri ematomi sugli stinchi dei soldati che, in cambio, li ammazzano? Bah…!

Ricapitolando tutto, restiamo con “Giorg’, Dabliu, Busc’” (alla Tavulliana) che deve assolutamente uccidere Saddam e Bin Laden. E’ il succo del retaggio dell’11 settembre, delle mire americane, occidentali ed israeliane di sempre…la sete di petrolio ed il predominio assoluto.

Allora, vediamo: Liechtenstein, Principato di Monaco, Svizzera, Londra, Gibilterra. Casseforti occidentali di Al Qaeda. Esplicitamente denunciato dal deputato francese, Arnaud Montebourg e tacitamente ammesso da Philip Torphe, direttore della financial Services Authority (una sorta di Consob britannica). Le tre isole, Man, Guernesey e Jersey, dalla piena autonomia legislativa e politica, sommerse d’oro e petrodollari, provenienti dalle centrali terroristiche islamiche e “trattati” da società, per lo più, fittizie. I filoni, diversi: soldi, petrolio, oro, servizi segreti, edilizia, prostituzione, armi. I beneficiari: molti, visto che Erich Inciyan e Babette Stern, scriveranno su “Le Mond” – Perché no?- quando si stabilirà che anche Muwafaq (organizzazione saudita vicina ad Al Qaeda) si appoggia all’isola di Jersey per riciclare danaro – Perché no? Visto che quelle isolette fanno da nido, comodo e redditizio (ma soprattutto inaccessibile alla giustizia normale), a più di 90.000 società?- Ecco delinearsi, dunque, l’ambiente economico di Osama Bin Laden e dell’azienda di famiglia “Saudi Bin Laden Group-Sbg”. Da qui, la “Iiro” (Organizzazione per il soccorso islamico internazionale), che trova la sua sede naturale in Gran Bretagna, disponendo di dislocazioni in Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Svezia, Sudan, Somalia, Kenya e Filippine…e di aziende, società ed investimenti in Sudan, alle Mauritius, a Singapore e in Malesia…di automobili a Dubai, pescherecci in Kenya, lapislazzuli in Uganda e diamanti in Tanzania.

A tutto questo però, giusto per non rischiare di fomentare la corsa allo sport nazionale del “tirarsi fuori e giudicare”, aggiungiamo la compartecipazione della nostra Banca di Roma (fonte Diego Cugia), nel cui capitale figura l’8,65% della ABN AMRO (colosso bancario olandese) che, a sua vota, detiene il 40% della Saudi Bank (della famiglia di Bin Laden). Ovviamente, anche alla luce dei fatti, nessuno ha cambiato nulla (vendere per la morale? Tsk…).

Non è finita qui: La compagnia petrolifera “Arbusto Oil”, sede in Texas, ha tra i soci Salem Bin Laden, ricco saudita fratello di Osama. Ebbene, sapete chi fondò, nel 1977, la “Arbusto Oil”? Nientepopòdimenoche “George W. Bush”, socio di Salem Bin Laden (precedentemente impiegato in affari tra Iran, contras e CIA e misteriosamente morto in Texas), futuro presidente americano e nemico giurato del fratellino del socio suddetto. Considerando che il di lui papà era direttore della Cia e vicepresidente di Reagan e che “Arbusto” è la traduzione di Bush…ringraziamo Jack e diciamo meno sciocchezze. A che riguardo? Avete dimenticato da dove eravamo partiti?

Da: Dio aiuti Bush e Sharon e faccia smettere quei ragazzacci di tirare le pietre!                                                                                                     

Nicola Pagliarulo.

P.S. Mi scuso per l’utilizzo di materiale “esterno” (al mio sapere o alla mia immaginazione). Non  era per sfoggio di saccenza, o per meravigliarvi, ma solo per precisare i punti di una questione troppo delicata e tragica, per essere trattata con leggerezza ed approssimazione.


 

Lettera aperta a Nicola Pagliarulo - 09-12-02 - Fulvio Del Deo

Caro Nicola.
Ieri sono stato al Palapartenope a vedere La Melevisione di Tonio Cartonio "dal vivo". Non so se la conosci: è una trasmissione per bambini che è su Rai 3 verso le quattro del pomeriggio. Molto carina...
 
Dopo sono stato a casa di mio cognato, perché i bimbi volevano stare ancora un po' con le cuginette. Mio cognato stava cercando delle cose di pediatria su internet, così ho approfittato della connessione in atto per fargli conoscere ViviTelese. Abbiamo letto "Confessioni di un malandrino". Mio cognato ha fatto: «Lascialo perdere, è un violento!» «Ma che dici? è un bravissimo ragazzo, lo conosco di persona...»
E adesso cercherò di risponderti.
 
Per cominciare, mi rallegra sapere che ciò che hai scritto non è farina del tuo sacco. La tua personale farina, ne sono certo, è di qualità di gran lunga superiore. Sarebbe, però, buona regola precisare sempre la provenienza del materiale di cui si fa uso. Inoltre, è sempre bene evitare "approcci emotivi" con l'oggetto del nostro studio.
 
 
"L'amore è la forza più umile e anche più potente che il mondo possiede. I sacrifici, che spesso esso comporta, non lo devono annebbiare o peggio annullare, ma lo devono rendere più vivo e operante per il bene degli altri"
 
Lo scrivo in grassetto, perché è molto importante. Lo metto fra virgolette, perché non è farina del mio sacco... e magari lo fosse! E' la voce di un Grande Maestro: Mohandas Gandhi, detto il Mahatma, il Grande Spirito.
Gandhi, Martin Luther King, Giovanni XXIII sono stati i tre "fari" a illuminare il buio della notte per una generazione come la mia. La voce del papa buono, con quel dolcissimo accento veneto: «Quando tornate a casa, fate una carezza ai vostri bimbi e dite che gliela manda il papa...» è di una tenerezza e di un candore che mi commuovono sempre.
 
Ai miei tempi (ohps, comincio a usare anch'io questa espressione da vecchio!), alla parola GUERRA non si contrapponeva PACE, bensì AMORE.
"Fate l'amore, non la guerra!", recitava un slogan degli anni Sessanta; e noi, "Settantini" e "Ottantini" démodé, l'avevamo fatto nostro, in barba agli Anni di Piombo che il resto della giuventù andava preparando. Non ci piaceva la Rivoluzione, ma non avevamo nemmeno la pretesa di combattere per la pace nel mondo, cosa troppo difficile da "costruire" soprattutto per dei giovani imberbi. Perciò ci accontentavamo dell'amore,  di costruire sull'amore. E lo facevamo con gioia. Partivamo dal nostro "piccolo mondo" di amici per costruire un "grande mondo" più giusto; partivamo dalle piccole cose, da ognuno di noi, piccolissimo tassello di un mondo migliore. Eravamo (e tutt'oggi molti lo sono ancora) come delle piccole formichine operose.
 
Nelle notti estive in spiaggia, attorno al fuoco, oltre all'immancabile Neil Young, o alla Canzone del Sole di Battisti, a un certo punto accadeva sempre che qualcuno di noi attaccava con:
 
Son morto con altri cento
son morto che ero bambino
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento
 
"Ad Auschwitz" di Francesco Guccini. Dopo di questa, era difficile intonare altre canzoni. Fra le ragazze c'era sempre chi aveva gli occhi lucidi o chi, baciandola, aveva il tipico sapore di lacrime in bocca. A quel punto c'era sempre qualcuno che faceva: «Vabbuò, guagliu'... io faccio un tuffo» e si perdeva nel riflesso metallico della luna. Qualche volta prendevo io la chitarra e spezzavo il silenzio con:
 
Dimmi babbo che cos'è
 la Felicità
Figlio mio è un frutto che
 nasce solo in Libertà...
 
la bellissima canzone che era sul lato B del 45 giri della più famosa "Pietre" di Antoine. La conosci? «Qualunque cosa fai / ovunque te ne vai / e sempre pietre in faccia prenderai...»
 
Per noi era ancora molto vicina la tragedia della guerra. Da bambino,  ognuno di noi aveva visto i resti dei palazzi sventrati dai bombardamenti abbascio 'a Marina. Era vicinissimo il ricordo dei nostri genitori che si erano visti sparire compagni d'infanzia, colleghi d'università. Mia madre raccontava sempre del "dottorino", un giovane ebreo che la sua famiglia aveva aiutato a nascondersi. Si chiamava Mario Cohen, se non ricordo male: io ero piccolo quando lei lo raccontava. Chissà che fine ha fatto... Mio padre lasciò l'università per non sentirsi complice del fascismo. Poi fu spedito in guerra. Si laureò solo negli Anni Sessanta, con un lavoro che gli prendeva tutta la giornata e noi cinque figli a carico.
 
 
Caro Nicola, hai tenuto premuto troppo a lungo il tasto "rewind" e hai fatto un salto indietro nel tempo fino al 295 a.C., dimenticando date ben più vicine e ben più importanti:
  • 1938: inzia l'eliminazione dall'Europa nazi-fascista di tutti i diversi (Ebrei, Zingari, Comunisti, Omosessuali, Testimoni di Geova, Paralitici, Malati di Mente ecc..)
  • 1947-1948: risoluzione dell'O.N.U. sancisce la nascita di uno stato Arabo e di uno stato Ebraico nell'ex-mandato britannico di Palestina; nascita di Israele, il 14 maggio del '48; nessuna nascita di alcuno stato palestinese accanto a Israele, ma scoppio della prima di una lunga serie di guerre arabo-israeliane.
  • 2000: Arafat manda all'aria decenni di trattative fatte dai moderati del suo entourage, e fa scoppiare la rivolta col pretesto della "passeggiata di Sharon"; distruzione del sito archeologico della "Tomba di Giuseppe" da parte della folla palestinese; uccisione e squartamento pubblico di soldati israeliani, ripreso da Canale 5. Altre violenze che durano tutt'oggi, con relative risposte militari.
 
Hai parlato di kamikaze, dimenticando che oggi non si tratta di kamikaze, ma di terroristi-suicidi. C'è una grande differenza! Non sono soldati, sono giovani drogati dall'odio e dall'ideologia di morte, mandati a uccidere soprattutto bambini. Bambini erano a bordo dell'autobus a Gerusalemme; ragazzine ucraine erano nella discoteca Dolphinarium a Tel-Aviv; bambini sono il principale bersaglio, ogni volta.
Se facessero saltare in aria il pulmino giallo della nostra scuola; se venissero a seminare morte da Sherwood o alla Pizzeria la Pineta; se si facessero scoppiare nella folla di Rebecca Club ecc... non credo che continueresti a cercare spiegazioni e/o giustificazioni al loro gesto.
 
GIU' LE MANI DAI BAMBINI!
recitava ieri la filastrocca di Tonio Cartonio.
 
 
Veniamo al materiale che hai raccolto. E' preso da siti di "controinformazione", suppongo. Sappiamo tutti che l'informazione "ufficiale" spesso è carente e/o faziosa, ma non è tutto oro quello che luccica. Anche nella "controinformazione" c'è del marcio. Spesso si gioca al sensazionalismo, buttando lì fandonie con la pala. A volte trovi "documenti segretissimi" messi a disposizione di tutti in un sito web o anche in pubblicazioni cartacee. Ma che segreto di Pulcinella è, allora!?
Hai scritto della storia dell'Arbusto Oil. Questa è vera, ma non vedo di che ti meravigli: in molte società i soci non vanno d'accordo e cercano di fregarsi a vicenda. In questo caso, è ovvio, la cosa è un tantino più grave che nella Rossi & Brambilla... "Oh baby baby, it's a wild world..." cantava Yussuf Islam, quando ancora si chiamava Cat Stevens. Forse non hai mai fatto società con qualcuno!? Davvero it's a wild world, te l'assicuro!
 
Parli di "un barile di petrolio d’annata, tre etti di diamanti veraci e 250 grammi di oro fresco" non si capisce se ti riferisci a ricchezze che secondo te sono sul territorio israelo-palestinese. In caso affermativo, ti invito a dare un'occhiata a una cartina tematica della zona, per constatare coi tuoi occhi che nel sottosuolo non c'è un bel niente di tutto ciò. In Israele si lavorano i diamanti, è verissimo, ma quelli grezzi sono nella voce "importazione" e quelli lavorati sono nella voce "esportazione". Nel sottosuolo israeliano, come potrai constatare, non c'è nemmeno molta acqua. Le falde principali (nemmeno troppo ricche) sono nella zona palestinese. La fonte principale di acqua per gli Israeliani è il mare (ci sono i dissalatori) e il Lago di Tiberiade. In quest'ultimo, da alcuni mesi il Libano, in violazione delle Convenzioni Internazionali, ha cominciato a riversare le sue fognature attraverso il Giordano, fiume immissario del suddetto lago. Bel pasticcio! Anche perché il progetto dell'acquedotto che dalla Turchia dovrebbe portare acqua in Israele e Palestina, non si sa che fine farà, adesso che in Turchia c'è un governo fondamentalista.
 
 
Caro Nicola, ti chiederai: «Come mai questo rompiscatole dice con tanta certezza tutte queste cose? Chi si crede di essere??»
Non mi credo di essere un bel nulla, oltre me stesso. Se scrivo non è per "diabolica attitudine di distorcere e offuscare la storia", come tu sostieni. No, non mi permetterei mai. Ho grande rispetto per tutti le genti: Palestinesi, Israeliani, Greci, Turchi, Armeni, Curdi, Baschi, Italiani, Americani, Russi, Indiani, Tedeschi, Maltesi, ecc.. Siamo tutti la stessa cosa, e non c'è niente di più bello che avere profonda amicizia con persone da un estremo all'altro del pianeta.
Ho profondo rispetto per l'Islam, da scrivere con lettera maiuscola e, in certi casi, da pronunciare dopo essersi ben lavati la bocca. Lo stesso dicasi per il Cristianesimo, l'Ebraismo, il Buddhismo, l'Induismo, lo Scintoismo ecc..
Ho profondo rispetto anche per chi non conosco. Guardo con umiltà chi non conosco e ciò che non conosco, sperando d'imparare a conoscerlo.
Perciò mi permetto di dirti in tutta sincerità e umiltà che, a mio avviso, tu hai voluto parlare di argomenti su cui non sei molto ferrato. Non so quali siano i tuoi interessi, la tua "specializzazione", ma sono certo che tu sapresti parlare con grandissima cognizione di causa degli argomenti su cui sei ben preparato. Se mi chiedi (ad esempio) come è fatta una chitarra, come si fa a ottenere un determinato timbro piuttosto che un altro, io te lo posso spiegare con piacere, perché lo so: l'ho messo in pratica per lunghi anni, l'ho studiato, e ho piacere a condividere con gli altri le mie conoscenze, anche se sono solo minuscoli granellini di fronte al Sapere. Al contrario, troverei quanto meno strano se volesse insegnarmi qualcosa di liuteria qualcuno che della materia sa poco o nulla e si rifiuta di ascoltare la mia voce. 
Per contro, se mi chiedi qualcosa di chimica, o di giurisprudenza, mi cogli del tutto impreparato ed io non mi azzarderei mai a fare da maestro di chimica o di legge a nessuno. Lo stesso, se vuoi parlare di calcio: non so nemmeno quali siano le regole del gioco!
Perché m'interesso della Palestina? Semplice: lo ritengo il perno attorno al quale gira il nostro futuro, il futuro dell'umanità intera. Me ne interesso da quando ho imparato a studiare la storia: non mi considero un grande esperto, ma nemmeno mi tiro indietro quando è possibile discuterne serenamente, senza emotività.
Comunque, sappi che non è il mio unico interesse: mi piace l'elettronica, mi piace molto leggere, mi piace il mare anche se non so nuotare quasi, mi piace studiare le lingue: Russo, Greco moderno, qualche piccola cosa di Arabo (mio padre passò tre anni prigioniero in Algeria durante la guerra: nonostante la malaria, il tifo e la piorrea, ebbe modo di farsi permeare dallo spirito di quel posto, del carattere della gente antica del deserto. Certe cose un po' si tramandano, e lo dico con orgoglio!). E poi mi piace molto cucinare: tra l'altro cucino un'ottimo cuos-cous, che ho battezzato COUS-COUS-AVIV, cioè cuos-cous-primavera, affiancando parole arabe ed ebraiche in una sorta di convivenza pacifica nel piatto ("aviv" vuol dire primavera in Ebraico. Tel-Aviv in Italiano sarebbe Colle Primavera). E' fatto con mille verdurine ridotte in pezzetti minuscoli. Se mi vieni a trovare te lo preparo con piacere, accompagnato con un ottimo solopaca rosso...
 
Ah, dimenticavo: Baricco lo trovo noiosissimo, tranne "Next" che mi è piaciuto. E tu hai mai letto Erri De Luca?
Ti auguro un felice Natale e ogni bene a te e ai tuoi cari.
Fulvio Del Deo

 

 


Poca farina e niente ferro - 09-12-02 - Nicola Pagliarulo

 

“Poca farina e niente ferro” ricetta  per Fulvio Del Deo.

(prese un poco d’argilla rossa, fece la carne, fece le ossa…F.G.)

 

 

Innanzitutto, ti saluto. Compresi i tuoi cari, ovviamente, e quel simpatico, moderato, di tuo cognato.

Non do giudizi ma opinioni, qualora l’argomento m’interessi…

Uso dire quel che penso e tutte le frasi non mie le rendo note.

 

Mi spiace che hai dovuto usare i punti di sospensione al “è un bravo ragazzo, lo conosco…”. Abituiamoci a dire la verità, facciamolo per i bambini soprattutto! Abbiamo mangiato una pizza con altre cinque persone, per un tempo complessivo d’un paio d’ore…ci può essere simpatia, nell’impatto, ma non di più. A meno che tu non creda nella “conoscenza a prima vista”, come tuo cognato…

Anzitutto cercherò di risponderti. Ci proverò per quanto posso.

 

Devo deluderti sulla “melevisione” e rassicurarti sulle canzoni ed Erri De Luca (ho disponibili titoli, editori e case discografiche). Ti consiglio “cos’è un lager” della N.C.T.M. ed i romanzi di Baricco (Seta, City, Oceano mare, piuttosto che le raccolte di articoli come Barnum e Next) anche se, come abbiamo visto, i gusti sono gusti…personali, come le opinioni (a me il quadretto di ricordi ischitani di De Luca -Tu, mio- non è dispiaciuto).

 

Torniamo a noi. La farina dei nostri sacchi resta tale anche quando riportiamo titoli, date o citazioni, visto che siamo comunque noi a scegliere da chi “informarci o disinformarci”. Dunque, non voglio i meriti per belle frasi non mie, ma esigo di conservare tutto il demerito per quanto scrivo.            

La qualità della mia farina è “00”…io non ho problemi ad assumermi il peso della mia ignoranza.

Non devo convincere nessuno del contrario, né stupire con una qualche presunta saccenza.

 

Ciò che mi preme adesso, è capire come arrivi alle tue fonti inattaccabili. Il motivo per il quale la materia dei tuoi studi preferiti non possa essere vittima delle distorsioni di cui parli. Quando scrivi di mie “giustificazioni alle stragi”, dimostri di non aver seguito il mio pensiero ma quello di tuo cognato (o, più probabilmente, sono io che non riesco ad esprimermi per via della farina…).         

 

Io preferisco il ”socialismo” di Cristo a quello di Marx, tanto che credo in “quell’amore” di Gandhi…ma credo anche che se ci fosse Lui a spiegarcelo (vedi che dobbiamo assumerci la responsabilità anche delle idee altrui, quando le facciamo nostre?), indirizzerebbe la sua preghiera a Sharon! E’ questo il punto carissimo Fulvio, esperto in materia. Se per te canale 5 e tutti i telegiornali che vediamo, sono fonti incontestabili…se le mie, invece, sono pratiche di siti di controinformazione dediti al sensazionalismo...se petrolio, diamanti e oro, li cerchi in Israele e Palestina (eri proprio preso a sconfessarmi? Quando mi critichi per essere andato troppo indietro, non hai saltato qualche rigo con la sensazione d’aver già capito tutto?)…

 

Vedi, credo che semplicemente non ti abbia fatto piacere essere contestato…bada, non sconfessato come hai cercato di fare con me. Dal mio piccolo, vorrei consigliarti di rivedere alcune tue convinzioni: non solo “gli specialisti”, hanno un’opinione; anche quando ce l’hanno, resta solo la loro opinione; spesso, chi si considera specialista, rischia di fossilizzarsi…come dire, di guardare in un’unica direzione.

 

Detto ciò, non voglio togliere merito alla tua erudizione. Dico solo che asserire quel concetto di “ferrato” come hai fatto tu, è a dir poco pericoloso.

Io sono profondamente antifascista (dillo a tuo cognato) e tu hai intravisto in me dell’antisemitismo…ma come hai fatto? Perché dico che qualunque disperato, ha un dramma alle spalle? Questo non significa legittimare la violenza…violento è chi ruba un territorio…violento è chi consente questo…io trovo molto violente l’America ed il tg5…poi, trovo molto violento anche tutto ciò che dici dei palestinesi. Però la loro, è “reazione” violenta (in grassetto). Se vogliamo parlare di violenza, non possiamo dimenticare quella subita…altrimenti che gioco è ? “Il pallone è mio, non si gioca più…ho vinto!” (anche se non t’intendi di calcio, rendo l’idea?). Se sei convinto (ma erano parole d’altri) che “la Palestina è il perno attorno al quale gira il nostro futuro”, ti chiedo:

a)      Quale Palestina?

b)      Oltre al “nostro” futuro…quello della Palestina, importa?

 

Mi pare di ascoltare Berlusconi (fonte tg2, in diretta: “dobbiamo aiutare i paesi in via di sviluppo…non necessariamente per una questione umanitaria ma, soprattutto, per combattere il terrorismo. Finchè ci sarà chi avrà fame, chi sarà disperato, le “nostre” -in grassetto!- case non saranno sicure”).

“Mio, tuo e nostro”, mai “vostro o loro”…se non per le responsabilità…

Questa è la “grammatica specialistica, per ferrati informati”

 

Sperando di non averti ancora deluso, circa la qualità della mia farina, vorrei ricordarti anche che se le guerre nell’ex Yugoslavia durano più che in Kwait, non è per la pericolosità dei rispettivi premier ma per “il concime migliore” che l’America conosce bene.

 

Toglimi una curiosità: se gli americani facessero lavorare, te e tutti i tuoi familiari, in una sorta di laboratorio pericolosissimo e senza i sistemi di sicurezza, che normalmente installano se a lavorare sono esseri umani che reputano loro simili (con le bandierine, per intenderci…) e questa fabbrica esplodesse, proprio per l’incuria del padrone, ammazzando te e i tuoi 5.000 parenti…(indiani, che fa…ti ricordi?);

 

se una famiglia israeliana (io ho qualche amico, non confondere) venisse ospite in casa tua a degustare uno dei tuoi manicaretti e poi, piano piano, ti cacciasse fuori, non perché non gli sia piaciuta la cena ma perché ha gradito la casa…(e il Sindaco gli desse anche ragione).

 

Non mi rispondere, non ne vale la pena…io non sono ferrato e non credo che potrò esserlo mai.

Ricambio i saluti affettuosi e gli auguri di buon Natale e felice anno nuovo, a te, la tua famiglia, i parenti tutti ed in particolare, tuo cognato.

          

Nicola Pagliarulo

 


 

 

Ritiro l'invito a cena per Nicola - 10-12-02 - Fulvio Del Deo

 

Fulvio Del Deo ritira pubblicamente l'invito a cena per Nicola Pagliarulo
 
 
Caro Nicola.
 
Eh, e mi dispiace, ma io non posso rischiare, sai: e se io t'invito a cena, va a finire che tu pure fai come quella famiglia israeliana che conosci, piano piano mi cacci fuori, non perché non ti sia piaciuta la cena ma perché hai gradito la mia casa… (e figurati se il nostro Sindaco non ti darebbe ragione!)
A quel punto mio cognato, che io intanto avevo messo sotto le fatiche in cucina, tutto sporco di farina mi direbbe: «Hai visto? che t'avevo detto io?!»
Mi puoi rispondere, anche se non ne vale la pena… nessuno mi ha mai ferrato perché non sono un cavallo e purtroppo non credo che potrò esserlo mai.
 
Sciala-ommo.
Fulvio Del Deo

 


 

Sfiorivano le viole - 12-12-02 - Nicola Pagliarulo

“Sfiorivano le viole”

(profondamente avvilito per il ritiro dell’invito a cena…soprattutto perché reso pubblico)

 

..ma come, io avevo preparato un “miosotide”, un bel mazzo di “gladioli” per il cognato e un “rododendro” per lui…

Avevo pure pensato di portarmi un traduttore che ci facilitasse l’intesa…

Inoltre, già pregustavo le prelibatezze@aviv.org che mi avrebbe propinato…è proprio vero che a questo mondo non c’è riconoscenza!

Ho fatto da tramite allo “spot personale” ed ora gli si aprono le strade infinite dell’elettronica, le richieste di preziose opere d’artigianato e, come se non bastasse, tutti sanno da quale pozzo attingere per qualsivoglia problema linguistico o di traduzione delle più svariate lingue antiche e moderne.

L’ho visto “insinuare” e nascondere il dito, mentre ci distraeva bagnandoci il cuore di lacrime…

Mi metterò l’anima in pace, l’ho già fatto.

Non starò qui a chiedermi perché mi ha nuovamente attribuito inesattezze…come mai ha scelto la sincerità, dando nuovamente voce al cognato…e nemmeno cosa significhino “sciala-ommo.Fulvio Del Deo”.

Però, che non era Varenne poteva dirlo prima…

Inequivocabilmente,

Nicola Pagliarulo.

 

    

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Per intervenire: invia@vivitelese.it