Al Sindaco p.t. di
Telese Terme (BN)
All’Assessore
all’Edilizia Scolastica
C/o Comune di Telese
Terme (BN)
E, p.c.
Al Dirigente
Responsabile Area Tecnica
c/o Comune di Telese
Terme (BN)
E, p.c.
Al Segretario Comunale diTelese
Terme (BN)
E, p.c.
Al Dirigente
Scolastico c/o
Direzione Didattica di
Telese Terme (BN)
OGGETTO: Richiesta di ragguagli inerenti la
rispondenza alle congruità normative
dell’edificio “Scuola Elementare Statale – A. Di
Mezza” in Viale Minieri.
^^^^^^^^^^^^^^^^^
I
sottoscritti Alfonso Grillo, Segretario
del PRC. – Circolo “Vera Lombardi” di Telese
Terme, ed Eduardo Di Mezza, segretario
provinciale PRC, si pregiano tratteggiare alla
cortese attenzione degli indirizzatari alcuni
interrogativi che riflettono le legittime
apprensioni ed aspettative di una larga utenza
cittadina.
L’argomento riflette i forti dubbi sulla
congruità normativa del recente intervento di
“completamento e adeguamento” dell’Edificio
Scolastico di Viale Minieri, da sempre adibito a
Scuola Elementare.
1°
Interrogativo
Tanto per cominciare, non si spiega la
stampigliatura di “ASILO NIDO” che emerge sulle
testate di tutti gli elaborati tecnici inerenti
il “progetto definitivo – esecutivo per i lavori
di completamento e adeguamento” del suddetto
edificio scolastico.
In
altri termini, non si comprende (ed è appunto
questa la domanda) il motivo secondo cui la
Scuola risulti declassata da Elementare ad
Asilo Nido, pur continuando ad ospitare ancora
gli alunni delle elementari.
2°
Interrogativo
E’
avvertita l’esigenza di avere contezza dei fondi
utilizzati per l’intervento, onde verificare se
gli eventuali finanziamenti pubblici concessi,
di tipo europeo, statale o regionale, fossero
effettivamente attivabili per l’intervento
medesimo.
3°
Interrogativo
Sono state registrate alcune pregresse
preoccupazioni popolari – tuttora incalzanti –
riguardo la sicurezza globale dell’Edificio
Scolastico in questione.
Tuttavia, nulla di effettivamente rassicurante è
mai pervenuto alle famiglie per sciogliere i
loro legittimi dubbi. Vero è che vi è stato
qualche flebile segnale di chiarimento, ma è
altrettanto vero che nessuna delucidazione
tecnica è stata fornita al fine di escludere
ogni tipo di rischio.
4°
Interrogativo
Prima ancora di passare alla specificità quesiti
tecnici, nascono spontanei altri dubbi:
·
era
il caso sovraccaricare, con altro piano, un
edificio vecchio e già ai limiti del suo
naturale ciclo vitale?
·
È
stata esaminata la convenienza economica della
spesa, anche in considerazione del fatto che non
sono state eliminate le barriere
architettoniche?
Nel merito specifico dell’assetto strutturale
emergono evidenti molteplici interrogativi, di
cui si segnalano i più significativi:
5°
Interrogativo
Come si è espresso il Genio Civile (Deposito n°
919 del 19/07/2002) ?
L’Università degli Studi di Napoli, tenuta ad
esaminare il progetto per le verifiche rituali,
ha formulato o meno osservazioni di merito ?
In
caso affermativo, quali ?
E
come è stato risposto alle eventuali richieste ?
6°
Interrogativo
Risulta verificata l’altezza massima
realizzabile in virtù delle vigenti norme
antisismiche?
7°
Interrogativo
I
solai in latero-cemento tipo SAP – è
notoriamente risaputo – sono stati messi al
bando perché estremamente pericolosi.
Nella fattispecie, essi hanno notevoli luci e
vengono assoggettati quotidianamente a
sollecitazioni statiche e dinamiche che non
sempre possono essere previste con precisione
assoluta.
La
norma prescrive la sostituzione o, in
alternativa, il rafforzamento di questo tipo di
solai. In questa seconda ipotesi, ovviamente,
viene alterato il quadro complessivo dei
carichi e delle sollecitazioni.
Come è stato ovviato a questo problema ?
Sia nella prima che nella seconda
ipotesi, si chiede espressamente di conoscere
quali interventi sono stati effettivamente
realizzati.
Si
chiede inoltre di chiarire l’incongruenza
riscontrata nella tavola 1.6 (Verifica in
fondazione), dove prima si parla di “solai in
latero-cemento tipo SAP”, e poi di “travetti
in cemento armato precompresso”.
In
ogni caso, questi ultimi sarebbero prolungati
nel cordolo per un’ampiezza non inferiore a cm.
12: è sufficiente questo valore, visto che la
normativa prevede il prolungamento per una
lunghezza pari ad almeno la metà dello spessore
del muro sottostante?
Si
chiede anche di acquisire i documenti attestanti
che “i cordoli esistenti, in corrispondenza
dei solai di piano, hanno larghezza pari a
quella della muratura sottostante”.
Infine non risulta, negli atti a
disposizione, l’armatura nei cordoli esistenti:
quanti e quali ferri
esistono negli stessi? Sono adeguatamente dotati
di staffe?
8°
Interrogativo
Dalla “verifica in fondazione” (tavola 1.6 degli
atti progettuali) si evince una incongruenza
inconciliabile, secondo cui sarebbero stati
assunti valori tollerabili afferenti le
caratteristiche della muratura di 50 kg/cmq alla
rottura e di 34 kg/cmq alla compressione.
Perché sono stati assunti questi limiti se poi,
dai rapporti di prova del 10/07/2001 del
Laboratorio di analisi “Generali Costruzioni
s.r.l.” di San Nicola la Strada, effettuati su
campioni reali il 27/06/2001, i valori risultano
essere di gran lunga inferiore?
Perché i valori di reale stato tensionale delle
murature – come arrecati dalle prove
scientifiche – di 22,08 e 11,712 kg/cmq
(resistenza a compressione), sono stati ignorati
e sostituiti empiricamente da valori tabellari
di 34 kg/cmq, incongrui con le effettive
caratteristiche di resistenza della muratura ?
9°
Interrogativo
Il progettista (Riferimento: Verifica in
fondazione – caratteristiche costruttive)
afferma che l’edificio è dotato di
“fondazioni in blocchi di pietra calcarea
squadrata disposti verticali sulle facce ed
orizzontale all’interno per una profondità di
circa mt. 2,00” . E, più avanti, di aver
riscontrato un “ulteriore allargamento della
base di appoggio di circa cm. 160 alla
profondità di circa mt. 2”. Al di là della
difficoltà di ammettere che in un edificio “costruito
negli anni ’50” possa essere stato adottato
una simile fondazione, data anche la contingenza
delle difficoltà postbelliche, si chiede di
fornire le prove documentali di fidefacienza
(rilievo fotografico, verbale di constatazione,
ecc.).
Se
non fosse possibile dimostrare ciò, permarrebbe
in tutta la sua gravità il timore di cedimenti
della base fondale, soprattutto in presenza di
occasionali sollecitazioni dinamiche, come
potrebbero essere quelle determinate da un
eventuale terremoto. È da aggiungere che,
qualora le caratteristiche dimensionali del dado
fondale non fossero quelle assunte dal
progettista, il carico-limite di 2,62 kg/cmq
(raggiunto proprio con la levitazione
volumetrica della fondazione) non sarebbe
verificato, avvalorando il timore di cedimenti
statici.
In
ogni caso, come mai nell’analisi dei carichi non
sono stati considerati gli enormi pesi di tutto
il blocco fondale, che forse, da soli, avrebbero
comportato la mancata verifica delle
sollecitazioni massime ammissibili? E se, in
fase statica, il calcolo è appena verificato,
come può esserlo in fase dinamica? In altri
termini, se in condizioni di normalità i valori
massimi sopportabili dal terreno di fondazione
sono stati quasi raggiunti (e comunque omettendo
di considerare il peso della fondazione stessa),
cosa potrebbe accadere nell’ipotesi di un sisma?
La
preoccupazione nasce anche dalla lettura della
perizia geologica allegata al progetto, in cui
si attesta quanto segue:
“Analizzando
i cedimenti possibili nei diversi strati e le
diverse ipotesi possibili di ubicazione delle
strutture di fondazione si deduce che per quelli
superficiali, in particolare quelli utilizzati
come piano di posa delle strutture fondali
esistenti, possono dar luogo a dei cedimenti
differenziati e pertanto se interessati bisogna
ottemperare a delle prescrizioni strutturali.
Ciò rende opportuno realizzare una tipologia
fondazionale dotata di sufficiente rigidità”.
D’altra parte anche i progettisti hanno
dichiarato che si sono verificati dei lievi
cedimenti.
È eloquente,
a tal proposito, l’omissione del calcolo
analitico di verifica delle fondazioni in fase
dinamica. Dal riscontro del fascicolo a
disposizione (tavola 8, “Verifica sismica”),
annesso agli atti progettuali depositati al
Genio Civile, balza evidente che manca il
suddetto prospetto di verifica. Pur essendo
state registrate le specifiche dei campi di
verifica alla pagina 14 del fascicolo, nella
successiva pagina 15 si passa ad altra verifica
(quella dei setti murari). In altre parole,
mentre si trovano i numeri delle pagine, non c’è
traccia dei calcoli della verifica sismica
relativa alle fondazioni. Ma la verifica delle
sigma di fondazione in fase dinamica dove è
finita? E come si spiega la regolarità della
sequenza numerica delle pagine in carenza della
suddetta verifica?
10° Interrogativo
Non paiono condivisibili le
affermazioni riportate nel certificato di
collaudo, con cui il collaudatore avallerebbe
l’idea di modifiche definite non sostanziali ma
che, al contrario, sono decisamente
significative ed indicano una profonda
alterazione delle masse e dei campi elastici
della struttura. A tal proposito si osserva:
§
Non è ipotizzabile che l’introduzione, ad
esempio, di travi HEB 260 poste ad interesse di
mt. 2,50, efficacemente ammorsate (non è dato
sapere, poi, come si possa aver realizzato
cordoli in calcestruzzo armati sulla muratura),
non abbia alterato i carichi, gli scarichi e gli
effetti delle tensioni e dei campi elastici
sulle strutture, sulle basi fondali e, infine,
sulla sigma reagente che, nonostante le
richiamate incongruenze di calcolo, risulta già
ai confini della resistenza massima a cui
sarebbe abilitata. Quale sarebbe la
dimostrazione analitica?;
§
Non è condivisibile che “la massa sismica
tagliante non venga alterata se non in misura
trascurabile dalla presenza delle putrelle, il
cui peso è da ritenere marginale”. Come è
stato dimostrato scientificamente? Intanto il
peso delle putrelle adottate – di ben 100 kg
circa per ogni metro lineare – è decisamente non
marginale. Giocoforza, l’esercizio delle
medesime genera inevitabili concentrati di
profilo statico che schiacciano i sottostanti
setti murari e, in presenza di forze
orizzontali, li martellano incontrollatamente,
con sollecitazioni dinamiche il cui effetto è
strettamente connesso all’intensità, alla
frequenza e alla tipologia della causa
accidentale (ad esempio i terremoti).
Molti altri interrogativi di natura tecnica non
vengono posti in questa sede, nella speranza che
siano dissipati con le risposte alle domande già
avanzate. Risposte che, è questo l’augurio, si
spera vengano fornite in tempi brevi e in
maniera esaustiva.
Con osservanza,
Eduardo Di Mezza, segr. provinciale PRC
Alfonso Grillo, segr. cittadino PRC
Telese Terme, 20 settembre 2004
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