Replica a Fulvio Esposito - 18-06-04 - Rosario Lavorgna

 

 

Cari amici di ViviTelese ho letto con attenzione e soprattutto apprensione le dichiarazioni del caro Fulvio Esposito, nonostante mi avesse trattato malissimo in un suo scorso intervento intimandomi addirittura di vendere la mia casetta di San Lorenzello e trasferirmi in un condominio telesino.

 

Come se poi io non fossi abituato ai condomini napoletani dove la vita è molto più drammatica, drastica e precaria di quella di Telese. Ma le sue affermazione poco amichevoli nei miei confronti le ho già dimenticate, anche perché non sono persona dedita al rancore (anche se volessi non ne avrei il tempo). E' proprio sul rancore personale e su quello che ha tutte le sembianze di odio politico ed istituzionale che invece vorrei concentrare il mio breve intervento.


Avevo già letto del caro Fulvio le giavellottate contro l'amministrazione D'Occhio nel suo primo intervento, però non mi sarei mai aspettato da una persona giudiziosa, equilibrata e intelligente come lui, le affermazioni che ho avuto modo di leggere e la cosa mi preoccupa per la velenosità di alcune affermazioni e per l'acerrimo rancore che esse nascondono.

 

E' ovvio che queste mie considerazioni le faccio unicamente da giornalista, non potendo rivestire altri panni e non essendo un cittadino di questa realtà né un semplice residente, né certamente un supporter di D'Occhio che tra le altre cose non conosco nemmeno direttamente.

 

Volevo solamente ricordare all'amico Fulvio, per il quale nutro stima oltre che affetto, che alcune sue affermazioni, che ne degenerano il contesto, pur se virgolettate ricoprono lo stesso valore in termini legali, poiché indirizzate verso un personaggio ben noto e intuibilissimo nel contesto stesso delle affermazioni.

 

Così pure per l'ultima parte del suo scritto lì dove si parla di <<rendere la vita amministrativa. sempre più difficile e sempre meno "tranquilla">>. Questo incipit, il caro Fulvio, poteva anche  risparmiarselo, anzi avrebbe dovuto visto che le stesse parole potrebbero essere intese come minaccia più che come opinione.


In questo periodo post voto, dedito alle conte e al vaglio dei risultati voto per voto sarebbe d'uopo un dibattito sereno e oculato sul futuro della comunità, un incontro tra tutte le parti e tutte le esigenze di una cittadina che, volere o volare, ha scelto la sua guida. Accantonare gli odi e i rancori personali non è solo un dovere morale e civile, ma una scelta di stile che, pur nelle convinzioni individuali, porti la società ad una crescita democratica anche nel dissenso.


Telese non ha bisogno di estremismi, ma di tutti gli iscritti all'anagrafe come anche di chi non lo è, mirando ad una crescita sostenibile, al rispetto della democratica convivenza, con occhi sempre vigili sul più importante dono della natura, l'ambiente in cui viviamo.

 

E' solo da questa cultura della sinergia sociale e delle priorità civili che la nuova amministrazione comunale potrà operare, in collaborazione con la minoranza consiliare e valutando di volta in volta il parere di tutti. Questa è la democrazia.


Rosario Lavorgna

 


 

Riepilogo degli interventi precedenti (in alto i più recenti):

 

Clientelismo e vittoria sporca Fulvio Esposito
La mia generazione ha perso Gino Di Vico
Non mi muovo... Alessandro Liverini
Note, ovvero a ciascuno il suo Ezio Esposito
Camminerò ancora a testa alta Giuseppe Esposito
D'Occhio calpesta la libertà Guglielmo Caiazza
Il disprezzo di D'Occhio fa onore Fulvio Esposito
Replica a Giuseppe Esposito Rosario Lavorgna
Omaggio al mio vecchio Giuseppe Esposito
   

 

Per intervenire: invia@vivitelese.it