In
questi giorni due graditi ritorni (Del Deo e
Pagliarulo) mi hanno fatto ritornare indietro
nel tempo a quando, entrambi, furono autori di
interventi secondo una logica di "botta e
risposta". E' vero, mi trovai di fronte a
problemi più grandi di me perché non ero (e non
sono) un uomo di legge: non riuscivo a capire
dove finisse l'opinione personale e dove
cominciasse l'offesa all'altro. In verità,
nemmeno adesso per me risulta facile.
E'
vero che ogni autore, apponendo data e firma su
di un intervento, diventa responsabile dei
contenuti. E' anche vero che prima di
pubblicare, sia io che altri dello staff ci
pronunciamo sulla effettiva correttezza di certe
espressioni e, nel caso di presenza di parole
offensive, l'autore viene invitato a modificarne
il contenuto.
ViviTelese è nato dall'idea di quattro amici al
bar e non da un summit di superesperti di
comunicazione. In modo rapido, la
professionalità dei gestori del sito è dovuta
migliorare per "necessità".
Il
regolamento per inserire gli interventi, su
ViviTelese, si è evoluto e potrebbe ancora
evolversi ulteriormente. Per la grande onestà
intellettuale di ViviTelese, abbiamo sempre reso
noto ai lettori, nella massima trasparenza la
linea editoriale del sito (non so se i giornali
locali hanno un regolamento simile e se lo hanno
reso pubblico). Fatto sta che il nostro
regolamento, essenziale, volutamente leggero,
può essere attaccato con estrema facilità.
L'interpretazione di frasi "forse offensive"
potrebbe aprire dibattiti senza fine. Quando a
fine anno 2002, lo scambio di vedute fra Nicola
e Fulvio cominciò ad inasprirsi, dovetti
assumere il ruolo di arbitro prendendo decisioni
che non piacquero a nessuno dei due. Ancora oggi
entrambi mi accusano di "due errori a testa".
Almeno, negli errori sono stato equo.
Come la prova televisiva per il calcio, dopo due
anni uso la "prova del tempo", perché credo che
a distanza di tempo risulti più sereno accettare
le accuse a proprio carico. Questi gli errori di
cui sono accusato.
Secondo Nicola
-
ho tenuto per molti giorni in prima pagina gli
inviti faziosi di Del Deo (o chi per lui),
decidendo di concludere la diatriba senza
pubblicare la mia risposta
-
ho
fornito incautamente il mio indirizzo e-mail
al personaggio sinistro.
Secondo Fulvio
-
ho pubblicato gli insulti di Pagliarulo
a suo indirizzo, poiché mi sono lasciato
convincere dalle sue "ragioni", e quegli
insulti mi sono sembrati ben motivati;
-
mi sono rifiutato di pubblicare qualunque
suo intervento di qualsiasi
genere, dall'aggressione
verbale antisemita di Pagliarulo in poi.
E'
probabile che questi quattro errori siano
realmente stati commessi da me, anche se sono
convinto del contrario; se però dovessi motivare
la mia innocenza sarei costretto a ricordare
tutta la passione e la sofferenza vissuta due
anni fa e, sicuramente riaccenderei la miccia.
E' mia ferma intenzione smorzare i toni ed
evitare il ripetersi di qualunque polemica.
Per chiarire ai lettori quali contenuti hanno
animato gli scambi di idee tra Fulvio Del Deo e
Nicola Pagliarulo, ecco un riepilogo delle
puntate precedenti. In questa pagina interventi
presenti tuttora nell'archivio di ViviTelese e
pubblicati dal 7 al 12 dicembre 2002. Prego
vivamente sia i lettori che Nicola e Fulvio di
astenersi da ulteriori commenti.
Per chi fosse interessato a tutti gli interventi
(su ViviTelese) riferiti ai due autori può
cliccare sui nomi:
Fulvio Del Deo
Nicola Pagliarulo
Confessioni di un malandrino - 07-12-02 - Nicola
Pagliarulo
(ho cominciato a vivere forte, proprio andando
incontro alla morte)
Oggi sarò serio, lo prometto. Lo richiedono
l’informazione e la disinformazione. Il rispetto
che dobbiamo ad un popolo martoriato. La
diabolica attitudine di distorcere e offuscare
la storia. L’incapacità di assumerci la
responsabilità del nostro immobilismo, contro la
sfrontatezza di riportare cronache faziose,
consideranti gli effetti e mai le cause.
Voglio anche premettere che nell’articolo di
ieri, come in quello relativo all’11 settembre,
ho avvertito l’esigenza di ridistribuire
equamente quelle che sono le responsabilità
comuni. Non per prendere la parte di questo o
quello (ogni fondamentalismo, ogni rappresaglia,
ogni sfruttamento, ogni prevaricazione, ogni
guerra, vanno condannati) ma per uscire dal coro
pilotato dell’informazione…per non gridare “al
lupo, al lupo!”, distogliendo l’attenzione da
altrettanti, colpevoli, sanguinari.
Crociate e Jihad, si diceva…ad onor del vero
dovremmo sempre giudicarci prima di sentenziare.
I
“crociati” che “liberarono” Gerusalemme dagli
“infedeli islamici”, saccheggiarono tutto quanto
gli capitasse (anche città cristiane), spinti
dall’odio e dal desiderio di sopraffazione. Non
importa che lo scopo “religioso”, alla fine di
due secoli di lotte, non venne perseguito…le
mire espansionistiche, della rinascente civiltà
occidentale, si rispecchiavano più nel desiderio
di conquista che in quella croce tatuata in
petto. C’è da ricordare che fu l’effetto
sorpresa ad accompagnare la prima crociata:
Il
popolo islamico era abituato agli stranieri e,
dunque, tollerante. Ciò che li rese sprovveduti,
fu il fanatismo religioso col quale si
esaltavano i crociati nella loro missione di
morte.
Non c’è male con le analogie, vero? E’ un 11
settembre al contrario, con vittime sacrificali
inconsapevoli dell’odio altrui. Il
fondamentalismo cristiano, prima di quello
islamico ed altrettanto colpevole.
Ho
letto anche di kamikaze. Torniamo indietro anche
qui. Non hanno cominciato né i fondamentalisti
(di qualsiasi religione, come abbiamo visto), né
i giapponesi. Il primo di cui si sappia è il
console Decio Mure, un romano. Un “eroe” che,
nel 295 a.C., attuò il sacrificio nella
battaglia di Sentino, per fuorviare la
coalizione di Etruschi, Galli e Sanniti.
A
seguire, nel I secolo d.C., tracce di kamikaze
riguardano proprio il popolo ebraico. Durante la
rivolta in Palestina, la setta ebraica degli
Zeloti, si sacrificò con attacchi suicidi contro
i legionari e, pur di non cadere in schiavitù, i
sopravvissuti alla battaglia si uccisero con le
loro mani, piuttosto che arrendersi alle truppe
romane. Altri “eroi”, dunque, come gli Spartani
che morirono alle Termopoli, suicidandosi perché
il loro codice d’onore non prevedeva ritirata e
prigionia. Che dire, poi, dei suicidi Celti e
Longobardi, che decidevano di morire gli uni,
completamente drogati ed ubriachi, nudi e
dipinti di blu, gli altri, nel nome del dio
Wotan…poi ci sono i “berseker”, vichinghi votati
alla morte in onore di Odino ed ancora, Sioux,
Cheyenne, Pietro Micca ed i più di 4.000
giapponesi…i bonzi buddisti e Jan Palach…i
palestinesi.
Credo sia riduttivo considerare tutti folli ed
esaltati, valutarne l’effetto sanguinario…certo,
possono essere delle componenti, ma
dell’effetto. Alla base, la causa, è pregna di
disperazione…si sceglie la morte solo quando non
s’intravvedono altre vie per difendere un
principio superiore. Roba d’altri tempi, come
abbiamo ampiamente visto, per il nostro opulento
sistema…ma non per chi possiede e cerca di
difendere solo il proprio principio, la terra,
la gente, la dignità. Dobbiamo capire che questi
concetti svenduti per un barile di petrolio
d’annata, tre etti di diamanti veraci e 250
grammi di oro fresco, sono ciò che abbiamo
lasciato a questa gente, dopo aver organizzato
il banchetto al quale non li abbiamo invitati
(però gli abbiamo fatto portare le pietanze…).
Per tutti i colonizzatori, “distratti e
sentenziosi”, ricordo ed auspico la più naturale
forma di suicidio: l’apoptosi. Il suicidio
cellulare per cui il nucleo si disgrega e i
cromosomi si annientano, fagocitati da altre
cellule, senz’altro fondamentaliste…
Dostoevskij diceva che l’amore, astratto,
dell’umanità, è quasi sempre egoismo…Ariel
Sharon.
Colui che, col suo pragmatismo dispotico, ha
lasciato esterrefatto persino Moshe Dayan; che
“generosamente” avrebbe concesso (non
restituito?), ad uno popolo palestinese
smilitarizzato, meno della metà della
Cisgiordania; che mai avrebbe restituito le
alture del Golan a Damasco; che detta legge e
terrore a Gaza; che va a braccetto con Bush,
talvolta congettando strategie che tengano conto
del gradimento mondiale, altre infischiandosene
(Libano, Siria…); che, se potesse, sterminerebbe
tutto e tutti, Egitto e Arabia comprese…costui,
o chi per lui, sarebbe vittima dei kamikaze
palestinesi?
Di
coloro che continuano a morire nel rapporto di
10 a 1? Delle pietre dei ragazzini, che lasciano
seri ematomi sugli stinchi dei soldati che, in
cambio, li ammazzano? Bah…!
Ricapitolando tutto, restiamo con “Giorg’,
Dabliu, Busc’” (alla Tavulliana) che deve
assolutamente uccidere Saddam e Bin Laden. E’ il
succo del retaggio dell’11 settembre, delle mire
americane, occidentali ed israeliane di
sempre…la sete di petrolio ed il predominio
assoluto.
Allora, vediamo: Liechtenstein, Principato di
Monaco, Svizzera, Londra, Gibilterra. Casseforti
occidentali di Al Qaeda. Esplicitamente
denunciato dal deputato francese, Arnaud
Montebourg e tacitamente ammesso da Philip
Torphe, direttore della financial Services
Authority (una sorta di Consob britannica). Le
tre isole, Man, Guernesey e Jersey, dalla piena
autonomia legislativa e politica, sommerse d’oro
e petrodollari, provenienti dalle centrali
terroristiche islamiche e “trattati” da società,
per lo più, fittizie. I filoni, diversi: soldi,
petrolio, oro, servizi segreti, edilizia,
prostituzione, armi. I beneficiari: molti, visto
che Erich Inciyan e Babette Stern, scriveranno
su “Le Mond” – Perché no?- quando si stabilirà
che anche Muwafaq (organizzazione saudita vicina
ad Al Qaeda) si appoggia all’isola di Jersey per
riciclare danaro – Perché no? Visto che quelle
isolette fanno da nido, comodo e redditizio (ma
soprattutto inaccessibile alla giustizia
normale), a più di 90.000 società?- Ecco
delinearsi, dunque, l’ambiente economico di
Osama Bin Laden e dell’azienda di famiglia
“Saudi Bin Laden Group-Sbg”. Da qui, la “Iiro”
(Organizzazione per il soccorso islamico
internazionale), che trova la sua sede naturale
in Gran Bretagna, disponendo di dislocazioni in
Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Svezia,
Sudan, Somalia, Kenya e Filippine…e di aziende,
società ed investimenti in Sudan, alle
Mauritius, a Singapore e in Malesia…di
automobili a Dubai, pescherecci in Kenya,
lapislazzuli in Uganda e diamanti in Tanzania.
A
tutto questo però, giusto per non rischiare di
fomentare la corsa allo sport nazionale del
“tirarsi fuori e giudicare”, aggiungiamo la
compartecipazione della nostra Banca di Roma
(fonte Diego Cugia), nel cui capitale figura
l’8,65% della ABN AMRO (colosso bancario
olandese) che, a sua vota, detiene il 40% della
Saudi Bank (della famiglia di Bin Laden).
Ovviamente, anche alla luce dei fatti, nessuno
ha cambiato nulla (vendere per la morale? Tsk…).
Non è finita qui: La compagnia petrolifera
“Arbusto Oil”, sede in Texas, ha tra i soci
Salem Bin Laden, ricco saudita fratello di Osama.
Ebbene, sapete chi fondò, nel 1977, la “Arbusto
Oil”? Nientepopòdimenoche “George W. Bush”,
socio di Salem Bin Laden (precedentemente
impiegato in affari tra Iran, contras e CIA e
misteriosamente morto in Texas), futuro
presidente americano e nemico giurato del
fratellino del socio suddetto. Considerando che
il di lui papà era direttore della Cia e
vicepresidente di Reagan e che “Arbusto” è la
traduzione di Bush…ringraziamo Jack e diciamo
meno sciocchezze. A che riguardo? Avete
dimenticato da dove eravamo partiti?
Da: Dio aiuti Bush e Sharon e faccia smettere
quei ragazzacci di tirare le
pietre!
Nicola Pagliarulo.
P.S. Mi scuso per l’utilizzo di materiale
“esterno” (al mio sapere o alla mia
immaginazione). Non era per sfoggio di saccenza,
o per meravigliarvi, ma solo per precisare i
punti di una questione troppo delicata e
tragica, per essere trattata con leggerezza ed
approssimazione.
Lettera aperta a Nicola Pagliarulo -
09-12-02 - Fulvio Del Deo
Caro Nicola.
Ieri sono stato al Palapartenope a vedere La
Melevisione di Tonio Cartonio "dal vivo".
Non so se la conosci: è una trasmissione per
bambini che è su Rai 3 verso le quattro del
pomeriggio. Molto carina...
Dopo sono stato a casa di mio cognato,
perché i bimbi volevano stare ancora un po'
con le cuginette. Mio cognato stava cercando
delle cose di pediatria su internet, così ho
approfittato della connessione in atto per
fargli conoscere ViviTelese. Abbiamo letto
"Confessioni di un malandrino". Mio cognato
ha fatto: «Lascialo perdere, è un violento!»
«Ma che dici? è un bravissimo ragazzo, lo
conosco di persona...»
E adesso cercherò di risponderti.
Per cominciare, mi rallegra sapere che ciò
che hai scritto non è farina del tuo sacco.
La tua personale farina, ne sono certo, è
di qualità di gran lunga superiore. Sarebbe,
però, buona regola precisare sempre la
provenienza del materiale di cui si fa uso.
Inoltre, è sempre bene evitare "approcci
emotivi" con l'oggetto del nostro studio.
"L'amore è la forza più umile e
anche più potente che il mondo possiede. I
sacrifici, che spesso esso comporta, non lo
devono annebbiare o peggio annullare, ma lo
devono rendere più vivo e operante per il
bene degli altri"
Lo scrivo in grassetto, perché è molto
importante. Lo metto fra virgolette, perché
non è farina del mio sacco... e
magari lo fosse! E' la voce di un
Grande Maestro: Mohandas Gandhi, detto il
Mahatma, il Grande Spirito.
Gandhi, Martin Luther King, Giovanni
XXIII sono stati i tre "fari" a
illuminare il buio della notte per una
generazione come la mia. La voce del papa
buono, con quel dolcissimo accento veneto:
«Quando tornate a casa, fate una carezza ai
vostri bimbi e dite che gliela manda il
papa...» è di una tenerezza e di un candore
che mi commuovono sempre.
Ai miei tempi (ohps, comincio a usare
anch'io questa espressione da vecchio!),
alla parola GUERRA non si
contrapponeva PACE, bensì AMORE.
"Fate l'amore, non la guerra!", recitava un
slogan degli anni Sessanta; e noi, "Settantini"
e "Ottantini" démodé, l'avevamo fatto
nostro, in barba agli Anni di Piombo che il
resto della giuventù andava preparando. Non
ci piaceva la Rivoluzione, ma non avevamo
nemmeno la pretesa di combattere per la pace
nel mondo, cosa troppo difficile da
"costruire" soprattutto per dei giovani
imberbi. Perciò ci accontentavamo
dell'amore, di costruire sull'amore. E lo
facevamo con gioia. Partivamo dal
nostro "piccolo mondo" di amici per
costruire un "grande mondo" più giusto;
partivamo dalle piccole cose, da ognuno di
noi, piccolissimo tassello di un mondo
migliore. Eravamo (e tutt'oggi molti lo sono
ancora) come delle piccole formichine
operose.
Nelle notti estive in spiaggia, attorno al
fuoco, oltre all'immancabile Neil Young,
o alla Canzone del Sole di Battisti, a un
certo punto accadeva sempre che qualcuno di
noi attaccava con:
Son morto con altri cento
son morto che ero bambino
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento
"Ad Auschwitz" di Francesco Guccini. Dopo di
questa, era difficile intonare altre
canzoni. Fra le ragazze c'era sempre chi
aveva gli occhi lucidi o chi, baciandola,
aveva il tipico sapore di lacrime in bocca.
A quel punto c'era sempre qualcuno che
faceva: «Vabbuò, guagliu'... io faccio un
tuffo» e si perdeva nel riflesso metallico
della luna. Qualche volta prendevo io la
chitarra e spezzavo il silenzio con:
Dimmi babbo che cos'è
la Felicità
Figlio mio è un frutto che
nasce solo in Libertà...
la bellissima canzone che era sul lato B del
45 giri della più famosa "Pietre" di Antoine.
La conosci? «Qualunque cosa fai / ovunque te
ne vai / e sempre pietre in faccia
prenderai...»
Per noi era ancora molto vicina la tragedia
della guerra. Da bambino, ognuno di noi
aveva visto i resti dei palazzi sventrati
dai bombardamenti abbascio 'a Marina.
Era vicinissimo il ricordo dei nostri
genitori che si erano visti sparire compagni
d'infanzia, colleghi d'università. Mia madre
raccontava sempre del "dottorino", un
giovane ebreo che la sua famiglia aveva
aiutato a nascondersi. Si chiamava Mario
Cohen, se non ricordo male: io ero piccolo
quando lei lo raccontava. Chissà che fine ha
fatto... Mio padre lasciò l'università per
non sentirsi complice del fascismo. Poi fu
spedito in guerra. Si laureò solo negli Anni
Sessanta, con un lavoro che gli prendeva
tutta la giornata e noi cinque figli a
carico.
Caro Nicola, hai tenuto premuto troppo a
lungo il tasto "rewind" e hai fatto un salto
indietro nel tempo fino al 295 a.C.,
dimenticando date ben più vicine e ben più
importanti:
-
1938: inzia
l'eliminazione dall'Europa nazi-fascista
di tutti i diversi (Ebrei,
Zingari, Comunisti, Omosessuali,
Testimoni di Geova, Paralitici, Malati
di Mente ecc..)
-
1947-1948: risoluzione
dell'O.N.U. sancisce la nascita di uno
stato Arabo e di uno stato Ebraico
nell'ex-mandato britannico di Palestina;
nascita di Israele, il 14 maggio del
'48; nessuna nascita di alcuno
stato palestinese accanto a Israele, ma
scoppio della prima di una lunga serie
di guerre arabo-israeliane.
-
2000: Arafat manda
all'aria decenni di trattative fatte dai
moderati del suo entourage, e fa
scoppiare la rivolta col pretesto della
"passeggiata di Sharon"; distruzione del
sito archeologico della "Tomba di
Giuseppe" da parte della folla
palestinese; uccisione e squartamento
pubblico di soldati israeliani, ripreso
da Canale 5. Altre violenze che durano
tutt'oggi, con relative risposte
militari.
Hai parlato di kamikaze, dimenticando che
oggi non si tratta di kamikaze, ma di
terroristi-suicidi. C'è una grande
differenza! Non sono soldati, sono giovani
drogati dall'odio e dall'ideologia di
morte, mandati a uccidere
soprattutto bambini. Bambini erano
a bordo dell'autobus a Gerusalemme;
ragazzine ucraine erano nella discoteca
Dolphinarium a Tel-Aviv; bambini sono il
principale bersaglio, ogni volta.
Se facessero saltare in aria il
pulmino giallo della nostra scuola; se
venissero a seminare morte da Sherwood o
alla Pizzeria la Pineta; se si facessero
scoppiare nella folla di Rebecca Club ecc...
non credo che continueresti a cercare
spiegazioni e/o giustificazioni al loro
gesto.
GIU' LE
MANI DAI BAMBINI!
recitava ieri la filastrocca di Tonio
Cartonio.
Veniamo al materiale che hai raccolto. E'
preso da siti di "controinformazione",
suppongo. Sappiamo tutti che l'informazione
"ufficiale" spesso è carente e/o faziosa, ma
non è tutto oro quello che luccica.
Anche nella "controinformazione" c'è del
marcio. Spesso si gioca al
sensazionalismo, buttando lì
fandonie con la pala. A volte trovi
"documenti segretissimi" messi a
disposizione di tutti in un sito web o anche
in pubblicazioni cartacee. Ma che
segreto di Pulcinella è, allora!?
Hai scritto della storia dell'Arbusto Oil.
Questa è vera, ma non vedo di che ti
meravigli: in molte società i soci non vanno
d'accordo e cercano di fregarsi a vicenda.
In questo caso, è ovvio, la cosa è un
tantino più grave che nella Rossi &
Brambilla... "Oh baby baby, it's a wild
world..." cantava Yussuf Islam, quando
ancora si chiamava Cat Stevens. Forse non
hai mai fatto società con qualcuno!?
Davvero it's a wild world, te l'assicuro!
Parli di "un barile di petrolio
d’annata, tre etti di diamanti veraci e 250
grammi di oro fresco" non si capisce se
ti riferisci a ricchezze che secondo te sono
sul territorio israelo-palestinese. In caso
affermativo, ti invito a dare un'occhiata a
una cartina tematica della zona, per
constatare coi tuoi occhi che nel sottosuolo
non c'è un bel niente di tutto ciò. In
Israele si lavorano i diamanti, è verissimo,
ma quelli grezzi sono nella voce
"importazione" e quelli lavorati sono nella
voce "esportazione". Nel sottosuolo
israeliano, come potrai constatare, non c'è
nemmeno molta acqua. Le falde principali
(nemmeno troppo ricche) sono nella zona
palestinese. La fonte principale di acqua
per gli Israeliani è il mare (ci sono i
dissalatori) e il Lago di Tiberiade. In
quest'ultimo, da alcuni mesi il Libano, in
violazione delle Convenzioni
Internazionali, ha cominciato a riversare le
sue fognature attraverso il Giordano, fiume
immissario del suddetto lago. Bel pasticcio!
Anche perché il progetto dell'acquedotto che
dalla Turchia dovrebbe portare acqua in
Israele e Palestina, non si sa che fine
farà, adesso che in Turchia c'è un governo
fondamentalista.
Caro Nicola, ti chiederai: «Come mai questo
rompiscatole dice con tanta certezza tutte
queste cose? Chi si crede di essere??»
Non mi credo di essere un bel nulla, oltre
me stesso. Se scrivo non è per "diabolica
attitudine di distorcere e offuscare la
storia", come tu sostieni. No, non mi
permetterei mai. Ho grande rispetto per
tutti le genti: Palestinesi, Israeliani,
Greci, Turchi, Armeni, Curdi, Baschi,
Italiani, Americani, Russi, Indiani,
Tedeschi, Maltesi, ecc.. Siamo tutti
la stessa cosa, e non c'è niente di
più bello che avere profonda amicizia con
persone da un estremo all'altro del pianeta.
Ho profondo rispetto per l'Islam, da
scrivere con lettera maiuscola e, in certi
casi, da pronunciare dopo essersi ben lavati
la bocca. Lo stesso dicasi per il
Cristianesimo, l'Ebraismo, il Buddhismo, l'Induismo,
lo Scintoismo ecc..
Ho profondo rispetto anche per chi non
conosco. Guardo con umiltà chi non conosco e
ciò che non conosco, sperando d'imparare a
conoscerlo.
Perciò mi permetto di dirti in tutta
sincerità e umiltà che, a mio avviso, tu hai
voluto parlare di argomenti su cui non sei
molto ferrato. Non so quali siano i tuoi
interessi, la tua "specializzazione", ma
sono certo che tu sapresti parlare
con grandissima cognizione di causa degli
argomenti su cui sei ben preparato.
Se mi chiedi (ad esempio) come è fatta una
chitarra, come si fa a ottenere un
determinato timbro piuttosto che un altro,
io te lo posso spiegare con piacere, perché
lo so: l'ho messo in pratica per lunghi
anni, l'ho studiato, e ho piacere a
condividere con gli altri le mie conoscenze,
anche se sono solo minuscoli granellini di
fronte al Sapere. Al contrario, troverei
quanto meno strano se volesse insegnarmi
qualcosa di liuteria qualcuno che della
materia sa poco o nulla e si rifiuta di
ascoltare la mia voce.
Per contro, se mi chiedi qualcosa di
chimica, o di giurisprudenza, mi cogli del
tutto impreparato ed io non mi azzarderei
mai a fare da maestro di chimica o di legge
a nessuno. Lo stesso, se vuoi parlare di
calcio: non so nemmeno quali siano le regole
del gioco!
Perché m'interesso della Palestina?
Semplice: lo ritengo il perno
attorno al quale gira il nostro futuro,
il futuro dell'umanità intera.
Me ne interesso da quando ho imparato a
studiare la storia: non mi considero un
grande esperto, ma nemmeno mi tiro
indietro quando è possibile discuterne
serenamente, senza emotività.
Comunque, sappi che non è il mio unico
interesse: mi piace l'elettronica, mi piace
molto leggere, mi piace il mare anche se non
so nuotare quasi, mi piace studiare le
lingue: Russo, Greco moderno, qualche
piccola cosa di Arabo (mio padre passò tre
anni prigioniero in Algeria durante la
guerra: nonostante la malaria, il tifo e la
piorrea, ebbe modo di farsi permeare dallo
spirito di quel posto, del carattere
della gente antica del deserto. Certe cose
un po' si tramandano, e lo dico con
orgoglio!). E poi mi piace molto cucinare:
tra l'altro cucino un'ottimo cuos-cous, che
ho battezzato COUS-COUS-AVIV, cioè
cuos-cous-primavera, affiancando parole
arabe ed ebraiche in una sorta di convivenza
pacifica nel piatto ("aviv" vuol dire
primavera in Ebraico. Tel-Aviv in Italiano
sarebbe Colle Primavera). E' fatto con mille
verdurine ridotte in pezzetti minuscoli. Se
mi vieni a trovare te lo preparo con
piacere, accompagnato con un ottimo solopaca
rosso...
Ah, dimenticavo: Baricco lo trovo
noiosissimo, tranne "Next" che mi è
piaciuto. E tu hai mai letto Erri De Luca?
Ti auguro un felice Natale e ogni bene a te
e ai tuoi cari.
Fulvio Del Deo
Poca farina e
niente ferro
- 09-12-02 - Nicola Pagliarulo
“Poca farina e niente ferro”
ricetta per
Fulvio Del Deo.
(prese un poco d’argilla rossa, fece la carne,
fece le ossa…F.G.)
Innanzitutto, ti saluto. Compresi i tuoi cari,
ovviamente, e quel simpatico, moderato, di tuo
cognato.
Non do giudizi ma opinioni, qualora l’argomento
m’interessi…
Uso dire quel che penso e tutte le frasi non mie
le rendo note.
Mi
spiace che hai dovuto usare i punti di
sospensione al “è un bravo ragazzo, lo
conosco…”. Abituiamoci a dire la verità,
facciamolo per i bambini soprattutto! Abbiamo
mangiato una pizza con altre cinque persone, per
un tempo complessivo d’un paio d’ore…ci può
essere simpatia, nell’impatto, ma non di più. A
meno che tu non creda nella “conoscenza a prima
vista”, come tuo cognato…
Anzitutto cercherò di risponderti. Ci proverò
per quanto posso.
Devo deluderti sulla “melevisione” e
rassicurarti sulle canzoni ed Erri De Luca (ho
disponibili titoli, editori e case
discografiche). Ti consiglio “cos’è un lager”
della N.C.T.M. ed i romanzi di Baricco (Seta,
City, Oceano mare, piuttosto che le raccolte di
articoli come Barnum e Next) anche se, come
abbiamo visto, i gusti sono gusti…personali,
come le opinioni (a me il quadretto di ricordi
ischitani di De Luca -Tu, mio- non è
dispiaciuto).
Torniamo a noi. La farina dei nostri sacchi
resta tale anche quando riportiamo titoli, date
o citazioni, visto che siamo comunque noi a
scegliere da chi “informarci o disinformarci”.
Dunque, non voglio i meriti per belle frasi non
mie, ma esigo di conservare tutto il demerito
per quanto scrivo.
La
qualità della mia farina è “00”…io non ho
problemi ad assumermi il peso della mia
ignoranza.
Non devo convincere nessuno del contrario, né
stupire con una qualche presunta saccenza.
Ciò che mi preme adesso, è capire come arrivi
alle tue fonti inattaccabili. Il motivo per il
quale la materia dei tuoi studi preferiti non
possa essere vittima delle distorsioni di cui
parli. Quando scrivi di mie “giustificazioni
alle stragi”, dimostri di non aver seguito il
mio pensiero ma quello di tuo cognato (o, più
probabilmente, sono io che non riesco ad
esprimermi per via della farina…).
Io
preferisco il ”socialismo” di Cristo a quello di
Marx, tanto che credo in “quell’amore” di
Gandhi…ma credo anche che se ci fosse Lui a
spiegarcelo (vedi che dobbiamo assumerci la
responsabilità anche delle idee altrui, quando
le facciamo nostre?), indirizzerebbe la sua
preghiera a Sharon! E’ questo il punto carissimo
Fulvio, esperto in materia. Se per te canale 5 e
tutti i telegiornali che vediamo, sono fonti
incontestabili…se le mie, invece, sono pratiche
di siti di controinformazione dediti al
sensazionalismo...se petrolio, diamanti e oro,
li cerchi in Israele e Palestina (eri proprio
preso a sconfessarmi? Quando mi critichi per
essere andato troppo indietro, non hai saltato
qualche rigo con la sensazione d’aver già capito
tutto?)…
Vedi, credo che semplicemente non ti abbia fatto
piacere essere contestato…bada, non sconfessato
come hai cercato di fare con me. Dal mio
piccolo, vorrei consigliarti di rivedere alcune
tue convinzioni: non solo “gli specialisti”,
hanno un’opinione; anche quando ce l’hanno,
resta solo la loro opinione; spesso, chi si
considera specialista, rischia di
fossilizzarsi…come dire, di guardare in un’unica
direzione.
Detto ciò, non voglio togliere merito alla tua
erudizione. Dico solo che asserire quel concetto
di “ferrato” come hai fatto tu, è a dir poco
pericoloso.
Io
sono profondamente antifascista (dillo a tuo
cognato) e tu hai intravisto in me
dell’antisemitismo…ma come hai fatto? Perché
dico che qualunque disperato, ha un dramma alle
spalle? Questo non significa legittimare la
violenza…violento è chi ruba un
territorio…violento è chi consente questo…io
trovo molto violente l’America ed il tg5…poi,
trovo molto violento anche tutto ciò che dici
dei palestinesi. Però la loro, è “reazione”
violenta (in grassetto). Se vogliamo parlare
di violenza, non possiamo dimenticare quella
subita…altrimenti che gioco è ? “Il pallone è
mio, non si gioca più…ho vinto!” (anche se non
t’intendi di calcio, rendo l’idea?). Se sei
convinto (ma erano parole d’altri) che “la
Palestina è il perno attorno al quale gira il
nostro futuro”, ti chiedo:
a)
Quale Palestina?
b)
Oltre al “nostro”
futuro…quello della Palestina, importa?
Mi
pare di ascoltare Berlusconi (fonte tg2, in
diretta: “dobbiamo aiutare i paesi in via di
sviluppo…non necessariamente per una questione
umanitaria ma, soprattutto, per combattere il
terrorismo. Finchè ci sarà chi avrà fame, chi
sarà disperato, le “nostre” -in
grassetto!- case non saranno sicure”).
“Mio, tuo e nostro”, mai “vostro o loro”…se non
per le responsabilità…
Questa è la “grammatica specialistica, per
ferrati informati”
Sperando di non averti ancora deluso, circa la
qualità della mia farina, vorrei ricordarti
anche che se le guerre nell’ex Yugoslavia durano
più che in Kwait, non è per la pericolosità dei
rispettivi premier ma per “il concime migliore”
che l’America conosce bene.
Toglimi una curiosità: se gli americani
facessero lavorare, te e tutti i tuoi familiari,
in una sorta di laboratorio pericolosissimo e
senza i sistemi di sicurezza, che normalmente
installano se a lavorare sono esseri umani che
reputano loro simili (con le bandierine, per
intenderci…) e questa fabbrica esplodesse,
proprio per l’incuria del padrone, ammazzando te
e i tuoi 5.000 parenti…(indiani, che fa…ti
ricordi?);
se
una famiglia israeliana (io ho qualche amico,
non confondere) venisse ospite in casa tua a
degustare uno dei tuoi manicaretti e poi, piano
piano, ti cacciasse fuori, non perché non gli
sia piaciuta la cena ma perché ha gradito la
casa…(e il Sindaco gli desse anche ragione).
Non mi rispondere, non ne vale la pena…io non
sono ferrato e non credo che potrò esserlo mai.
Ricambio i saluti affettuosi e gli auguri di
buon Natale e felice anno nuovo, a te, la tua
famiglia, i parenti tutti ed in particolare, tuo
cognato.
Nicola Pagliarulo
Ritiro l'invito a cena per Nicola - 10-12-02 -
Fulvio Del Deo
Fulvio Del
Deo ritira pubblicamente l'invito a cena per
Nicola Pagliarulo
Caro Nicola.
Eh, e mi dispiace, ma
io non posso rischiare, sai: e se io
t'invito a cena, va a finire che tu pure fai
come quella famiglia israeliana che conosci,
piano piano mi cacci fuori, non perché non
ti sia piaciuta la cena ma perché hai
gradito la mia casa… (e figurati se il
nostro Sindaco non ti darebbe ragione!)
A quel punto mio
cognato, che io intanto avevo messo sotto le
fatiche in cucina, tutto sporco di farina mi
direbbe: «Hai visto? che t'avevo detto io?!»
Mi puoi rispondere,
anche se non ne vale la pena… nessuno mi ha
mai ferrato perché non sono un cavallo e
purtroppo non credo che potrò esserlo mai.
Sciala-ommo.
Fulvio Del Deo
Sfiorivano le viole - 12-12-02 - Nicola
Pagliarulo
“Sfiorivano le viole”
(profondamente avvilito per il
ritiro dell’invito a cena…soprattutto perché
reso pubblico)
..ma
come, io avevo preparato un “miosotide”, un bel
mazzo di “gladioli” per il cognato e un
“rododendro” per lui…
Avevo pure pensato di portarmi un traduttore che
ci facilitasse l’intesa…
Inoltre, già
pregustavo le
prelibatezze@aviv.org
che mi avrebbe propinato…è proprio vero che a
questo mondo non c’è riconoscenza!
Ho
fatto da tramite allo “spot personale” ed ora
gli si aprono le strade infinite
dell’elettronica, le richieste di preziose opere
d’artigianato e, come se non bastasse, tutti
sanno da quale pozzo attingere per qualsivoglia
problema linguistico o di traduzione delle più
svariate lingue antiche e moderne.
L’ho visto “insinuare” e nascondere il dito,
mentre ci distraeva bagnandoci il cuore di
lacrime…
Mi
metterò l’anima in pace, l’ho già fatto.
Non starò qui a chiedermi perché mi ha
nuovamente attribuito inesattezze…come mai ha
scelto la sincerità, dando nuovamente voce al
cognato…e nemmeno cosa significhino
“sciala-ommo.Fulvio Del Deo”.
Però, che non era Varenne poteva dirlo prima…
Inequivocabilmente,
Nicola Pagliarulo. |